Frasi del tipo "i migliori film dell'anno" o "quali sono stati i film del 2013 che hanno lasciato un segno" ecc., sono indubbiamente delle semplici trovate giornalistiche, in quanto sarebbe oggettivamente impossibile (e soggettivamente opinabile) la creazione di una tale lista.
Nell'anno appena concluso, abbiamo visto tante pellicole interessanti. In particolare ricordiamo donne straordinarie nei film "Gloria" di Sebastian Lelio, "Blue Jasmine" di Woody Allen e "Il passato" di Asghar Farhadi.
"Les Misérables" di Tom Hooper, un musical diverso, alternativo e ricco, imbastito come un'opera, e una versione di "Anna Karenina" di Joe Wright, riflessiva, lussuosa dove i protagonisti esplodono nel mondo claustrofobico della Russia imperiale.
Abbiamo visto "Frances Ha" di Noah Baumbach e il tedesco "Oh boy" di Jan Ole Gerster, entrambi in bianco e nero, e delicatamente malinconici, ma capaci di grande ironia, pronti a sorprenderci con molte domande sulla vita dopo i 30 anni.
Due film europei che ingiustamente sono passati inosservati, l'"Apréss mai (After may)" di Oliver Assayas e "Lore" di Cate Shortland, storie di "Hippies" e di guerra.
Robert Redford a lottare con le onde e la solitudine in "All is lost (Tutto è perduto)", e Tom Hanks a contrattare con i pirati moderni in "Captain Phillips".
"Hunger Games – La ragazza di fuoco" di Francis Lawrence che segue la maturazione della propria eroina, da giovane donna indomita e coraggiosa, disposta a tutto pur di sopravvivere, a sempre più consapevole bandiera della rivoluzione. Una donna eroina degnamente rappresentata, che infrange il "ghetto" e il monopolio degli stereotipi maschili del cinema.
"Sugar Man (Searching for Sugar Man)"il documentario (Premio Oscar) dell'anno di Malik Bendjelloul.
Ed infine, "Lo sconosciuto del lago (L'inconnu du lac)" di Alain Guiraudie, un film che scandalizza e in un certo senso confonde. Un film ricco di ironia stralunata, ma anche inquietante, libero, originale e pensato in modo straordinario.
Il 2013 è stato un anno difficile per i film di animazione. In particolare, quello che si è distinto di più è stato il "Cattivissimo Me 2" di Pierre Coffin e Chris Renaud, mentre il dolcissimo "Ernest & Celestine" di Stéphane Aubier, Vincent Patar e Benjamin Renner, è uscito direttamente in DVD.
Con l’anno appena concluso è tempo di bilanci e classifiche. I seguenti 5 film, scelti dalla redazione di BEST5.it, non si sono distinti soltanto per una grande interpretazione dei loro cast, o di una storia straordinaria da raccontare, bensì perchè avevano, a nostro giudizio, qualcosa in più rispetto a tutti gli altri.
Vediamoli insieme.
1. "La vita di Adele" di Abdellatif Kechiche
È il film che ha vinto la Palma d’Oro a Cannes 2013, la storia di una ragazza in cerca di se stessa che trova l’amore con una ragazza molto speciale dai capelli blu. Il cinema di Kechiche allunga i tempi, in scene lunghissime, per far entrare nel suo cinema più vita possibile. La pellicola è ispirata al romanzo a fumetti "Il blu è un colore caldo" di Julie Maroh.
La vita di Adele è un film lungo, intenso, commovente, intenso di dettagli e primi piani, che indugia sui particolari, dal piatto di pasta alle lacrime, all'amplesso. Si sofferma, dilata il tempo, senza scendere nella morbosità, ma regala uno sguardo intimo su tutto ciò che è emozionale, amplificandone la percezione. Un film semplicemente indimenticabile, coinvolgente, emozionante e costruito con grande cura formale in grado di lasciare senza fiato dal primo all'ultimo minuto.
Titolo originale: La Vie d'Adèle - Chapitres 1 & 2
Paese di produzione: Francia, Belgio, Spagna
Regia: Abdellatif Kechiche
Genere: drammatico
Interpreti e personaggi:
Adèle Exarchopoulos: Adèle
Léa Seydoux: Emma
Salim Kechiouche: Samir
Aurélien Recoing: padre di Adèle
Catherine Salée: madre di Adèle
Riconoscimenti
European Film Awards (2013)
- Nomination Miglior film
- Nomination Miglior regista ad Abdellatif Kechiche
Festival di Cannes (2013)
- Palma d'oro a Abdellatif Kechiche, Adèle Exarchopoulos e Léa Seydoux
- Premio FIPRESCI a Abdellatif Kechiche
Golden Globes (2014)
- Nomination Miglior film straniero (Francia)
Satellite Awards (2014)
- Nomination Miglior attrice a Adèle Exarchopoulos
- Nomination Miglior attrice non protagonista a Léa Seydoux
- Nomination Miglior film straniero (Francia)
Sindacato Belga della Critica Cinematografica (2014)
- Nomination Grand Prix
2. "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino
La grande bellezza è un film del 2013, diretto e sceneggiato da Paolo Sorrentino presentato in concorso al Festival di Cannes 2013. Amatissimo dalla critica internazionale e nominato ai Golden Globe, conferma Paolo Sorrentino come uno dei massimi autori in circolazione. Il film definito opulento, disorganico, frammentario e sfacciato racconta la vita di Jep Gambardella, un giornalista 65enne di successo, dolente e disincantato e di un fascino senza tempo (interpretato da uno straordinario Toni Servillo), che, con il suo lavoro impegnato a districarsi tra le feste più eleganti della capitale, racconta i vari aspetti di una città bella e complessa come Roma, muovendosi tra cultura e mondanità, inestimabili ricchezze artistiche, archeologiche e monumentali, carnalità in disfacimento, trucchi illusionistici e il trash festaiolo. Sorrentino fa de «La grande bellezza» uno straordinario concerto audiovisivo dove suoni e immagini danzano in perfetta armonia lungo il filo del ricalco felliniano da “Dolce vita”.
Titolo originale: La grande bellezza
Paese di produzione: Italia, Francia
Regia: Paolo Sorrentino
Genere: commedia, drammatico
Interpreti e personaggi:
Toni Servillo: Jep Gambardella
Carlo Verdone: Romano
Sabrina Ferilli: Ramona
Carlo Buccirosso: Lello Cava
Iaia Forte: Trumeau
Riconoscimenti
European Film Awards (2013)
- Miglior film a Nicola Giuliano e Francesca Cima
- Miglior regista a Paolo Sorrentino
- Miglior attore a Toni Servillo
- Migliore montaggio a Cristiano Travaglioli
- Nomination Miglior sceneggiatura a Paolo Sorrentino e Umberto Contarello
Nastri d'argento (2013)
- Nastro d'argento speciale a Toni Servillo
Festival di Cannes (2013)
- Nomination Palma d'oro a Paolo Sorrentino
Sindacato Belga della Critica Cinematografica (2014)
- Nomination Grand Prix
Hollywood Film Festival (2013)
- Miglior film straniero a Paolo Sorrentino
3. "Gravity" di Alfonso Cuarón
Gravity è un film di fantascienza scritto, diretto, montato e prodotto da Alfonso Cuarón, che ha per protagonisti Sandra Bullock e George Clooney. Racconta l'avventura degli astronauti Ryan Stone e Matt Kowalsky, i quali mentre lavorano ad alcune riparazioni di una stazione orbitante nello spazio, si verifica un'imprevedibile catena di eventi che gli scaraventa contro una tempesta di detriti. L'impatto è devastante, distrugge la loro stazione e li lascia a vagare nello spazio nel disperato tentativo di sopravvivere e trovare una maniera per tornare sulla Terra.
L'oscurità dello spazio, l'avventura di sopravvivenza, il silenzio del vuoto, gli astronauti persi nel buio dell’universo in mezzo a frammenti di astronavi, la forza poetica delle immagine di Cuaròn, lo sfondo azzurro del nostro pianeta, come promessa e speranza, sono immagini che non si dimenticano facilmente. Un’altro motivo per vedere il film è Sandra Bullock, nel ruolo della dottoressa Ryan Stone, che fornisce, probabilmente, la più straordinaria performance cinematografica di una lunga carriera.
Con "Gravity" il regista messicano scandisce la storia in maniera elegante e avvolgente, riuscendo a costruire un’atmosfera tesa ma ricca di momenti contemplativi, in cui il rapporto tra due astronauti, piccoli, soli, e l’immensità dell’universo viene restituito con efficacia e capacità di sintesi. Gravity è un film di una bellezza struggente che ti porta là dove nessuno spettatore era mai stato prima.
Titolo originale: Gravity
Paese di produzione: Stati Uniti d'America, Regno Unito
Regia: Alfonso Cuarón
Genere: drammatico, thriller, fantascienza
Interpreti e personaggi:
Sandra Bullock: Dottoressa Ryan Stone
George Clooney: Matt Kowalsky
Riconoscimenti
Golden Globes (2014)
- Nomination Miglior film drammatico
- Nomination Miglior regista a Alfonso Cuarón
- Nomination Miglior attrice in un film drammatico a Sandra Bullock
- Nomination Migliore colonna sonora originale a Steven Price
Hollywood Film Festival (2013)
- Vinto - Miglior attrice dell'anno a Sandra Bullock
Los Angeles Film Critics Association (2013)
- Vinto - Miglior film
- Vinto - Miglior regista ad Alfonso Cuarón
- Vinto - Miglior fotografia ad Emmanuel Lubezki
- Vinto - Miglior montaggio ad Alfonso Cuarón e Mark Sanger
New York Film Critics Online (2013)
- Vinto - Miglior regista ad Alfonso Cuaròn
- Vinto - Miglior fotografia
Satellite Awards (2014)
- Nomination - Miglior film
- Nomination - Miglior attrice a Sandra Bullock
- Nomination - Migliore fotografia ad Emmanuel Lubezki
- Nomination - Migliori effetti visivi
- Nomination - Miglior montaggio ad Alfonso Cuarón e Mark Sanger
- Nomination - Miglior suono
4. "Il caso Kerenes" di Calin Peter Netzer
Vincitore dell’Orso d’Oro e del Premio della Critica Internazionale all’ultimo Festival di Berlino, Il caso Kerenes (Child’s Pose) conferma il regista Calin Peter Netzer una delle voci più importanti del cinema europeo attuale. Il caso Kerenes esibisce una madre oppressiva, Cornelia una donna ricca e potente a cui non mancherebbe nulla se non l’affetto del figlio Barbu, al quale dedica le sue attenzioni in maniera ossessiva.
Quando Barbu è coinvolto in un tragico incidente, Cornelia si dimostrerà pronta a tutto pur di evitare che finisca in prigione, senza capire che la vera libertà a cui il figlio aspira può concederla solo lei stessa. E' una pellicola che si attesta a metà strada tra emozione e metodo. Un film che ricorda che la coscienza e la morale ancora esistono e non bastano i soldi per sistemare tutto.
Il caso Kerenes ostenta una sceneggiatura nella quale il controllo esasperato è fondamentale e vitale e Netzer tira fuori dal cilindro una regia strepitosa, innaffiata da una dominante empatia. Indaga con occhio impietoso la corruzione della società romena e di una nuova borghesia senza scrupoli, ma il centro emotivo del film rimane il rapporto di struggente intensità tra madre e figlio, affidato alla prova memorabile dei due protagonisti. Ci si emoziona e si riflette.
Titolo originale: Pozitia copilului
Paese di produzione: Romania
Regia: Calin Peter Netzer
Genere: drammatico
Interpreti e personaggi:
Luminita Gheorghiu : Cornelia Kerenes - Madre
Bogdan Dumitrache : Barbu - Figlio
Natasa Raab : Olga Cerchez
Florin Zamfirescu : Domnul Fagarasanu
Ilinca Goia : Carmen
Riconoscimenti
Festival Internazionale del Cinema di Berlino (2013)
- Vincitore: Miglior film della Competition
- Vincitore: Orso d'oro - Calin Peter Netzer (regista)
- Vincitore del Premio della Critica Internazionale
European Film Awards (2013)
- Nomination: Migliore attrice europea - Luminita Gheorghiu
5. "Django Unchained" di Quentin Tarantino
Django Unchained è un film “spaghetti western” scritto e diretto da Quentin Tarantino, ambientato nel Sud degli Stati Uniti due anni prima dello scoppio della Guerra Civile (1861) che sconvolgerà il Paese, e 5 anni prima dell’approvazione del XIII emendamento della Costituzione americana.
Django è uno schiavo nero che sopporta violenze razziste e angherie nel territorio schiavista psicotico del Mississippi, che ama i francesismi e fa sbranare i suoi “negri” da cani rabbiosi e dove lo schiavismo e il mercato della carne umana (come più volte viene ribadito nella pellicola) è la matrice o il fondamento, che dir si voglia, di una mentalità fortunatamente superata ma che all’epoca ne era la caratteristica più rilevante.
Con Django Unchained, Quentin Tarantino interviene di nuovo sulla storia degli uomini e su quella del cinema, confrontandosi con l’abisso morale della schiavitù diventando un chiaro punto di partenza e di arrivo di una riflessione in grado di conciliare magnificamente la dimensione colta e quella popolare. Django Unchained è un grande poema della Conoscenza che coinvolge il suo giovane eroe in una progressiva conquista e riaffermazione dell’essere attraverso il Sapere.
In questo film, il razzismo e lo schiavismo sono trattati sapientemente dal regista descrivendone la crudeltà e la violenza psicologica con estrema veridicità, mixando il tutto con dialoghi comici a tinte noir che strappano sicuramente più di una risata ma anche qualche spunto di notevole riflessione.
Titolo originale: Django Unchained
Paese di produzione: USA
Regia: Quentin Tarantino
Genere: azione, western, drammatico
Interpreti e personaggi:
Jamie Foxx: Django Freeman
Christoph Waltz: Dr. King Schultz
Leonardo DiCaprio: Calvin J. Candie
Samuel L. Jackson: Stephen
Kerry Washington: Broomhillda von Shaft
Riconoscimenti
Premio Oscar (2013)
- Miglior attore non protagonista a Christoph Waltz
- Miglior sceneggiatura originale a Quentin Tarantino
- Nomination Miglior film a Stacey Sher, Reginald Hudlin e Pilar Savone
- Nomination Miglior fotografia a Robert Richardson
- Nomination Miglior montaggio sonoro a Wylie Stateman
Golden Globe (2013)
- Miglior attore non protagonista a Christoph Waltz
- Miglior sceneggiatura a Quentin Tarantino
- Nomination Miglior film drammatico
- Nomination Miglior regia a Quentin Tarantino
- Nomination Miglior attore non protagonista a Leonardo DiCaprio
BAFTA Award (2013)
- Miglior attore non protagonista a Christoph Waltz
- Miglior sceneggiatura originale a Quentin Tarantino
- Nomination Miglior regia a Quentin Tarantino
- Nomination Miglior montaggio a Fred Raskin
- Nomination Miglior sonoro a Mark Ulano, Michael Minkler, Tony Lamberti e Wylie Stateman
- David di Donatello (2013)
- Miglior film straniero