Il numero delle scimmie, i nostri parenti più prossimi, cala anno dopo anno, soprattutto per colpa nostra.
L’allarme è confermato dalla IUCN, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, che ha stilato (come avviene ogni 2 anni) una lista delle 25 specie di primati più minacciati al mondo, da cui emerge un quadro non incoraggiante.
Al mondo esistono circa 350 specie di primati, delle quali un centinaio appartengono al ricchissimo gruppo dei lemuri del Madagascar.
Vivono negli ambienti tropicali, e in parte anche in quelli temperati, ma nonostante questa diversità più della metà sono minacciate a causa della distruzione dell’habitat e della caccia illegale.
Per oranghi e gorilla (e altri primati meno famosi) la convivenza con l’uomo non è affatto facile: quando le foreste dove questi animali vivono vengono tagliate spariscono le loro case e il loro cibo.
La costruzione di strade e villaggi invade il loro habitat, facilitando i cacciatori e “imprigionando” i superstiti in piccoli fazzoletti di foresta.
Così per le scimmie è più difficile riprodursi tra gruppi differenti e la diversità del loro patrimonio genetico si riduce, rendendole più vulnerabili alle malattie.
Ecco, secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), alcune delle specie di primati più minacciati al mondo.
1. L’esperienza dei gorilla
L’area più a rischio non è l’Amazzonia, ma le foreste dell’Africa equatoriale e del Sud-Est asiatico, come quelle di Vietnam e Cina, Malesia e Thailandia.
La maggior parte delle scimmie più minacciate al mondo si trova in questi luoghi.
In alcuni casi è stato possibile proteggerle con grande efficacia, come è avvenuto con i gorilla di montagna, presenti in Africa centro-orientale, tra Uganda e Ruanda.
I turisti che vogliono vederli pagano una somma elevata (circa 600 dollari per un incontro della durata di un’ora), che finanzia direttamente il parco, che così può garantire uno stipendio ai ranger e una rendita alle comunità del posto per proteggere la foresta.
Purtroppo il “modello gorilla” non funziona dappertutto, perché occorre una visione politica favorevole nel Paese ospitante, una parte della popolazione di scimmie “abituate” agli uomini, che viva in gruppo e non si muova troppo e soprattutto un interesse elevato da parte del pubblico, che non esiste per tutti i primati.
I gorilla sono diventati delle “star”, ma lo stesso non si può dire per alcuni loro cugini meno noti, come colobi, langur e gibboni.
2. Il bracconaggio, un vero pericolo
Un altro rischio per gran parte di questi animali è rappresentato dalla caccia illegale: in molti Paesi le scimmie vengono abitualmente mangiate.
Quando i primati erano più abbondanti, le foreste sconfinate e i cacciatori pochi e male equipaggiati, l’impatto di questo prelievo in natura era trascurabile.
Ma oggi è tutto l’opposto: in alcuni casi i bracconieri, armati di fucili, entrano nei parchi naturali per cacciare le poche scimmie rimaste e rivenderle sui mercati. E spesso, se una madre viene uccisa, il piccolo viene catturato per essere venduto come animale domestico.
Chiaramente tutte queste attività sono illegali, ma molti Paesi in via di sviluppo non hanno le risorse e il personale per far rispettare le leggi a protezione degli animali, così i bracconieri e i mercanti illegali, purtroppo, raramente vengono arrestati.
Le scimmie vengono sterminate per soddisfare la crescente richiesta di carne che è particolarmente intensa intorno ai campi di sfruttamento minerario artigianale e di sfruttamento forestale, dove la carne di selvaggina è generalmente la principale fonte di proteine.
Il duplice effetto di un’alimentazione insufficiente e dell’inquinamento dovuto alle miniere illegali potrà solo esacerbare la minaccia per la biodiversità della regione, innescando una serie di eventi che potrebbero compromettere i mezzi di sussistenza per numerose comunità locali.
3. Macaco crestato di Celebes e Colobo Velleroso
- MACACO CRESTATO DI CELEBES
Il macaco crestato (Macaca nigra) è conosciuto grazie ad alcuni “selfie” che una di queste scimmie si era fatta premendo il pulsante della macchina fotografica del fotografo David Slater e a un reportage del fotografo di National Geographic Stefano Unterthiner.
Confinati nel Parco naturale di Tangkoko, nel nord dell’isola di Sulawesi, in Indonesia, i macachi sono ancora oggi cacciati illegalmente e mangiati, nonostante la protezione.
In più le aree agricole e i frequenti incendi distruggono le foreste tropicali dove vivono.
- COLOBO VELLEROSO
Con i suoi lunghissimi peli bianchi e neri il colobo (Colobus vellerosus) non passa inosservato.
E infatti è spesso vittima della caccia illegale in gran parte dell'Africa occidentale, dove ancora sopravvive in foreste sempre più piccole, assediate dalle piantagioni.
La sua distribuzione è ancora ampia e conta 4 Paesi, che tuttavia erano il doppio fino a una ventina di anni fa.
4. Langur dorato, gorilla di pianura orientale e scimmia ragno dalla testa nera
- LANGUR DORATO
Il manto dorato e il volto scuro rendono il langur dorato (Trachypithecus geei) molto riconoscibile.
Tutti i circa 12 mila individui rimasti sopravvivono in un’area ai piedi delle montagne di India e Bhutan.
Passano la loro vita sugli alberi, quindi sono molto vulnerabili alla distruzione della foresta.
Purtroppo, molti dei luoghi in cui questa scimmia si incontra non sono ancora stati protetti, ma dovrebbero diventarlo nei prossimi anni perché l’India sta investendo sempre di più nella conservazione della natura.
- GORILLA DI PIANURA ORIENTALE
I gorilla di pianura (Gorilla beringei graueri), la sottospecie che vive in Africa orientale, sono i più numerosi, anche se non si hanno dati precisi.
La maggior parte degli individui, infatti, si trova nella Repubblica Democratica del Congo, un Paese politicamente instabile che rende molto difficile condurre ricerche sul campo.
Probabilmente nell’arco di soli 20 anni il loro numero si è dimezzato e potrebbero esserci meno di 4 mila individui, minacciati dai bracconieri che vendono la loro carne.
- SCIMMIA RAGNO DALLA TESTA NERA
Veri acrobati della foresta, le scimmie ragno (Ateles fusciceps) si muovono con sorprendente agilità a decine di metri di altezza, usando la coda prensile come un ulteriore braccio con il quale aggrapparsi ai rami.
Tra tutti gli appartenenti a questo gruppo, quelli della sottospecie che vive in Ecuador, in Sudamerica, sono i più minacciati: ne sopravvivono solo 300 individui, esposti al rischio della deforestazione.
5. Orango del Borneo e Gibbone di Hainan
- ORANGO DEL BORNEO
Insieme ai gorilla, gli oranghi (Pongo pygmaeus) sono i primati più grandi al mondo: possono pesare più di 100 kg e vivono tra le chiome degli alberi nutrendosi di frutta, germogli, miele, insetti e a volte uova.
Purtroppo negli ultimi 30 anni molte foreste del Borneo, nel Sud-Est asiatico (Malesia e Indonesia) sono state tagliate per fare posto a piantagioni di palma da olio, provocando un crollo della popolazione degli oranghi.
Oggi queste scimmie sono protette ma vanno tenute sotto stretta osservazione, come già accade con l’altra specie di orango di Sumatra (Pongoabelii), altrettanto minacciata.
- GIBBONE DI HAINAN
Forse tra tutti i primati nessuno è più in pericolo di questo gibbone (Nomascus hainanus), che vive ad Hainan, una grande isola tropi- cale nel sud della Cina.
Nei primi anni del 2000, a causa della distruzione delle foreste locali, erano rimasti solo una dozzina di individui, un numero incredibilmente ridotto.
Oggi, grazie alla massima protezione e alla lenta “ricostruzione” delle foreste, il loro numero è raddoppiato: ci sono speranze, ma la situazione rimane molto critica.