L'orso polare è uno degli animali più rappresentativi e popolari del pianeta e vive esclusivamente attorno al Polo Nord e nel Mar Glaciale Artico, in uno spazio che comprende aree appartenenti a cinque nazioni diverse e a due continenti. E' indubbiamente il più grande carnivoro di terraferma esistente sulla terra, considerando che i maschi adulti possono arrivare a pesare anche 800 kg ed avere una lunghezza di 3 metri, mentre le femmine sono circa la metà dei maschi.
Il suo nome comune è Orso bianco, mentre il suo nome scientifico è Ursus maritimus ed appartiene alla famiglia degli Ursidi (Ursidae), dell'ordine dei Carnivori (Carnivora) e della Classe dei Mammiferi (Mammalia). Nonostante sia impossibile conoscere il numero esatto di questi meravigliosi animali, basandoci sulle stime di molti biologi, pare che esisterebbero circa 22-25.000 esemplari di orsi polari e il 60% di questi vivrebbe in Canada.
In natura l’orso bianco non ha predatori naturali, essendo esso in cima alla catena alimentare nel suo ambiente naturale. Oggi scopriremo insieme 5 fatti curiosi che riguardano questo superbo e magnifico predatore, la cui sopravvivenza negli ultimi anni è messa seriamente a rischio, soprattutto dalle condizioni ambientali avverse.
Purtroppo, la forza distruttiva e l'incuria dell'uomo per l'ambiente circostante, hanno causato dal 1950 a oggi, un aumento pericoloso della temperatura media della superficie terrestre, il quale può rivelarsi letale per un mammifero come l'orso polare, che trovandosi senza ghiacci e sufficiente territorio su cui vivere e riprodursi, arriverebbe ad estinguersi entro i prossimi dieci anni.
1. Il fegato dell'orso polare che uccide
Gli Inuit sono la popolazione artica, che da sempre ha abitato le coste della Groenlandia, dell'Alaska, della regione artica del Canada e dell'estrema punta nordorientale della Siberia. Gli Inuit insieme agli Yupik, sono le due etnie principali che costituiscono la famosa popolazione degli ‘Eschimesi’. Il termine "eschimesi" significa "mangiatori di carne cruda" e gli Inuit sono famosi per la loro dieta a base di carne cruda. Tra i loro piatti preferiti spicca anche la carne di orso bianco di cui vanno ghiotti e di cui mangiano tutto tranne il fegato.
E questo perchè loro sanno benissimo che il fegato dell'orso polare è immangiabile e che non può essere consumato in eccesso, per l'elevata concentrazione di retinolo, pena un'intossicazione molto pericolosa che può provocare anche la morte. Nel 1596, un gruppo di esploratori artici, dopo una cena abbondante di Ursus maritimus, sono stati colpiti da una intossicazione acuta terribile.
La maggior parte di loro non ce l'ha fatta a sopravvivere, ma i pochi fortunati raccontarono che entro poche ore dall'ingestione di diversi milioni di unità di vitamina A, contenute nel fegato di orso polare hanno sviluppato sonnolenza, nausea, ittero, vomito, visione sfocata, mal di testa, dolori muscolari e addominali, alterazione dello stato mentale oltre ad una forte desquamazione cutanea. Fortunatamente alcuni di loro sopravvissero.
Questa tossicità acuta è stata provocata da un apporto eccessivo di vitamina A. Una persona adulta è in grado di elaborare solo 10.000 UI di vitamina A, mentre consumando, ad esempio, 500 grammi di fegato di orso polare, viene immediatamente apportata al organismo la dose letale di circa 9.000.000 UI di retinolo.
2. Gli orsi polari...non sono bianchi
Sicuramente gli orsi polari sembrano bianchi, ma come dice il vecchio proverbio, l'apparenza inganna. I peli esterni dell'orso sono in realtà trasparenti, e il suo sottopelo fine è davvero incolore. Allora perché gli orsi polari sembrano bianchi? Perchè ogni pelo esterno dell'orso, completamente sprovvisto di pigmento, è fornito al suo interno di una tasca vuota d'aria. E quando la luce solare colpisce queste tasche vuote d'aria, esse fanno in modo di riflettere la luce invece di assorbirla. E quando l'occhio umano guarda il mantello, esso appare bianco anche se in realtà è color crema.
Questi due strati del manto costituiscono un eccellente apparato che permette agli orsi polari di trattenere meglio il calore mantenendo una temperatura corporea di circa 37°C. I raggi del sole attraversano la pelliccia e raggiungono la pelle, dalla quale sono assorbiti proprio grazie alla colorazione nera. Sembra strano e pochi sanno che l'epidermide dell'orso bianco è completamente nera.
Negli orsi polari la funzione isolante (da temperature che possono superare i 60 gradi sottozero) è svolta anche dallo strato di grasso sottocutaneo che raggiunge lo spessore di circa dieci centimetri. Diversamente da altri mammiferi dell'Artide, l'orso polare non cambia in estate il colore in uno più scuro.
3. Gli orsi polari sono maratoneti di nuoto
Gli orsi polari hanno straordinarie capacità natatorie, tali da fare vergognare i migliori e pluripremiati campioni di nuoto olimpici come Michael Phelps e Ryan Lochte. Le loro enormi zampe palmate costituiscono degli strumenti perfetti per nuotate super veloci. L’orso polare, infatti, nuota a una velocità di circa 10 km all’ora, laddove il miglior nuotatore umano, nella migliore delle ipotesi, può raggiungere al massimo i 7 km orari. Correndo a piena velocità, un orso bianco può raggiungere i 40 km orari, senza lasciare alla preda o all’uomo alcune possibilità di fuga.
Questi animali hanno anche dimostrato di essere dei veri e propri maratoneti. Grazie ad uno studio effettuato nel 2011, si è scoperto che una femmina di orso polare, seguita da radiocollare, ha nuotato ininterrottamente e senza mai fermarsi, per la durata record di nove giorni, percorrendo una distanza di 720 chilometri, equivalente grosso modo alla distanza in linea d'aria tra Milano e Napoli. In questa lunga odissea ha perso il 20% del suo peso corporeo.
Gli orsi polari, infatti, hanno sempre nuotato tra la terra e i banchi di ghiaccio per cacciare le foche. Ma ultimamente a causa dello scioglimento dei ghiacci, sono costretti a nuotare per distanze molte più lunghe, con rischi per la loro salute.
4. L' "invisibilità" dell'orso polare
Oltre ad essere i cacciatori più forti e maestosi del pianeta, gli orsi polari possiedono anche il magico potere dell'invisibilità, almeno quando si tratta di essere guardati attraverso le telecamere a raggi infrarossi. Gli scienziati hanno scoperto questo affascinante e particolare fenomeno, durante una spedizione scientifica sopra l'Artico e mentre cercavano di studiare le diverse popolazioni di orsi nel loro ambiente naturale.
In un primo momento, e date le enormi difficoltà di individuare questi animali bianchi in perfetta mimetizzazione armonica con l'ambiente circostante, gli scienziati hanno deciso di utilizzare telecamere a raggi infrarossi, ma con enorme sorpresa, scoprirone che gli orsi risultavano invisibili alla vista di tali telecamere, cioè come del tutto scomparsi. Le uniche parti visibili erano il naso, gli occhi e il respiro.
Tuttavia, una giovane studentessa dell'Università Californiana di Berkeley, di nome Jessica Preciado, ha deciso di andare oltre a questo curioso fenomeno, studiandolo un po' di più in profondità. Utilizzando diverse avanzate tecnologie del "Laboratorio Nazionale" dell'università di Berkeley", Preciado è stata in grado di risolvere il mistero dell'invisibilità dell'orso polare.
Ha scoperto in particolare che, le proprietà radiative dei pelli dell'orso bianco sono esattamente le stesse di quelle della neve, permettendogli così di diventare invisibile sotto i raggi infrarossi. Grazie anche all'isolamento termico, garantito da un manto straordinario, costituito da uno strato di pelo interno più fitto, e uno di pelo esterno, l'orso polare è così isolato che nessuna perdita di calore radiativo si verifica, con la conseguenza che nessuna telecamera a raggi infrarossi ne possa avvertire la presenza.
5. Gli orsi polari ...per combattere la disoccupazione!
Stanchi delle vostre solite 8 ore di lavoro? Avete voglia di lavorare in mezzo alla natura? Vi piacciano gli animali? Allora in Norvegia c’è un lavoro adatto a voi. Leggete questo annuncio offerto dal governatore delle isole Svalbard, un’area selvatica incontaminata tra la Norvegia e il Polo Nord ed è uno dei pochi luoghi al mondo dove la popolazione di orsi polari è in crescita.
"Cercasi una persona abile nell’usare armi da fuoco e con una voce portentosa per fare la guardia nell’Arcipelago Artico mentre gli scienziati svolgono il loro lavoro sul campo".
In una zona inospitale e desolata come le isole Svalbard, abitata da 2400 persone e dove ci vivono oltre 3000 orsi, non stupisce che i ricercatori che lavorano sul campo nel territorio stiano cercando una persona che gli protegga le spalle. Requisito necessario per tutti i candidati è che sappiano usare bene le armi da fuoco.
L’ufficio del Governatore, tuttavia, insiste che non è necessario usare armi se hanno una voce abbastanza potente da spaventare gli orsi. Per spaventarli, si possono utilizzare anche i razzi, ma si può fare rumore utilizzando persino le pentole e le padelle. Al fortunato che otterrà il posto si assicura un’ estate piena di nebbia, con temperature varianti da sotto zero a un +6° e limitate comunicazioni con il mondo esterno.
Lo studio se cosi si può definire, in riguardo all’orso che non ha un mantello bianco perché il suo pelo è trasparente, mi da l’impressione che faccia parte delle classiche ideologie pseudoscientifiche, poi può darsi anche che sbagli. A mio avviso per avvalorare questa tesi, si riporta ad esempio che la pelle dell’orso polare sia nera, è un po’ come radere un barboncino tutto bianco e notare che ha la pelle tutta chiazzata, secondo me questa convinzione del pelo trasparente è solo da smentire ufficialmente, ovviamente con accurati studi della scienza ufficiale.
Mi è piaciuta la quinta curiosità, sto facendo le valigie e adesso parto per le isole Svalbard. Io utilizzerò le armi da fuoco e la mia amica penserà alla voce portentosa.
GG & MT