Perché l’amicizia è importante per il nostro benessere?

Lo abbiamo toccato con mano nei lunghi mesi di restrizioni dovute alla pandemia: quanto ci sono mancati gli amici.

Il venire meno di relazioni importanti e di contatti con le persone che amiamo ha infatti avuto un pesante impatto sul nostro umore e anche sulla salute.

Alla base dello spirito di squadra c’è l’amicizia che richiede disponibilità e tempo per essere coltivata: da un minimo di 50 ore a 90-200 per un rapporto più approfondito.

Ma perché l’amicizia è importante per il nostro benessere? Lo dicono gli scienziati che hanno dimostrato quanto gli amici siano importanti per l’umore e la salute.

 

1. Ci manca come il pane

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"Quando non possiamo coltivarla, l’amicizia ci manca letteralmente come il pane".

Lo ha dichiarato la neuroscienziata Livia Tomova, del MIT di Boston, in seguito all’esito di un recente studio pubblicato su Nature Neuroscience alla fine del 2020.

A rivelarlo è stata la risonanza magnetica funzionale eseguita su un gruppo di persone di età compresa tra i 18 e 40 anni, alle quali sono state mostrate immagini di individui che ridevano in compagnia.

Si è visto così che nel cervello dei soggetti sotto test si attivava lo stesso gruppo di neuroni che si accende dopo un periodo di tempo di digiuno, quando si osservano foto di cibo.

Ma quali sono i parametri alla base delle nostre scelte quando ci facciamo degli amici? Il primo sta nell’affinità. Assomigliarsi nel modo di percepire il mondo e di reagire agli eventi che la vita ci riserva è fondamento di un’amicizia solida.

 

E se già da tempo scienziati, psicologi e antropologi avevano messo in evidenza che tendiamo a stringere amicizia con persone di età, sesso, etnia, livello culturale ed economico simili al nostro, nuovi studi suggeriscono addirittura l’esistenza di una sorta di “firma neurale” fondamentale nella scelta delle persone e per la durata dell’amicizia.

La ricerca che avanza questa ipotesi è stata condotta da un gruppo di ricercatori dell’Università della California a Los Angeles e del Dartmouth College ad Hanover, nel New Hampshire ed è stata pubblicata nel 2018 sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Communications.

I ricercatori hanno sottoposto un questionario a 279 studenti universitari, chiedendo loro di raccontare le proprie abitudini di vita e di indicare quali fra gli altri studenti arruolati nella ricerca considerassero amici.

Sulla base delle risposte hanno quindi tracciato una mappa dei rapporti sociali. In seguito, sono stati mostrati alcuni brevi filmati a un sottogruppo di studenti dei quali i ricercatori monitoravano l’attività cerebrale con risonanza magnetica funzionale.

Analizzando i dati, è emerso che le attività cerebrali implicate nelle risposte emotive erano più simili tra coloro che si definivano amici.

 

2. L’amicizia fa bene alla salute

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Un amico ha una straordinaria capacità: quella di farci sentire bene.

Lo percepiamo immediatamente quando lo incontriamo e trascorriamo del tempo con lui. Ma non finisce qui.

Un affiatato gruppo di amici può costituire persino una cura perché aiuta ad affrontare meglio il dolore fisico.

È quanto emerso da uno studio della Oxford University del 2016, pubblicato su Scientific Reports: chi ha più amici produce un maggior numero di endorfine, ossia antidolorifici naturali.

Il nostro corpo è infatti un grande laboratorio chimico in grado di genera- re potenti analgesici, “addirittura più efficaci degli antidolorifici oppiacei”, sottolinea Katerina Johnson, dottoranda alla University’s Department of Experimental Psychology e autrice della ricerca assieme a Robin I. M. Dunbar.

Lo studio ha preso in esame 101 adulti tra i 18 e i 34 anni a cui sono stati posti alcuni quesiti su diversi aspetti della loro vita, mentre dovevano affrontare una piccola prova di dolore fisico.

I partecipanti dovevano infatti rispondere alle domande restando accovacciati contro un muro, con le ginocchia a 90 gradi e mantenendo la schiena dritta il più a lungo possibile.

I ricercatori hanno così scoperto che le persone che aveva- no un’articolata rete sociale e amicizie molto solide resistevano di più.

 

3. È scontato avere amici?

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È scontato avere amici? No, secondo una ricerca del 2015 di EUROSTAT, l’Ufficio statistico dell’Unione europea.

Il 13,5 per cento degli italiani over 16 dichiarava di non avere una persona alla quale chiedere aiuto, contro la media europea del 6 per cento.

Secondo il Rapporto Annuale ISTAT 2018 (il più recente a questo riguardo), circa 3 milioni di nostri connazionali affermano di non avere una rete di amici né un qualche tipo di sostegno sociale ed emotivo e 8,5 milioni di persone vivono da sole.

Non è un fenomeno prettamente italiano o europeo. In Canada, nel 2016, 14 milioni di persone hanno dichiarato di vivere da sole e senza una adeguata rete sociale; in America Latina, la solitudine appare strettamente correlata alle precarie situazioni condizioni economiche e all’età anagrafica degli abitanti che invecchiando tendono sempre più a vivere in solitudine.

Anche in Asia l’invecchiamento rapido della popolazione sta provocando un aumento di questo fenomeno: in Cina, 1 anziano su 4 ha affermato nel 2014 di vivere solo e senza amici; in Giappone nel 2017 sono state circa 45.000 le persone decedute in una situazione di totale abbandono e senza esequie.

 

Per quanto riguarda gli USA, per farsi un’idea della situazione (forse in assoluto la più preoccupante) basta cercare su Internet “adult friendship” e scorrere i numerosissimi blog, siti e articoli che spiegano quanto l’amicizia da adulti sia complicata e difficile da mantenere a lungo.

La difficoltà sta principalmente nella mancanza di tempo, come è facilmente intuibile. Essere amici richiede infatti dedizione, energie e tempo.

Per instaurare nuove amicizie, oltre che per coltivare quelle vecchie, è fondamentale avere la possibilità di ricavarsi del tempo, come testimoniato da uno studio dell’Università del Kansas del 2018 pubblicato sul Journal of Social and Personal Relationships.

Incrociando i dati emersi dalla ricerca, è risultato infatti che ci vogliono circa 50 ore per creare un’amicizia occasionale, circa 90 per un’amicizia più consistente e più di 200 per un legame più intimo. La verità è che non si possono schioccare le dita per farsi un amico.

Mantenere relazioni strette è un lavoro. Forse il più importante che facciamo nelle nostre vite.

 

4. Dieci regole d’oro per coltivare vecchie e nuove amicizie

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1. Impara a piacerti
È necessario iniziare ad apprezzare noi stessi prima di partire alla ricerca di amici. Piacersi è infatti il presupposto fondamentale e imprescindibile per costruire relazioni sane e durature con gli altri. Ma come fare? Concentrati su ciò che ti piace e ritieni importante e sugli aspetti positivi del tuo carattere e impara a valorizzarli perché anche gli altri imparino ad apprezzarli.

2. Trova nuove passioni
Trovare nuovi stimoli è utile in primis a noi stessi perché ci procura gioia e soddisfazione oltre che nuove competenze. Inoltre ci dà la possibilità di conoscere altre persone con cui abbiamo qualcosa in comune che può costituire una base solida per costruire un rapporto.

3. Non chiuderti in casa
Uscire e sfruttare tutte le occasioni per entrare in contatto con nuove persone è un modo intelligente di predisporti a incontri fortunati. Se ti chiudi come un riccio poni già un ostacolo insormontabile.

 

4. Mostra interesse in chi incontri
Una volta incontrato un potenziale amico, è importante stimolare un dialogo ponendo domande (senza esagerare ovviamente e con il dovuto tatto) e ascoltando attentamente e con schietto interesse le risposte. Meglio incontrarsi inizialmente in un luogo neutro, non a casa propria per intenderci, per abbassare l’ansia e la pressione psicologica.

5. Non essere troppo esigente
Spesso si commette l’errore di avere eccessive aspettative nei confronti di una persona appena conosciuta con il rischio di rimanere delusi. Bisogna invece darle il tempo di esprimersi e dare a noi stessi quello di farci conoscere.

6. Non lamentarti
A nessuno fa piacere condividere il proprio tempo con soggetti che tendono al lamento continuo o che “sparano” continuamente sentenze. Individui di questo tipo sono piuttosto persone dalle quali si vuole stare alla larga. Cerca di non assomigliarvi.

 

7. Bando all’egoismo
Essere amici implica uno scambio e, a volte, è necessario dare più di quanto si riceve. Concretamente ciò significa ascoltare, ma anche cedere e condividere, sia da un punto di vista materiale, sia da un punto di vista emotivo e spirituale.

8. Sii riservato
Il pettegolezzo è deleterio per tutti. Non solo trasmette una brutta immagine di sé, ma non porta a nulla, se non a rancori e a reciproca sfiducia. Inoltre si trasforma quasi sempre in un boomerang. Non riferire in giro ciò che ti viene confidato,

9. Non imporre le tue idee
Una cosa è avere spirito di iniziativa e un’altra è voler sempre decidere per gli altri e indicare la strada corretta che in realtà non esiste. Non dimenticare che la visione del mondo non è univoca neanche tra gli amici più stretti.

10. Non giudicare
Qualunque punto di vista va preso per quello che è e non trasformato in una leva di ricatto e in un definitivo elemento di giudizio.

 





5. Quanti amici possiamo avere?

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In media possiamo avere circa 150 relazioni sociali stabili, ma il numero può alzarsi quanto più numerosi sono i nostri neuroni.

Un numero elevato di neuroni facilita infatti la memorizzazione delle caratteristiche di ogni membro del proprio gruppo.

Le persone che hanno più amici sono caratterizzate da una maggiore ampiezza della corteccia prefrontale, che è la zona cerebrale legata ai processi di riconoscimento e gestione delle emozioni.

Lo dice l’antropologo inglese Robin Dunbar, docente presso la Oxford University, che ha studiato a lungo le relazioni tra gruppi: dagli abitanti di Dundee (Scozia) agli agricoltori del Nepal, fino ai pastori Masai dell’Africa occidentale.

Dalle sue ricerche è emerso che la persona media dedica il 20 per cento del suo tempo di veglia (circa 3 ore e mezzo) alle interazioni sociali e il numero massimo di facce a cui associa un nome è 1.500.

Tra questi 500 sono conoscenti, 150 persone contattate 1 volta all’anno, 50 quelle che si contattano 1 volta ogni 6 mesi, 15 gli amici-parenti che si sentono almeno 1 volta al mese e 5 le persone a cui siamo emotivamente più vicini.

 

 

Curiosità: anche le mucche fanno amicizia!
Non sono gli umani hanno bisogno degli amici. Pare che anche le mucche si relazionino tra loro per rafforzare il branco.
Lo studio pubblicato nel 2020 su Frontiers in Veterinary Science è il frutto di 30 giorni di osservazione di una piccola mandria di vacche da latte.
I ricercatori hanno analizzato i loro comportamenti e l’interazione sociale, confermando che anche i bovini fanno quello che si chiama allogrooming.
Che cosa vuol dire concretamente? Consiste in un consolidamento dei legami di gruppo attraverso pratiche reciproche di pulizia del mantello.
Una mucca lecca l’altra non solo per questioni igieniche, ma anche per “socializzare” con le consimili.

 








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