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Personalità felina. Ma come sarà il mio gatto?

In psicologia si usa la parola “personalità” per indicare quelle caratteristiche che una persona mostra e che ci permettono di prevedere come si comporterà, reagirà e si sentirà in varie situazioni.

Alcuni scienziati, tuttavia, sono a disagio nell’usare questa parola quando parlano di animali non umani. Usano, invece, la parola “temperamento”.

Lasciando, però, da parte la terminologia, possiamo senza dubbio dire che la personalità di un gatto è, in realtà, il risultato di diversi fattori, fattori, come caratteristiche comportamentali ereditate e influenze ambientali.

La maggior parte di queste influenze si verifica entro i primi due mesi della sua vita. La ricerca ha dimostrato che potrebbe essere possibile classificare le “personalità” dei gatti in modo simile a quanto è stato fatto per i cani e per gli umani.

Ciò è indubbiamente un campo estremamente difficile, anche perché gli studi e le ricerche sul gatto sono ancora molto limitati, ma cercheremo di delineare alcuni tratti di base più comuni.

I test sulla personalità possono diventare sempre più accurati tra i due e i quattro anni di età, perché è in questa la fase che avviene la maturazione sociale del gatto. Pertanto, la valutazione di gatti adulti o più anziani può fornire sicuramente informazioni più accurate.

Ma come sarà il mio gatto? Tutto dipenderà da razza, storia, infanzia, genetica, esperienza, fattori ambientali… Ecco tutto quello che c’è da sapere. 

 

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1. Come si sviluppa la personalità di un gatto e come interagisce il nuovo gattino?

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Come si sviluppa la personalità di un gatto?

Il micio domestico si è evoluto come animale solitario con contatti con altri gatti solo nei periodi di accoppiamento.

La cosa sorprendente del micio è, infatti, tutt’oggi proprio la sua capacità di creare legami sociali con altri gatti e anche con altre specie di animali, come cani e umani.

Ci sono cinque possibili personalità di base nei gatti e il carattere di ciascun felino deriva, nel cinquanta per cento dei casi, dalle caratteristiche innate della razza e, nel restante cinquanta per cento, dalle esperienze di vita di ciascun animale.

Indubbiamente, se si tratta di gatti col pedigree, la conoscenza della razza, la valutazione dei genitori, dell’ambiente e dell’educazione del gattino sono considerazioni importanti.

Quando, però, si tratta di un gattino abbandonato od orfano, sul quale non abbiamo molte informazioni, il tutto si complica di gran lunga.

Come interagisce il nuovo gattino? Alcune importanti domande da porsi in entrambi i casi sono: c’è stata un’adeguata esposizione alle persone, sia adulti che bambini?

Il gattino è stato maneggiato frequentemente, preferibilmente su base giornaliera per almeno 15 minuti? Come si comporta il gattino quando viene sollevato e preso in braccio dai potenziali proprietari?

Soffia, morde o graffia, o fa le fusa? Il gattino si avvicina alle persone o si nasconde? Qual è, normalmente, il comportamento della mamma e del padre?

L’osservazione generale del temperamento di tutti i gattini della cucciolata e dei genitori è molto utile.

 

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2. Genetica: la personalità della madre e l'esperienza precoce

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Ma che ruolo ha la genetica sulla personalità del gattino?

Non sorprende che gli studi abbiano confermato che non solo la personalità è ereditata dalla madre, ma che la socialità, in particolare, è in parte ereditata dal padre.

La paternità è un fattore importante nella determinazione della personalità dei gatti e, secondo la ricerca, la socievolezza del padre ha un effetto significativo su quella della sua prole, indipendentemente dalla quantità e qualità di esperienza avuta dai gattini.

La genetica dei gatti definisce molte cose, dal colore del mantello, alla personalità. I geni ci spiegano, ad esempio, come mai, i gatti Siamesi sono così chiacchieroni, i Ragdoll sono coccoloni, gli Sphynx sono glabri.

Nonostante tante malattie siano multifattoriali, quindi, hanno più di una causa che può essere sia genetica sia ambientale, alcuni ricercatori hanno identificato, attraverso il sequenziamento genetico dei cromosomi, che certi gatti hanno mutazioni genetiche che li predispongono a sviluppare malattie specifiche.

Alcune di queste condizioni sono persino tipiche della razza. Il ruolo dell’esperienza riveste una posizione chiave. Infatti, sembra che i gattini maneggiati tra le due e sette settimane di età dall’essere umano siano più amichevoli, possiedano maggiorni capacità e siano meno aggressivi.

Un gattino inizia a mostrare la sua personalità unica molto presto nella sua vita, già a circa due/ tre settimane, quando più precisamente comincia a muoversi.

Probabilmente è in questo periodo che possiamo iniziare a osservare e a etichettare tratti distintivi della sua personalità. Ci vogliono, poi, circa due anni perché maturino completamente sia mentalmente che fisicamente.

I principali cambiamenti avvengono nelle prime dodici settimane di vita. Quindi, dovrebbe essere speso molto tempo con il gattino, perché questo è il momento in cui svilupperà le sue abilità sociali.

I gattini stimolati e manipolati sin dalla nascita sono più sicuri, più socievoli, più esplorativi, più veloci nella maturazione e sono più capaci di gestire lo stress durante lo sviluppo.

La manipolazione anticipata dei gattini riduce il tempo di avvicinamento agli estranei e una manipolazione regolare e frequente sin dalla nascita aumenta la probabilità che il gattino si rapporti bene alle persone quando viene poi adottato.

 

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3. Fattori ambientali e il ruolo della storia

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Man mano che i gatti si sviluppano, ci sono numerosi stimoli - suoni, odori e altri eventi - che, se non familiari, possono portare a paura e ansia.

L’assuefazione è il processo per abituarsi e non reagire a quegli stimoli attraverso un’esposizione continua in circostanze che non hanno conseguenze spiacevoli.

Quindi, una casa in cui l’interazione dei membri della famiglia umana è in equilibrio e tranquilla sarà tendenzialmente inadatta a un gatto cresciuto in un ambiente opposto, ovvero rumoroso e molto attivo.

La storia di un gatto gioca un ruolo importante nella sua personalità, oltre che nel suo comportamento. Dei mici domestici, molti dei quali possono essere stati trovati per strada o adottati da rifugi per animali, spesso si conosce molto poco della loro storia.

Un gatto potrebbe essere stato maltrattato oppure potrebbe essere stato amato e vissuto in famiglia precedentemente, ma per un qualche motivo si ritrova in un gattile.

La genetica fornisce le istruzioni innate che guidano lo sviluppo della personalità di un gattino, ma i suoi contatti sociali e l’ambiente hanno anch’essi un impatto fondamentale.

I gattini imparano perfettamente e di più dal contatto con le loro madri. Se una madre è nervosa o ansiosa, i suoi gattini apprenderanno i suoi atteggiamenti.

D’altra parte, una madre che è sicura, giocosa e socievole verso gli umani guiderà i suoi cuccioli in quella direzione. Oltre a imitare la madre, i gattini imparano i limiti e i comportamenti sociali attraverso il tempo di gioco e le interazioni con i fratelli.

Tutto questo aiuta un gattino ad aumentare la sua fiducia mentre impara a conoscere il mondo. Indubbiamente, quindi, la sua storia personale, la storia del suo sviluppo, è di fondamentale importanza.

 

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4. Le personalità di base del gatto, il gatto-uomo e il gatto-gatto

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- LE PERSONALITÀ DI BASE DEL MICIO
Conoscere la personalità di base del nostro gatto, quindi, può anche aiutarci a migliorare il nostro rapporto, ma pure a tenere sotto controllo il suo stato di salute.
Un cambiamento di personalità, infatti, potrebbe indicare un problema medico di fondo, come ad esempio un gatto che normalmente è attivo e improvvisamente stia ritirato o si nasconda più spesso.

 

- IL GATTO-UOMO
Questa personalità fa riferimento a quei gatti che presentano un livello molto alto di socializzazione con gli esseri umani.
Trovano molto piacevole condividere il proprio ambiente con il proprietario e persino con nuove persone. Amano le coccole e il contatto fisico e passano molto tempo a fare le fusa in grembo al padrone.
Sono generalmente felici di condividere la casa, la vita con il loro umano e spesso anche il loro spazio personale.

 

- IL GATTO-GATTO
Situazione opposta per quei gatti che, invece, trovano più facile vivere e integrarsi con altri mici e meno con l’essere umano.
Hanno un livello moderato di dipendenza nei confronti del proprietario perché preferiscono il contatto con i propri simili.
Questo non significa che non provino affetto per il loro umano, ma semplicemente si sentono a loro agio interagendo maggiormente con i propri simili.

 

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5. Il gatto-curioso, il gatto-cacciatore e il gatto-irascibile

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- IL GATTO CURIOSO
Sono felini che mostrano molta curiosità, esplorano costantemente il territorio e spesso diffidano degli estranei o di nuovi animali.
Questi mici sono molto estroversi e tendono ad avere bisogno di più stimoli mentali e di arricchimento ambientale.
Possono annoiarsi facilmente e spesso possono incorrere in comportamenti distruttivi per sfogare le loro energie represse.

 

- IL GATTO CACCIATORE
Tutti i gatti hanno un forte istinto di caccia, ce ne sono alcuni che sono indubbiamente più attivi e facilmente stimolabili di altri. Questi felini hanno bisogno di esercizio costante per stimolare il corpo e la mente.
È possibile identificarli grazie al loro costante desiderio di giocare. È necessario fornire loro molti giocattoli e trascorrere del tempo ogni giorno giocando con loro.

 

- IL GATTO IRASCIBILE
Questa è la personalità più nota nei gatti che spinge l’opinione pubblica a considerare questi animali domestici come poco propensi al contatto umano e indipendenti.
In realtà, si tratta di una caratteristica genetica, condivisa anche dai grandi felini. Esprimono il loro affetto in un modo diverso, che non è spesso quello fisico.
La chiave per convivere serenamente con un gatto facilmente irascibile è dargli molte opportunità di nascondersi, fornendo nascondigli in tutta la casa, tunnel per gatti, un tiragraffi alto o anche semplicemente una scatola di cartone.
Non solo, ma anche imparare a interpretare la sua comunicazione corporea per terminare il contatto fisico prima che si irriti. Infine, ricordiamoci che è sempre vietato sgridare qualsiasi gatto, indipendentemente dal carattere e dalla personalità, perché aumenterà i suoi livelli di ansia.
Piuttosto, impostiamo una routine giornaliera, come il momento dell’alimentazione e del tempo di gioco.

 

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