Anche l’allenamento può diventare un’ossessione. Di più: una vera e propria dipendenza fisiologica e psicologica.
Lo sostiene la SIIPaC, Società Italiana Intervento Patologie Compulsive, secondo la quale la dipendenza da sport (Exercise Addiction) è una patologia a tutti gli effetti, che si manifesta con un crescendo di sintomi.
Le conseguenze negative sono facilmente immaginabili: infortuni muscolari e articolari, stress a carico del sistema immunitario, problemi familiari e relazionali.
Va bene fare attività fisica regolare, ma non va bene esagerare. Come fa chi sviluppa una vera e propria dipendenza da sport, che non solo rovina la salute, ma guasta anche le relazioni sociali e familiari.
Ecco perché, quando suonano questi campanelli d’allarme, non vanno trascurati.
1. Un fenomeno complesso e il ruolo di endorfine e ormoni
La dipendenza da sport è stata approfondita solo a cavallo tra la fine degli anni ’90 e gli anni 2000 e inquadrata inizialmente in due scuole di pensiero.
La prima la imputava a cause fisiologiche (ossia al bisogno di provare le sensazioni di benessere e di euforia tipiche del rilascio di endorfine, dopamina e serotonina indotto dalla pratica sportiva), mentre la seconda era orientata all’approccio psicologico.
Le teorie più recenti (Egorov, 2013) tendono a fondere le due prospettive in una visione più ampia, che tiene in considerazione entrambi gli aspetti.
La “crisi di astinenza” che si verifica quando uno sportivo abituale interrompe di colpo l’attività fisica ha cause neurochimiche legate a un brusco calo della produzione delle endorfine e degli ormoni del benessere.
Le endorfine (morfine endogene) sono neurotrasmettitori prodotti dal cervello con proprietà simili a quelle della morfina e di altri oppiacei (modulano la percezione del dolore, del tono dell’umore e del benessere, riducono lo stress).
Da qui il soprannome di “ormoni della felicità”. Spiegano gli esperti: «Praticando regolarmente un’attività sportiva, soprattutto se intensa e prolungata, si stimola la loro produzione, ricavandone un senso di benessere e di euforia, ma sviluppando una sorta di dipendenza da quelle sensazioni.
Non per niente, la dipendenza da alcune sostanze stupefacenti è correlata all’inibizione della produzione endogena delle endorfine. Per questo si dice che lo sport è come una droga».
La crisi di astinenza dello sportivo si manifesta con nervosismo, irritabilità, calo della concentrazione, ecc. Fin qui gli aspetti fisiologici, che l’Exercise Addiction esaspera a dismisura.
2. Tante possibili cause
La dipendenza da sport non è ancora stata inserita nel DSM-5 (il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) e vi è ancora disaccordo su come categorizzarla.
Per le sue caratteristiche viene considerata a tutti gli effetti un comportamento dipendente da collegare ad altri disturbi dei quali sarebbe solo la punta dell’iceberg.
Molti studiosi propongono che l’Exercise Addiction venga considerato come co-morbidità dei disturbi alimentari. In questi casi si ha una compulsione a fare sport o per il bisogno di controllare il peso o per gestire le abbuffate e i relativi sensi di colpa.
Inoltre, sono emerse molte correlazioni fra la dipendenza da sport e il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), in cui un’ossessione viene compensata con meccanismi di compulsione volti a placare l’ansia che essa genera.
In questo caso potrebbe trattarsi, ad esempio, di ansia sociale riguardo alle proprie caratteristiche fisiche.
La motivazione ossessiva potrebbe derivare da problemi di autostima legati alla percezione della propria immagine (disagio verso il proprio corpo, bisogno di lavorare a un presunto difetto fisico), o addirittura da un’autovalutazione negativa (disgusto verso il proprio fisico da compensare con la pratica sportiva).
In alcuni casi, alla base della dipendenza da sport vi è la dismorfia muscolare, un disturbo dell’immagine corporea simile all’anoressia ma focalizzato alla muscolatura. Essa porta alla vigoressia, l’ossessiva preoccupazione per la massa muscolare, l’allenamento, le diete iperproteiche, eccetera.
Il soggetto ha una percezione distorta della propria struttura fisica e si vede particolarmente magro, gracile e bisognoso di aumentare la massa muscolare con l’attività fisica.
Spesso questi soggetti hanno difficoltà relazionali: evitano le situazioni in cui viene mostrato il corpo e tendono a vestirsi a più strati per dare l’idea di essere più muscolosi. Talvolta, per gonfiare la muscolatura ricorrono agli steroidi anabolizzanti, sostanze illecite dannose alla salute.
In altri casi, alla base dell’Exercise Addiction c’è un disturbo della personalità (perfezionismo, narcisismo), oppure il bisogno di controllo (la tendenza innata al controllo può sfociare nella dipendenza da sport).
E ancora, potrebbe trattarsi della “compensazione” di una vita frustrante e avara di soddisfazioni, in cui lo sport è l’unica attività che esalta e regala autostima.
Il quadro è molto ampio e le ragioni di questo comportamento variano molto da persona a persona, per cui bisogna capire com’è strutturata la personalità del soggetto e come si manifestano i sintomi.
3. La punta dell’iceberg e a chi rivolgersi
La certezza è che siamo davanti a un comportamento di dipendenza. Con l’Exercise Addiction si instaura una dipendenza simile a quella del gioco d’azzardo o alla dipendenza da Internet, ma il quadro sottostante è tutto da sondare.
Data la molteplicità delle possibili cause, in sede psicoterapica andrà considerato il rapporto che la persona ha con lo sport, il suo corpo e la sua immagine, come e in quale misura pratica l’attività sportiva e se fa uso di sostanze illecite.
Di regola, il disturbo nasconde una co-morbidità con altre problematiche. Si cercherà quindi di capire se la dipendenza da sport non sia che la punta dell’iceberg di altri disturbi specifici: la persona sta compensando qualcosa?
Forse un’ansia sociale per l’aspetto fisico? Oppure siamo davanti a una personalità perfezionista? Si tratta di un disturbo ossessivo-compulsivo piuttosto che di un disturbo alimentare? O ancora, il fenomeno è legato a questioni di autostima?
Dato che ogni paziente presenta una diversa personalità e un personale mix di problematiche, non esiste una ricetta prestabilita. Non essendo ancora chiari i meccanismi del disturbo, si ragiona su quanto accade nella struttura di personalità del soggetto cercando di inquadrare l’origine del problema.
Ma a chi rivolgersi? Sicuramente è necessario rivolgersi a uno psicoterapeuta. Le tecniche psicoterapiche saranno diverse a seconda delle cause che emergeranno e dell’orientamento del terapeuta.
La psicoterapia è efficace per i vuoti esistenziali da colmare, per le situazioni relative all’autostima e all’immagine di sé e per venire a capo dei disturbi ossessivo-compulsivi legati all’ansia sociale.
Ma bisogna precisare che in certi casi, una sola figura professionale può non bastare. Ad esempio, i disturbi alimentari richiedono l’aiuto di più specialisti.
La psicoterapia da sola non è sufficiente; occorre un lavoro di équipe che coinvolga altre figure, quali un medico, un nutrizionista e uno psichiatra.
4. È difficile che i “drogati da sport” si curino
A volte questa dipendenza da sport viene scambiata per una sana abitudine.
Mettere a fuoco la dipendenza da sport non è facile perché socialmente, chi si allena tanto viene percepito come una persona che tiene alla salute, cura il suo corpo ed è in grado di praticare sport nonostante il lavoro; quindi, come una persona di successo.
In più, essendo riconosciuta come un fattore di prevenzione di molte malattie, l’attività fisica gode di un’aura positiva. Tutto questo può mascherare la dipendenza, che non viene colta subito.
Difficilmente questi soggetti richiedono un intervento terapeutico a causa della loro intensa attività sportiva poiché non si rendono conto di soffrire di una dipendenza.
Al limite, possono arrivare nello studio di uno psicologo per un’altra ragione, facendo poi emergere un quadro più complesso. Di solito, a notare i loro comportamenti eccessivi sono le persone vicine, che vedendo compromessi i rapporti familiari cercano un aiuto professionale.
Ottenere la disponibilità del soggetto a curarsi non è facile. Il lavoro più delicato è l’opera di convincimento, affinché il diretto interessato possa rendersi conto che qualcosa non sta funzionando e che servirebbe attivare un percorso di cura.
5. Otto sintomi della dipendenza da sport
Ecco otto sintomi della dipendenza da sport
1. Costante aumento della frequenza, lunghezza e intensità degli allenamenti, spesso in solitario, di testa propria e senza il supporto di un istruttore o allenatore.
2. Comparsa di una crisi di astinenza tipica delle dipendenze, in genere dopo 24-48 ore dall’ultimo allenamento.
3. L’attività sportiva viene continuata anche in caso di infortunio oppure quando i medici la sconsigliano o la vietano (ad esempio, quando la visita di idoneità rileva problemi cardiaci).
4. Lo sport diventa l’attività prioritaria nella vita del soggetto e rappresenta l’unica fonte di felicità e gratificazione, escludendo gli altri interessi, gli affetti e la famiglia.
5. Nella mente della persona, l’attività fisica diventa il chiodo fisso e tutto è finalizzato a essa.
6. Spesso s’instaurano l’ossessione del risultato e del continuo superamento dei propri limiti (migliorare costantemente il proprio record personale, correre sempre più chilometri, aumentare a dismisura la massa muscolare, ecc.).
7. Il soggetto spende denaro oltre le sue possibilità per frequentare impianti sportivi, corsi e per acquistare costosi integratori.
8. Talvolta, per sostenere carichi di allenamento che il corpo non è in grado di sopportare, si fa ricorso a sostanze illecite (stimolanti, steroidi anabolizzanti, ecc.).