«Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull’età», cantava un poeta.
E aveva visto giusto: chi lavora nel campo della psicoterapia sa che proprio questo mese coincide con uno dei picchi annuali di depressione e ansia.
A settembre, per cominciare, emerge una spiccata tendenza a fare bilanci, a guardarsi indietro, a paragonare aspettative e risultati, guardando la vita sotto la lente di ingrandimento del giudizio.
E il risultato di queste analisi minuziose (e alquanto tendenziose) spesso non è positivo… «Una settimana e sono già sfinito, solita routine, non cambia mai niente: ho sbagliato tutto?».
L’energia vitale non è come la benzina, non va messa nel serbatoio e usata fino a esaurimento, anzi non si esaurisce proprio: si rigenera! Purché la nostra vita sia posizionata nel modo giusto: verso l’interno e non verso l’esterno.
L’energia nasce da una sorgente interiore che è sempre attiva e ci fa fare le azioni che ci vengono naturali, quelle che sappiamo fare senza averle mai imparate perché esprimono il nostro carattere, le nostre attitudini più originali.
Perché allora ci sembra a volte di non avere forze? Perché le sprechiamo tutte per lottare contro noi stessi, o per inseguire obiettivi che non ci appartengono davvero, ma che desideriamo per sentirci “come tutti gli altri”.
Allora, come un fiume che finisce nel deserto, l’energia inizia a girare a vuoto e si inabissa nella sabbia. Ma se torni in armonia con il tuo mondo interno, fai tutto senza sforzo e la fatica che senti è tutta felicità per il lavoro svolto!
Come si fa a conservare la carica e l’entusiasmo per tutto l’anno? Scopriamolo insieme! C’è un segreto, però: da oggi metti sullo sfondo doveri e sensi di colpa e inizia a prenderti davvero cura di te!
1. La libertà mentale
Eppure per molti è fresco il ricordo delle vacanze, durante le quali hanno potuto rilassarsi e ricaricarsi.
Forse il problema è proprio questo: sperimenti per qualche giorno la libertà, l’assenza di orari e obblighi e quando torni a casa all’inizio sei positivo ed entusiasta, ma rapidamente perdi la carica.
In questi casi la tentazione immediata è di cercare le cause: sto male a causa del lavoro, degli impegni, dello stress, del matrimonio, del capufficio, dei soldi, le cose non sono andate come sognavo, la mia vita è al palo...
Guardi solo l’esterno, le situazioni che non ti piacciono. Ma attento: se deleghi le colpe, deleghi anche le soluzioni. Quindi chiediti: in tutto questo io dove sono? Che spazio ho? Che spazio mi concedo?
Molto poco, a ben vedere: se tutto dipende dall’esterno, che non gira come vuoi tu, di fatto è come se ti considerassi un puro effetto di cause fuori dal tuo controllo, quindi in pratica un burattino.
Non ti dai un ruolo, un compito, un destino. Non osservi le tue capacità, i tuoi stati interiori, non li consideri importanti e originali.
Ecco il vero motivo dello stress, della depressione, della sensazione di fatica di settembre: come puoi essere entusiasta se tu per primo ti consideri un burattino? Il vero nemico non è fuori, è la mancanza di libertà mentale. Iniziamo allora a cambiare le cose.
Il primo esercizio: fai chiarezza su ciò che stai provando adesso Settembre è un muro che ti spaventa? Usa un muro di casa per aggirarlo. E' questo il senso di un piccolo ma decisivo esercizio che ti aiuta a cambiare da subito prospettiva mentale.
Per cominciare prendi un blocchetto di post-it e scrivi su ognuno di essi un elemento del tuo stato emotivo attuale. Puoi ispirarti all’elenco che leggi qui sotto o scovare altri aspetti dentro di te.
Ad esempio potresti scrivere: «Ecco la solita routine, niente di nuovo, non è cambiato nulla e sarà così per un altro anno». «Devo affrontare i problemi rimandati: rapporti da sistemare, cose da fare, impegni da assolvere...». «Tornano vecchi pesi, vecchi rancori...».
«Si affacciano i rimpianti delle cose non fatte». «Vorrei cambiare tutto, ma non so come». «Vorrei trovare un senso, il bandolo della matassa, ma ho solo perplessità». «Vorrei realizzare i miei obiettivi e progetti ma mi sento spesso inadeguato».
Quando li hai scritti tutti, attacca i post-it al muro di casa che hai scelto. Lasciali lì per qualche giorno, ogni tanto leggili e aggiungi o togli qualcosa in base ai cambiamenti che avvengono in te, anche mentre svolgerai gli esercizi che verranno illustrati nei punti 4 e 5 che seguono.
In questo modo componi una fotografia più precisa di quel che provi, e questo è terapeutico: riconoscere come stai e cosa si agita in te, invece di essere immerso in un’atmosfera negativa generica e confusa, è già di per sé un passo importante, perché significa iniziare a farsi carico di se stessi e delle proprie emozioni, smettere di sentirsi solo un fuscello in balìa della corrente.
Sottrarsi con lo sguardo al fiume di incombenze permette di iniziare a distanziarsi e di immaginare un proprio ruolo positivo e attivo.
2. I tre atteggiamenti mentali che ti aiutano a stare subito meglio
1. Il primo atteggiamento: libera la mente dal "dover essere"
Via dalla nuvola di aspettative! Hai già in mente come dovrebbero andare le cose, quale sarebbe la vita ideale, la famiglia perfetta, il lavoro dei sogni?
È proprio questa nuvola di aspettative, basate su modelli di successo, su convinzioni e giudizi, a rendere pesante la vita di tutti i giorni.
Concentrato come sei su ciò che "dovrebbe essere", tutto ciò che ti accade finisce per sembrarti imperfetto e inadeguato. Tu per primo!
Attento, è proprio questa gabbia mentale a renderti impossibile ogni cambiamento, a suggerirti, ogni volta che vedi una possibilità, il classico: «Sarebbe bello, ma non ce la farò mai», oppure a farti svalutare le tue qualità, perché non corrispondono ai modelli più diffusi di successo.
Vai nel mondo al contrario! Prova ogni tanto a chiederti: e se niente fosse come sembra? Immagina di vivere in un mondo alternativo, in cui ogni regola è sovvertita: il giusto è sbagliato, il bello è brutto, l'opportuno è inopportuno.
Cosa faresti? Come ti muoveresti? Coltiva questa fantasia come un tuo gioco segreto: ti allargherà la mente.
2. Il secondo atteggiamento: osserva le emozioni, meritano la tua attenzione
Sei posizionato troppo sull'esterno! Siamo abituati ad analizzare tutto ciò che accade secondo il criterio causa-effetto: è successo questo, la causa è quella.
Va bene per gli stati fisici, per gli oggetti. Ma nelle questioni personali, psicologiche, interiori, è un criterio superficiale.
Se sei triste, andare a cercare le cause negli eventi esterni (lui mi tratta male) o nel passato (mia mamma non mi ha voluto bene), non è mai risolutivo, anzi ti fa girare in un loop.
Gli stati emotivi sono sempre, prima di tutto, un prodotto del mondo interno che attraverso di essi cerca di guidarci verso la nostra realizzazione.
Considerarli effetti di cause esterne ti impedisce di divenire consapevole di forze e funzioni interiori che ti caratterizzano e che sono all'opera proprio adesso, proprio negli stati d'animo che vorresti combattere.
Punta lo sguardo su di te! Inizia a guardare il tuo stato attuale, ad esempio un malessere, senza chiederti la causa, ma come se fosse un ospite di cui essere curiosi.
Inizia cioè a sentire davvero come stai, e a chiederti: sono triste, va bene, ma: che tipo di tristezza è la mia? Quando arriva? Quando sparisce? Come mi fa sentire? A che colore somiglia? A che animale? A che fenomeno fisico? Se fosse un personaggio, cosa farebbe?
Segui la sua storia, immagina, racconta, guarda le sfumature: sono "le tue" sfumature, meritano tutta la tua attenzione!
3. Il terzo atteggiamento: impara ad affidarti al flusso degli eventi
L'interventismo crea conflitti! Senza accorgertene, ti opponi di continuo all'andamento naturale delle cose, cerchi di influenzarlo in base alle tue idee e convinzioni.
Cerchi insomma di correggere la realtà: il rapporto con il partner o con i figli non va come vuoi tu?
Cerchi di cambiare gli altri, o il tuo stesso modo di essere, che magari ritieni troppo remissivo, o troppo severo, o troppo poco controllato e così via.
Se qualcosa si rompe cerchi di aggiustarlo e vorresti far tornare le cose come erano prima. Se si tratta di un vaso rotto, spesso la cosa è possibile, ma se è un rapporto, sei sicuro che aggiustarlo sia la cosa giusta da fare?
Vuoi intervenire, ma non ti accorgi che così crei continuamente nuovi conflitti interiori ed esterni.
Lascia fare a un sapere più profondo! E se la piega naturale che di volta in volta le cose prendono volesse dirti qualcosa di importante, addirittura di fondamentale per la tua vita? Perché non la ascolti invece di giudicare e interferire subito?
Prova ogni tanto a cedere, a dire: «Non devo fare niente, non sono obbligato, non mi è richiesto di intervenire e sistemare».
Lascia fare e osserva cosa accade, affidati a qualcosa che non conosci, ma che forse conosce te: il tuo destino.
Immagina che ci sia un vecchio saggio, o una donna antica, dietro tutto quel che ti succede: cosa ti sta preparando che tu non riesci a vedere? Così ti apri al mistero, che è il grembo dell'Anima.
3. Sperimenta la bellezza
Scorgi il sacro nei gesti di ogni giorno e trasformi la routine in un’avventura!
La vita dell’umanità si è sempre caratterizzata per la presenza del sacro: in ogni epoca e in ogni cultura l’uomo ha scandito il proprio tempo attraverso riti e usanze che lo mettevano in connessione con il mistero, con la Natura e con la propria Anima.
Le azioni sacre e i riti si caratterizzano per un aspetto in particolare: sono densi di significato! Si ripetono sempre uguali, ma a differenza delle abitudini e della routine, la ripetizione porta con sé un grande valore perché possiede un senso, un significato per chi la compie.
Se assumi questo atteggiamento puoi riuscire a trasformare l’appiattimento della routine in un rituale personale e alchemico.
Prova a guardare le azioni che compi ogni giorno: per te sono ripetitive, e se invece fossero rituali? Se fossero gesti misteriosi che ti collegano con l’infinito? Attiva questa trasformazione simbolica: contatterai le energie del Sacro!
COME FARE: Inizia dai gesti di cura abituali: quando ti lavi immagina che l’acqua si porti via ciò che hai accumulato e ti ripulisca; pensieri, domande, programmi scorrono via con essa e ti lasciano nuovo; mentre ti pettini o pettini i tuoi bambini immagina che stai acconciando i tuoi capelli come una dea, un guerriero o una guerriera, una sacerdotessa antica.
Utilizza vestiti, trucchi e accessori come se fossero travestimenti simbolici, sceglili in base a come ti senti e alle cose che dovrai affrontare, facendo sgorgare da essi energie che ti trasformano.
• Trasforma le tue azioni più semplici: mentre prepari il cibo ricorda che stai entrando in contatto con la Natura e stai celebrando il suo potere di nutrirti: diventi lei e lei diventa te. Osserva la bellezza del cibo, i suoi colori e profumi e immagina che entrino in te.
Quando metti in ordine e pulisci immagina di essere la Signora o il Signore della Casa: ogni gesto sta portando via il vecchio, il superfluo, ciò che deve essere eliminato e fare spazio al nuovo.
Quando torni a casa, cambiati e lascia da parte le cose dell’esterno (computer, agenda, abiti da lavoro), accendi una candela e un incenso, come facevano gli antichi in tutti i luoghi sacri.
• Rivedi anche il tuo lavoro: quando crei qualcosa con le mani o attraverso l’intelletto ricorda che è in atto una gestazione con cui stai facendo nascere qualcosa di nuovo che prima non c’era.
Immagina che in questo processo siano presenti le Muse e gli Dei, che esso abbia un valore unico perché frutto del tuo legame con essi. Il tuo lavoro è come il viaggio degli eroi antichi: ci sono fatiche e compiti da svolgere, può essere faticoso e insidioso ma esso rappresenta il cammino della tua realizzazione.
4. Prendi le pillole del Caos
Hai appuntamento con l'imprevisto: lascia che l'istinto ti porti dove vuole lui!
"Primo di tutti fu il Caos": con queste parole Esiodo inizia il suo racconto sulle origini del mondo.
Il caos rappresentava infatti quello spazio vuoto, buio e senza forma necessario affinché potesse nascere la vita.
Come allora, anche oggi un po' di caos è l'ingrediente fondamentale di ogni processo di trasformazione e di creazione: hai bisogno di portarlo nelle tue giornate, così da familiarizzare con esso e smettere di temerlo!
Il bisogno di controllare, pianificare e organizzare è infatti tipico dell'era moderna, frutto di un pensiero che mette al primo posto logica e ragionamento e lascia sullo sfondo istinto e inconscio.
Per stare bene, però, hai bisogno anche di loro, perché rimettono in moto la vita: se mancano rischi ansia e panico! Sì, perché ogni volta che elimini una funzione dell'Anima essa si riaffaccia sotto forma di malattia e di disagio. Per star bene hai bisogno quindi di tenere in equilibrio ordine e caos!
COME FARE: Osserva quanto c'è di programmato e ordinato nella tua vita: quante volte la sera prima di dormire o la mattina appena sveglio fai la lista delle cose da fare?
Quanto spesso il tuo tempo è scandito da orari e schemi precisi? Quante volte ti capita di organizzare e pianificare anche le giornate libere e i fine settimana? Dopo aver preso atto di quanto controllo attivi nella tua vita, inizia a dare spazio all'imprevisto, alla sorpresa e alla magia che solo il caos può portarti.
Nella tua agenda, cartacea, elettronica o mentale che sia, fissa degli "appuntamenti vuoti", cioè dei momenti in cui non hai nessun impegno fisso e che lasci liberi per te. Non dirti in anticipo che cosa farai in quei momenti, aspettali e quando arrivano prova ad ascoltarti.
Che cosa hai voglia di fare o non fare? Quali emozioni e sensazioni si affacciano? Sentirti spaesato e non sapere bene cosa fare è un bene: significa che stai contattando il vuoto e quell'assenza di forma tipici del caos.
Tieni traccia dei tuoi "appuntamenti vuoti" con un gesto simbolico: ogni volta, su un foglio, fai un piccolo disegno che rappresenti l'essenza di quel momento, sintetizzandolo con pochi tratti, come se fosse un ideogramma cinese. Riunisci i disegni in un quadernetto che porti con te: il tuo "quaderno del caos".
5. Gioca con una mente tutta nuova
Parti dalle mani, passa dalla creatività e rigeneri il cervello!
Caos, come abbiamo visto qui a fianco, non è solo disordine e confusione, assenza di regole e di direzioni, non è solo fonte di ansia e preoccupazione, cioè qualcosa da temere e da evitare.
Al contrario: è soprattutto un modo diverso di stare nelle cose e con se stessi, un modo più equilibrato che mira a tenere insieme gli opposti di cui siamo fatti.
Hai bisogno di dare un po’ meno spazio all’Io, al ragionamento e al controllo e aprirti di più all’inconscio, al pensiero analogico e alla creatività. In questo modo il tuo cervello si rigenera, le connessioni tra i neuroni si ampliano e anche il tuo benessere generale migliora.
Per recuperare un pensiero creativo, libero da schemi e lasciarti andare al sapere dell’istinto e dell’inconscio, hai bisogno di invertire la rotta del pensiero e affidarti al corpo.
COME FARE: Procurati un panetto di creta e prenditi un po’ di tempo da solo per lavorarla. Ti basta trovare un luogo tranquillo e portare con te una tavoletta di legno su cui poter lavorare comodamente.
Ora chiudi gli occhi e prendi tra le mani la creta: concediti il tempo per percepirne la consistenza, la temperatura, il profumo e ascolta le sensazioni che ti suscita.
• Comincia poi a modellarla, sempre a occhi chiusi, lasciando che siano le tue mani a seguire la materia. Non deve esserci alcun progetto, nessun oggetto da creare, nessuna forma da comporre.
• Vai avanti così fino a quando senti che è sufficiente: a questo punto apri gli occhi e osserva quello che hai di fronte: guarda la creta, la forma che ha assunto e vedi se ti ricorda qualcosa. Osserva anche le tue mani e le sensazioni che da esse ti arrivano.
• Per concludere, su un foglio annota ciò che hai provato, i pensieri che ti hanno attraversato, le sensazioni e le pulsioni che si sono affacciate, quello che hai visto una volta aperti gli occhi.