Ci fanno compagnia da sempre, ma non sono ospiti graditi: stiamo parlando dei parassiti esterni, che da migliaia di anni infestano la specie umana e numerose specie animali.
Cani e gatti, purtroppo, non sfuggono a questa regola e spetta a noi offrire loro la protezione adeguata perché possano difendersi efficacemente da questi aggressori pericolosi e talvolta letali.
Negli ultimi anni, infatti, la minaccia rappresentata dagli ectoparassiti è aumentata a causa dei rapidi cambiamenti climatici e delle conseguenti strategie di adattamento messe in campo dai parassiti stessi.
Così, oggi non esistono più stagioni o periodi dell’anno maggiormente a rischio, ma è indispensabile garantire ai nostri amici una difesa antiparassitaria attiva per tutti i dodici mesi.
Le soluzioni, per fortuna, esistono e sono diverse. Oggi ve le illustreremo dettagliatamente, accompagnandole con preziosi consigli per il benessere e al salute dei nostri pet.
1. VETTORI VOLANTI. DIFFUSI DA NORD A SUD E PRESENTI IN OGNI STAGIONE DELL'ANNO
Il nemico principale viene dal cielo: sono gli insetti volanti come pappataci e zanzare, diffusissimi e comuni, che proprio per questo tendiamo a liquidare un po' sbrigativamente come un semplice "fastidio estivo".
Si tratta in realtà di parassiti temibili, dai quali non possiamo difenderci in maniera efficace perché ci aggrediscono di notte, mentre dormiamo.
Questo li rende molto pericolosi per i nostri animali, poiché sono vettori di leishmania e filaria: ma se la filaria può essere combattuta con una profilassi mirata accompagnata da terapie mediche e chirurgiche, la leishmania purtroppo non perdona.
Attualmente non esistono protocolli terapeutici realmente efficaci, e contro di essa c'è ben poco da fare: né i prodotti repellenti né la terapia, purtroppo, funzionano al 100%. Oggi la leishmania è divenuta endemica in tutta Italia e ci mancano le armi adeguate per contrastarla con successo.
In Italia, ormai, pappataci (o flebotomi, foto sotto) e zanzare sono diffusi ovunque con uguale intensità e praticamente senza limitazioni stagionali, poiché oggi anche la primavera e l'autunno presentano spesso temperature elevate favorevoli alla proliferazione di questi insetti.
Il flebotomo, più piccolo della zanzara e silenziosissimo, era originariamente diffuso solo in Meridione ma da una decina d'anni ha colonizzato anche il Nord Italia.
Trasmette la leishmania, un parassita intracellulare che attacca il sistema immunitario causando una malattia molto grave e mai del tutto curabile, che può colpire persino gli esseri umani.
Sia la comune zanzara sia la zanzara tigre (che colpisce anche durante il giorno e non solo nelle ore notturne) sono, invece, portatrici della temibile filaria. Questo parassita, originariamente caratteristico della Pianura Padana, oggi è presente in tutta la Penisola.
La sua infestazione si può manifestare in due forme: la cutanea, più lieve, e la cardiopolmonare, che invece può essere letale.
In quest'ultima, le larve della filaria entrano nel sistema circolatorio del cane (e più raramente del gatto, che comunque non ne è immune); qui si sviluppano, e dopo essere diventati vermi adulti lunghi fino a 15 cm, si annidano nel cuore e nei polmoni dell'animale, causandone la morte.
Oggi, fortunatamente, è disponibile un'efficace prevenzione antiparassitaria somministrabile per bocca oppure per iniezione.
Nella cartina sotto, in rosso sono segnalate le aree di maggior diffusione della leishmaniosi canina in Europa.
2. IL PERICOLO ATERRA. LA MINACCIA MAGGIORE È RAPPRESENTATA DALLE ZECCHE
Pulci e zecche sono i tipici parassiti esterni del cane. Troppo spesso sottovalutati, soprattutto in passato, sono invece responsabili di numerose problematiche.
Provocano prima di tutto irritazioni e lesioni cutanee di varia entità, ma anche infezioni batteriche spesso molto gravi come l'anaplasmosi, la borreliosie l'ehrlichiosi.
Tutte e tre vengono trasmesse dalle zecche, ma soltanto l'ehrlichiosi può avere esito letale: il batterio in questione attacca infatti i globuli rossi distruggendo le piastrine. Se non viene affrontata tempestivamente, questa patologia può portare l'animale alla morte.
L'anaplasmosi è nota anche come "febbre del cane" e comporta, oltre appunto alla febbre, anche calo dell'appetito, letargia, vomito e diarrea; è curabile con gli antibiotici e, se presa in tempo, si risolve favorevolmente.
La borreliosi (o Malattia di Lyme, dal nome della cittadina americana in cui fu identificata nel 1975) si manifesta generalmente con un marcato arrossamento della pelle (rash cutaneo) e può provocare artriti, problemi cardiologici e perfino neurologici: è pericolosa non solo per i cani ma anche per noi, poiché le zecche attaccano sia gli animali sia gli esseri umani.
Adeguatamente curata, però, anche la borreliosi si risolve positivamente con la completa scomparsa della sintomatologia.
Quali sono le le malattie che porta la zecca? Come abbiamo visto, il morso dele zecche è responsabile di numerose e gravi patologie. Ecco, in sintesi, quali sono:
- Encefalite da zecche o TBE: è una malattia virale umana che attacca il sistema nervoso centrale. Ne è responsabile un Flavivirus trasmesso da zecche del genere Ixodes. Le manifestazioni più comuni sono la meningite (49%), la meningoencefalite (41%) e la meningoencefalomielite (10%).
- Ehrlichiosi: è tra le malattie più comuni trasmesse ai cani dalle zecche del genere Rhipicephalus; la sintomatologia comporta sonnolenza, mancanza di appetito e sangue dal naso. Si rileva con un esame del sangue e va adeguatamente curata.
- Malattia di Lyme o borelliosi: è trasmessa dalla zecca Ixodes ricinus, presente in ambienti e su animali selvatici, che attacca anche cani, gatti ed esseri umani: inocula un batterio che provoca eritemi, febbre, mal di testa e dolori articolari. Se non viene presa in tempo causa problemi cardiaci e neurologici.
- Piroplasmosi obabesiosi: è poco frequente in Italia e più diffusa negli Stati Uniti e in Europa settentrionale; a causarla è un protozoo, inoculato dalla zecca con la saliva, che attacca i globuli rossi e li distrugge.
- Rickettsiosi o febbre bottonosa: trasmessa dalla zecca Rhipicephalus sanguineus, che attacca soprattutto gli animali, cani e gatti compresi, provoca febbre, eruzioni cutanee, dolori alla testa e dolori articolari.
3. IL CICLO VITALE DELLE PULCI. L'UNICA SOLUZIONE È INTERROMPERLO
Per vincere eterna guera conrtoel pulci non c'èscelta strategica più efficace che prevenire o interrompere il ciclo vitale di questo parassita prima che inizi o prima che giunga al termine.
- Uova: una femmina di pulce può deporre fino a 40 uova al giorno. Una volta cadute dall'inconsapevole ospite finiscono sul terreno o sul pavimento di casa. Si schiudono nel giro di due giorni e fanno uscire le larve.
- Larve: assomigliano a vermicelli microscopici; si nutrono degli escrementi delle pulci adulteche vivono nello stesso ambiente dell'animale (cane o gatto) infestato. A un certo punto del loro sviluppo le larve fanno il bozzolo, nel quale si trasformano in pupe.
- Pupe: il bozzolo, praticamente indistruttibile, si mimetizza con l'ambiente poiché attira polvere e sporco che lo nascondono alla perfezione. Le pupe possono restare dormienti per mesi, finché non avvertono la presenza di un potenziale ospite.
- Adulti: quando coglie la presenza di un ospite adatto, la pulce ormai adulta esce dal bozzolo e gli salta direttamente addosso, iniziando subito a nutrirsi di sangue. Tra il primo pasto e la prima deposizione di uova passano al massimo 48 ore, dopodiché l'intero ciclo ricomincia.
4. UN ARSENALE A DISPOSIZIONE. COME SONO CAMBIATI GLI ANTIPARASSITARI
Gli antiparassitari per cani e gatti oggi in commercio sono disponibili in diverse forme, a seconda che si scelga la somministrazione esterna o interna.
Al primo tipo appartengono le classiche pipette spot-on, gli spray e i collarini: il loro vantaggio principale è quello di esercitare un'attività repellente, utile soprattutto per limitare il rischio rappresentato dai pappataci.
«Tuttavia», avvertono i dottori, «gli spot-on e gli spray utilizzano sostanze messe a punto negli anni Sessanta, che comportano un rischio di tossicità da leccamento per gli animali, e da manipolazione per noi».
Del secondo tipo fanno invece parte gli antiparassitari interni, in forma di compresse: le sostanze che li compongono svolgono la funzione di autentico scudo protettivo che agisce dall'interno, a condizione che vengano somministrati con la corretta periodicità.
Gli antiparassitari di ultima generazione eliminano il rischio di tossicità da contatto esterno consentendo la piena interazione sociale sia tra animali sia tra animali e umani, garantendo sicurezza ed efficacia a tutto campo.
Dal 2020 si registra un aumento delle vendite di antiparassitari sul mercato italiano. Secondo diversi studi, l'incremento (+15% rispetto al 2019 secondo stime dell'Enpa) sarebbe dovuto all'impatto del lockdown: aumento di adozioni di animali domestici e maggiore attenzione generale delle famiglie alla cura dei propri amici a quattro zampe.
In termini di posizionamento di mercato, gli antiparassitari si inseriscono nel comparto accessori non-food che ha registrato complessivamente un valore di 72,8 milioni di euro nel 2020 nella grande distribuzione ( + 2,3%, dato QBerg, Iri) e di 75 milioni nel 2021 ( + 8,7%, dato Assalco).
5. PAROLA D'ORDINE: PREVENIRE. È IMPORTANTE CONSIDERARE LE NUOVE SITUAZIONI
Se in passato era possibile considerare relativamente sicure alcune aree geografiche e alcune condizioni ambientali, oggi dobbiamo rassegnarci a una situazione del tutto diversa e per certi versi impensabile.
Fattori molteplici e incontrollabili come i mutamenti climatici e le raffinate strategie di adattamento dei parassiti impongono infatti un nuovo approccio al trattamento antiparassitario preventivo.
Resta vero che le zone meno urbanizzate e più selvatiche rimangono ad alto rischio, ma non è detto che in città ci si possa sentire davvero al sicuro: infatti insetti volanti, pulci e zecche si sono ormai perfettamente adattati a vivere nei contesti più vari, senza contare che non si può più pensare, come un tempo, alla semplice prevenzione stagionale.
Oggi, semmai si può parlare soltanto di cicli vitali dei diversi parassiti, che talvolta possono coincidere, almeno in parte, e talvolta no.
Di conseguenza non è mai possibile né saggio abbassare la guardia e tralasciare la prevenzione: di fatto, è necessario ricorrere a una somministrazione mensile di antiparassitari interni, proprio per proteggere il cane e il gatto dai cicli differenziati dei parassiti e abbattere così alla radice i rischi che ne derivano.
Non tutti i cani, ovviamente, vivono in ambienti simili: alcuni risiedono in contesti strettamente urbani, altri possono beneficiare di giardini o parchi.
Un tempo era proprio questa la differenza da tener presente per la profilassi antiparassitaria, ma oggi? E che dire dei cani che vivono in campagna o praticano spesso attività in natura, magari in campagna?
E' necessario considerare la mutata situazione: oggi, in generale, non ha più molto senso parlare di "ambienti", ma sarebbe opportuno considerare piuttosto gli "stili di vita"; questo vale sia per gli esseri umani sia, naturalmente, per i cani e i gatti che ne condividono la quotidianità.
E' chiaro che una vita più sociale, con accresciute occasioni di incontro e interazione con i propri simili (passeggiate, parchi, escursioni per i cani; incursioni in altri giardini e partite di caccia per i gatti) espone a rischi diversi per quanto riguarda la possibilità di entrare in contatto con i parassiti.
Il maggior numero di cani presenti nelle nostre città e l'aumentata socialità che ne consegue comportano inevitabilmente anche un aumento del rischio di infezioni, ed è fondamentale tenerne conto per avviare una corretta e soprattutto efficace prevenzione antiparassitaria.