Prurito persistente, che ritorna con una certa frequenza, rossore, secchezza della pelle su zone più o meno ampie del corpo, nei casi più gravi anche con escoriazioni più o meno lievi.
Sono alcuni segnali che potrebbero rivelare una dermatite atopica, spesso definita anche eczema.
È una malattia cronica, ma si può tenere sotto controllo con i farmaci e con una buona idratazione. Scopriamo come.
Ma ricordate sempre che prima di utilizzare prodotti per alleviare il fastidio è bene consultare il medico per avere una diagnosi precisa.
1. La dermatite atopica e la difficoltà di capire da soli
La dermatite atopica non è facile riconoscerla, soprattutto perché nelle forme più leggere può essere confusa con un’irritazione di altro tipo.
Ma in realtà si tratta di una vera e propria malattia della pelle (più di usa tra i bambini), non grave in sé - nel senso che non è pericolosa per la vita e non è contagiosa - ma comunque non da sottovalutare. Intanto, perché bisogna imparare a conviverci.
Dalla dermatite atopica infatti non si guarisce del tutto. È cronica e può quindi ripresentarsi più volte con manifestazioni sulla pelle di varia intensità
Trattarla con farmaci (prescritti dal medico) e con una buona cura della pelle è necessario proprio per attenuare queste manifestazioni, prolungando il più possibile i periodi di “tregua” e facendo in modo che i suoi fastidiosi segni non costituiscano una sofferenza anche dal punto di vista psicologico.
Nelle forme più gravi - in cui queste zone del corpo sono infiammate, molto arrossate, secche, ampie, visibili e accompagnate da un incessante prurito - vivere serenamente la propria vita quotidiana può essere molto difficile. E anche nelle forme moderate, sicuramente non è piacevole doversi grattare frequentemente o avere escoriazioni.
Come non confondere una dermatite atopica con una pelle particolarmente sensibile, con un’altra forma di dermatite o con una reazione della cute che può dipendere da altro, ad esempio dal contatto con certe sostanze o da un’allergia?
L’unico che può fare una diagnosi è il medico: per cui, se c’è un prurito persistente in zone in cui la pelle è secca e arrossata, la prima cosa da fare è parlarne con il medico di base che eventualmente indirizzerà da un dermatologo.
Ci sono però alcuni indizi che possono aiutare a capire: se da piccoli si è sofferto di questo tipo di disturbi o se in famiglia c’è qualcuno che ne soffre, ad esempio.
Si ha la dermatite atopica, infatti, perché c’è una predisposizione genetica per cui, per una serie di meccanismi “inceppati”, si creano come delle crepe tra le cellule della pelle, che quindi non sono ben attaccate l’una all’altra come dovrebbero. Questo comporta una maggiore perdita d’acqua della pelle e quindi la sua secchezza.
Un altro indizio potrebbe essere il fatto che si soffre, oppure qualcuno in famiglia soffre, di disturbi come la rinite allergica, l’asma o altre forme di allergie legate al cibo: chi ha la dermatite atopica ha in effetti un rischio più elevato di svilupparle. E, ad esempio, può succedere che mangiando di più un certo alimento, l’irritazione della pelle aumenti.
2. Ridurre l’irritazione
Il medico, una volta diagnosticata la dermatite atopica, potrebbe prescrivere un farmaco per curare l’infiammazione e evitare che si aggravi, estendendosi e aprendo la porta a possibili infezioni, a cui la pelle con eczema è più soggetta.
Se si tratta di forme di intensità media o moderata, solitamente si prescrivono farmaci sotto forma di creme, pomate o gel.
Le forme più gravi, invece, si trattano con la fototerapia, cioè con raggi luminosi emessi da specifiche lampade o con farmaci immunosoppressori, cioè che agiscono sul sistema immunitario.
Quali farmaci? Per dermatiti atopiche di lieve o moderata intensità possono essere prescritti due tipi di pomate, gel o creme antinfiammatorie e anti-prurito.
- Cortisonici: è la prima scelta, più diffusa. Ne esistono di quattro gruppi, di potenza diversa; il medico sceglierà in base alla gravità dell'eczema, all’età e all’area del corpo coinvolta.
Per le zone più delicate come il viso oppure per i bambini sono preferibili i farmaci meno “forti” (alcuni esempi: Cortaid o Dermocortal).
Solitamente viene consigliata un'applicazione al giorno; si passa a due, se non c'è un'adeguata risposta al farmaco.
Inoltre, per chi ha frequenti ricadute, potrebbe essere considerata una terapia di mantenimento che prevede l'applicazione del farmaco due volte a settimana.
Tra gli effetti collaterali dei cortisonici ci sono: atrofia, assottigliamento della pelle, ematomi, follicoliti e prurito.
I cortisonici dovrebbero essere usati con particolare cautela nella zona intorno agli occhi. - Inibitori della calcineurina: sono una categoria di farmaci che si trovano in commercio con il nome di Elidel e Protopic.
Vengono prescritti solo per brevi periodi e se ci sono delle ragioni per non usare i cortisonici.
Infatti, non ci sono prove sufficienti sulla loro sicurezza se usati a lungo termine e in modo continuo: ci sono preoccupazioni piuttosto rilevanti da parte delle agenzie regolatorie rispetto all'aumento di tumori (cancro della pelle e linfomi) legati all'uso di questi
farmaci; per questo sono sotto monitoraggio.
Rispetto ai cortisonici non causano l’atrofia della pelle, potrebbero quindi essere scelti per le parti più delicate come viso e inguine. - Idratante e farmaco, quale prima? Meglio mettere la crema idratante e, dopo circa un’ora, il farmaco. In ogni caso, bisogna applicarli in momenti diversi.
3. Una buona cura della pelle
Gli studi sono pochi e di scarsa qualità, ma secondo le più autorevoli linee guida ai farmaci va associata anche una buona cura della pelle, con detergenti per la pulizia e creme dalla funzione idratante e emolliente che siano adatti .
Un accorgimento che chi soffre di questa dermatite dovrebbe mantenere come buona abitudine anche nei periodi in cui non c’è un’infiammazione in corso.
Questi prodotti infatti - pur restando sempre cosmetici e quindi non avendo il potere di curare - hanno formulazioni tali per cui i detergenti evitano di seccare troppo e gli idratanti possono contribuire a ridurre il prurito dovuto alla secchezza, senza contenere sostanze sconsigliate per pelli sensibili.
Inoltre le creme potrebbero aiutare anche l’assorbimento del farmaco, a meno che non ci sia una forte infiammazione in corso: in questo caso l’uso di un idratante potrebbe essere poco tollerato, quindi meglio far passare prima la fase più acuta.
Non solo il trattamento con farmaci associati alla buona cura della pelle: sarà importante per il medico anche l’educazione del paziente, che dovrà capire che si tratta di una malattia da cui non si guarisce totalmente, ma che bisogna imparare a gestire.
E questo ancora di più nel caso dei bambini, visto che sono i più affetti dal problema. In ogni caso, non è detto che chi ha una dermatite atopica da piccolo se la porti avanti fino all’età adulta.
Crescendo, la dermatite potrebbe migliorare o sparire; e la pelle potrebbe semplicemente restare un po’ più secca del normale e più facilmente irritabile.
4. Quali prodotti usare e cosa può aggravare l’eczema
- Quali prodotti usare e come
I detergenti e le creme “adatti per pelli atopiche” o “per pelli a tendenza atopica” si trovano in farmacia, parafarmacia e nei corner salute della grande distribuzione.
Tutti possono usare questi cosmetici, ma diverso è l’acquisto su indicazione del medico per chi soffre di dermatite atopica.
È in questo caso che detergenti e creme più delicati sono la scelta necessaria (soprattutto per i bambini sotto i due anni), perché non contengono quegli ingredienti che sono da evitare: allergeni, profumi e certi conservanti.
Non sarà così facile, al supermercato, trovare prodotti senza queste sostanze, magari a prezzi più bassi rispetto a quelli dei prodotti specifici per pelle atopica.
Oltre ai prodotti giusti è importante, nella pulizia, anche il come: la detersione va fatta in modo profondo e attento, ma allo stesso tempo delicato.
Secondo alcune raccomandazioni, si consiglia anche di limitare la durata del bagno a non più di cinque minuti, in generale meglio evitare docce e bagni troppo lunghi o molto caldi.
Per quanto riguarda la crema, invece, se ne raccomanda l’applicazione quando la pelle è ancora umida e in modo gentile. - Cosa può aggravare l’eczema
Le sostanze irritanti o gli allergeni non sono la causa della dermatite atopica, ma possono peggiorarla, aumentando il prurito e gli altri fastidi.
Tra i prodotti a cui prestare attenzione, ci sono la lana e le fibre artificiali, i saponi, alcuni cosmetici (come profumi e trucchi), la polvere, la sabbia o il fumo di sigarette.
Altre sostanze che possono portare ad allergie si trovano nel cibo, nelle piante, nell’aria o nel contatto con gli animali; le allergie più comuni sono quelle alle uova, alle noccioline, al latte, al pesce, ai prodotti di soia, al grano, agli acari della polvere, alla muffa, ai cani o ai gatti.
Attenzione anche al clima, la scarsa umidità potrebbe attivare l’infiammazione nelle zone soggette a dermatite atopica; meglio evitare anche di passare velocemente a temperature fredde dopo aver sudato.
Anche altre infezioni della pelle, infezioni batteriche o la febbre potrebbero portare a un “risveglio” dell’eczema.
Da non sottovalutare, infine, lo stato psico-emotivo: nei momenti di stress, rabbia e frustazione ci può essere un peggioramento dell’irritazione.
Diventa per cui importante imparare ad “ascoltarsi”, in modo da capire ed evitare il più possibile i fattori che possono influire sulla propria dermatite atopica.
5. Saponi e creme delicate
Esistono in commercio tanti prodotti venduti come “adatti per pelli atopiche” o “per pelli a tendenza atopica” a un prezzo medio di circa 15 euro per le creme idratanti e di circa 10 euro per i detergenti (confezioni da 200 ml).
Nella loro lista di ingredienti non risultano quelli “sensibilizzanti”, quelli che chi ha la dermatite atopica deve evitare.
Si tratta delle 26 fragranze allergeniche dell’elenco europeo, dei profumi e di altre sostanze note per essere in grado di scatenare reazioni indesiderate, come alcuni conservanti (methylisothiazolinone o cessori di formaldeide).
Nella lista degli ingredienti dei detergenti non c’è neanche il Sodium Lauryl Sufate (SLS), un tensioattivo che infatti può essere troppo aggressivo sulle pelli più delicate.
Di solito ci sono sostanze grasse, come l’olio di mandorla, per evitare di seccare troppo; anche se sostenere che un sapone, che resta sulla pelle il tempo di un lavaggio, può essere “liporestitutivo” (come fa Avène) o ricostituire “la barriera protettiva della pelle”(Eucerin) è un po’ troppo.
Anche le creme a volte possono esagerare nel vantare proprietà. Rilastil “previene le sovrainfezioni microbiche”: in realtà, queste creme (grazie a glicerina, oli, grassi, ma soprattutto grazie alle ceramidi, che le caratterizzano) hanno la funzione di rendere la pelle meno secca e quindi di aiutare il suo effetto barriera rispetto agli agenti esterni.
Fare riferimento alla prevenzione dalle infezioni però è fuorviante. In generale tutte le creme mettono in primo piano la loro funzione primaria, quella emolliente e idratante.
In molti casi si parla anche di effetto “lenitivo” che contribuirebbe ad attenuare il prurito, ma non si tratta di un potere specifico. Semplicemente la pelle meno secca prude meno.
Ecco la black list. Le 26 sostanze più a rischio irritazione cutanea in soggetti sensibili elencate nella direttiva europea sono divise in due gruppi: quelle più a rischio allergia perché causa di numerose reazioni allergiche segnalate dai consumatori (lista A) e quelle con meno segnalazioni in tal senso, ma pur sempre a rischio (lista B).
- Nella lista A:
- Amyl cinnamal
- Amylcinnamyl alcohol
- Benzyl alcohol
- Benzyl salicylate
- Cinnamyl alcohol
- Cinnamal
- Citral
- Coumarin
- Eugenol
- Geraniol
- Hydroxycitronellal
- Hydroxymethylpentyl-cyclohexenecarboxaldehyde
- Isoeugenol - Nella lista B:
- Anisyl alcohol
- Benzyl benzoate
- Benzyl cinnamate
- Citronellol
- Farnesol
- Hexyl cinnamaldehyde oppure Hexyl cinnamal
- Lilial oppure Butylphenyl methylpropional
- d-Limonene
- Linalool
- Methyl heptine carbonate o Methyl 2-Octynoate
- 3-Methyl-4-(2,6,6-trimethyl-2-cyclohexen-1-yl)-3-buten-2-one o Alpha-isomethyl ionone
- Oakmoss extract o Evernia prunastri extract
- Treemoss extract o Evernia furfuracea extract