Amante del lusso e delle donne, combatté troppe guerre, ma rivoluzionò l’economia e sostenne gli artisti.
Sono passati 300 anni dalla morte di Luigi XIV, che per ben settantadue restò sul trono francese, facendo suo il più lungo regno della storia d’Oltralpe.
Robusto e imponente secondo l’iconografia, noto per la sua ambizione e perché accentrò tutti i poteri nelle sue mani reclamando il diritto divino, Luigi XIV, detto re Sole, signore della fastosa reggia di Versailles, combatté quattro guerre, diede instancabile impulso alle arti e alle lettere, costituì un ministero della cultura ante litteram in Francia, impose uno stile di vita sontuoso e alimentò una miriade di miti e leggende.
Ma chi era davvero questo sovrano? Scopriamolo insieme.
1. Re a cinque anni
Luigi di Borbone nasce il 5 settembre 1638 a Saint-Germain-en-Laye e nel 1643, a soli cinque anni d’età, diventa re.
Non essendo in grado di regnare, viene affidata la reggenza a sua madre, Anna d’Austria, che per lui sceglie come precettore il cardinale Mazzarino.
Questi, oltre che educatore del re, diventerà suo consigliere e poi primo ministro di Francia. È lo stesso Luigi a scegliere il sole come emblema in quanto fonte di vita.
Quando giunge il momento di sposarsi, la scelta ricade sull’infanta di Spagna, che è sua cugina Maria Teresa d’Austria.
Il matrimonio è finalizzato a suggellare l’accordo sulle frontiere tra Francia e Spagna (definito dal trattato dei Pirenei del 7 novembre 1659) che sancisce la fine della guerra franco-spagnola.
Le nozze vengono celebrate il 9 giugno 1660, nonostante Luigi all’epoca amasse un’altra donna, Marie Mancini, nipote di Mazzarino, il quale, consapevole dell’importanza del patto nuziale tra i regni di Spagna e Francia, spinge per primo il sovrano a seguire le ragioni di stato.
Il 9 marzo 1661, tuttavia, Mazzarino muore e se fino a quel momento tutte le decisioni erano state ponderate e condivise con lui, da allora in poi Luigi XIV prende le redini del suo paese, sopprimendo addirittura il ruolo di premier rivestito dal cardinale. Il suo potere diviene quindi assoluto e il diritto in virtù del quale lo esercita, divino.
2. Quattro guerre dopo quella dei 30 anni
La storia militare del regno di Luigi XIV inizia con la fase finale della Guerra dei trent’anni, che vede la Francia schierata contro la Spagna e termina con la pace dei Pirenei (1659).
L’aggressiva politica del monarca francese si rivela pienamente però solo due anni dopo, alla morte di Mazzarino.
Luigi si batte contro molti paesi europei, difende i confini francesi e fa fortificare alcune città (Besançon, Lille e Belfort).
Poi impone la sua egemonia, ingaggiando una serie di conflitti, primo tra tutti la guerra di devoluzione (1667-1668), causata dalla sua pretesa di devoluzione di Fiandre e Franca Contea, territori dei Paesi Bassi appartenenti alla Spagna, alla morte del re spagnolo Filippo IV, in virtù di un’antica legge che prevedeva dovessero essere ereditati dai suoi figli di primo letto, cioè da Maria Teresa d’Austria, unica erede in vita e moglie di Luigi.
La Spagna però contesta ed è guerra. Pur uscendo sconfitta, la Francia si annette l’Alsazia. Dal 1672 al 1678 entra in conflitto con i Paesi Bassi e conquista parte di Fiandre e Franca Contea.
Sempre a fini espansionistici è imputabile anche il terzo conflitto che re Sole affronta, questa volta contro la lega d’Augusta della Germania (1688-1697), intenzionata ad arginarlo.
Questa guerra termina però senza vincitori né vinti. La quarta guerra, la più lunga ed estenuante, è quella di successione spagnola (1700-1713): è provocata dalla successione del nipote di Luigi XIV, Filippo d’Angiò, al re spagnolo Carlo II.
L’Europa prende posizioni in gran parte sfavorevoli rispetto a questa successione. Il più contrario è l’impero d’Asburgo, che ha candidato al trono di Spagna Carlo d’Asburgo, cugino del re spagnolo.
La guerra si conclude con la firma di due trattati, quello di Utrecht (1713), che riconosce come re di Spagna Filippo d’Angiò, e quello di Rastadt (1714), che invece vieta l’unione tra le Corone di Francia e Spagna.
3. Una fede, una legge, un re e mecenate delle arti
- Una fede, una legge, un re
Se Luigi mette in atto un’aggressiva politica estera, non è da meno sul fronte interno.
Il monarca introduce il dogma “una fede, una legge, un re”, finalizzato all’obbedienza incondizionata dei suoi sudditi.
Di conseguenza vengono perseguitate le minoranze che non aderiscono alla religione cattolica, come gli ugonotti e i giansenisti e nel 1685 viene di fatto annullato l’editto di Nantes, emanato nel 1598 da Enrico IV che riconosceva la libertà di culto.
Una figura chiave nella politica interna è quella di Jean-Baptiste Colbert (nella foto), nominato ministro delle finanze, che rimette in sesto le finanze statali riducendo il debito pubblico, combatte la corruzione e soprattutto potenzia il commercio internazionale.
Colbert favorisce una sorta di protezionismo, ribattezzato poi in Francia “colbertismo”, che agevola l’esportazione di materie prime nazionali grazie all’introduzione di pratiche doganali più agili e invece contrasta l’importazione dei manufatti esteri, attraverso l’imposizione di tasse doganali elevate.
- Mecenate delle arti
In prima linea anche nelle arti, re Sole non si limita a diventare il mecenate di artisti e letterati come Molière e il musicista Jean-Baptiste Lully, ma estende il suo potere a tutto il mondo della cultura.
È lui a volere a tutti i costi il sontuoso palazzo di Versailles così come il castello di Marly.
Con l’aiuto di Colbert, si adopera per la riorganizzazione e il coordinamento della cultura, creando di fatto una sorta di Ministero.
Incoraggia ogni forma d’arte, prendendo gli artisti sotto le proprie ali, reclutando a corte pittori, scultori, intarsiatori, ebanisti, scrittori e uomini di scienze.
Modernizza desuete istituzioni culturali e fonda la Sovrintendenza alle arti e manifatture di Francia, che diventa il nucleo del futuro Ministero delle Belle arti.
Nel 1661 fonda l’Accademia della musica, nel 1666 l’Accademia di Francia a Roma per assicurare la migliore formazione agli artisti francesi in Italia, e l’Accademia delle scienze, mentre nel 1671 istituisce quella dell’architettura.
Tutte le sedi vengono ospitate al Palazzo del Louvre, sua residenza e sede del regno fino al 1682 quando tutto viene trasferito nella reggia di Versailles.
Dal 1664 al 1690 il re dispensa vitalizi a scrittori e scienziati francesi e non. Luigi XIV si spegne il primo settembre 1715 a Versailles.
Essendo già morto il suo erede legittimo, il Gran Delfino, e l’erede di lui, Luigi duca di Borgogna, a causa di un’epidemia di vaiolo, gli succede al trono il pronipote Luigi, duca d’Angiò, figlio del duca di Borgogna, che acquisisce il nome di Luigi XV.
4. Due mogli e diverse amanti
Sono tante le donne che vengono attribuite a re Sole.
- Il suo primo grande amore fu Marie Mancini, nata a Roma e trasferita a Parigi nel 1654, a quattordici anni, in compagnia della madre e delle sorelle minori Ortensia e Marianna, preceduta di qualche anno dalle sorelle maggiori Laura ed Olimpia.
All'inizio del 1658 il re cadde malato durante l'assedio di Dunkerque e si temette addirittura per la sua vita.
Al suo capezzale si sedette "una giovane grande, tutta in lacrime, che si uccideva dal piangere“ (dalle memorie di Madame de Montespan) e il re, sia pure in delirio, la notò. Era Maria, che all'epoca aveva diciannove anni e che Madame de Motteville cosi decriveva:
"Era magra e le sue braccia e il suo collo parevano cosi lunghi e scarnificati ch'era impossibile poterla lodare su questi articoli. Era bruna e gialla. I suoi occhi, ch’erano grandi e neri e di fuoco, parevano rudi. La sua bocca era grande e piatta. Ma eccetto i denti, che aveva assai belli, la si poteva dire tutta brutta".
- Dopo il suo infelice amore per Marie Mancini, alla quale dovette rinunciare per sposare Maria Teresa d’Austria, si racconta che avesse numerose amanti.
- La più famosa fu sicuramente Madame Françoise-Athénais de Montespan del nobile casato di Rochechouart, con la quale generò sette figli.
La Montespan ebbe una forte influenza politica e culturale su di lui, al punto di essere definita la vera regina.
- Ultima amante in ordine cronologico fu invece Madame de Maintenon, nata Françoise d’Aubigné, poi nominata marchesa di Maintenon che Luigi sposò in seconde nozze alla morte di Maria Teresa e alla quale restò legato fino alla sua morte.
Nata borghese e calvinista, Françoise si era ridotta in miseria. Convertita al cattolicesmo, era diventata la governante dei figli illegittimi di Luigi XIV e di Madame Montespan.
In questa posizione fece breccia nel cuore del re fino a diventarne la sposa morganatica.
5. Verità o leggende?
Si dice che il re...
- ... non si lavasse mai
Si racconta che nella sua vita Luigi XIV abbia fatto un solo bagno.
Sua cognata, la principessa Palatine, conosciuta per la sua franchezza, avrebbe più volte apertamente detto: «Il palazzo reale puzza».
Il re infatti non ricorreva mai al sapone ed era riluttante persino alla stessa acqua.
Ben conoscendo i cattivi odori che emanava il suo corpo, era solito far aprire tutte le finestre prima degli incontri ufficiali.
L’unico bagno che il sovrano amava fare, seppure raramente, era negli stabilimenti termali. - ... dicesse: Lo stato sono io!
L’affermazione attribuita a re Sole è probabilmente una frase apocrifa.
L’unica testimonianza scritta che se ne abbia, infatti, è quella dello storico francese Pierre-Edouard Lemontey, in un saggio dedicato alla monarchia di Luigi XIV.
L’autore nacque però quarantasette anni dopo la morte del re e ciò mette in discussione l’attendibilità di quanto riferisce.
D’altra parte, sul letto di morte davanti a testimoni, si dice che re Sole abbia pronunciato queste parole: «Io me ne vado, ma lo stato rimarrà», parole che sottolineano la convinzione di uno stato sovrano che prescinde dal personale potere del re. - ... tenesse nascosto il suo gemello facendogli indossare una maschera di ferro
La leggenda più colorita che riguarda re Sole è quella di un suo misterioso fratello gemello, rinchiuso per oltre trent’anni nei meandri del palazzo reale e costretto a portare permanentemente una maschera di ferro.
È Voltaire ad avanzare per primo questa teoria, confermata anche dal romanzo di Alexandre Dumas Il visconte di Bragelonne, secondo la quale Mazzarino e la regina madre Anna avevano deciso di comune accordo di tenerlo nell’ombra conferendo il potere a Luigi XIV come unico erede al trono.
Alla morte di Mazzarino, il re lo avrebbe fatto addirittura chiudere nei sotterranei del castello reale.
Secondo altre fonti, invece, la maschera di ferro nascondeva Eustache Danger, valletto della principessa Henriette d’Inghilterra, piazzato a palazzo reale come spia, per carpire i segreti del regno francese. - ... godesse di salute eccellente
Molti storici sono d’accordo e l’aver vissuto fino a 77 anni lo dimostra, a fronte di un’aspettativa di vita che all’epoca non arrivava a 40 anni.
Le cronache del tempo riferiscono però parecchi malanni, confermati nel diario del medico curante, Antoine Vallot: prima il tifo, poi la gotta e in fine problemi circolatori, compatibili con la morte provocata da cancrena a un arto.