Sappiamo tutti che il brontosauro aveva il collo lungo e che il triceratopo aveva le corna, ma ci sono ancora molte cose sugli animali preistorici sui cui si interrogano i paleontologi.
La paleontologia è ancora piena di misteri.
Oggi vi raccontiamo i più grandi enigmi ancora da risolvere.
1. Com’era fatto il primo dinosauro?
I dinosauri inizialmente non erano mostri terrificanti come il tirannosauro o giganteschi come il brontosauro.
Evolvettero a partire da un gruppo di rettili malfermi, delle dimensioni di un gatto, detti dinosauromorfi, che scorrazzavano su quattro zampe fuggendo dagli anfibi giganti e dai primitivi parenti dei coccodrilli, detti rauisuchi, che dominavano la catena alimentare.
I primi dinosauromorfi lasciarono tracce di sé lungo le rive dei laghi polacchi circa 250 milioni di anni fa, appena uno o due milioni di anni dopo la peggior estinzione di massa della storia della Terra, quando forse il 95 per cento di tutte le specie scomparve nel passaggio fra i periodi Permiano e Triassico.
Questi dinosauromorfi rimasero piccoli e rari per molti milioni di anni, dopo di che, una volta che i vulcani rallentarono l’attività eruttiva, da loro cominciarono a svilupparsi i dinosauri.
I più antichi fossili di dinosauro provengono dall’Argentina e dal Brasile e hanno circa 231 milioni di anni.
Ma forse questi animali erano già apparsi molti milioni di anni prima, come potrebbero dimostrare alcuni fossili malridotti rinvenuti in Africa, che gli scienziati stanno studiando per capire se appartenessero ad antichissimi dinosauri oppure a dinosauromorfi molto avanzati.
Ogni nuova scoperta rende più tenue il confine fra “dinosauromorfi” e “dinosauri”, ma ormai è sempre più evidente che ci vollero decine di milioni di anni perché questi primi dinosauri si diffondessero per il mondo, raggiungessero dimensioni enormi e diventassero davvero dominanti.
Altri fossili saranno d’aiuto, ma di sicuro non ce ne sarà uno che, come una stele di Rose a, possa risolvere definitivamente il mistero di come i dinosauri, da animali piccoli come gatti riuscirono a trasformarsi nei “padroni” della Terra.
2. I dinosauri erano a sangue caldo o freddo?
L’immagine classica dei dinosauri non era molto lusinghiera: sfogliamo un libro degli anni Cinquanta o Sessanta e vedremo dei rettili grigiastri, squamosi, lenti, che non chiedevano di meglio che di estinguersi.
Questa idea venne meno negli anni settanta, via via che nuove scoperte, come quella dell’agile Deinonychus, sbalorditivamente simile a un uccello, dimostrarono che i dinosauri erano ben più dinamici e intelligenti di quanto pensassimo.
Alcuni ricercatori ipotizzarono addirittura che i dinosauri fossero animali a sangue caldo come gli uccelli moderni: avrebbero quindi avuto una temperatura corporea elevata e costante, che controllavano internamente attraverso il metabolismo, non crogiolandosi al sole come le iguane.
Ma sulla questione ci sono ancora dei dubbi. Il problema è che non è possibile osservare i dinosauri in vita, quindi i paleontologi devono basarsi su prove indirette.
Dallo studio delle loro ossa sappiamo, per esempio, che avevano un ritmo di crescita rapido, proprio come i moderni animali a sangue caldo. Un indizio che però non convince tutti.
Diversi studiosi sostengono che essi avessero un metabolismo “mesotermico”, una sorta di via di mezzo fra i rettili a sangue freddo e gli uccelli a sangue caldo.
Le cose si faranno più chiare via via che ne sapremo di più su come crescevano i dinosauri e quando gli studi chimici sulle loro ossa ci diranno di più sulla temperatura corporea interna.
3. Perché i dinosauri avevano le piume e come impararono a volare i dinosauri?
- Perché i dinosauri avevano le piume?
Negli anni Sessanta la scoperta del Deinonychus – che aveva braccia lunghe, zampe magre, la testa in cima a un collo arcuato e grossi artigli – contribuì a rafforzare la teoria che gli uccelli si fossero evoluti dai dinosauri.
Alla fine degli anni Novanta il ritrovamento di migliaia di resti di dinosauri coperti di piume in Cina diede la conferma finale.
Ma questi fossili sollevano un’altra domanda: perché i dinosauri svilupparono il piumaggio?
Le piume erano inizialmente semplici filamenti simili a capelli, che probabilmente si evolvettero in alcuni dei dinosauri più antichi per tenersi caldi.
Molti dinosauri mantennero questo semplice manto morbido, ma in un gruppo di piccoli carnivori le piume si modificarono ulteriormente: si fecero più grandi, cominciarono a ramificarsi e ad appiattirsi, fino a diventare simili a quelle degli uccelli moderni.
Queste strutture coprivano gli arti anteriori e a volte quelli posteriori, formando le ali. Il motivo per cui in alcuni carnivori si svilupparono le piume è probabilmente per farne sfoggio, per attirare le compagne o intimidire i rivali.
Ma le ali poi portarono al volo. - Come impararono a volare i dinosauri?
Per molto tempo si è creduto che le ali si fossero sviluppate specificamente per il volo; l’evoluzione doveva aver spinto alcuni dinosauri a trasformare i loro filamenti simili a peli nelle familiari piume che formano le ali, per permettere a quei dinosauri di muoversi in cielo.
Nuove ricerche, però, fanno pensare che le cose non siano andate proprio così.
Le ali non fecero la loro comparsa nei primi dinosauri che cominciarono a volare, bensì in dinosauri di terra piuttosto grandi, come gli Ornitomimosauri, simili a struzzi, e gli onnivori dotati di becco come il drago del fango, tutti troppo grandi e goffi per volare.
C’è quindi una nuova ipotesi secondo cui le ali cominciarono come strutture vistose che servivano a farsi notare dalle femmine nel periodo degli accoppiamenti – una sorta di cartellone pubblicitario – e solo successivamente ebbero il ruolo di superfici aerodinamiche.
Il volo potrebbe essersi evoluto per caso quando qualche piccolo dinosauro alato cominciò a saltare da un ramo all’altro e scoprì che grazie a esse riusciva a volare.
È una delle più interessanti, fra le nuove teorie sui dinosauri.
4. Quali suoni riuscivano a emettere i dinosauri e di che colore erano?
- Quali suoni riuscivano a emettere i dinosauri?
Dai film e dai documentari, sembra che i dinosauri non facessero altro che ruggire. In realtà non sappiamo che suoni emettessero, ma ci sono molte ipotesi a riguardo.
Quasi certamente alcuni dei primi uccelli che vivevano nello stesso periodo dei dinosauri emettevano versi simili ai loro parenti attuali, come dimostra un fossile ben conservato di Vegavis (che apparteneva allo stesso gruppo delle oche e delle anatre) che ha una laringe quasi identica a quella degli uccelli moderni, nonostante vivesse nel Cretaceo.
Essendo alcuni dinosauri i progenitori degli uccelli, forse queste specie facevano altrettanto.
Altri invece, come i dinosauri dal “becco ad anatra”, probabilmente muggivano.
Facendo una scansione dei loro teschi per ricostruirne un modello digitale, e usando poi un software utilizzato nella progettazione degli strumenti musicali, gli scienziati hanno capito per esempio che Parasaurolophus faceva passare l’aria nell’appariscente cresta sopra il capo e poi la emetteva dal naso e dalla bocca sotto forma di un rombo a bassa frequenza che poteva modulare. - Di che colore erano?
Le piume possono dirci anche di che colore erano alcuni dinosauri. Se osserviamo le piume degli uccelli moderni con un potente microscopio a scansione, vediamo dei piccoli granuli detti melanosomi.
Sono come delle minuscole sacche contenenti melanina, uno dei principali pigmenti che producono i colori degli animali.
Certi melanosomi sono globulari, altri a forma di uovo e così via: la cosa è importante, perché forme diverse contengono pigmenti di colore diverso.
Quindi, se riusciamo a identificare la loro forma possiamo capire il colore dell’animale.
Qualche anno fa alcuni brillanti paleontologi si resero conto che era possibile rintracciare i melanosomi in piume fossili particolarmente ben conservate, come quelle che ricoprivano molti dei famosi “dinosauri piumati” cinesi, che furono sepolti repentinamente dalle eruzioni vulcaniche rimanendo intrappolati nella roccia.
Si è scoperto così che dinosauri diversi avevano melanosomi molto differenti, il che significa che presentavano un’ampia varietà di colori: alcuni erano neri iridescenti come i corvi, altri avevano piume rossicce o addirittura la coda con anelli di colori diversi come i procioni, altri ancora erano colorati a chiazze.
Molti dinosauri, quindi, vantavano un intero arcobaleno di colorazioni, proprio come gli uccelli attuali.
5. Perché i dinosauri si estinsero?
E concludiamo con il mistero più antico di tutti, quello su cui si discute fin da quando furono scoperti i primi fossili di rettili giganti estinti, in Inghilterra negli anni Venti dell’Ottocento.
Perché questi animali non sono tuttora fra noi?
Ovviamente oggi sappiamo che gli uccelli si sono evoluti a partire dai dinosauri, e quindi qualche dinosauro sopravvive tuttora, ma lo spirito della domanda rimane valido.
Nel mondo odierno non c’è nulla di simile a un T. rex, a un triceratopo o a un brontosauro. Dominarono il Pianeta per più di 150 milioni di anni, ma poi, 66 milioni di anni fa, alla fine del Cretaceo, scomparvero improvvisamente.
È esattamente lo stesso periodo in cui un asteroide del diametro di dieci chilometri colpì quello che oggi è il Messico: la collisione aveva l’energia di più di un miliardo di bombe di Hiroshima e scatenò un’apocalisse istantanea di terremoti, tsunami, incendi e uragani.
Malgrado ai paleontologi piaccia ancora oggi dibattere sul ruolo svolto dall’asteroide nell’estinzione dei dinosauri, in realtà non ci sono più molti dubbi. Il colpevole è lui e impiegò pochissimo tempo ad eliminarli.
Ci sono poche evidenze che i dinosauri siano riusciti a resistere a lungo a quel momento fatidico, quando il corso della preistoria cambiò per sempre.
Nessun dinosauro, salvo qualche uccello, scampò alla devastazione. Si salvarono invece alcuni piccoli mammiferi pelosi e onnivori.
Questi coraggiosi superstiti si ritrovarono in un mondo vuoto e, via via che il Pianeta “guariva”, evolvettero rapidamente in creature di tutti i tipi, tra cui i più antichi primati.
Fu dalle ceneri dei dinosauri che cominciò la lunga marcia dei nostri antenati.