Pony Highland: il “principe scozzese”

Piccolo ma dalla corporatura solida, da sempre vicino agli scozzesi nella vita di ogni giorno il pony Highland è molto apprezzato per la sua intelligenza e versatilità.

In termini di equini gli scozzesi amano, evidentemente, gli estremi. Le loro razze autoctone sono o molto grandi o estremamente minute.

Il loro cavallo più famoso è infatti il gigante Clydesdale, uno dei più grandi al mondo. E poi ci sono i pony e anche qui siamo ai due estremi: il corpulento pony Highland da una parte e il minuscolo pony Shetland dall’altra.

A dispetto delle differenze evidenti in termini di stazza questi due pony condividono la caratteristica di essere estremamente robusti.

Da sempre, infatti, vengono allevati allo stato brado in un Paese bellissimo, certo, ma con un clima non propriamente mite.

Per questo motivo hanno una grande capacità di adattamento: non badano al vento e alla pioggia e sanno mantenersi in piena forma anche d’inverno quando l’erba scarseggia.

Tra di loro il meno famoso è il pony delle Highlands, le ‘terre alte’, la regione montuosa del Paese e una delle aree più scenografiche d’Europa.

È questa la casa del Pony Highland, uno dei più massicci e forti tra i pony delle Isole Britanniche, con gambe d’acciaio, allenate da sempre sui dislivelli e amante dello spazio e della libertà, ma dalla natura gentile e mite.

1. Apprezzato da sempre

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Della storia del pony Highland non si sa molto: di certo deriva dall’ormai estinto pony Celtico che è stato il progenitore della maggior parte delle razze pony delle Isole Britanniche.

Di questi pony raccontarono con ammirazione gli antichi Romani che se ne servirono soprattutto come animali da basto, per trasportare in particolare legna e selvaggina, elogiandone la robustezza e il piede sicuro, ma anche la grande dedizione al lavoro, la capacità di adattamento e la gentilezza.

Questi tratti sono rimasti ‘in dote’ al progenitore del pony Highland che per lungo tempo è stato principalmente un pony ‘da fattoria’ capace di fare tutto quello che serviva, dall’arare i campi, al trasportare legname sul basto, all’essere impiegato nei trasporti attaccato davanti a carri e calessi, ma anche a essere montato.

Oggi, a sella e alle redini lunghe, è impiegato soprattutto nei trekking, ma anche negli sport equestri: è infatti in grado di accompagnare in sicurezza dai primi passi in sella alle prime competizioni.

Si muove infatti molto bene e non sfigura certo nei rettangoli da dressage ed è un discreto e coraggioso saltatore. Essendo di stazza importante, inoltre, può essere tranquillamente montato anche da adulti non troppo pesanti.

2. Moderno ma tradizionale

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Nei secoli i Garron, i pony delle fattorie delle Highlands, sono stati via via incrociati con cavalli provenienti dal continente in periodi di guerra o per commercio, ma anche con altre razze inglesi.

Questa è una caratteristica comune a molti pony e cavalli autoctoni delle Isole Britanniche. Non c’è stato, però, fin da tempi lontani, l’obiettivo di creare una razza con caratteristiche adatte a uno scopo preciso e con un intento di commercializzazione.

I pony dovevano essere prima di ogni altra cosa animali da lavoro, indipendentemente dalla genealogia.

Quale che sia l’origine, il risultato è stato notevole: il pony Highland è compatto, di grande mole, resistente, capace di mostrarsi a proprio agio tanto sotto la sella quanto attaccato e su qualunque terreno, con un carattere vivace, ma molto docile, e dotato di ottimo cervello.

Una curiosità: i pony della Regina
A Balmoral, residenza estiva della famiglia Windsor, c’è un nutrito gruppo di pony Highland allevati nei 26.000 ettari di brughiera attorno al castello. Sono i discendenti dei pony che la compianta Regina Elisabetta ha iniziato ad allevare qui molti anni fa e che nel tempo si sono rivelati da una parte fonte di soddisfazione pubblica e dall’altra un grande aiuto nel lavoro dei guardiacaccia, nonché per le attività della famiglia reale.
Gli Highland della regina, conosciuti perché nel nome portano appunto il prefisso ‘Balmoral’, vengono allevati soprattutto per il lavoro: la gran parte della tenuta non è attraversabile in macchina e il loro compito principale è portare sul basto la selvaggina nella stagione della caccia o in caso di abbattimenti selettivi. Alcuni di loro invece sono avviati alle gare di presentazione dove sono risultati spesso vincenti.

3. Mantenere l’identità

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In tempi molto più recenti si è diffusa anche tra gli allevatori di pony nativi della Gran Bretagna la tendenza a ‘migliorare’ che è stata caratteristica di molti Libri Genealogici.

La scelta ha portato il rischio di ritrovarsi sostanzialmente con un ‘tipo’ più che con una razza, un pony britannico dal fisico armonioso e dal buon carattere, che però rischiava di perdere l’unicità che ogni razza porta con sé.

Per questo è stata decisa una marcia indietro con l’intenzione sì di produrre pony moderni e impiegabili nell’ambito dell’equitazione, ma più vicino possibile “all’ideale della loro razza”.

Nelle gare di presentazione, quello Showing che in Inghilterra ha un numero enorme di appassionati, i giudici premiano quindi i pony dal fisico e dalle andature corrette, ma ognuno secondo gli standard della loro razza.

Un pony Highland e un pony Fell, ad esempio, non saranno mai valutati secondo gli stessi parametri, essendo animali molto diversi per fisico e attitudine.

La scelta di ‘tornare alle origini’ senza perdere in modernità è stata evidente quando, negli anni Novanta, il più grande evento equestre in Gran Bretagna, l’Horse of the Year Show, ha inaugurato una nuova categoria nelle gare di presentazione e cioè la Mountain and Moorland che racchiude i pony britannici autoctoni valutati ognuno secondo i loro standard di razza.

Anche il premio finale, riservato al (o alla) migliore fra i primi classificati di ogni razza, non decide se, ad esempio, un pony Exmoor è migliore di un pony Welsh, ma premia quello che, fra tutti, è più vicino allo standard della propria razza.

Gare come queste, è evidente, determinano la direzione dell’allevamento premiando gli sforzi degli allevatori di rispondere alle richieste dei giudici, salvaguardando così la purezza di ogni razza.

4. Conosciamolo meglio

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- Carta d’identità
■ Testa: Ben portata, breve, con guancia ampia e muso largo
■ Occhi: attenti e dolci
■ Orecchie: piccole e mobili
■ Collo: muscoloso e mediamente lungo, si fonde morbidamente con il garrese che è poco evidente

■ Criniera e coda: ricche di crini, fluenti, lunghe; non vanno tagliate
■ Avambracci: forti e ben diretti
■ Ginocchia: larghe e piatte
■ Stinchi: brevi e robusti
■ Petto: ampio e forte
■ Torace: profondo, con costole ben arrotondate
■ Linea dorso-lombare: piuttosto breve, specie nei maschi, e forte
■ Groppa: rotonda, ampia, giustamente inclinata.
■ Arti posteriori: robusti con coscia ben sviluppata e gamba forte
■ Garretti: forti e piatti
■ Pastorali: di media inclinazione
■ Piedi: robusti, ampi e ben formati con unghia nera
■ ‘Piume’: i nodelli sono ricoperti di peli lunghi e setosi

- Le caratteristiche
■ Tipo: meso-brachimorfo
■ Altezza al garrese: non oltre i 148 cm
■ Mantello: falbo e sorcino (spesso con riga mulina e zebrature agli arti), grigio, palomino, cremello, ma anche baio scuro, morello, baio e, talvolta, sauro bruciato con coda e criniera bionde. Una piccola macchia bianca sul muso è accettata, ma in generale il bianco è scoraggiato. Il pelo degli Highland d’inverno è doppio per resistere al freddo e alla pioggia scozzese: lo strato superiore, duro e lungo, copre un sottopelo foltissimo. Il mantello dell’estate è invece liscio, morbido e corto.
■ Attitudini: pony eclettico si adatta bene alla sella e alle redini lunghe, nonché al basto.





5. Amico di famiglia

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L’avvicinamento alla perfezione non riguarda certo solo l’aspetto fisico, ma anche le andature e il carattere, anche se quest’ultimo è meno facile da stabilire in sede di presentazione.

Se in gara i pony Highland sono serissimi, è nella vita reale che si fanno conoscere per il loro carattere.

La dedizione al lavoro dei tempi antichi è rimasta e oggi permette loro di fare tante cose e farle tutte bene anche se certo non nascono come pony sportivi.

Sono però curiosi e disponibili e imparano presto. Sono inoltre completamente affidabili e pazienti e questo fa di loro una scelta sicura per una famiglia che voglia un compagno di vita, capace di fare felici adulti e bambini.

A chi rivolgersi? Le associazioni ufficiali di razza gestiscono i Libri Genealogici e promuovono iniziative che contribuiscono all’allevamento, al miglioramento, alla valorizzazione e alla diffusione delle diverse razze equine. Nel caso del Pony Highland l’associazione di razza è la Highland Pony Society:
HIGHLAND PONY SOCIETY
www.highlandponysociety.com
info@highlandponysociety








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