Salviamo la tigre, la regina della foresta

Sta volgendo a termine il 2022, l’anno della tigre.

Il precedente è stato celebrato nel 2010 quando in Russia, a San Pietroburgo, si è tenuto il primo Summit del Global Tiger Initiative (GTI), che ha formalizzato un’alleanza internazionale tra governi, associazioni e ricercatori volta a salvare la tigre dall’estinzione.

Allora se ne contavano 3.200 esemplari in libertà sparsi nei 14 Paesi dove sopravvive: Bangladesh, Bhutan, Cambogia, Cina, India, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Nepal, Corea del Nord, Russia, Thailandia e Vietnam.

E sempre allora, il GTI ha dato il via alla Declaration on Tiger Conservation e al Global Tiger Recovery Program, l’ambizioso programma di conservazione che si era prefissato di raddoppiare il numero di tigri selvatiche in 12 anni portandole ad almeno 7.000 entro il 2022.

Oggi, a pochi mesi dal Second Global Tiger Summit, tenutosi lo scorso 5 settembre a Vladivostok, sempre in Russia, la situazione non è migliorata quanto si sperava.

Sono stati presi accordi internazionali per creare vaste riserve naturali internazionali (la tigre si muove anche 20 chilometri al giorno), sono stati attivati centri di ricerca per lo studio della specie e la raccolta dati, sono stati formati ranger specializzati, definite aree protette, si è cercato di contrastare il bracconaggio.

Ma la tigre può contare oggi soltanto sul 5 per cento del territorio di cui disponeva 100 anni fa e il nuovo report del Forum tenutosi a Vladivostok stima una popolazione di circa 4.700 esemplari selvatici.

Questa cifra attende conferma dalla IUCN, l’Unione internazionale per la conservazione della natura, secondo la quale il numero di tigri selvatiche è stimato tra 2.608 e 3.905 esemplari.

1. Da cacciatrice a preda e privata del suo territorio

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Minacciata di estinzione, ma pur sempre maestosa, elegante e potente, la tigre è il più grande felino vivente: pesa fino a 320 chilogrammi per una lunghezza che può superare i 3 metri.

Nell’immaginario di tutti noi è il predatore per eccellenza, l’implacabile cacciatrice solitaria. Eppure, oggi è forse più di ogni altro animale selvatico il simbolo di quella convivenza difficile tra uomo e natura.

Nonostante le ferree leggi di conservazione (la specie è tutelata da norme internazionali che ne vietano l’uccisione, la cattura e il commercio in tutte le sue forme), il grande felino è tra i trofei più ambiti della caccia di lusso.

Spendendo qualche decina di migliaia di euro, si può acquistare un safari su misura – rigorosamente illegale – e magari aggiudicarsi una pelliccia e una testa da ostentare in salotto. E non è tutto.

C’è anche chi rivende ossa, artigli, denti e persino i genitali al mercato nero, dove i “pezzi” di tigre sono tra le merci più ricercate, rivendute come ingredienti di oscuri preparati legati alle tradizioni asiatiche.

Secondo i dati della National Tiger Conservation Authority (NTCA) indiana (l’India è il Paese in cui vive la popolazione più numerosa di tigri), a fronte del 50 per cento di morti naturali di questi animali, oltre il 22 per cento è vittima del bracconaggio, mentre il 16 per cento subisce mutilazioni per alimentare il commercio illegale.

La caccia illegale non è la sola minaccia. La tigre selvatica ha perso il 95 per cento del suo habitat originario e di quello che resta il 43 per cento è a rischio.

I residenti hanno fame di terra per l’agricoltura e l’allevamento, i centri urbani si espandono. Si pensi alla tigre di Sumatra, minacciata dal disboscamento incessante degli ultimi anni.

Per sopravvivere una tigre deve sfamarsi con 50-60 grosse prede (cervi, maiali selvatici, bovini) all’anno.

In un solo giorno può mangiare sino a 30 chili di carne e, a seconda dell’abbondanza di prede, necessita di un territorio di caccia tra i 20 e i 400 chilometri quadrati.

La tigre inoltre raggiunge la maturità sessuale a 5-7 anni e affinché una coppia si riproduca è stato stimato che servono almeno 2-5 grossi capi per chilometro quadrato.

2. È una risorsa preziosa

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I progetti di conservazione della tigre sono coordinati dal Global Tiger Forum (GTF, www.globaltigerforum.org), che riunisce enti internazionali coinvolti nella salvaguardia della specie.

Come già detto, lo scorso 5 settembre 2022 si è tenuto il secondo International Tiger Forum a Vladivostok, in Russia, che ha raccolto i dati sullo stato attuale della specie, evidenziando un incremento di esemplari e di aree protette.

L’obiettivo comune è quello di estendere l’habitat naturale della specie. Anche il WWF, impegnato fin dal 2010 con il progetto TX2 (finalizzato a raddoppiare il numero di esemplari), oggi evidenzia come per salvaguardare il grande felino sia necessario gestire sapientemente il suo territorio, che è un mosaico di zone incolte, appezzamenti agricoli e centri urbani.

Serve quindi sviluppare “corridoi” naturali in cui l’animale possa muoversi tra un’area protetta e l’altra, serve ridurre il rischio di conflitto con le popolazioni locali e serve contrastare le minacce, come il bracconaggio.  Ma ciò che è più importante è riuscire a rendere la convivenza con la tigre un vantaggio per la popolazione.

La tigre infatti è considerata una specie “ombrello” perché sotto la sua tutela trovano protezione moltissime altre specie a rischio; proteggendola si salvaguarda la biodiversità locale e si rinforza l’intero ecosistema, abbassando l’impatto dei cambiamenti climatici.

Potenzialmente è una grande risorsa per i residenti, in grado di alimentare il turismo e l’economia locale più di quanto farebbe il commercio illegale o il piccolo campo coltivato minacciato da siccità ed eccesso di CO2. Sarebbe sciocco rinunciarvi.

3. Perfetta per catturare e uccidere grandi prede

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Ha una vista eccezionale e una straordinaria agilità. La tigre è una cacciatrice solitaria, attiva soprattutto nelle ore crepuscolari, quando si avvicina silenziosamente alla preda e la cattura all’agguato, balzandole addosso all’improvviso.

Nel corso dell’evoluzione ha sviluppato sensi e tecniche di caccia estremamente sofisticati, tanto da renderla uno dei più potenti predatori del regno animale, al vertice della catena alimentare.

- MANTELLO STRIATO
La colorazione striata, diversa e unica per ciascun esemplare, rende il mantello mimetico sia perché si confonde nel folto delle sterpaglie e tra i rami sia perché l’alternanza di bande chiare e scure rende il profilo del corpo sfocato agli occhi delle prede.

- NASO
Presenta un senso dell’olfatto molto sviluppato. Una speciale ghiandola olfattoria nota come organo di Jacobson in prossimità del palato le permette di avvertire gli odori e i ferormoni rilasciati dall’urina e da altre ghiandole di altre tigri.
- ZANNE
I canini, lunghi sino a 10 centimetri, sono distanziati tra loro al fine di garantire una solida presa della preda ed evitare che possa fuggire.
- OCCHI
Penetranti, hanno una capacità di amplificazione luminosa 50 volte maggiore di quella dell’uomo e sono 6 volte più sensibili alla luce. Nell’oscurità le pupille si possono dilatare fino a 3 volte più di quelle umane e la retina è ricoperta da un sistema di 15 strati di cellule con funzione riflettente (il tapetum lucidum, che rende gli occhi luminosi al buio).

- ARTIGLI
Sono retrattili. Durante la caccia sono tenuti all’interno della zampa per evitare rumore e sfoderati nell’assalto per placcare la preda.
- BAFFI
Possono arrivare a misurare 20 centimetri di lunghezza e hanno funzioni sensoriali. Possono infatti avvertire la presenza di un altro animale nel buio della notte.
- BOCCA
I muscoli facciali sono collegati direttamente al cranio e la mascella inferiore non può muoversi lateralmente. Questo garantisce alla tigre una presa più salda della preda.

4. Quante specie ci sono e dove si trovano

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Agli inizi del XX secolo si contavano almeno 100mila esemplari di tigre distribuite tra giungle tropicali, savane, praterie, paludi di mangrovie, foreste decidue e di conifere in quasi tutta l’Asia meridionale, dalla Turchia orientale e all’estrema Russia orientale.

In cent’anni, questo vasto territorio si è ridotto del 95 per cento e delle nove sottospecie un tempo esistenti, tre (quella di Giava, del Caspio e di Bali) si sono già estinte; quelle della Cina meridionale (se ne contavano 70 esemplari nel 2007) e quella di Sumatra sono prossime all’estinzione; le rimanenti quattro specie (la Siberiana o di Amur, l’Indiana, la Malese e la tigre Indocinese) sono in grave pericolo, confinate in piccole aree tra le conifere della Siberia e in sparute foreste tropicali del Sud-Est asiatico.

1. TIGRE DEL CASPIO (Panthera tigris virgata).
Popolazione attuale: ESTINTA dagli anni ’70. Distribuzione: viveva in Afghanistan, Iran, Turkestan cinese e sovietico, Turchia.
2. TIGRE DI GIAVA (Panthera tigris sondaica).
Popolazione attuale: ESTINTA dagli anni ’80. Distribuzione: viveva sull’Isola di Giava.
3. TIGRE DI BALI (Panthera tigris balica).
Popolazione attuale: ESTINTA dagli anni ’40. Distribuzione: viveva sull’Isola di Bali.

4. TIGRE DEL BENGALA (Panthera tigris tigris).
Popolazione attuale: circa 2.900 esemplari. Distribuzio- ne: Bangladesh, Bhutan, Cina, India, Myanmar occidentale e Nepal. Spesso ha il mantello bianco per un gene recessivo che si è diffuso nella popolazione.
5. TIGRE SIBERIANA o Tigre di Amur (Panthera tigris altaica).
Popolazione attuale: secondo il GTI se ne conterebbero tra 600 e 750. Distribuzione: nelle regioni più a nord nell’estrema Russia orientale, Cina e Corea del Nord (foto sotto).

6. TIGRE CINESE (Panthera tigris amoyensis).
In natura la popolazione è estinta dagli anni ’70. L’ultimo censimento IUCN ne contava 72 in cattività nel 2007. Distribuzione: Cina meridionale.
7. TIGRE DI SUMATRA (Panthera tigris sumatrae).
Popolazione attuale: non rilevabile. Distribuzione: Indonesia, Sumatra.
8. TIGRE DELL’INDOCINA (Panthera tigris corbetti).
Popolazione attuale: tra i 400 e i 1.000 esemplari circa. Distribuzione: Cambogia, Cina, Laos, Malesia, Myanmar, orientale, Thailandia, Vietnam.
9. TIGRE MALESE (Panthera tigris jacksoni).
Deve il suo nome scientifico a Peter Jackson, tra i massimi esperti di conservazione di questo animale. Popolazione attuale: tra i 149 e i 189 esemplari. Distribuzione: Penisola malese e punta meridionale della Thailandia.





5. Il numero di tigri paese per paese

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Si stima che la popolazione attuale di tigri presenti in natura conti all’incirca 4.700 esemplari, distribuite in 14 Stati.

Ecco i loro numeri secondo la National Tiger Conservation Authority (NTCA) indiano.

- India 2.967
- Russia: 433
- Indonesia: 371
- Malesia: 250
- Nepal: 198
- Thailandia: 189
- Bangladesh: 106
- Bhutan: 103
- Myanmar: 85
- In altre zone: 14

 

LA DIFFUSIONE
La mappa sotto, creata dal Wwf mostra l’areale della tigre, ridotto dall’area grigia chiara a quella bianca.
«Un secolo fa la tigre era presente in 25 Paesi, ora è rimasta in 10: di recente, negli ultimi due decenni, si è estinta in natura in Cambogia, Laos, Vietnam», spiega Rohit Singh del Wwf.
In azzurro, le aree dove il Wwf lavora, in oltre 200 siti in 14 aree definite “paesaggi della tigre”. Dalla regione di IliBalkhash, dove c’è un progetto di reintroduzione, alla regione dell’Amur.








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