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Robin Hood: la vera storia del ladro eroe

Gli sono stati dedicati più di 50 film per il cinema (tra cui una versione Disney) e per la televisione, oltre a numerose serie, svariati libri, fumetti, giochi e videogiochi, canzoni, rappresentazioni teatrali, musical, siti e innumerevoli citazioni letterarie.

Non ci sono tracce storiche del popolare personaggio che arte, letteratura e cinema hanno tramandato fino a noi.

Generoso e audace, rubava ai ricchi per donare ai poveri: conquistò così profondamente il cuore della gente da far sperare a molti che fosse esistito davvero.

Quanta verità c’è in questa rappresentazione? Si tratta di una leggenda o di un fatto storico?

È davvero esistito un ladro che rubava ai ricchi per dare ai poveri? E, se sì, chi era? Scopriamolo insieme!

1. Leggendario da 700 anni

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Gli sono stati dedicati più di 50 film per il cinema (tra cui una versione Disney) e per la televisione, oltre a numerose serie, svariati libri, fumetti, giochi e videogiochi, canzoni, rappresentazioni teatrali, musical, siti e innumerevoli citazioni letterarie.

In Inghilterra, dove varie locande recano il suo nome, si possono rinvenire la sua tomba e un’iscrizione.

Nell’immaginario collettivo, Robin Hood è un fuorilegge gentiluomo, astuto e abilissimo con l’arco, che vive in Inghilterra nella foresta di Sherwood, a nord della città di Nottingham, e indossa calzamaglia e giustacuore verdi.

Noto come il “principe dei ladri”, la sua occupazione principale è rubare ai ricchi e ai prepotenti per dare ai poveri, mosso da un profondo sentimento di libertà e di rivalsa nei confronti delle ingiustizie.

Il suo nemico principale è il corrotto sceriffo di Nottingham, che opera per conto del malvagio principe Giovanni Senzaterra, esigendo tasse esose dal popolo.

Tra i suoi amici e alleati, figurano invece il colossale Little John, il corpulento frate Tuck, Will Scarlett e Much, il figlio del mugnaio, che insieme compongono la banda dei merry men (gli uomini felici).

Robin, inoltre, è innamorato di Lady Marian, nipote del re Riccardo Cuor di Leone, la quale però viene tenuta prigioniera da Giovanni Senzaterra, che approfitta dell’assenza di Riccardo, impegnato in una crociata, per imporre il suo volere alla popolazione.

Facendo leva sul suo coraggio e sulla sua fedeltà al re, a un certo punto Robin libera Marian e sconfigge gli usurpatori, venendo ricompensato da Riccardo al suo ritorno.

Decide, però, di continuare a vivere nella foresta di Sherwood, dove muore ucciso in seguito al tradimento di sua cugina, la badessa dell’abbazia di Kirkless.

«La leggenda di Robin Hood», afferma James Holt, storico medievalista inglese, uno dei maggiori esperti al mondo in materia, «è iniziata oltre settecento anni fa. Ma l’uomo, se è veramente esistito, ha vissuto ancora prima di allora e in seguito è sopravvissuto come protagonista di ballate e libri, poemi e opere di teatro. In principio si era convinti che fosse un personaggio storico, ma in nessuna cronaca è registrato il nome né qualcuno dice di averlo visto o conosciuto».

In effetti, tutto ciò che si sa della leggenda medievale di Robin Hood proviene da cinque poemi o ballate e dal frammento di una commedia. Il più antico, noto con il titolo Robin Hood and the Monk (Robin Hood e il monaco), risale al 1450 circa.

La prima citazione letteraria di Robin Hood compare, però, già nel 1377 circa. Ulteriori prove indicano che la leggenda era nota più di un secolo prima, cioè intorno al 1261-1262.

 

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2. Non rubava ai ricchi

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«Nel tempo, nuovi racconti sono stati aggiunti alla leggenda, nuovi personaggi introdotti nell’intreccio e nuove ambientazioni storiche sono state inventate», commenta Holt.

«Il personaggio centrale è stato continuamente rimodellato».

Ad esempio, quando fa la sua primitiva apparizione, Robin è uno yeoman cioè un piccolo proprietario terriero.

Poi viene trasformato in un nobile ingiustamente privato della sua eredità e, in seguito, in un inglese che protegge i compatrioti dalla dominazione dei Normanni.

Infine diventa un ribelle che, nella lotta contadina contro avidi possidenti terrieri, si scatena in rappresaglie contro la persona e la proprietà dell’oppressore. Come abbiamo già detto, nell’immaginazione popolare Robin deruba i ricchi per donare ai poveri.

Eppure, nelle storie più antiche, di questo comportamento così caratteristico della sua figura, praticamente non esiste traccia. In una di esse Robin presta denaro a un cavaliere e lo recupera derubando un abate, ma si tratta di una storia come tante.

Non c’è niente che faccia pensare a qualcuno che sottragga ai ricchi per dare ai poveri né tanto meno a un uomo impegnato in una lotta di classe. Robin e i suoi seguaci, al contrario, mostrano il massimo rispetto per il loro sovrano.

L’origine di questo tratto si trova probabilmente nei drammi solitamente recitati all’aperto nelle feste di primavera intorno al XV secolo in cui era facile per il popolo identificarsi con qualcuno che prendeva le sue difese contro i soprusi dei potenti.

Nelle versioni originarie non esiste neppure una Lady Marian. Questa compare nel XVI secolo e il suo personaggio deriva da una pastorella francese inserita nelle tradizioni inglesi.

Nemmeno il numero dei merry men è sempre identico: secondo le storie, varia da 5 a 140. Frate Tuck, come detto, compare nelle prime ballate ed entra a far parte della leggenda solo nel 1475 quando è citato in una commedia intitolata Robin Hood e lo Sceriffo.

Reynold Greenleaf, un soprannome di Little John, è attestato intorno al 1432, mentre l’unico sovrano menzionato nei poemi è “Edoardo il nostro grazioso sovrano”. Non si fa alcun riferimento a Riccardo I Cuor di Leone.

 Soprattutto Robin non ha alcuna parte nella resistenza inglese ai Normanni conquistatori che s’insediarono in Inghilterra dopo il 1066.

Sempre nelle prime attestazioni, Robin Hood non combatte con un bastone, come nelle rappresentazioni successive, ma con arco e spada, armi che caratterizzano ancora oggi i suoi duelli cinematografici.

A tal proposito, ricorda Holt, «sembra quasi che le armi di Robin abbiano la tendenza a diventare sempre più rustiche con il passare del tempo. Questo aspetto “plebeo” non aveva alcuna parte nella storia originale».

Nella foto piccola in alto, Giovanni (a sinistra) figlio di Enrico II, nacque nel 1167, ultimo di cinque fratelli. Perciò rimase senza appannaggio e venne soprannominato “Senzaterra”. Riccardo I (a destra) nato nel 1157 e morto nel 1199, era detto Cuor di leone. Venne detronizzato da Giovanni mentre era lontano, impegnato in una crociata.

 

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3. Il nome Robin diventa comune

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Un’altra importante differenza rispetto all’immaginario contemporaneo è che, sebbene il nome di Robin Hood sia associato alla foresta di Sherwood, nella Contea di Nottinghamshire, nei primi poemi e ballate le gesta del personaggio sono ambientate per lo più nella foresta di Barnsdale, che si trova nello Yorkshire meridionale.

Ancora oggi la foresta di Sherwood ospita una enorme quercia secolare, nota come Major Oak e indicata ai turisti come l’albero sotto cui Robin si ritrovava con i suoi merry men.

Ma questa quercia non può avere niente a che fare con Robin. Si calcola infatti che essa abbia circa 800 anni di vita, il che significa che nel 1200, quando Robin Hood sarebbe esistito, era appena nata.

La leggenda di Robin si è sviluppata a macchia d’olio. «Verso la fine del XV secolo era conosciuto in Scozia e in un gran numero di città e villaggi sparpagliati nell’Inghilterra del Nord e del Sud», ricorda James Holt.

«Nel XVII secolo, Robin era ormai un nome comune nelle case e nelle famiglie e i proverbi che si rifacevano a Robin Hood, come i nomi di luoghi che a lui si riallacciavano, erano numerosi».

Un apporto rilevante alla nascita dell’immagine fiabesca di Robin Hood si deve ad Anthony Munday, un contemporaneo di Shakespeare, il quale, nel 1598, mise in scena una commedia in cui rielaborò le gesta di Robin per un pubblico altolocato.

Traendo ispirazione dalle speculazioni dello storico Richard Grafton (1506-7 o 1511-1573), Munday “inventò” il personaggio del nobile decaduto che rubava ai ricchi per dare ai poveri e contribuì a plasmare l’immaginario popolare relativo al “principe dei ladri”.

 

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4. Qualche riferimento storico c’è

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Non sono mancati, comunque, tentativi di rinvenire nella figura di Robin un personaggio reale, storicamente esistito.

Ad esempio, nel Settecento, l’antiquario e archeologo inglese William Stukeley era convinto che il vero Robin fosse Robert Fitzooth o Fitz Ooth, conte di Huntingdon, vissuto tra il 1160 e il 1247.

Ma le ricerche di Stukeley si sono dimostrare errate e l’ipotesi che il nome Hood derivi da una corruzione di Fitzooth fantasiosa.

Al romanziere Walter Scott, vissuto nell’Ottocento, e al suo romanzo storico Ivanhoe (1819) dobbiamo invece l’idea, comunque priva di fondamento, che Robin Hood fosse un sassone in lotta contro i normanni.

Il poeta e romanziere novecentesco Robert Graves, nel saggio La Dea bianca, mostra di non ritenere del tutto errata la teoria secondo la quale Robin Hood sarebbe esistito, ma sostiene che la figura del personaggio storico si sia fusa con quella religioso-mitologica di Robin Goodfellow, una divinità boschiva in seguito divenuta un semplice folletto.

Per il grande storico inglese Erich Hobsbawm, invece, Robin Hood è il prototipo del ribelle sociale, un contadino in rivolta contro i padroni delle terre.

Probabilmente non sapremo mai se sia esistito un “vero” Robin Hood. È certo, però, che, se è esistito, la sua figura è molto lontana da quella che si è impressa con l’andare del tempo nella nostra fantasia.

 

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5. La tomba di Robin Hood e la figura di Lady Marian

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  • Dove è sepolto Robin Hood?
    Coloro che credono che Robin Hood sia esistito davvero e sia stato il conte di Huntingdon citano una tomba visitabile a Kirklees Hall nello Yorkshire, sulla quale è riportata la seguente iscrizione:
    “Qui sotto questa piccola pietra/
    Giace Robert Conte di Huntingdon/
    Mai vi fu un arciere più abile/
    di colui che la gente chiama Robin Hood/
    Fuorilegge come lui e i suoi uomini/
    mai più l’Inghilterra vedrà”.
    Secondo gli esperti, però, l’iscrizione risale al XVIII secolo e mescola uno pseudodialetto locale con alcune parole d’inglese arcaico. Insomma, è un falso.

 

  • Nelle prime versioni della storia, di Lady Marian non si parla
    La figura di Lady Marian è indissolubilmente legata a quella di Robin Hood.
    Secondo una leggenda, la donna avrebbe sposato Robin alla St Mary’s Church di Edwinstowe, nella foresta di Sherwood.
    In realtà, nelle prime storie non si parla né di mogli né di parenti di Robin. Non si parla neppure di parenti degli altri membri dei merry men.
    L’unico legame con una figura femminile si riscontra solo, in alcuni casi, nella devozione di Robin alla Madonna.
    È probabile che la figura di Lady Marian sia stata inserita per conferire maggiore dinamicità al racconto delle vicende dell’eroe inglese.

 

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