Problemi di vista? Con la nuova chirurgia diremo addio agli occhiali

Buone notizie per tutti coloro che sognano di vederci bene: oggi la chirurgia oculistica ha messo in campo tecniche molto avanzate che danno risultati eccellenti, risolvendo completamente i principali difetti visivi.

L’importante è affidarsi a operatori esperti.

Negli ultimi anni, la tecnologia medica ha fatto significativi progressi nel campo dell’oculistica, aprendo la strada a un’opzione promettente per coloro che soffrono di problemi di vista: la chirurgia refrattiva.

Questa nuova procedura offre la possibilità di correggere permanentemente disturbi visivi comuni come la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo, consentendo alle persone di dire addio agli occhiali o alle lenti a contatto.

1. Età e stili di vita

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La “salute visiva” degli italiani non è molto buona. Lo dice una recente indagine statistica della Commissione Difesa Vista Onlus, secondo cui 6 italiani su 10, dai 3 anni di età in su, hanno difetti visivi: quasi 4 su 10 sono miopi, seguono gli astigmatici (20 per cento), i presbiti (13 per cento), gli ipermetropi (11 per cento).

Ha problemi alla vista il 35 per cento dei bambini fra i 3 e i 10 anni, il 44 per cento di quelli dagli 11 ai 14 anni, il 66 per cento delle persone dai 15 anni in su.

Nella maggior parte dei casi, ciò significa dover ricorrere a una correzione ottica, con occhiali o lenti a contatto.

Ma si può farne a meno, a qualsiasi età? Sì, con la chirurgia: interventi in anestesia locale che possono correggere definitivamente i difetti visivi di refrazione, cioè miopia, ipermetropia, astigmatismo e anche la presbiopia dell’età senile. La scelta terapeutica dipende dalle esigenze del singolo paziente.

Un giovane (24 anni è di solito l’età a partire dalla quale si ricorre alla chirurgia refrattiva, perché si richiede che il difetto visivo nel paziente sia stabile da almeno due anni) ha esigenze visive diverse da una casalinga sessantenne, un pilota richiede dalla propria vista prestazioni molto differenti da quelle di un musicista e così via.

Inoltre, contano molto le aspettative del paziente: vuole togliere gli occhiali per vedere bene solo da lontano o anche da vicino?

2. Per i giovani e dopo i 40 anni

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- Per i giovani
In un giovane, la funzione di messa a fuoco del cristallino è di solito ancora ottimale, la cornea è quindi la candidata ideale per correggere i difetti visivi di refrazione, che possono essere la miopia, oppure l’ipermetropia, eventualmente associate ad astigmatismo.
Modificando con il laser la curvatura della cornea, si correggono i difetti. A volte, però, il difetto visivo è così elevato che il laser andrebbe a modificare troppo la forma fisiologica della cornea.
In tal caso, la scelta preferibile può essere quella di inserire nell’occhio, dietro l’iride e davanti al cristallino, una seconda lente, costruita con altissima precisione (al millesimo di millimetro) in funzione delle caratteristiche oculari del paziente. L’intervento porta a un recupero visivo immediato.

 

- Dopo i 40 anni
Da questa età, il cristallino si irrigidisce progressivamente e perde la sua naturale capacità di regolare la messa a fuoco (accomodazione). La visione da vicino diventa offuscata e necessita di occhiali da lettura: si diventa presbiti.
Si può quindi pensare di sostituire il cristallino con un intervento simile a quello che si esegue in caso di cataratta, cioè di opacizzazione del cristallino tipica dell’età senile.
Il consiglio è aspettare che ci sia una diagnosi di cataratta per poi sostituire il cristallino naturale con lenti intraoculari di tipo multifocale, che permettono di eliminare in maniera definitiva gli occhiali sia per lontano sia per vicino.
Si possono usare anche le nuove lenti a profondità di fuoco variabile, che ottimizzano la visione per lontano e per media distanza (da vicino potrebbero essere necessari occhiali con correzione leggera) senza gli effetti negativi che presentano spesso le multifocali (soprattutto aloni in visione notturna).

3. La chirurgia laser

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Oggi gli interventi di chirurgia refrattiva con il laser a eccimeri in anestesia locale hanno raggiunto livelli eccellenti.

Il termine “eccimero” è la contrazione di “dimero eccitato” e si riferisce al materiale con cui la luce laser viene prodotta, cioè la combinazione tra due gas che, in uno stato energetico di eccitazione, producono luce laser ultravioletta.

Essa viene usata per modificare la curvatura della cornea, togliendo tessuto (tecnica sottrattiva). C’è la PRK (e sue varianti), acronimo dell’inglese PhotoRefractive Keratectomy (cheratectomia fotorefrattiva), o il femtolaser (femtoLASIK e SMILE soprattutto per miopie inferiori alle 3 diottrie o moderate da 3 a 6 diottrie) che usa impulsi luminosi brevissimi della durata di alcuni femtosecondi (1 femtosecondo = 10-15 secondi).

Nella PRK il trattamento viene effettuato sotto l’epitelio mentre nella femtoLASIK si effettua sotto a un lembo corneale di spessore 120-150 micron (millesimi di millimetro) che viene sollevato per effettuare il rimodellamento corneale negli strati sottostanti e al termine viene riposizionato e si risalda da solo.

Il recupero è immediato dopo l’intervento? Con la PRK ci può essere un po’ di dolore postoperatorio agli occhi per qualche giorno perché bisogna dare all’epitelio il tempo di ricrescere e di coprire l’area trattata. A quel punto anche il difetto visivo sarà totalmente corretto.

Con la femtoLASIK, invece, non c’è dolore postoperatorio perché l’area trattata con il laser è protetta dal lembo corneale e già il giorno successivo i pazienti vedono 10 decimi, se prima erano miopi.

Quando invece si corregge un occhio ipermetrope, con entrambe le tecniche il recupero è un pochino più lento perché l’ipermetropia necessita di una sovracorrezione e la cornea ha bisogno di qualche settimana per rimodellarsi.

Il femtolaser può essere usato anche con la nuova tecnica SMILE: Si crea un lenticolo corneale negli strati profondi, che viene estratto tramite una piccola incisione: ha il vantaggio di essere un trattamento a cornea “chiusa” (eccetto l’incisione), ma è un po’ più laborioso.

4. A ognuno il suo

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Le condizioni cliniche di ogni paziente e le caratteristiche del suo sistema visivo devono essere studiate con attenzione prima di decidere quale tecnica chirurgica adottare.

È importante non solo valutare attentamente il tipo di difetto visivo, ma anche lo spessore corneale, cioè quanto tessuto c’è a disposizione, e il diametro della pupilla a diverse condizioni luminose che per esempio nelle donne, e nei soggetti giovani, è più ampio, motivo per cui in questi casi il trattamento laser coinvolge una zona ottica più ampia e la sottrazione di più tessuto.

E per quanto riguarda le controindicazioni? Queste tecniche sono controindicate in alcuni casi. Non può sottoporvisi chi soffre di problemi di cicatrizzazione e chi è affetto da difetti visivi che continuano a peggiorare, come la miopia progressiva.





5. I quattro difetti visivi che ci impediscono di vedere bene

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Miopia, ipermetropia, astigmatismo, presbiopia: a causa di questi difetti, vediamo immagini sfuocate perché i raggi luminosi che attraversano le lenti dell’occhio (cornea e cristallino) non sono proiettati (focalizzati) sulla retina.

- MIOPIA
Cosa accade: il globo oculare è troppo lungo, oppure cornea e cristallino sono troppo curvi e i raggi luminosi che producono l’immagine non si mettono a fuoco (focalizzano) sulla retina, ma davanti a essa. Si vedono sfuocati gli oggetti distanti, ma chiaramente quelli vicini.
Correzione ottica: servono lenti divergenti negative (concave), che mettano a fuoco l’immagine più indietro, sulla retina.
Correzione chirurgica: bisogna appianare la curvatura della cornea in modo che i raggi luminosi convergano correttamente sulla retina.

 

- IPERMETROPIA
Cosa accade: al contrario della miopia, poiché il bulbo oculare è più corto del normale e/o la cornea è più piatta, l'immagine è messa a fuoco oltre la retina. La visione è sfuocata quando si vede da vicino per un tempo prolungato, spesso con mal di testa, bruciore, lacrimazione.
Correzione ottica: servono lenti convergenti positive (convesse), che mettano a fuoco l’immagine più avanti, sulla retina.
Correzione chirurgica: si può modificare, aumentandola, la curvatura della cornea.

 

- ASTIGMATISMO
Cosa accade: la cornea è ovale anziché sferica e i raggi luminosi vanno a fuoco su due piani diversi tra loro rispetto alla retina. Le immagini appaiono indistinte, schiacciate o distorte. L’astigmatismo può associarsi a miopia, ipermetropia e presbiopia. Un minimo è fisiologico, dovuto alla pressione delle palpebre che fa incurvare leggermente la cornea.
Correzione ottica: servono lenti cilindriche che riposizionino il fuoco sulla retina.
Correzione chirurgica: con il laser si possono riappianare le differenze di curvatura della cornea.

 

- PRESBIOPIA
Cosa accade: a causa dell’invecchiamento, dopo i 40 anni d’età il cristallino si irrigidisce e, progressivamente, perde la capacità di messa a fuoco in funzione della distanza degli oggetti. È difficile focalizzare gli oggetti vicini.
Correzione ottica: si usano lenti convergenti positive o, nel caso dei miopi presbiti, meno divergenti.
Correzione chirurgica: intervenendo anche sulla cataratta, si sostituisce il cristallino opaco con una lente intraoculare multifocale o con lenti a profondità di fuoco variabile.








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