Lo scorso anno una ricerca uscita su Human Brain Mapping spiegava che il cervello degli ottimisti mostra un basso livello di attività neuronale a riposo, al contrario di quello dei pessimisti, che invece è sempre “a mille”.
Così si spiega la tendenza a rimuginare, causa di ansia e stress, tipica di chi vede sempre tutto grigio.
Teniamolo a mente ora, giunti alla fine di uno degli anni più difficili che il mondo abbia mai conosciuto: solo un po’ di ottimismo ci salverà. Certo, non basterà a individuare una cura definitiva per il COVID, ma ci aiuterà a trovare le risorse per andare avanti.
Ecco allora qualche buona notizia che, dall’economia alla società, può darci una mano.
Per inciso, il mondo ha incrociato le dita quando a novembre il colosso Pfizer ha annunciato che il proprio vaccino, sperimentato su esseri umani insieme a BioNTech, si è mostrato efficace al 95 per cento. L’azienda ha promesso i primi 50 milioni di dosi nel mondo entro l’anno.
Dite la verità: non ve lo aspettavate che al termine di uno degli anni più difficili della recente storia nazionale e internazionale si potessero ricevere buone notizie.
Eppure, ce ne sono diverse: riguardano la salute, l’alimentazione, l’ambiente, la società e persino l’economia italiana. Scopriamole insieme.
1. SALUTE: CI SONO BUONE SPERANZE PER I PAZIENTI ONCOLOGICI, I MALATI DI ALZHEIMER, I DIABETICI
- TUMORI: MENO CHEMIOTERAPIA GRAZIE A UNA PROTEINA “OPERAIA”
Bloccando una proteina “operaia” che aiuta le cellule tumorali a riparare il proprio DNA e a riprodursi, si aumenta la possibilità di uccidere queste cellule con farmaci mirati, evitando pesanti chemioterapie che distruggono non solo le cellule malate, ma anche quelle sane.
La scoperta è italiana, frutto della ricerca dell’IRCCS de Bellis di Castellana Grotte (Bari) guidata dal professor Cristiano Simone, in collaborazione con lo statunitense NIH e con altri gruppi italiani e sostenuta da Fondazione AIRC.
I ricercatori hanno chiarito il ruolo del gene SMYD3 nei tumori, un gene che dà le istruzioni alla proteina operaia riparatrice del DNA delle cellule tumorali e che è molto presente in tanti carcinomi.
Una volta sviluppati i farmaci inibitori della proteina, diretti quindi solo contro le cellule malate, si potrà evitare la chemio nel 10-15 per cento dei cancri al seno, al colon, all’ovaio e al pancreas.
«Le nostre cellule», hanno spiegato i ricercatori, «possiedono delle “squadre di manutenzione” che riparano eventuali danni nel DNA. Questo meccanismo non serve solo a mantenere in salute le cellule sane, ma è purtroppo usato anche da quelle tumorali per “difendersi”, per esempio dai danni della chemioterapia, cioè dai nostri tentativi di distruggerle.
La riparazione del DNA avviene però soprattutto grazie a un enzima chiamato PARP, molto più che con SMYD3. Utilizzando sostanze che inibiscono PARP, oggi le terapie mirate contro il cancro (non la chemio) sono già in grado di andare a colpire solo le cellule difettose, in cui due geni, BRCA1 e BRCA 2, sono mutati. Tuttavia, non tutti i malati hanno questa mutazione, pertanto queste terapie finora non sono state applicate a molti pazienti».
Gli scienziati hanno invece dimostrato che, bloccando la funzione di SMYD3, si possono trattare con sostanze che inibiscono l’enzima PARP anche pazienti con geni BRCA1 e BRCA2 non mutati perché si bloccano le proteine operaie di riparazione.
Una percentuale di tumori della mammella, del colon, dell’ovaio e del pancreas produce grandi quantità di SMYD3 ed è quindi molto sensibile a sostanze che lo inibiscono: questi tumori potranno essere curati con i nuovi farmaci anziché con la chemioterapia.
- UN FARMACO POTREBBE FRENARE L’ALZHEIMER
Non c’è ancora una cura e la cautela è d’obbligo, ma negli ultimi anni le speranze terapeutiche della malattia di Alzheimer sono state riposte in un farmaco sperimentale: un anticorpo monoclonale prodotto in laboratorio dall’azienda farmaceutica statunitense Biogen, chiamato Aducanumab. In alcuni studi sperimentali su pazienti affetti dalla malattia ai primi stadi, l’anticorpo è stato in grado di “ripulire” il cervello dalle placche di proteina beta-amiloide, una proteina insolubile coinvolta nel processo di degenerazione cerebrale tipico dell’Alzheimer.
La sperimentazione clinica sul farmaco era però stata sospesa lo scorso anno perché secondo alcuni studi revisionati da un comitato scientifico indipendente sembrava inefficace. La casa farmaceutica Biogen ha scelto di non rinunciare e ha integrato le precedenti analisi con altri dati di oltre 1.500 pazienti affetti da Alzheimer allo stadio precoce, non disponibili in un primo momento. Il risultato?
Alte dosi di Aducanumab sembrano ridurre in modo statisticamente significativo sia le quantità di proteina beta-amiloide che si forma nel cervello sia il declino clinico (cognitivo e funzionale), senza eliminarli, ma rallentando la progressione della malattia.
Anche in altri casi, in cui i sintomi dell’Alzheimer non erano ancora evidenti ma erano presenti nel cervello le placche amiloidi, il farmaco ne ha ridotto il numero. I dati sono bastati per valutare se sia il caso di proseguire la sperimentazione clinica.
La parola spetterà ora alla FDA (Food and Drug Administration), l’agenzia regolatoria su farmaci e alimenti negli Stati Uniti. Il farmaco sarebbe il primo nuovo trattamento per l’Alzheimer in quasi due decenni.
«Sebbene i dati della sperimentazione abbiano portato a una certa incertezza nella comunità scientifica, questo deve essere soppesato con la certezza di ciò che questa malattia farà a milioni di americani in assenza di un trattamento», ha scritto l’Alzheimer’s Association in una lettera al comitato scientifico che dovrà quanto prima esprimersi.
- IL DIABETE POTREBBE GUARIRE CON IL BISTURI
Un piccolo intervento di “lifting” all’intestino per via endoscopica potrebbe guarire in modo definitivo il diabete di tipo 2, quello che insorge in età adulta, dovuto alla resistenza delle cellule dell’organismo nei confronti dell’insulina, l’ormone che permette alle cellule di assorbire il glucosio: una condizione chiamata insulino-resistenza che fa aumentare la glicemia (i livelli di glucosio) nel sangue.
L’intervento, chiamato “ringiovanimento della mucosa duodenale”, rimodella una parte dell’intestino (il duodeno) usando il calore che fa ringiovanire il tessuto della parete intestinale, rigenerandolo e producendo cambiamenti metabolici e ormonali che farebbero regredire il diabete.
È stato sperimentato in Olanda all’Università di Amsterdam su 16 pazienti. Dopo l’intervento, il 75 per cento di loro ha potuto sospendere del tutto la terapia insulinica e farmacologica riuscendo a controllare la glicemia, mentre il restante 25% ha potuto comunque ridurre la dose di insulina e di farmaci necessaria a tenere sotto controllo la glicemia.
I pazienti guariti hanno perso anche peso a dodici mesi dall’intervento, passando da un indice di massa corporea (il rapporto tra il peso in chili e il quadrato dell’altezza in metri) di 29,8 kg/m2 a uno di 25,5 (la soglia oltre la quale si è in sovrappeso è 25).
La percentuale di grasso nel fegato si è ridotta dall’8,1% al 4,6% a sei mesi dall’intervento. Ora è necessario un campione più numeroso di pazienti; inoltre l’intervento è ancora piuttosto costoso e non tutti possono essere sottoposti alla procedura che può avere degli effetti collaterali.
Per la ricerca scientifica il rimodellamento della mucosa duodenale è molto interessante perché conferma il ruolo del duodeno sul controllo metabolico e suggerisce la necessità di nuovi studi per capirne di più.
2. ALIMENTAZIONE ED ECONOMIA
- ALIMENTAZIONE: ABBIAMO IMPARATO A MANGIARE MEGLIO
Gli italiani sono più attenti all’alimentazione e ai cibi che acquistano (52%), leggono le etichette (54%), hanno modificato le scelte alimentari in nome della tutela dell’ambiente (55,5%), seguono la dieta mediterranea (48,5%), hanno ridotto il consumo di piatti ricchi di zucchero (60%) e di sale (58%) e il consumo di bevande gassate (53%) e il 36% consuma meno carne.
Lo dice un’indagine della società Metrica Ricerche su 1.007 persone.
Le donne sono più attente alla salute e alla qualità del cibo, oltre che all’impatto ambientale dei consumi. Anche i mesi di pandemia confermano che il nostro rapporto con il cibo sta cambiando in meglio, nonostante le difficoltà economiche.
Uno studio dell’istituto di ricerca socio-economica Censis conferma la tendenza generale: il 66,7% degli italiani farà sempre più attenzione all’impatto dei cibi sulla salute e meno al gusto.
Il 71,4% pensa che quando tv, radio, giornali e testate web parlano di alimentazione, dovrebbero concentrarsi sui cibi che aiutano a vivere più a lungo e in buona salute.
Ne sono più convinti gli anziani (76,8%), ma la percentuale è alta anche tra i Millennial (63,5%). Infine, siamo anche meno spreconi: buttiamo via il 25 per cento in meno di cibo, secondo il rapporto Waste Watcher 2020, che calcola 1,5 miliardi di euro risparmiati in Italia in un anno.
Gettiamo infatti ancora 4,9 euro a settimana di cibo nella spazzatura, ma erano 6,6 euro fino a un anno fa.
- ECONOMIA: GUADAGNIAMO RICICLANDO
Il 2020 ha consegnato all’Italia il primato europeo dell’economia circolare, certificando la nostra virtù nel riutilizzo di materiali e nella riduzione degli sprechi.
Primato che si riflette in tante iniziative che incentivano l’adozione di comportamenti “eco-friendly” attraverso l’offerta di un guadagno economico.
Green Money, ad esempio, stima che il proprio servizio possa aiutare una famiglia a guadagnare in media fino a 600 euro l’anno. Come?
Recandosi presso uno dei suoi punti di raccolta, è sufficiente depositare i rifiuti in PET e ritirare il buono da spendere presso i punti vendita convenzionati: 1 euro ogni 3 bottiglie di plastica o lattine riciclate.
Ancora: ci sono tante app e gruppi social, consultabili comodamente dal proprio smartphone, nati per dare una seconda vita a oggetti di cui non abbiamo bisogno (anziché destinarli al cestino), offrendoci il “sollievo” economico di ricevere in cambio qualcosa che fa al caso nostro.
Ratatouille, ad esempio, permette di creare un frigo virtuale mettendo online il cibo da scambiare. Piego di libri è un gruppo Facebook che consente di dare una seconda opportunità alle copertine altrimenti vittime della polvere.
Swap Party agevola lo scambio di abiti: si scatta una foto, si aggiungono poche informazioni e, se si è fortunati, un altro utente sarà disposto a barattare il vostro maglione ricevuto a Natale e mai indossato con un paio di pantaloni all’ultimo grido!
3. AMBIENTE: MENO SMOG E ...PIU SABBIA
- IL PIANETA RESPIRA MEGLIO
Le immagini di cieli limpidi scattate dai satelliti della NASA e dell’ESA, l’Agenzia spaziale europea, durante il primo lockdown sono state una delle poche belle notizie del 2020.
Il blocco forzato delle industrie e la drastica riduzione del traffico hanno spazzato via le gigantesche nubi di smog sopra molte metropoli del mondo, in particolare in Cina ma anche nel Nord Italia.
A maggio, uno studio internazionale coordinato dalla Fondazione CMCC e dall’Università della Tuscia, Viterbo, condotto in 7 città europee (tra cui Pesaro e Firenze), aveva rilevato una chiara connessione tra le restrizioni imposte e la riduzione delle emissioni di CO2, diminuite in alcuni casi sino al 75%.
Un risultato che si aggiunge alla diminuzione stimata del 4 per cento delle emissioni di gas serra nell’Unione Europea nel 2019 rispetto al 2018 prevista dall’Agenzia europea dell’Ambiente (EAA).
Se la stima fosse confermata, sarebbe la diminuzione più significativa di gas serra degli ultimi dieci anni (meno 24% dal 1990) e permetterebbe di superare l’obiettivo UE di riduzioni delle emissioni del 20 per cento entro la fine del 2020.
Un traguardo ottenuto soprattutto grazie alla progressiva conversione in energie rinnovabili e all’abbandono dell’uso del carbone.
- SABBIA RUBATA E RESTITUITA
Era nella sua cantina, Elena X, quando lo scorso ottobre si è imbattuta in svariate confezioni di sabbia: ben 15 chili che da bambina, tra gli anni Ottanta e Novanta, aveva prelevato come ricordo dalle spiagge sarde dove passava le vacanze.
Allora un gesto innocente, oggi un atto punibile per legge: solo nel 2019, infatti, oltre sei tonnellate tra sabbia e conchiglie sono state sequestrate negli aeroporti e porti dell’isola.
Così, in omaggio alla Sardegna della sua infanzia, Elena ha compiuto un gesto unico: ha deciso di rispedire il maltolto all’Associazione Sardegna rubata e depredata, che da anni si impegna a difendere le spiagge. Ora quella sabbia è nuovamente a casa.
4. ANIMALI: AUMENTANO GLI ELEFANTI E TORNANO SPECIE ESTINTE
- LA FOCA MONACA DI NUOVO NEL TIRRENO
Dopo oltre sessant’anni di assenza, il 2020 segna l’eccezionale ritorno della foca monaca nelle acque del nostro mar Tirreno.
Lo scorso giugno 2020, infatti, i ricercatori dell’ISPRA, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, hanno potuto accertare la presenza di questo rarissimo mammifero marino lungo le coste dell’Isola di Capraia, nel cuore del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
Questo è un ambiente ideale per la foca monaca e, dopo le diverse segnalazioni dei mesi estivi, a ottobre è stato registrato un ulteriore avvistamento nelle acque della vicina Isola di Pianosa.
La foca monaca (Monachus monachus), un tempo diffusa in tutto il Mediterraneo, da tempo è minacciata di estinzione a causa delle pressanti attività turistiche e commerciali e per la pesca intensiva.
Secondo gli esperti, nel Mare Nostrum ne sopravvivono non più di 700 esemplari, limitati perlopiù alle coste più isolate della Grecia e dell’Albania.
Trovarla in Italia è stato un evento straordinario, tanto più che l’esemplare segnalato a Capraia nei mesi estivi è stato rinvenuto proprio in una grotta che oltre mezzo secolo fa era usata da questo docile pinnipede come rifugio dove allevare i piccoli.
- BABY BOOM TRA GLI ELEFANTI DELLA SAVANA
Record di nascite tra gli elefanti dell’Amboseli National Park, in Kenya: già ai primi di settembre, ben 205 nuovi nati, che superano ampiamente i 113 del 2018, anno a cui risale l’ultima conta.
Secondo Cynthia Moss, fondatrice dell’Amboseli Trust for Elephants e tra le massime autorità impegnate nella difesa di questi maestosi pachidermi, le ragioni che hanno portato a questo baby boom sono legate principalmente alle migliori condizioni meteorologiche: le piogge abbondanti di quest’anno hanno permesso lo sviluppo di una vegetazione rigogliosa, principale fonte di nutrimento degli elefanti.
Tuttavia, la Moss è convinta che anche la pandemia in atto abbia favorito le nascite poiché la minor richiesta di avorio ha ridotto il bracconaggio illegale (principale causa della sistematica decimazione degli esemplari del parco).
In generale, si può dire che l’elefante africano (Loxodonta africana) figuri tra le specie vulnerabili della RedList della IUCN, l’Unione internazionale per la conservazione della natura, ma sebbene sia minacciato, grazie alle attuali leggi di protezione, vede un aumento delle popolazioni di alcuni stati dell’Africa meridionale orientale con un ritmo del 4 per cento annuo.
- TORNANO I DIAVOLI DELLA TASMANIA DOPO 3000 ANNI
I diavoli della Tasmania, celebri marsupiali tipici dell’omonimo stato insulare dell’Australia, sono tornati ad abitare l’area continentale più di 3mila anni dopo la loro estinzione.
Il progetto di reintroduzione è stato voluto dalla ONG Aussie Ark che finora ha rilasciato 26 esemplari. I diavoli si estinsero con l’introduzione del dingo, mammifero imparentato con i lupi, e poi a causa di una rara forma di tumore contagioso.
«I diavoli riequilibreranno l’ecologia», ha detto Tim Faulkner, presidente di Aussie Ark, «dopo secoli di devastazione da parte di volpi e gatti selvatici importati».
5. SOCIETÀ: IL SUD SI RIPOPOLA GRAZIE ALLO SMARTWORKING
- I FUORI SEDE TORNANO A CASA COL SOUTHWORKING
La pandemia di COVID-19 ha dato impulso allo smartworking, il lavoro agile permesso dalle nuove tecnologie.
Così molti “fuori sede” originari del Sud del Paese e trasferitisi da tempo nelle città del Nord stanno tornando a casa per continuare la loro attività da remoto.
Un buon segno per le regioni meridionali italiane: una volta rientrati, i cervelli in fuga sono un motore economico importante per la crescita del Mezzogiorno.
Il fenomeno viene chiamato southworking: lo hanno così etichettato dei giovani di Palermo che hanno creato l’organizzazione no profit Global Shapers Palermo Hub, pensata per stimolare iniziative imprenditoriali nel Sud.
In questa direzione va anche l’iniziativa RiAbitare voluta a Guardia Sanframondi, piccolo centro del Beneventano, dal sindaco Floriano Panza: grazie al recupero di immobili e terreni, il comune ha permesso a tanti giovani del luogo di tornare a vivere e lavorare (a distanza) nella propria terra.
- DISABILITÀ E SCUOLA: CRESCONO LE INIZIATIVE
Il 2020 sarà ricordato anche come l’anno di svolta per l’integrazione dei bambini con disabilità nelle scuole italiane: lo scorso settembre 2020, infatti, il Ministero dell’Istruzione ha predisposto un nuovo piano educativo individualizzato per le alunne e gli alunni con disabilità, pensato per garantire progetti specifici.
In particolare, l’iniziativa prevede che le famiglie di questi ragazzi abbiano pieno diritto di partecipare alle scelte delle scuole in merito all’educazione dei loro figli.
Anche a livello regionale qualcosa è cambiato: a ottobre, ad esempio, il TAR della Campania ha riconosciuto il diritto dei piccoli affetti da autismo di fruire durante l’orario scolastico delle terapie ABA, metodologia scientificamente validata e basata sull’osservazione del comportamento.
È prevista l’attuazione di esercizi personalizzati finalizzati all’integrazione dei soggetti autistici con i compagni.
Secondo l’ISTAT, nell’anno 2018- 2019, ammontava al 4 per cento circa la fetta di alunni delle scuole italiane affetti da disabilità, un dato in crescita ormai da diversi anni.
- GLI ITALIANI LEGGONO DI PIÙ
Gli italiani leggono poco? Nella seconda parte di questo anno infausto sembra che le cose siano cambiate.
Non sappiamo se ciò dipenda dall’aumento del tempo passato in casa, ma di certo le costanti perdite del mercato librario sono calate significativamente rispetto al 2019.
I dati dell’Associazione italiana editori mostrano inoltre un recupero dei canali di vendita fisici, cioè le librerie, rispetto agli store online: a fine settembre avevano una quota di mercato del 57 per cento, in crescita di 5 punti percentuali rispetto a metà aprile.
Gli italiani tornano insomma ad apprezzare il fascino del libro di carta.
- ARRIVANO I LEGO IN VERSIONE BRAILLE
Al Lego potranno giocare anche bimbi non vedenti. Sono stati presentati infatti i Lego Braille Bricks, mattoncini che utilizzano la scrittura Braille.
Già in vendita in vari Paesi europei e negli USA, arriveranno in Italia nella primavera del 2021.
Identici a quelli tradizionali, hanno i “bottoncini” disposti in modo da creare lettere e numeri dell’alfabeto per non vedenti.
Sono anche stampati in modo da consentire ai bimbi senza problemi di vista di interagire con i coetanei non vedenti, che così possono imparare il linguaggio tattile.