Delicato, eppure ben attrezzato.
L’occhio è un organo dotato di tutte le barriere necessarie per difendersi dai più comuni pericoli esterni, che attentano alla sua salute: sostanze chimiche, agenti atmosferici, allergeni, germi…
A volte però questi prendono il sopravvento sul suo sistema di protezione, scatenando rossore, bruciore, prurito, eccessiva lacrimazione o, al contrario, secchezza, sensazione di avere della polvere negli occhi.
Il più delle volte questi sintomi riguardano problemi che non richiedono cure mediche urgenti: si risolvono da soli o possono essere gestiti da noi stessi oppure con l’aiuto del medico di famiglia, quindi senza ricorrere all’intervento di un oculista.
È invece necessaria l’attenzione di uno specialista (dopo aver consultato il medico curante) o il tempestivo ricorso al pronto soccorso, quando si presentano quelli che sono considerati veri e propri campanelli d’allarme. Ecco quali:
– Sensazione di corpo estraneo. Quando costringe a tenere l’occhio chiuso è sintomo di un problema alla cornea.
– Fotofobia. È l’eccessiva sensibilità alla luce. Può essere sintomo di un’infiammazione alla cornea o all’iride.
– Cambiamenti di vista. Se si comincia a vedere in maniera offuscata o una nebbia scura o grandi aloni intorno alle luci, ci si potrebbe trovare di fronte a un’infiammazione della cornea, dell’iride o a un aumento della pressione oculare.
– Dolore agli occhi. Potrebbe trattarsi di infiammazione dell’iride o della sclera, cioè del bianco dell’occhio.
– Mal di testa intenso, nausea o vomito associati a un problema agli occhi: sono sintomi che caratterizzano una malattia chiamata “glaucoma ad angolo chiuso”.
Oggi descriveremo i disturbi minori dando alcuni consigli molto utili. Scopriamoli insieme.
1. Secchezza oculare
Le lacrime sono essenziali per mantenere l’occhio in salute, dal momento che lubrificano la superficie oculare, rimuovono sostanze e particelle estranee, nutrono e proteggono la cornea e hanno un effetto antibatterico.
Alcune volte, sentiamo che i nostri occhi sono particolarmente secchi, come se ci fosse della polvere: bruciano e si arrossano.
Può succedere dopo esserci dedicati per troppo tempo ad attività che richiedono uno sforzo visivo prolungato, come leggere, usare il computer, guardare la tv, guidare.
Sono tutte attività che riducono la frequenza con cui sbattiamo le palpebre e impediscono così il rinnovo del film lacrimale.
Lo stesso accade quando restiamo in ambienti con un’umidità bassa, come sono quelli con l’aria condizionata o il riscaldamento accesi.
Il problema può però anche essere indipendente da situazioni esterne, essere cioè causato da una scarsa secrezione lacrimale e/o da un’eccessiva evaporazione delle lacrime: in tal caso si parla di “sindrome dell’occhio secco”.
Si tratta di una condizione che (in rari casi) può portare a danni alla cornea.
È più frequente negli anziani e nelle donne, ed uno dei segni più evidenti di una malattia reumatica che si chiama sindrome di Sjögren.
Il trattamento è solo sintomatico e non è risolutivo. Si devono usare lacrime artificiali o una pomata oftalmica in grado di supplire all’azione lubrificante delle lacrime naturali.
Naturalmente bisogna anche evitare o ridurre al minimo situazioni e comportamenti che provocano secchezza.
2. Congiuntivite virale
La congiuntivite virale è un’infiammazione della congiuntiva (la membrana che riveste l’interno della palpebra e la superficie dell’occhio).
È causata da un virus che infetta le vie respiratorie ed è trasmesso tramite contatto con persone che ce l’hanno.
Non dà né dolore né prurito (sintomo tipico delle congiuntiviti allergiche). Gli occhi si arrossano, si sente bruciore o fastidio, e si ha una lacrimazione eccessiva.
Coinvolge in genere prima un occhio e poi l’altro. Non richiede il ricorso a un medico e dura dalle due alle tre settimane.
Non esiste un trattamento capace di ridurre la durata della malattia, ma solo rimedi per alleviare i sintomi, soprattutto il gonfiore e il bruciore.
Si può infatti fare uso di compresse fredde da applicare sugli occhi o di un collirio decongestionante (venduto senza ricetta medica).
Quest’ultimo può essere utilizzato per pochi giorni, non più di quattro, altrimenti si rischia l’effetto contrario, cioè può peggiorare l’arrossamento dell’occhio.
Molti decongestionanti contengono conservanti, come il benzalconio cloruro, che possono provocare irritazione o reazione allergica: in questi casi è necessario sospendere l’uso del collirio.
Ma come deve essere applicato il collirio? Prima di utilizzarlo, leggi attentamente (o chiedi a qualcuno di farlo al tuo posto) il foglietto illustrativo. Si trovano informazioni riguardanti l’uso corretto del prodotto, la conservazione ottimale e i possibili effetti collaterali.
Ecco alcuni consigli:
- prima lava le mani con acqua e sapone;
- se si tratta di una sospensione, agita il flacone;
- siediti e piega la testa leggermente all’indietro;
- il collirio va instillato (una sola goccia) nella parte inferiore del sacco congiuntivale, abbassando con un dito l’orlo inferiore dell’occhio;
- poi chiudi l’occhio senza strizzarlo e tienilo chiuso per uno-due minuti, con la testa in posizione normale.
- se porti le lenti a contatto morbide, aspetta almeno mezz’ora dall’applicazione del collirio prima di rimetterle: i conservanti contenuti nel collirio potrebbero danneggiarle.
3. Congiuntivite allergica
Quella allergica è la forma di congiuntivite più comune. Insorge solitamente in primavera o in estate.
A scatenare una risposta allergica dell’occhio può essere qualsiasi agente trasportato dall’aria: polline, polvere, peli di animali...
Nonostante presenti arrossamento, gonfiore e perdite acquose, il sintomo che la caratterizza maggiormente è il prurito (spesso intenso).
Attenzione, perché il prurito è il fastidio che la contraddistingue anche dalle congiuntiviti infettive (sia virale che batterica).
Cosa fare? Per prima cosa bisogna evitare di grattarsi, perché lo sfregamento porta a un peggioramento del problema.
Da evitare anche le lenti a contatto, dal momento che l’allergene può depositarsi sulla loro superficie.
Quando è possibile, la prima cosa da fare è stare alla larga dall’allergene che ha causato la congiuntivite.
Per rimuovere l’allergene o almeno diluirlo può rivelarsi molto utile l’uso di lacrime artificiali.
Poiché i pazienti con la congiuntivite allergica hanno spesso in concomitanza una rinite allergica, trattare l’allergia spesso permettere di risolvere anche i sintomi oculari.
Sono diversi i farmaci che il medico può prescrivere per tenere a bada o prevenire i sintomi della congiuntivite allergica stagionale:
- gli antistaminici (levocabastina, azelastina, emedastina). Sono in grado di bloccare l’azione dell’istamina, l’agente che scatena la risposta allergica. I prodotti combinati con un decongestionante (tetrizolina e nafazolina) possono essere usati nei casi lievi;
- gli stabilizzatori dei mastociti (sodio cromoglicato, nedocromile e lodoxamide). Agiscono a monte, cioè prevengono la liberazione dell’istamina. Non sono ef caci immediatamente, ma devono essere assunti un paio di settimane prima dell’esposizione all’allergene (se si conosce il periodo);
- farmaci ad azione doppia (ketotifene, olopatadina e epinastina), che associano attività antistaminica a quella stabilizzatrice dei mastociti, possono essere utili sia per prevenire sia contro l’attacco acuto.
4. Congiuntivite batterica, calazio e orzaiolo
- La congiuntivite batterica
La congiuntivite batterica si presenta con rossore diffuso, irritazione, occhi incollati al risveglio. In un caso su due si risolve nel giro di cinque giorni.
Nei primi tre giorni è bene pulire gli occhi con soluzione fisiologica; se però sintomi non migliorano, il medico quasi sicuramente opterà per un collirio antibiotico, mentre per alleviare il rossore può essere utile un collirio decongestionante (non di quelli combinati con antistaminico).
Poiché è molto contagiosa, occorre adottare adeguate misure igieniche.
Chi porta le lenti a contatto deve usare gli occhiali finché non spariscono sia le perdite sia il rossore (per cautela, aspettando ancora 24 ore).
Buttate le vecchie lenti a contatto e il loro contenitore. - Calazio e orzaiolo
Entrambi i disturbi riguardano la palpebra e si presentano sotto forma di rigonfiamento.
- Il calazio, che inizialmente si presenta con arrossamento, gonfiore e irritazione, è una cisti che si sviluppa sulla palpebra a seguito dell’infiammazione di una ghiandola (detta di Meibomio).
In genere si risolve da solo e il nodulino (indolore) si riassorbe nel giro di qualche settimana; in certi casi però sono necessari mesi. Il drenaggio della cisti può essere facilitato dall’applicazione di impacchi caldi, soltanto alcune volte è necessaria l’asportazione chirurgica.
- L’orzaiolo, a differenza del calazio, è un ascesso che si forma in corrispondenza dei follicoli delle ciglia: è dovuto a un’infezione di batteri (stafilococchi). L’orzaiolo è doloroso e può coinvolgere più di un follicolo. Normalmente migliora da solo senza bisogno di alcun trattamento nel giro di una settimana o due. Impacchi caldi possono alleviare il dolore e favorire la guarigione. Spesso sono prescritti farmaci contenenti antibiotici e/o cortisone da applicare sull’orzaiolo, ma non sono consigliabili, dal momento che non ci sono evidenze sulla loro reale utilità.
5. Blefarite e corpuscoli che si intrufolano
- Blefarite
Se l’infiammazione interessa i margini delle palpebre si tratta di blefarite.
Negli adulti è una manifestazione cronica che tende a ripresentarsi periodicamente. Può essere interessato il margine anteriore o posteriore della palpebra.
È un disturbo fastidioso, ma non contagioso. Oltre che con l’arrossamento delle palpebre, si presenta con bruciore ed eventualmente con piccole croste o squame simili a forfora.
Nelle forme più gravi possono verificarsi la perdita e l’alterazione delle ciglia.
Il trattamento consiste in un’attenta igiene delle palpebre e nel fare impacchi tiepidi, che consentono alle ghiandole delle palpebre (dette di Meibomio) di ritornare a funzionare correttamente. - Corpuscoli che si intrufolano
Fastidio, rossore, bruciore. Succede quando nell’occhio entra accidentalmente un corpo estraneo: polvere, sabbia, cenere...
L’occhio comincia a lacrimare in maniera eccessiva e le palpebre si contraggono.
Per evitare un’infiammazione o un’infezione, bisogna subito sciacquare bene l’occhio con acqua corrente, sforzandosi di tenerlo aperto, in modo da lavar via il corpuscolo.
Se il dolore aumenta, rivolgersi a un oculista.
Quando il problema è causato dalla penetrazione di schegge di vetro, di legno o di metallo, bisogna evitare l’automedicazione e raggiungere al più presto il pronto soccorso.