Maria Antonietta di Asburgo-Lorena, ultima regina di Francia, era figlia di Maria Teresa d’Asburgo e Francesco I di Lorena, quindicesima di sedici figli.
Il suo nome completo era Maria Antonia Josepha Johanna von Habsburg-Lothringen e col titolo di Arciduchessa d’Austria, Principessa imperiale del S.R.I. Principessa reale di Germania, Ungheria, Boemia, Toscana, Croazia e Savona, Delfina di Francia, Duchessa di Berry Regina dei francesi.
Maria Antonietta fu anche la prima vittima di fake news. Infatti, non disse mai: «Se non hanno pane, mangino le brioches». Quella frase non poté uscire dalla sua bocca perché fu pronunciata prima che lei arrivasse in Francia.
Ma i francesi non l’amavano e la ritenevano responsabile di tutti i mali del Paese: eppure, in quanto moglie di re Luigi XVI, rimase al suo fianco fino all’ultimo, morendo come lui sulla ghigliottina.
Ma chi era Maria Antonietta? Scopriamolo insieme.
1. Una normale giornata a corte
Quando Maria Antonietta, figlia dell’imperatrice austriaca Maria Teresa, arrivò il 7 maggio 1770 su un’isoletta del fiume Reno vicino a Strasburgo per entrare in Francia e diventarvi regina, non poteva immaginare il tragico destino che l’attendeva.
Era solo una bella ragazza di 15 anni che la ragion di stato usava per suggellare, attraverso le nozze con il Delfino (l’erede al trono di Francia) Luigi, nipote del re Luigi XV, l’alleanza tra Austria e Francia contro l’Inghilterra.
Ma l’energia vitale della Delfina (questo il suo titolo ufficiale a Versailles fino a quando non diventò regina) era più forte di questi grigi calcoli politici.
Per il suo matrimonio, il 16 maggio, dovettero costruire delle gradinate a sei ordini di gradini per ospitare tutto il pubblico che voleva vederla a Versailles.
Le feste per le nozze proseguirono per giorni: gli sposi e la famiglia reale dovettero sottoporsi alle cene in pubblico, durante le quali erano esposti allo sguardo curioso di tutti quelli che si erano presentati vestiti decorosamente con la spada al fianco (ossia i nobili).
Ma la prima notte di nozze andò in bianco: il marito di Maria Antonietta non aveva ancora sedici anni, era privo di esperienza sessuale ed era oppresso dagli scrupoli religiosi inculcatigli dalle zie zitelle.
Fu solo l’inizio: anche quando diventò sovrano, nel 1775, compì i suoi doveri coniugali di tanto in tanto, per la rabbia e l’angoscia della moglie.
Secondo il parere del suocero Luigi XV, Maria Antonietta era ancora una bambina che rifiutava di mettersi il corpetto di stecche di balena, non si lavava i denti e correva per il palazzo rovinando i vestiti e facendo cadere soprammobili preziosi.
«Mi alzo alle 10», scriveva invece Maria Antonietta alla madre. «Dopo essermi vestita dico le preghiere, poi faccio colazione ... Alle 11 vado a farmi acconciare. A mezzogiorno c’è l’annuncio dell’usciere e tutti possono entrare ...
Davanti a tutti mi metto il belletto e mi lavo le mani. Poi gli uomini escono e le dame restano e mi vesto davanti a loro ... Dopo la messa pranziamo in pubblico ma tutto finisce in un’ora e mezzo perché mangiamo velocemente tutti e due».
Il pomeriggio trascorreva tra visite alle onnipresenti zie, un saluto al re, le lezioni di clavicembalo e poi le partite a carte.
La cena alle nove: «Aspettiamo il Re, che di solito arriva alle 10 e tre quarti ma io, aspettando, mi metto su un canapè e dormo fino al suo arrivo. Quando non c’è, andiamo a letto alle 11».
La vita per la principessa in realtà era dura. Non fece mai breccia nel cuore dei sudditi, che la chiamavano sprezzantemente “l’Austriaca”. E il fatto che l’erede tardasse non facilitava le cose.
Anche a palazzo le nobildonne cospiravano contro di lei, a partire dall’amante in carica di Luigi XV, quella madame De Barry di origini popolane che la cattolica Antonietta detestava con tutto il cuore.
Le cose non cambiarono nemmeno dopo che il marito salì sul trono nel 1775 col nome di Luigi XVI.
2. Un matrimonio non proprio economico ed in cerca di divertimenti
- Un matrimonio non proprio economico
Lo sposalizio di Luigi e Maria Antonietta non si svolse certamente all’insegna della frugalità e del risparmio.
Il ballo di gala si tenne in tre gallerie rivestite di broccato blu e argento (i colori della Francia) e ornate di colonne di marmo verde, mentre i fuochi d’artificio comprendevano 10mila razzi, 1.000 fontane di fuoco, 24 «bombe» che illuminavano a giorno i giardini.
Per la cerimonia vera e propria oltre agli anelli vennero coniate 13 medaglie d’oro donate ai due sposi.
La Delfina ricevette un cofanetto di gioielli stimati oltre 22mila franchi dell’epoca e, come regalo speciale dello sposo, un ventaglio decorato di brillanti.
Le spese totali per i gioielli donati alla futura regina (esclusi i doni personali del re) ammontavano a 160mila franchi.
Le spese vere e proprie per la cerimonia furono di circa 290mila franchi; altri 661mila franchi se ne andarono per feste e decorazioni, e circa il doppio per pagare tutta la manodopera necessaria.
Il totale superò largamente i 2 milioni di franchi dell’epoca.
Quando il re Luigi XV chiese al suo ministro delle Finanze come giudicasse questi festeggiamenti, si sentì rispondere: «Impagabili, Sire!».
- In cerca di divertimenti
Non c’è da stupirsi che Maria Antonietta cercasse almeno di divertirsi un po’.
La Parigi dell’epoca stava scoprendo la moda delle acconciature di fantasia e Maria Antonietta si lasciò conquistare dal più famoso parrucchiere della capitale, Leonard Autié, che inventò per lei l’acconciatura “a pouf”, alta il doppio della testa.
La regina divenne inevitabilmente la madrina della moda parigina: quello che sceglieva lei era istantaneamente copiato da tutte le nobildonne, qualunque fosse il costo.
Il 30 gennaio 1774, durante uno dei tanti balli in incognito ai quali si recava a Parigi, incontrò Hans Axel von Fersten, un giovane militare svedese, alto, atletico, dagli occhi azzurri. Nel 1778 prese corpo una relazione con lui.
Gli studiosi del Centro francese per la conservazione delle collezioni, lavorando con i raggi X sulle lettere della regina a Fersten, hanno scoperto molte frasi cancellate con cura ma davvero compromettenti: «Chiuderò questa lettera ma non senza dirti, mio caro e gentile amico, che ti amo pazzamente e non c’è momento nel quale non ti adori», scrive per esempio Maria Antonietta in una missiva del 4 gennaio del 1792.
Ma se la regina nascondeva un’indole così passionale, perché i figli non arrivavano? Persino suo fratello, il futuro imperatore austriaco Giuseppe II, venne a Parigi per capirci qualcosa.
Alla fine il matrimonio fu ufficialmente consumato il 18 agosto 1777. Maria Antonietta rimase incinta e partorì il 19 dicembre 1778 una bambina, inadatta a succedere sul trono.
Ma ormai il ghiaccio era rotto e il 22 ottobre 1781 nacque il tanto sospirato erede, Luigi Giuseppe (sarebbe morto nel 1789, proprio mentre iniziava la Rivoluzione), e poi ancora un maschietto, Luigi Carlo e infine l’ultima femmina, Sofia Elena, morta di tubercolosi a un anno di vita.
3. L’opinione pubblica e il fallito tentativo di fuga
- In pasto all’opinione pubblica
L’opinione pubblica stava montando contro la monarchia e individuava nell’“Austriaca” la causa di tutti i mali.
Soprattutto venivano criticate le sue spese folli in un periodo in cui si cominciava a chiedere di mettere sotto controllo il bilancio dello stato.
In realtà, Maria Antonietta era esclusa dalla gestione degli affari di stato e i suoi pochi tentativi di modificare la politica francese a favore dell’Austria (la ragione principale per la quale era stata data in sposa a Luigi) non ebbero altro effetto che inimicarle sempre di più il popolo.
Fu lei però a consigliare il sovrano di chiamare il banchiere Necker nel 1788 a ricoprire la carica di ministro delle Finanze, in un estremo tentativo di salvare la Francia dalla bancarotta. Quando anche questo sforzò si rivelò inutile, la Rivoluzione divenne inevitabile.
- l tentativo di fuga fallì
Durante gli ultimi, durissimi anni Maria Antonietta difese senza compromessi la monarchia e soprattutto cercò di proteggere i figli.
Quando la situazione divenne grave, fu il suo amante a organizzare il drammatico tentativo di fuga della famiglia reale da Versailles, il 20 giugno 1791.
Riuscirono ad arrivare solo fino a Varennes, circa 200 km a est di Parigi, prima che Luigi XVI venisse identificato, arrestato e riportato nella capitale assieme agli altri membri della famiglia.
Da quel momento Maria Antonietta, come tutti gli altri, fu prigioniera della Rivoluzione.
Il re, messo sotto processo per alto tradimento avendo tentato di abbandonare la Francia, fu condannato a morte e decapitato il 20 gennaio 1793.
Il 2 agosto anche Maria Antonietta venne imprigionata: nonostante avesse solo 38 anni sembrava una vecchia.
Il processo farsa, la cui sentenza era già scritta, iniziò il 14 ottobre: furono presentati numerosi capi d’imputazione, tra cui quella inverosimile di aver spinto all’incesto il figlio, di appena 8 anni.
Maria Antonietta esplose: «La natura stessa si rifiuta di rispondere a una simile accusa lanciata contro una madre!». L’accusa venne ritirata, ma lei fu condannata a morte all’unanimità.
La mattina del 16 ottobre alle cinque del mattino venne fatta uscire dalla cella e, vestita di un mantello bianco gettato sopra una sottoveste nera, fu costretta a salire su una carretta.
Il tragitto verso il patibolo fu lungo perché i capi della rivoluzione volevano che Maria Antonietta «bevesse a lungo la morte». A seconda delle folle che la guardavano passare veniva accolta da gelidi silenzi o urla bellicose.
Arrivò a Place de la Revolution (ora Place Concorde) verso mezzogiorno. Secondo i testimoni «scese con prontezza, senza aver bisogno di essere sostenuta... salì sul patibolo addirittura con sicurezza».
Tutto si concluse nel giro di quattro minuti. Alle 12,15 esatte la sua testa cadeva sotto il colpo della ghigliottina
4. Le brioches ed il pouf
- Le brioches? Tutta colpa di Rousseau
La povera Maria Antonietta si vede regolarmente appioppare l’aneddoto secondo il quale, durante i primi moti della Rivoluzione francese, sentendo che il popolo chiedeva del pane, avrebbe crudelmente risposto: «Se non hanno pane, che mangino brioches!».
In realtà la frase sicuramente non è sua.
La si trova infatti nelle Confessioni del filosofo Jean Jacques Rousseau (nella foto a sinistra), il quale racconta che nel 1741 (quindi prima che Maria Antonietta facesse il suo arrivo in Francia), non voleva entrare in una panetteria a comprare del pane perché non sarebbe stato consono ai suoi vestiti di buon taglio: «mi ricordai il ripiego [suggerito da] una grande principessa a cui avevano detto che i contadini non avevano pane e che rispose: che mangino brioches. Comprai brioches».
- Tutte pazze per il pouf, acconciatura alta un metro
Nel 1774 il famoso parrucchiere Autié inventò per Maria Antonietta il “pouf”: un’acconciatura basata su un leggero telaio metallico che veniva appoggiato sulla testa della regina e sul quale erano sistemati i capelli, impomatati e divisi in ciocche.
L’acconciatura era arricchita da metri di garza, capelli posticci, boccoli, tirabaci e poi incipriata e guarnita di nastri e piume di uccelli.
La moda del pouf divampò in tutta Europa, diventando sempre più “estrema”: si arrivò ad avere pouf alti un metro, che costringevano la poveretta che li indossava a miracoli di equilibrismo.
Una delle versioni più famose, la Belle Poule, era ispirata a un celebre episodio di guerra navale e prevedeva un modellino di nave appoggiato in cima alla capigliatura.
5. I protagonisti dell’ultima ora della monarchia prima della Rivoluzione
- Luigi XV
Divenne re a 5 anni, ricevendo il titolo dal nonno, Luigi XIV, nel 1715.
Debole di carattere, affidò tutti gli affari di ordinaria amministrazione al cardinal Fleury, che di fatto governò la Francia fino al 1743.
Si sposò subito con Maria Leszczynska, figlia del detronizzato re di Polonia, da cui ebbe otto figlie e due maschi: tuttavia l’erede al trono Luigi Ferdinando morì prima del padre.
Luigi XV ebbe diverse amanti, tra cui le più famose furono madame de Pompadour e madame du Barry.
- Luigi XVI
Nato nel 1754, era solo terzo nella linea di successione, ma la morte del fratello maggiore nel 1761 e quella del padre nel 1765 ne fecero l’erede al trono.
In realtà, per l’ambasciatore francese a Vienna, «la natura sembrava avergli negato tutto.
Nel contegno e nella conversazione il principe rivela una limitata attitudine al buon senso, grande mediocrità e una completa mancanza di sensibilità».
In effetti, non era in grado di reggere il regno con la dovuta energia. Tutto il suo regno fu una lotta fallimentare per ridurre l’immenso deficit dello stato, che però era fuori controllo.
Alla fine fu costretto a convocare gli Stati Generali che diedero il via alla Rivoluzione.
- Maria Teresa d’Austria
Mamma di Maria Antonietta, era nata nel 1717, era divenuta imperatrice nel 1740, ma aveva atteso fino al 1748 per la conferma del titolo.
Ebbe ben 16 figli tra maschi e femmine, queste ultime usate come pedine nella sua complessa politica europea: oltre a Maria Antonietta, Maria Carolina venne data in sposa al Re di Napoli Ferdinando IV, mentre Maria Amalia fu fatta sposare, contro la sua volontà, con il duca di Parma Ferdinando di Borbone.