Accessori di moda e ormai tratto distintivo dell’immagine di molte persone, gli occhiali sono usati, con lenti finte, anche da chi in realtà ci vede benissimo.
Ma prima di essere belli e di tendenza, sono soprattutto importanti per la nostra salute.
Si stima che almeno un italiano su due porti gli occhiali correttivi, per lo più presbiti e miopi, seguiti da astigmatici e ipermetropi.
Tutti i difetti della vista, sia quelli di rifrazione, sia la presbiopia (che è l’unico difetto di accomodazione), tendono a peggiorare o insorgere con gli anni. La conseguenza?
Presto o tardi costringono ad andare dall’oculista e poi dall’ottico per fare, o rifare, le lenti. Se ci si rende conto che la propria vista sta peggiorando, non bisogna temporeggiare prima di una visita di controllo.
Se si tratta di un peggioramento repentino, va indagato in tempi brevi; se invece si tratta di un abbassamento più lento, pur se spesso innocente, di certo non va bene rimandare.
Una buona visione è dettata dal fatto che non ci si dovrebbe mai sforzare per leggere qualcosa da lontano o da vicino, e tantomeno togliersi gli occhiali per riuscire a farlo.
Se sono miope, non devo liberarmi dagli occhiali per leggere un libro, un giornale o per guardare un tablet, perché le lenti, correggendo il mio difetto, normalizzano il mio sistema visivo in tutte le sue attività di messa a fuoco.
Come bisogna orientarsi nella scelta degli occhiali in base ai difetti visivi? Scopriamolo insieme.
1. Cilindriche per gli astigmatici e a profondità di campo per i presbiti
- Cilindriche per gli astigmatici
La ricerca e i progressi nel campo dell’oftalmologia offrono un ampio ventaglio di scelta.
Quali lenti preferire? La prima distinzione riguarda il potere diottrico.
Se ne hanno uno solo, si definiscono sferiche e sono utilizzare per correggere la miopia, l’ipermetropia o la presbiopia non associate ad astigmatismo.
Se invece le lenti hanno due diversi poteri diottrici, si definiscono cilindriche e servono a compensare l’astigmatismo da solo, in associazione ad altri difetti di rifrazione o unito alla presbiopia.
La seconda distinzione riguarda invece le caratteristiche funzionali delle lenti oftalmiche. Ci sono quelle monofocali, che introducono una correzione per un’unica distanza, ad esempio per la visione da lontano o per quella da vicino.
Queste lenti possono essere utilizzate per compensare i difetti rifrattivi o la presbiopia, ma in questo ultimo caso la monofocale ha il limite di non consentire la visione nitida da lontano e, all’aumentare del disturbo, anche a distanze intermedie, come quella del monitor del computer. - A profondità di campo per i presbiti
All’insorgenza della presbiopia, un difetto che colpisce a partire dai 40 anni e, peggiorando la messa a fuoco degli oggetti vicini, rende difficile anche solo leggere un libro, molti pazienti non si recano dall’oculista, ma si affidano agli occhiali premontati in vendita nei supermercati o nelle farmacie.
Oltre a essere realizzati con materiali di bassa qualità, non tengono conto delle caratteristiche di chi li utilizza.
Hanno due lenti di potere diottrico identico, ma non sempre gli occhi richiedono la stessa correzione, e hanno una centratura standardizzata, che può non essere adeguata alla distanza degli occhi del paziente.
Andrebbero usati solo in caso di emergenza. Considerando che l’aumento dell’età media della popolazione italiana sta portando a una maggiore incidenza della presbiopia, sono tante le persone che vanno dall’ottico cercando una soluzione anche per le distanze intermedie.
Per questo problema sono state introdotte le lenti a profondità di campo, o lenti indoor.
Sono caratterizzate da una variazione di potere diottrico dal basso, la zona dedicata alla visione da vicino, verso l’alto, così il paziente ha il vantaggio di disporre di un’ampia zona di potere diottrico per le distanze intermedie.
2. I jolly per tutte le distanze
Se invece la necessità è quella di correggere non un unico problema, ma un difetto rifrattivo associato a presbiopia si entra nel campo delle lenti multifocali.
Esistono le bifocali, che nella porzione superiore hanno una parte utilizzata per la visione da lontano e in quella inferiore una zona dedicata alla visione da vicino.
Inizialmente possono creare qualche difficoltà, come il salto delle immagini o il diverso ingrandimento degli oggetti passando da una zona all’altra, inconvenienti che scompaiono nel giro di poco tempo, quello necessario ad allenare occhio e cervello.
Ma c’è anche chi fa proprio fatica ad abituarsi: meglio quindi avere più occhiali, ciascuno per ogni problema, o affidarsi alle lenti bifocali o, meglio ancora, alle progressive? Fare a meno delle lenti progressive oggi sarebbe ingenuo, perché nascono da un’esigenza moderna e condivisa da molti.
Se per esempio lavoro al computer, ho bisogno di una focale a 35-40 centimetri, che è la distanza a cui si trova la tastiera, di una focale a 55-60 centimetri, dove abitualmente si trova il monitor, e nel frattempo devo avere la possibilità di osservare anche l’ambiente circostante e lontano.
Sarebbe davvero complicato avere tanti occhiali diversi per ognuna di queste necessità. Ma in cosa consiste l’innovazione delle lenti progressive?
Hanno due zone funzionali, una per la visione da lontano e una per quella da vicino, unite da un settore di transizione di potere variabile, chiamato canale di progressione: grazie a questa struttura consentono la visione nitida a tutte le distanze.
Il grande vantaggio offerto da questa tecnologia è che ognuno può farsi realizzare lenti personalizzate, che tengono conto di tutte le esigenze e caratteristiche.
Le uniche persone a cui si consiglia il doppio occhiale sono quelle che hanno una grande differenza diottrica fra i due occhi e fanno fatica a portare le progressive.
3. Per proteggersi dalle radiazioni dei monitor e la tipologia da tenere in auto
- Per proteggersi dalle radiazioni dei monitor
Oltre a correggere il difetto visivo, le lenti oftalmiche tengono anche conto dell’ambiente in cui viviamo e degli stimoli (spesso stressanti) a cui sono sottoposti gli occhi durante la giornata.
In cima alla lista dei colpevoli i dispositivi elettronici, che dalla mattina alla sera mettono a dura prova il nostro sistema visivo.
Esistono lenti che aiutano la visione da vicino durante la giornata: in pratica, con una minima correzione, supportano la risposta accomodativa eccessivamente sollecitata durante l’utilizzo del computer.
È stato dimostrato che pc, tablet e smartphone emettono radiazioni di luce blu, ad alto contenuto energetico e potenzialmente dannose per la retina, per cui viene da chiedersi se chi usa dispositivi elettronici debba utilizzare lenti con un filtro speciale per queste radiazioni.
La loro efficacia in termini di protezione non è stata ancora dimostrata scientificamente, ma sicuramente queste lenti migliorano la visibilità perché schermano le radiazioni, riducendo il loro impatto. - La tipologia da tenere in auto
Un’altra attività che affatica la nostra vista quotidianamente è la guida e chi di lavoro fa l’autista passa gran parte della giornata a spostare lo sguardo dalla strada ai cartelli stradali, dagli specchietti retrovisori al cruscotto.
Senza considerare la guida notturna o quella nelle giornate di foschia, nebbia o pioggia.
Esistono lenti specifiche con geometrie ottimizzate per garantire le migliori prestazioni visive e con i trattamenti più adatti per un’ottima visione anche in condizioni ambientali proibitive.
Anche per i presbiti: in questo caso le geometrie di lenti progressive presentano ampie zone funzionali per la visione da lontano.
Chi fa sport, infine, sa bene l’importanza di scegliere le lenti giuste. In questo caso la parola d’ordine è sicurezza: i materiali devono essere resistenti e proteggere gli occhi da eventuali traumi. Le curvature delle lenti per gli sportivi possono essere più accentuate rispetto a quelle tradizionali, così possono adattarsi a montature più avvolgenti.
4. Uso e manutenzione: i consigli dello specialista
Gli occhiali da vista sono facili da usare, a prova di bambino e di anziano. Ma qualche errore può capitare.
Ecco 4 consigli molto utili per il loro uso e manutenzione corretti.
- NON TOGLIETELI
Gli occhiali non si levano mai, tranne per dormire, perché servono a compensare un difetto, normalizzando una situazione refrattivamente non ordinaria.
Devono diventare come i nostri occhi. Questo non si riferisce al presbite, che deve usarli solo per le attività ravvicinate. - LAVATELI SPESSO
Oltre alle lenti, durante il lavaggio è bene pulire anche le stanghette e il nasello, dove si formano colonie di batteri che banchettano con polvere, sudore e cellule morte della pelle del naso.
La pulizia degli occhiali è utile anche per evitare infezioni oculari: le lenti sono a pochi centimetri dagli occhi e alcuni microorganismi si possono diffondere per via aerea fino a entrare in contatto con la cornea. - LEGGETE A 33 CM DI DISTANZA
Questa regola, in realtà, vale sia per chi porta gli occhiali, sia per chi gode di un’ottima vista.
Se si devono vedere cose molto piccole, si può stare anche vicini al foglio, ma a lungo andare questa abitudine può generare, o peggiorare, la miopia.
Generalmente, la distanza di lettura standard consigliata è di 33 centimetri. - USATELI PURE QUANDO C’È IL SOLE
Gli occhi sono fatti per essere sottoposti a tutte le radiazioni naturali.
A meno che l’esposizione al sole non diventi continua o eccessiva, cornea, cristallino e retina hanno una certa intrinseca protezione dall’irradiazione ultravioletta, ma se la luce del sole è esagerata è obbligatorio usare i filtri solari per proteggerli, meglio se associati a un cappello con visiera.
5. In arrivo gli occhiali intelligenti e i trattamenti non sono optional
- In arrivo gli occhiali intelligenti
Tra circa tre anni sugli scaffali degli ottici potremmo trovare anche degli occhiali «intelligenti», fatti di lenti liquide alla glicerina che, tramite un controllo elettronico, saranno in grado di mettere a fuoco ogni cosa.
L’idea è nata negli Stati Uniti da Carlos Mastrangelo dell’Università dello Utah (nella foto accanto), che, colpito dalla presbiopia a 52 anni, ha deciso di studiare un’alternativa alle lenti multifocali.
Grazie a un meccanismo elettronico, queste lenti liquide sono in grado di cambiare curvatura, e quindi potere diottrico, a seconda della necessità dell’occhio in quel momento.
Ma come fa un dispositivo elettronico a capire cosa stiamo guardando e di quale messa a fuoco abbiamo bisogno?
La prescrizione oculistica del paziente viene caricata via wireless attraverso un’applicazione per smartphone o tablet, mentre un sensore al centro della montatura misura la distanza tra le lenti e gli oggetti osservati.
Il sostegno di questi occhiali intelligenti (per ora ancora troppo pesante) contiene anche una batteria, attualmente in grado di durare 24 ore.
Il primo prototipo commerciale, dichiarano dall’Utah, sarà presentato entro la fine del 2017. - I trattamenti? Non sono optional
Se fino a qualche anno fa il materiale ideale per le lenti oftalmiche era il vetro minerale, ormai il più utilizzato è un composto plastico, non solo per una questione di maggiore resistenza e leggerezza, ma anche perché permette di ridurre al minimo lo spessore delle lenti.
L’unico inconveniente è che si graffia più facilmente.
Ma si può ovviare all’inconveniente con il trattamento antigraffio, uno degli interventi accessori proposti dagli ottici, di cui la maggior parte delle volte si fa fatica a capire la vera utilità. È consigliato perché rende la lente più resistente alle abrasioni.
Altri trattamenti utili sono quello antiriflesso, che ha la funzione di aumentare la qualità della visione riducendo i riflessi che si formano sulle superficie delle lenti, l’antistatico, per ridurre l’accumulo di elettricità che attrae la polvere sulle lenti, e l’idrofobico, che consente alle gocce d’acqua di scivolare via.