Il corpo adotta delle posizioni che complessivamente esprimono un “atteggiamento” che cambia in funzione delle varie situazioni ed esigenze.
Una parte dell’espressione corporea è impostata e governata dalla volontà, un’altra parte, però, sfugge al nostro controllo volontario e rappresenta il linguaggio segreto del corpo, espressione della nostra personalità individuale.
Dall’atteggiamento posturale, dalle posizioni e dai gesti, emerge la personalità, il carattere, la valutazione di sé, la sicurezza, la spontaneità e il modo in cui ognuno di noi si pone in relazione col mondo.
Secondo la bioenergetica questi tipi rivelano l’impronta di base tipologico-caratteriale della persona e rappresentano cinque modi di differire dalla struttura ideale della postura e cinque atteggiamenti difensivi, con cui si reagisce allo stress, alle relazioni e al mondo.
Quando si discosta dalla postura ideale, il corpo può:
• scomporsi e lateralizzarsi (posizione asimmetrica).
• crollare come se fosse stanco (posizione dipendente).
• piegarsi e comprimersi (posizione oppressa).
• ingrossarsi nella parte superiore (la cosiddetta posizione dominante).
• irrigidirsi (posizione rigida).
Guardandoti allo specchio, cerca di individuare in una delle figure che illustrano le varie posizioni (o nella combinazione di alcune di esse), che presentiamo nei nostri cinque punti, quale si avvicina di più alla tua.
Sappi che i tipi proposti sono “modelli puri”, mentre quasi tutte le persone in realtà sono combinazioni. Può dunque succedere che sia necessario osservare figure diverse, o parti di esse, per ottenere un risultato accurato.
Se è così le tue caratteristiche saranno il risultato di una combinazione di vari tipi. Un metodo molto utile per comprendere il significato delle posizioni del corpo è di assumerle e osservare come ci si sente in ciascuna di esse. I sentimenti che ne risultano dovrebbero darvi un’idea di cosa provano le persone con questi atteggiamenti posturali.
Nella realtà si trovano essenzialmente tipologie miste che possono presentare degli aspetti secondari di altri tipi, pur appartenendo principalmente alla tipologia che li rappresenta in modo più ampio.
La traccia tipologica è importante per cogliere gli aspetti predominanti della personalità dai quali si può acquisire consapevolezza e sui quali si può lavorare, considerandoli una sorta di bussola per orientarsi.
Scopriamo allora i principali atteggiamenti posturali che svelano il tuo carattere
1. La postura asimmetrica
Questo atteggiamento posturale è tipico della tipologia cerebrale, termine con cui definiamo una persona con un senso di sé ridotto, con un Io debole e un contatto notevolmente limitato con il corpo e le sue sensazioni.
I movimenti della persona “asimmetrica” appaiono non armonici:
• a volte può muoversi a scatti, con movimenti meccanici e con brusche interruzioni, quasi come se fosse una marionetta;
• in altri casi i movimenti della persona cerebrale ricordano molto quelli di una bambola di pezza, morbidi ma slegati.
Queste due modalità di movimento si rifanno alla stessa matrice emotiva che ha radici antiche, infantili e a volte addirittura prenatali, differenziandosi, però, nella modalità espressiva.
- A livello fisico
Le varie parti del corpo della persona “asimmetrica” appaiono sconnesse e divise l’una dall’altra.
La parte alta e quella bassa, il lato destro e quello sinistro presentano asimmetrie più o meno evidenti, nel corpo e nel viso.
Una spalla può essere più alta dell’altra, il busto tende a piegarsi lateralmente, il bacino è contratto e le gambe rigide, con i piedi “scomposti”. Il corpo trova un equilibrio nel disequilibrio e manifesta la difficoltà della persona a unire corpo e mente, pensieri ed emozioni.
Dal punto di vista bioenergetico il primo caso (movimenti a scatti) è stato definito “tipologia cerebrale legata”: è caratterizzata da muscolatura asciutta, contratta e tesa e corporatura smilza.
Il secondo caso (movimenti morbidi ma slegati) è stato definito “tipologia cerebrale slegata”: il corpo ha marcate differenze tra la parte alta e quella bassa.
Quest’ultima spesso è dilatata e atonica. Le articolazioni si presentano deboli e con lassità legamentosa.
Qui possiamo ipotizzare che la problematica psicoenergetica di base risalga a momenti prenatali più antichi.
La tipologia cerebrale privilegia le attività mentali a discapito del senso pratico e degli aspetti materiali e per questo in essa emergono le componenti creative, intellettuali, artistiche e spirituali.
Ecco perché la persona si muove tendenzialmente nel mondo artistico o immaginativo o predilige lo studio e la ricerca scientifica, nei suoi aspetti più analitici e rigorosi.
Dotata di elevata ricettività intuitiva, ha la tendenza a proteggersi e ripararsi dal mondo emotivo, per la sua estrema sensibilità e vulnerabilità.
È una persona che, nel primo periodo di vita, ha avuto un trascorso difficile o una non completa accettazione da parte dei genitori, oppure ha vissuto situazioni traumatiche difficili da elaborare.
Potrebbe aver ricevuto poco calore emotivo e un profondo distacco e così per non sentire la freddezza nelle relazioni primarie si è allontanata dalle sensazioni corporee, che sarebbero vissute conflittualmente, e si è rifugiata nella componente mentale e nella cerebralità. - Qui l’energia non fluisce
L’energia trattenuta non scorre fino alle strutture periferiche del corpo, cioè negli organi che stabiliscono il contatto con il mondo esterno: viso, mani, genitali e piedi, impendendo a livello energetico il completo contatto con il nucleo.
Allo stesso modo anche i sentimenti non fluiscono liberamente verso l’esterno, ma sono bloccati da tensioni muscolari croniche localizzate alla base del capo, nelle spalle, intorno al diaframma, nella pelvi e nelle articolazioni delle anche.
Il soggetto non si identifica con il suo corpo e se ne dissocia. - Mancanza di autostima
Questa tipologia non ha potuto sviluppare un grado sufficientemente alto di autostima, a causa di un percorso emotivo in genere fortemente perturbato, che non gli ha permesso una crescita ottimale rispetto all’integrazione corporea e al contatto con la realtà.
Questa scarsa autostima si esprime in particolare sotto forma di un basso grado di autoconsiderazione di base, sfiducia in se stesso, scarsa capacità di esprimere le emozioni.
Invece, nel suo mondo elettivo dove può sviluppare un alto livello di competenze specifiche e raggiungere riconoscimenti e successo il suo grado di autovalutazione può risultare buono (autostima specifica).
Le aree fondamentali in cui è sostenuto da una buona autostima sono soprattutto quella scolastica e professionale (intellettuale e artistica), mentre quelle in cui potranno esserci un’evoluzione e uno sviluppo maggiore legato all’emotività, ai sentimenti e alle sensazioni, saranno l’area corporea e le aree relazionale, familiare e sociale. - Evoluzione della tipologia cerebrale
L’elemento principale su cui operare è arrivare a sentire il corpo unito in tutte le sue parti in modo da percepire maggiormente la parte inferiore del corpo (bacino, gambe e piedi), sviluppare il grounding e unire il corpo con la mente.
2. La postura dipendente
Una personalità con struttura dipendente contiene molti tratti tipici del periodo della prima infanzia: scarso senso di indipendenza, tendenza ad aggrapparsi agli altri, basso livello di aggressività, profondo bisogno interiore di esse- re curato e sorretto.
Il corpo della persona “dipendente” può essere:
• longilineo, come una “canna al vento”;
• dilatato e atonico, come un “sacco vuoto” (in questo caso c’è una compensazione orale del senso di vuoto, con l’assunzione di cibo).
- A livello fisico
Il corpo si curva verso il basso e la testa è protesa in avanti, il petto è incavato e le ginocchia sono serrate.
Il corpo assume una posizione come se avesse bisogno di sostegno. La testa spinta in avanti dimostra un protendersi quasi per cercare nutrimento.
Le spalle arrotondate rivelano mancanza di aggressività e incapacità di prendere ciò che è necessario. Il petto incavato trattiene una profonda tristezza.
La tensione nell’addome blocca i sentimenti di vuoto; le ginocchia serrate servono a sostenere il corpo, malgrado la mancanza di energia e di forza. Il corpo tende a essere lungo e sottile, ma differisce da quello tipico della postura cerebrale perché non è smilzo e contratto.
Lo scarso sviluppo muscolare è particolarmente evidente nelle gambe e nelle braccia.
Anche i piedi sono esili e stretti. Le gambe danno quasi l’impressione di non essere in grado di sostenere il corpo.
Vi sono poi altri segni di immaturità fisica: la pelvi, sia negli uomini che nelle donne, può essere adolescenziale e la peluria è spesso ridotta.
Il seno nelle donne si presenta piccolo, appena abbozzato, infantile, oppure ipersviluppato. - Un vuoto interiore
Il tipo dipendente è afflitto da un senso di vuoto interiore. Il senso di privazione che lo caratterizza è dovuto alla mancanza di contatto con una figura materna calda, sufficientemente affettuosa e protettiva, perché assente o per problematiche analoghe della madre stessa.
Tale assenza gli ha impedito di soddisfare in modo completo e corretto i propri bisogni di amore, calore e contatto nel primo anno di vita (fase orale).
E così è come se si aspettasse che arrivi qualcuno a riempirlo, anche se a volte si comporta come se fosse lui quello che dà il suo appoggio agli altri.
Ha, sia in senso letterale che figurato, difficoltà a stare in piedi da solo, ma questa tendenza può essere mascherata da un atteggiamento esagerato di indipendenza.
Un altro tratto tipico è ritenere che tutto gli sia dovuto, atteggiamento che deriva dall’esperienza precoce di deprivazione. È soggetto a repentini sbalzi di umore, a momenti di malinconia e tristezza o di grande euforia. In ambito sociale è loquace e intelligente.
Dal punto di vista bioenergetico il primo caso, descritto sopra, denominato “tipologia dipendente longilinea”, ha costituzione longilinea, con zone di avvallamento allo sterno e tra le scapole, muscolatura scarsa.
Il secondo caso denominato da noi “tipologia dipendente dilatata” ha la figura arrotondata nel viso e nel corpo, con tendenza al sovrappeso e al ristagno di liquidi. - Qui l’energia è debole
Dal punto di vista energetico la struttura dipendente è caratterizzata da una carica ridotta.
L’energia non è congelata nel nucleo come nella condizione cerebrale, ma fluisce molto debolmente verso la periferia del corpo. Tutti i punti di contatto con l’ambiente hanno una carica debole.
La mancanza di energia e di forza, tuttavia, è più evidente nella parte inferiore del corpo, perché lo sviluppo nel bambino procede dalla testa in giù. - Autostima altalenante
Questa tipologia gode di un’autostima “fluttuante” e di sbalzi di umore. Avendo un’energia non molto alta, in alcuni momenti si infiamma e si sente euforica, dimostrando un alto grado di considerazione.
All’esaurirsi dell’energia, è predisposta a cadute nella malinconia, momenti in cui necessita di un appoggio e di riconoscimento, che non ricerca in se stessa, ma negli altri, da cui diventa dipendente.
Appena riceve ciò di cui ha bisogno, recupera energia e autostima. Quando, invece, non si sente sorretta e nutrita affettivamente, può avvertire di nuovo stanchezza, delusione e esaurimento.
È poco autocritica, ha difficoltà ad esprimere i propri bisogni e avverte spesso insoddisfazione e mancanza di appagamento.
In lei si riscontra una correlazione tra bassa autostima, minimo livello di energia, scarsa aggressività, modesto radicamento (grounding) e sviluppo muscolare. In ambito sociale può avere una buona autostima perché è loquace e dotata di buone capacità comunicative. - Evoluzione della tipologia dipendente
Questa tipologia dovrebbe imparare a sviluppare una maggiore autonomia, possibile accrescendo la muscolatura, il sostegno sulle gambe e la relazione con la componente aggressivo-volitiva.
3. La postura oppressa
Questo atteggiamento posturale è tipico della tipologia sottomessa. Si tratta di una persona con una buona carica di energia, che però viene frenata nella sua espressione.
La struttura brevilinea del “sottomesso” si può associare alle seguenti caratteristiche fisiche:
• una componente rotondeggiante adiposa. I tessuti del tronco sono lievemente più atonici, il viso è più rotondeggiante;
• un aspetto maggiore di rigidità, con il bacino inflessibile e spinto in avanti.
- A livello fisico
Il corpo della persona “oppressa” ha una struttura tendenzialmente brevilinea e muscolosa, gli arti sono lievemente più corti rispetto al tronco, le mani e i piedi sono squadrati.
La muscolatura è generalmente ipersviluppata, con la gola e i glutei contratti. Il corpo, schiacciato verso il basso, si curva in avanti. In questa posizione appare come se fosse sotto sforzo, come se stesse trasportando un carico pesante o se fosse bloccato in una posizione spiacevole.
I tessuti dell’apparato muscolo-scheletrico tendono tanto più ad accorciarsi quanto maggiore è la compressione nel corpo e le due “strettoie” principali di quest’ultimo, il collo e la vita, tendono a sparire.
Il collo corto, con la testa tendenzialmente incassata tra le spalle, riflette la paura di rischiare, come se stesse per schivare un colpo.
Si avverte quasi un senso di sconfitta nel curvarsi in avanti della parte superiore del corpo. Mentre la parte anteriore, più corta e tesa, trattiene nel retro i senti- menti di rabbia e di aggressività, così come le spalle ruotate in avanti.
Sul dorso, a livello cervicale può esservi un deposito adiposo (la cosiddetta “gobba di bisonte”). E a livello della schiena c’è un appiattimento della curva lombare e il bacino è ruotato in avanti con la muscolatura anale contratta. - Ha la sensazione di essere “schiacciato”
Il tipo sottomesso può svilupparsi all’interno di una famiglia che lo ha investito di troppo amore. La figura della madre in questo caso può essere spesso risultata opprimente.
E l’ansia eccessiva del genitore provoca una sensazione di umiliazione e soffocamento.
Perciò questo tipo è cresciuto con la sensazione di essere schiacciato e di essere sempre rinchiuso in una trappola che gli impedisce di sfogare completamente la sua personalità.
Il soggetto sente di non essere mai stato libero di lasciarsi andare davvero per poter esprimere totalmente ciò che sente.
Dal punto di vista della bioenergetica il primo caso, denominato “tipo sottomesso-remissivo”, include elementi di oralità (più frequente nel sesso femminile), mentre il corpo è più rotondeggiante e atonico.
Il secondo caso, denominato “tipo sottomesso-compresso”, include elementi di rigidità (più frequente nel sesso maschile), ha il bacino poco flessibile e rivolto in avanti. - Qui l’energia è tanta, ma non si scarica
A differenza della struttura dipendente, questa è carica di energia che tuttavia viene forzatamente relegata dentro e, a causa della forte costrizione, non riesce a raggiungere in misura sufficiente le aree di contatto con il mondo esterno (mani, piedi, genitali).
Non c’è dunque liberazione attraverso la scarica. Di conseguenza l’azione espressiva e l’estensione del corpo sono fortemente limitate.
Questa personalità è dominata dall’ansia quando frena l’azione e quando agisce si sente in colpa, condizione che crea la sensazione di essere continuamente in trappola, qualunque cosa la persona faccia. - Si stima poco, ma solo in apparenza
Questa tipologia gode apparentemente di una bassa autostima ed esternamente si sottovaluta.
Tendenzialmente remissiva e sfiduciata, può nutrire in sé sentimenti di ostilità e superiorità. A causa del forte controllo, teme di esprimere la propria aggressività in modo diretto, esternandola in modo indiretto, lamentandosi.
Nell’area scolastica e professionale lavora molto, battendo tutti per impegno e resistenza lavorativa. Nel piano sociale e della relazione può essere carente.
Si rivolge agli altri rendendosi utile e risolvendo problemi pratici, ma le sue aspettative di ricompensa vengono spesso deluse, cosa che mina la sua autostima perché non si sente ripagato a sufficienza per quello che ha fatto. - Evoluzione della tipologia sottomessa
Questa tipologia di carattere dovrebbe osare di più ed esprimere in modo diretto le proprie necessità.
Per uscire dalla “trappola”, deve poter sciogliere la tensione e far fluire liberamente l’energia nella gola, nelle mani, nei piedi e nel bacino, attraverso movimenti espressivi e liberatori.
4. La postura dominante
Il tipo dominante ha la tendenza a dominare e a controllare sia l’ambiente sia il proprio corpo e le proprie emozioni. Investe molta energia nella propria immagine e nella cura di sé.
Può anche avere un forte desiderio di potere sugli altri perché è orientato a manipolare chi lo attornia sia con la forza che con la seduzione.
Il tipo dominante si presenta somaticamente con due modalità differenti.
• “Tipo dominante” - Manifesta un evidente sbilanciamento della struttura del corpo verso l’alto, con una tendenza all’ipersviluppo della parte toracica, che si mantiene in atteggiamento inspira- torio, in una posizione di dominanza. Anche il collo è robusto.
Questa struttura ricorda la parte superiore del corpo di un culturista, mentre le gambe possono essere più contratte e tese.
• “Tipo dominante-seduttivo” - È caratterizzato da una minore rigidità rispetto al primo. Il corpo appare più omogeneo, più flessibile e mobile, con anche un buon tono muscolare.
- A livello fisico
Il corpo, allargato sopra la vita, si assottiglia sotto di essa. È rilevabile una forte tensione nella testa, nel collo, nel bacino e nelle gambe. Il torace appare gonfiato dall’orgoglio e dal senso di superiorità. La parte inferiore del corpo è invece più stretta e, in un certo senso, presenta la debolezza della struttura tipologica dipendente.
Dal punto di vista bioenergetico il tipo dominante si fonda sull’immagine che è in grado di offrire di sé e sente il bisogno di essere superiore a tutti, in tutte le situazioni.
Questa tendenza al dominio e al controllo si ripercuote anche su di lui che, per la paura inconscia di fallire e di mostrare le sue debolezze, “si tiene su” e non si lascia mai andare, è sempre all’erta e guardingo, non permettendosi mai di entrare in contatto profondo con il suo corpo e con le sue emozioni.
Tende a negare l’esistenza dei propri sentimenti, diversamente dal tipo cerebrale che invece se ne distacca.
Un altro aspetto essenziale è il bisogno di avere qualcuno da tenere sotto controllo, da cui però, nonostante le apparenze, è anche dipendente.
Al di là delle apparenze questo “tipo” è abitato da una profonda paura di essere sopraffatto, di essere usato e a livello profondo vive una lotta per sopravvivere come persona indipendente.
Nella storia di questo individuo c’è generalmente una figura parentale molto seduttiva che lo ha in qualche modo manipolato, motivo per cui, a sua volta, sarà poi lui a manipolare e sedurre gli altri. - Qui la testa è sovraccarica di energia
Nel dominante l’energia è tutta spostata nella parte alta del corpo e nella testa, a causa dell’ipereccitazione dell’apparato mentale rivolto al modo di conquistare il controllo del proprio corpo e delle situazioni, provocando, comprensibilmente, una carenza nella parte bassa.
Si rileva anche una costrizione nell’area diaframmatica e nella vita, generata dalle tensioni legate al continuo controllo della propria condizione corporea. - Ha un’autostima “espansa”
Il tipo dominante è una persona generalmente briosa e di compagnia, molto portata alle relazioni sociali, alla seduzione e alla conquista, ma incapace di esprimere le proprie vere emozioni.
Oltre ad avere un torace espanso in fase di inspirazione continua, presenta anche un’autostima “espansa”, mostrando degli aspetti narcisistici che si esprimono nel compiacimento di se stesso, della sua figura, del suo abbigliamento, dei suoi successi e delle sue performance.
Esibisce un atteggiamento di sicurezza e di “grandezza” per dimostrare di essere all’altezza di ogni situazione, spesso perdendo la consapevolezza dei propri limiti.
Sotto questa maschera si nasconde spesso, però, la paura di fallire e di essere manipolato per questo quando non riesce a raggiungere i suoi scopi proprio con la manipolazione o la seduzione, cerca di ottenerli attraverso la forza.
La modalità di controllo del tipo dominante-seduttivo, invece, è meno diretta e meno violenta: non usa la forza, ma l’espressione del fascino di cui si ritiene dotato per raggiungere i propri obiettivi. - Evoluzione della tipologia dominante
Per evolversi, questa tipologia ha bisogno di arrivare alla reale percezione del proprio corpo, piuttosto che della propria immagine “gonfiata” e della propria personalità.
Per ottenere questo risultato occorre che entri maggiormente in contatto con le proprie gambe, così come con la propria realtà, ridimensionandosi.
5. La postura rigida
Questa postura caratterizza una tipologia di persone tendenzialmente equilibrate, ma è stata denominata rigida per il fatto che il soggetto è frenato nell’espressione delle emozioni e dei sentimenti teneri all’interno dei rapporti più significativi.
Questa tendenza potrebbe essere spiegata, e legata, a un’educazione infantile rigorosa e a volte severa, più attenta all’intelligenza, alla riuscita e all’organizzazione, che rivolta all’espressione libera della sfera affettiva.
Il tipo rigido è diretto, chiaro e affidabile, ambizioso e competitivo, con un buon livello energetico. Resiste nel “lasciarsi andare” perché ha paura di apparire buffo o stupido e perciò si controlla.
Quando, però, la rigidità diventa marcata e profonda si possono riscontrare elementi di ossessione, fobia e ripetitività delle azioni.
La tipologia rigida ha un rapporto equilibrato con il proprio corpo che si presenta con una forma tendenzialmente armoniosa.
La pelle e i capelli sono normali, così come gli occhi che sono dotati di brillantezza naturale, ma solo quando la rigidità non è severa.
È però un individuo che può manifestare una predisposizione a specifici disturbi quali ipertensione, tachicardia, palpitazioni, vertigini, disturbi digestivi e gastrite.
- A livello fisico
La tensione dei muscoli estensori dorsali curva il corpo all’indietro.
Il collo e le spalle sono sostenuti rigidamente, il petto tende a essere irrigidito e la respirazione frenata: in questa posizione il corpo appare sull’attenti, quasi fosse preparato per la sfida.
La rigidità nel collo e nelle spalle trattiene la rabbia e il risentimento e mantiene quella determinazione che il successo sembra richiedere.
Il petto è tonico e dà un’impressione di orgoglio e di forza, ma trattiene tristezza e desiderio di tenerezza. I muscoli lunghi della schiena sono tesi e irrigiditi.
La parte posteriore delle gambe e i tendini sono serrati e agiscono in unione con il fondoschiena per tenere il bacino nella posizione tirata indietro.
I muscoli lunghi anteriori (flessori) e posteriori (estensori) si irrigidiscono producendo rigidità nel corpo.
Questo freno muscolare ed emotivo si realizza anche nei muscoli respiratori, riducendo la capacità di espansione respiratoria e controllando così le emozioni. - Qui l’energia si scarica sull’ambiente
A differenza delle altre tipologie, il rigido ha maggior possibilità di entrare in contatto con il mondo e di agire in modo efficace portando a termine ciò che si propone, di comunicare e prendere, portando a sé o respingendo.
Questo atteggiamento tendenzialmente equilibrato è possibile perché questa struttura è ancorata alle due estremità del fisico (testa e piedi) e dotata di un buon contatto con la realtà.
L’energia, infatti, arriva in tutte le parti del corpo che entrano in contatto con l’ambiente, mentre è il controllo periferico che limita l’espressione dei sentimenti. - Gode di una buona autostima
Un moderato grado di rigidità permette all’individuo di godere di una buona relazione con la realtà, di un buon grounding, e di assumere una postura eretta, ma flessibile.
In questo caso c’è una maturità della personalità che consente di spaziare in ambiti diversi con un buon livello di sicurezza e sufficiente flessibilità e tolleranza.
La persona gode di un’elevata autostima in quanto quando c’è la capacità di passare da uno stato di concentrazione e tensione a uno di rilassamento e di espressione emotiva, la situazione è ottimale.
Quando la rigidità del carattere diventa eccessiva, il corpo si tende ancor di più posteriormente e il suo peso si sposta indietro verso i talloni, l’equilibrio posturale e il grounding diventano più insicuri.
In questo caso la rigidità eccessiva fa perdere la capacità di adattamento, cosa che capita quando, nel corso della vita e soprattutto con l’invecchiamento, ci si trova a confrontarsi con situazioni più critiche e stressanti: la persona può veder crollare repentinamente la propria autostima, rischiando di cadere in situazioni depressive. - Evoluzione della tipologia rigida
Il rigido necessita di ammorbidire i suoi “spigoli”, diventando più flessibile attraverso una respirazione più libera e sciolta, l’espressione delle emozioni e il rilassamento.