Fu il più famoso monarca cristiano dell’epoca medievale, dichiarò guerra all’Oriente musulmano tentando di conquistare la Terra Santa e il Regno di Gerusalemme.
Re Riccardo I – il famosissimo Riccardo Cuor di Leone, uno dei sovrani più sanguinari, tatticamente astuti e probabilmente saggi della storia.
Portò la potenza militare dell’Occidente medievale cristiano nell’Oriente islamico, per riconquistare la Terra Santa (la Palestina) togliendola al sultano di Siria, Saladino.
In effetti, con la Terza Crociata – spesso indicata come la “Crociata di Riccardo” – il re inglese guidò letteralmente migliaia di cavalieri per migliaia di chilometri all’interno di un territorio che da molto tempo era travagliato da tensioni religiose.
Poi, con una serie di vittorie militari, avanzò ancora, infliggendo una ferita non solo alle truppe nemiche di Saladino ma anche al cuore dell’Islam stesso.
Per Riccardo, tuttavia, la missione in Terra Santa rappresentava solo parte di una vita caratterizzata da guerra e lotte, essendo lui membro di una delle più famigerate dinastie in Europa, quella dei Plantageneti.
Ma chi era veramente Riccardo Cuor di Leone? Scopriamolo insieme!
1. I primi anni
Figlio di Enrico II d’Inghilterra ed Eleonora d’Aquitania, Riccardo nacque in una famiglia nota per le faide.
Suo padre aveva fama di combattere e lottare contro tutti, inclusa sua moglie, che finì prigioniera, in una sorta di arresti domiciliari, a causa della sua forte influenza non solo sui figli, ma anche su molti dei baroni e dei nobili inglesi e soprattutto francesi.
Stando così le cose, non sorprende che da giovane Riccardo abbia combattuto non solo contro il padre ma, in seguito alla loro breve riconciliazione, abbia anche sedato una serie di rivolte dei baroni del regno paterno.
Infatti quando, nella primavera del 1979, Riccardo combatté contro i ribelli e conquistò la fortezza di Taillebourg, che aveva fama di essere inespugnabile, si era già guadagnato la reputazione di abilissimo condottiero e feroce guerriero, famigerato per crudeltà e violenza contro chiunque gli si opponesse.
La sua sete di conquista, comunque, non si placò combattendo contro i ribelli; presto, dopo aver soffocato le rivolte, Riccardo sfidò il padre per il trono.
Questo lo portò a combattere non solo contro il padre, ma anche contro i fratelli. Alla fine, la morte del genitore e dei fratelli maggiori, Enrico e Goffredo, gli permise di salire al trono.
Essendo nato in Inghilterra, Riccardo fu ufficialmente investito del titolo di duca di Normandia e poi incoronato re il 3 settembre 1189, nell’abbazia di Westminster.
Finalmente libero dalle lotte con la famiglia e con i ribelli in Inghilterra e in Francia, Riccardo poté dedicarsi a quello che era il suo obiettivo primario dal 1187, quando aveva preso la croce cristiana come conte di Poitou (un’azione compiuta per rinunciare ai suoi peccati di un tempo) e Saladino aveva conquistato Gerusalemme.
Sottrarre la Terra Santa agli infedeli musulmani. Il problema era che, anche se la volontà e il desiderio di combattere di Riccardo erano inesauribili nonostante gli anni di lotta, i forzieri del suo regno non lo erano, anzi: ormai erano in gran parte vuoti. Perciò, Riccardo s’impegnò immediatamente a raccogliere i fondi necessari a organizzare il suo esercito.
Prima di tutto, si accordò con Filippo II di Francia per intraprendere la crociata insieme – essendo entrambi spaventati dal pericolo che, se uno avesse lasciato l’Europa, l’altro avrebbe invaso il suo regno – quindi alzò le tasse in Inghilterra, liberò Guglielmo I di Scozia dal suo giuramento di sottomissione in cambio di 10mila marchi e vendette molte terre e proprietà: i proventi vennero incanalati per raccogliere un esercito di 4mila cavalieri, 4mila fanti e un’imponente flotta.
Si dice che a un certo punto Riccardo abbia affermato “Avrei venduto Londra, se avessi trovato un compratore”, a dimostrazione di quanto fosse determinato a procedere con la Terza Crociata.
Questo grande esercito doveva viaggiare insieme a quello di Filippo e riconquistare Gerusalemme a ogni costo. Imbarcandosi sull’ammiraglia, Riccardo I lasciò l’Inghilterra nell’estate del 1190.
2. Il viaggio verso la Terra Santa
Il viaggio verso la Terra Santa fu ricco di eventi.
Prima si fermò in Sicilia, dove liberò la sorella dall’usurpatore Tancredi I, poi conquistò l’intera Cipro, rovesciando il despota Isacco Comneno e insediando come governatori Richard de Camville e Robert di Thornham.
Curiosamente, in seguito Riccardo vendette l’isola ai Templari, dai quali la acquistò poi Guido di Lusignano, uno dei compagni crociati dello stesso Cuor di Leone.
Anche se Riccardo compì molte conquiste, la presa di Cipro in particolare non solo aumentò molto la sua fama, ma fu anche strategicamente importantissima, poiché consentiva ai cristiani di controllare le acque che permettevano di giungere in Palestina.
Dopo i molti successi e il matrimonio contratto proprio nel corso del viaggio verso oriente, Riccardo giunse infine in Terra Santa, nella città di Acri, l’8 giugno 1191. Unì subito le sue forze a quelle di Guido di Lusignano e Corrado del Monferrato e conquistò la città nel famoso assedio di Acri del 1191.
Ora che gli stendardi suoi e dei suoi alleati venivano alzati sulla città, la Crociata di Riccardo era davvero iniziata, con la prima di numerose vittorie. Incoraggiato dal successo, presto Riccardo lasciò Acri e marciò verso sud, temendo che, se voleva conquistare Gerusalemme, allora doveva sfruttare questo slancio.
E ci riuscì davvero: grazie al comando di Riccardo stesso, l’esercito vinse sia nella battaglia di Arsuf sia a Belt Nuba: i crociati erano a questo punto a soli 12 chilometri dalla loro destinazione ultima, Gerusalemme, e i molti successi di Riccardo avevano abbattuto il morale dei soldati di Saladino. Da allora si è speculato che, se l’esercito l’avesse direttamente assediata, la città sarebbe caduta in fretta.
Tuttavia, la notizia del possibile arrivo di un’armata musulmana in soccorso e cattive condizioni meteorologiche spinsero Riccardo a ordinare la ritirata verso la costa, temendo che, se avessero tentato di prendere subito Gerusalemme, avrebbero potuto finire in trappola ed essere sbaragliati. Ritornando nella città conquistata di Ascalona, Riccardo rafforzò la sua posizione.
Qui avrebbe tentato il primo di numerosi negoziati con Saladino, che comunque, in questo momento, fallì, dato che il ricordo dell’invasione era ancora troppo fresco. Nel giugno del 1192, l’esercito crociato di Riccardo avanzò ancora una volta verso Gerusalemme, una mossa attivata dall’uccisione di Corrado del Monferrato per mano degli Hashashin, una setta elitaria di assassini islamici.
Questa volta l’esercito crociato arrivò in vista della città, tuttavia, a causa di disaccordi tra i condottieri su come fosse meglio procedere – Riccardo e il nucleo di capi crociati voleva forzare la mano di Saladino attaccando la sua base di potere in Egitto, mentre il duca francese di Borgogna proponeva un assalto diretto – furono ancora una volta costretti a una ritirata strategica.
Saladino cercò di castigare l’indecisione dei crociati attaccandoli in una serie di assalti veloci e fastidiosi, tuttavia l’armata resistette e, dopo un’altra decisiva vittoria nella battaglia di Giaffa, l’8 agosto 1192, sia l’esercito di Saladino sia quello di Riccardo si ritrovarono fortemente ridimensionati.
Ne derivò un momento morto caratterizzato da inattività, mentre sia Riccardo sia Saladino si rendevano conto che le loro posizioni in Palestina erano fragili e il continuo combattere insostenibile. Seguì un altro periodo di negoziati tra i due capi e finalmente venne sancito un trattato di pace, il 2 settembre 1192.
L’accordo stabilì che Riccardo non avrebbe conquistato Gerusalemme, ma i pellegrini e i mercanti cristiani sarebbero stati liberi di entrare come desideravano, e del tutto legittimamente, nella città governata dai musulmani. Così si sarebbe conclusa la Terza Crociata, e il re inglese presto lasciò la Terra Santa per tornare in patria.
3. L'arresto e la fine
La storia della Crociata di Riccardo, tuttavia, non si era del tutto conclusa con la sua partenza dalla Palestina.
La sua nave fece naufragio nei pressi di Aquileia e lui fu costretto a tornare via terra attraverso l’Europa centrale.
Fu durante questo viaggio che, mentre superava Vienna poco prima del Natale del 1192, fu catturato dagli uomini di Leopoldo V, duca d’Austria, che accusò Riccardo di aver organizzato l’omicidio di suo cugino Corrado del Monferrato in Terra Santa.
Riccardo si proclamò innocente, ma fu ignorato e imprigionato nel castello di Dürnstein, un’azione che valse al duca la scomunica papale. Malgrado ciò, Leopoldo V consegnò Riccardo a Enrico VI, sacro romano imperatore, che lo tenne in ostaggio, esigendo 150mila marchi per il suo rilascio.
Fu la madre del Cuor di Leone, Eleonora d’Aquitania, a occuparsi di raccogliere la grossa somma, anche se ci vollero quasi due anni: Riccardo fu finalmente liberato il 4 febbraio 1194.
Al ritorno in Inghilterra e Francia, egli scoprì che suo fratello aveva cercato d’impadronirsi del trono, con l’aiuto del re francese Filippo, e che buona parte del suo territorio in Normandia era stato preso.
Cominciò immediatamente una campagna di riconquista, stringendo un’alleanza contro re Filippo e poi sconfiggendolo in molte battaglie nel corso del 1190: la più famosa fu quella di Gisors, uno scontro durante il quale Riccardo coniò il famoso motto della monarchia britannica, Dieu et mon Droit, ovvero “Dio e il mio Diritto”, per indicare che la monarchia risponde solo a Dio.
Questa nuova campagna di conquista si sarebbe tuttavia conclusa con la morte dello stesso Riccardo, per un dardo scagliato da un giovane balestriere. Gli successe il fratello Giovanni, che avrebbe perso quasi tutti i territori di Riccardo nell’Europa continentale e poi anche molto del suo potere, con la sconfitta nella Prima guerra dei baroni, nel 1217, che avrebbe portato alla compilazione della Magna Charta.
In effetti, alla morte di Riccardo, il 6 aprile 1199, nessun sovrano d’Inghilterra aveva mai detenuto tanto potere e terre quanto lui.
Riccardo Cuor di Leone spirò tra le braccia della madre nel marzo del 1199, molto tempo dopo la fine della Terza Crociata, Riccardo tornò nel Limosino per sopprimere una rivolta del visconte Aimar V di Limoges. Incendiando le terre del conte e sconfiggendo le sue truppe, alla fine Riccardo giunse al castello di Châlus-Chabrol, piccolo e scarsamente difeso, e si dispose ad assediarlo.
La sera del 25 marzo, stava camminando lungo il perimetro del castello e verificava i progressi dei suoi genieri intorno alle mura. Non aveva armatura e non prestò particolare attenzione all’occasionale lancio di proiettili da parte degli assediati. Riccardo era addirittura divertito dall’organizzazione dilettantesca dei difensori e applaudiva quando miravano su di lui.
Tuttavia, questo sarebbe stato l’inizio della sua fine: un balestriere, non visto, colpì Riccardo sulla spalla sinistra, vicino al collo. Nonostante la ferita, Riccardo raggiunse la tenda e tentò di rimuovere il dardo, ma non ci riuscì: solo con l’intervento di un chirurgo fu possibile farlo.
La ferita andò rapidamente in cancrena e, comprendendo che la sua vita sarebbe terminata presto, Riccardo ordinò che il balestriere, che era stato catturato, venisse portato al suo cospetto. Non si trattava di un uomo, ma solo di un ragazzo, che disse a Riccardo di aver agito per vendicare il padre e due fratelli, uccisi dai soldati del re.
Aspettandosi di venire giustiziato, il ragazzo fu sorpreso quando Riccardo, debole e morente, lo perdonò e gli concesse la grazia, con il suo ultimo atto di pietà sulla Terra, pronunciando una famosa frase: “Vivi, e per la mia generosità vedrai la luce del giorno”.
Meno di due settimane dopo, re Riccardo Cuor di Leone morì a 42 anni, mentre la madre – l’anziana Eleonora d’Aquitania – lo sorreggeva tra le braccia. Le sue viscere furono sepolte a Châlus, il corpo ai piedi del padre presso l’abbazia di Fontevraud nell’Angiò e il cuore a Rouen, in Normandia.
Qual è dunque l’eredità di Riccardo? Fu uno dei più potenti sovrani nella lunga storia inglese e visse in un impero solidamente costituito, anche se in guerra, nel quale la posizione di governo della monarchia era indiscussa. Come disse lui stesso, non rispondeva ad altri che a Dio, e aveva la potenza militare e il privilegio di poter fare sulla Terra ciò che desiderava.
Nonostante la fama romanzesca che circonda la sua famosa Crociata, così come gli scandali politici di famiglia, che colorirono la sua vita e il suo regno, e nonostante il fatto che il suo fu un buon governo se paragonato a quello del fratello Giovanni, si può facilmente sostenere che l’eredità di Riccardo non sia positiva: spese enormi somme del denaro dei suoi sudditi in una serie di guerre o per vantaggio personale o per fanatismo religioso.
Ma forse ciò significa guardare alle azioni di Riccardo da una prospettiva moderna, del tutto inadatta a comprendere le ragioni e la mentalità medievali. Su una cosa non c’è dubbio: vita e morte camminavano fianco a fianco nel regno di Riccardo, e coloro che non si difendevano adeguatamente finivano passati a fil di spada senza altra colpa che quella di trovarsi sulla strada di qualcuno.
Le azioni di Riccardo hanno avuto un marcato effetto non solo in Europa, ma anche nella zona occidentale del Medio Oriente. Un effetto che si può riconoscere ancora al giorno d’oggi, se si cerca nei posti giusti.
4. Le cinque più grandi vittorie di Riccardo
- Messina (4 ottobre 1190)
Arrivando in Sicilia per liberare dalla prigionia la sorella, la regina Giovanna, cominciò attaccando e conquistando l’antica città di Messina.
Dopo averla saccheggiata fino all’ultima moneta e bruciata completamente, Riccardo vi stabilì la propria base e alla fine costrinse il carceriere di Giovanna, Tancredi, a firmare un trattato che garantiva la liberazione della donna, 20mila once d’oro e la nomina del nipote di Riccardo, Arturo di Bretagna, come erede di Tancredi.
Riccardo quindi passò gran parte di quell’anno in Sicilia. - Cipro (primo maggio 1191)
Mentre si dirigevano ad Acri, una tempesta disturbò il viaggio e molte navi giunsero alla costa meridionale di Cipro.
Il despota dell’isola, Isacco Comneno, prese prigioniera la sorella di Riccardo. Dopo aver finalmente rintracciato le navi attaccate, Riccardo giunse al porto di Limisso e pretese che i soldati e la sorella fossero liberati.
Comneno rifiutò, così Riccardo fece sbarcare l’esercito, prese il porto e poi l’intera isola, catturando Isacco e mettendolo in catene d’argento (dato che aveva promesso di non metterlo ai ferri). - Acri (luglio 1191)
Dopo essere giunto in Terra Santa, l’8 giugno, due settimane dopo il compagno di viaggio Filippo d’Alsazia, Riccardo si unì a lui nel famoso assedio di Acri.
Alla fine Riccardo si assicurò la resa della città il 12 luglio, dopo settimane di combattimento: le truppe cristiane entrarono in città e imprigionarono la guarnigione musulmana.
Insieme al compagno crociato Corrado del Monferrato, Riccardo fece innalzare gli stendardi del Regno di Gerusalemme, Francia, Inghilterra e Ducato d’Austria. - Arsuf (7 settembre 1191)
Lasciata Acri, Riccardo procedette verso sud e fu affrontato dalle forze di Saladino ad Arsuf, in Palestina.
Dopo una serie di attacchi da parte degli uomini di Saladino, Riccardo caricò il loro nucleo principale in un ardito contrattaccò che ruppe i loro ranghi.
Curiosamente, anche se questa vittoria non fece guadagnare risorse a Riccardo, si risolse nella caduta della fascia costiera della Palestina meridionale e rese possibile assalire Gerusalemme. - Giaffa (8 agosto 1192)
Riccardo condusse un audace attacco alla città assediata di Giaffa, che era stata conquistata un mese prima da Saladino.
Alla guida di soli 54 cavalieri, poche centinaia di fanti e circa 2mila arcieri, Riccardo suscitò il panico nella guarnigione musulmana, che fuggì dalla città: Saladino stesso fu incapace di radunarla di nuovo prima che fossero a 8 chilometri dalla città. Saladino tentò un contrattacco, ma invano: le sue truppe erano esauste dopo anni di guerra.
Dopo questa battaglia, venne concordato un trattato di pace.
5. Riccardo contro Saladino: una guerra infinita
Quella del Cuor di Leone fu una delle crociate più personali di tutte.
Ciò che era iniziato come duello tra religioni divenne lo scontro tra due dei più grandi comandanti della storia.
Se da un lato la Terza Crociata fu una delle più affollate per quanto riguarda i nomi coinvolti – da Filippo di Francia all’italiano Corrado del Monferrato fino a Guido di Lusignano, tutti costoro presero le armi per conquistare la Terra Santa – dall’altro fu in gran parte decisa e alla fine conclusa da due soli uomini, re Riccardo I d’Inghilterra e il sultano di Siria Saladino.
In effetti, a volte guidando le truppe da lontano, Riccardo e Saladino si scontrarono più di dieci volte durante la Terza Crociata, ed entrambi conquistarono e riconquistarono territori in un continuo tiro alla fune per tutta la regione palestinese.
Nelle battaglie di Arjuf e di Giaffa, entrambi parteciparono attivamente sul campo, guadagnandosi grande fama per il loro valore in combattimento.
Curiosamente, tuttavia, anche se passarono gran parte della Terza Crociata in diretto scontro l’uno contro l’altro, Riccardo e Saladino erano anche grandi ammiratori delle capacità del rispettivo avversario e si incontrarono molte volte durante le ostilità nel tentativo di negoziare diverse questioni.
E infatti fu grazie a uno di questi negoziati, dopo la battaglia di Giaffa, che finalmente la Terza Crociata si concluse: Riccardo acconsentì a smilitarizzare le zone sotto il controllo cristiano e Saladino garantì che pellegrini e commercianti cristiani potessero accedere a Gerusalemme.
Gli storici militari spesso indicano il rapporto tra Riccardo e Saladino come un fattore chiave per impedire che altro sangue venisse versato: probabilmente, senza i loro sforzi la Terza Crociata sarebbe durata ancora più a lungo.
Un ultimo dettaglio: poco più di sei mesi dopo che Riccardo Cuor di Leone aveva lasciato la Terra Santa in seguito al trattato di pace tra i due, Saladino morì di febbre, il 4 marzo 1193, a Damasco.
Così come Riccardo sarebbe tornato in patria lentamente, senza ricchezze o celebrazioni, anche Saladino stesso, quando morì, aveva solo un pezzo d’oro e 40 pezzi d’argento: aveva dato il resto ai suoi sudditi o lo aveva speso nel corso degli anni di guerra.
Di certo, era un prezzo che valeva la pena pagare per la pace – non importa quanto provvisoria.
Note
TIMELINE
- 8 settembre 1157: Nascita di Riccardo
Riccardo viene alla luce nel palazzo di Beaumont, Oxford, Inghilterra, figlio di re Enrico II ed Eleonora d’Aquitania. È uno tra quattro fratelli, inclusi Enrico, Goffredo e Giovanni. - 1168: Ottiene l’Aquitania
Compiuti dieci anni, Riccardo è investito del titolo di duca d’Aquitania e poi, quattro anni dopo, di duca di Poitiers. - 1179: Scontri familiari
Dopo aver discusso con i fratelli, Riccardo unisce le proprie forze con quelle del padre per sottomettere Enrico, Goffredo e i loro baroni ribelli. - 1183: Morte di Enrico
Il legittimo erede di Enrico II, Enrico il Giovane, muore di dissenteria, lasciando il posto di successore sul trono a Riccardo. Tre anni dopo un altro fratello di Riccardo, Goffredo, muore durante un torneo. - 3 settembre 1189: Incoronazione
In seguito alla morte di Enrico II al castello di Chinon, Riccardo viene incoronato re nell’abbazia di Westminster, Inghilterra. - 11 dicembre 1189: Finanziare una crociata
Avendo saputo della conquista di Gerusalemme da parte di Saladino, Riccardo comincia a raccogliere i fondi per la sua crociata, vendendo castelli e territori sotto il suo controllo. - 4 luglio 1190: Partenza
Finalmente re Riccardo comincia la sua crociata, imbarcandosi per raggiungere la Terra Santa. Il primo scalo è in Sicilia: giunge a Messina due mesi dopo. - 12 maggio 1191: Matrimonio
Riccardo sposa Berengaria di Navarra, figlia primogenita di re Sancho VI di Navarra, a Limisso, Cipro. - 1192: Cattura di Riccardo
Tornando dalla Crociata, Riccardo viene catturato dal duca d’Austria, per una presunta offesa durante l’assedio di Acri. Paga un riscatto e viene liberato. - 6 aprile 1199: Morte di Riccardo
A soli 42 anni, Riccardo Cuor di Leone muore a Châlus. Il suo corpo è sepolto all’abbazia di Fontevraud, in Angiò, mentre il cuore è seppellito a Rouen, in Normandia.