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San Valentino, la vera storia del patrono degli innamorati

Visse nel I secolo e fu vescovo di Terni.

Era famoso perché guariva gli ammalati e celebrava i matrimoni contro il volere degli imperatori romani che perseguitavano i cristiani.

Perciò fu condannato al martirio.

Ma la sua fama non si spense e, qualche secolo dopo, un papa astuto la sfruttò per istituire una festa religiosa per i fidanzati.

Oggi vedremo la vera storia di San Valentino, patrono degli innamorati. Scopriamola insieme.

 

 

SAN VALENTINO IN 8 DATE:

  • 176 d.C. Nasce a Terni.
  • 197 Viene proclamato vescovo della città.
  • 270-272 È perseguitato dall’imperatore Aureliano e viene arrestato e imprigionato.
  • 14 febbraio 273 Muore martirizzato ultranovantenne.
  • 14 febbraio 496 Papa Gelasio I lo proclama santo martire e patrono degli innamorati.
  • 1618 Dopo alterne vicende le sue spoglie vengono portate a Terni nella basilica che porta il suo nome.
  • 1644 Diviene patrono di Terni.
  • 1969 La chiesa cancella la festa degli innamorati dal calendario ecclesiastico.

1. Valentino da Terni

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Il 14 febbraio è la festa di San Valentino, giorno in cui tutti gli innamorati del mondo si scambiano gli auguri e festeggiano la loro unione.

Ma chi era davvero questo santo? E come è nata la ricorrenza tanto celebrata in tutto il pianeta?

Scorrendo le agiografie, si trovano diverse figure che portano il suo nome, ma il San Valentino che tutti associano alla festa dell’amore è Valentino da Terni, martirizzato a Roma sotto Aureliano, imperatore romano dal 270 al 275.

Guaritore e uomo mite, San Valentino è un santo “globale”, cioè venerato da cattolici, ortodossi e anglicani. Nacque a Terni nel 176 da genitori benestanti.

Convertito al cristianesimo e dotato di poteri taumaturgici, fu ordinato vescovo della città umbra nel 197.

Tra il 270 e il 272, durante le persecuzioni dei cristiani ordinate dall’imperatore romano Aureliano, fu imprigionato, flagellato e condannato a morte.

Pare che sia stato decapitato sulla Via Flaminia, fuori dalle porte di Roma, su ordine del prefetto Placido Furio, probabilmente il 14 febbraio 273, a circa 97 anni di età.

Valentino non è solo il santo della città umbra di Terni. Molti altri comuni italiani si sono “garantiti” il suo patronato:
- per esempio Bussolengo (Verona), dove si svolge la fiera di San Valentino da oltre 500 anni;
- Sadali (Cagliari), dove è considerato protettore dei matrimoni;
- Vico del Gargano (Foggia);
- Breno (Brescia);
- San Valentino Torio (Salerno);
- Chiasiellis di Mortegliano (Udine);
- Quinto di Treviso.

2. Poche fonti storiche

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Le prime notizie storiche sul conto di Valentino da Terni riguardano proprio la sua morte.

La più antica si trova in un documento ecclesiastico risalente al periodo tra la fine del V secolo e l’inizio del VI, il Martyrologium Hieronymianum, secondo il quale il Santo sarebbe effettivamente morto il 14 febbraio.

Un secondo documento più tardivo, risalente all’VIII secolo, il Passio Sancti Valentini, racconta invece alcuni dettagli del martirio (la tortura e la decapitazione notturna) e conferma la presenza di tre cristiani accorsi a pregare sul suo corpo, che furono ugualmente martirizzati, diventando i santi Proculo, Efebo e Apollonio.

Stessa sorte toccò anche a San Cratone, un professore di retorica battezzato proprio da Valentino. Altre agiografie, invece, parlano diffusamente della santità della vita di Valentino.

La sua intera esistenza venne spesa all’insegna della carità e dell’umiltà e fu costellata di interventi miracolosi che risanarono ammalati di tutti i tipi. Il largo seguito che ebbe a Roma durante l’impero di Claudio e poi di Aureliano, però, non giocò a suo favore, ma al contrario lo rese inviso ai potenti che per questo lo perseguitarono.

A ciò si aggiunge il fatto che Valentino organizzava in segreto numerosi matrimoni, esplicitamente vietati dall’imperatore Claudio.

La goccia che fece traboccare il vaso, secondo racconti che mescolano storia e leggenda, fu proprio la celebrazione delle nozze tra la cristiana Serapia e il legionario romano pagano Sabino, che Valentino officiò perché la giovane donna era malata e in procinto di morire e Sabino non voleva abbandonarla.

I due sposi morirono insieme proprio durante la cerimonia nuziale, mentre Valentino fu condannato a morte.

3. Lo zampino del papa

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Per spiegare come è nato il mito di San Valentino, patrono degli innamorati, dobbiamo però attendere il 496, anno in cui papa Gelasio I proclamò santo martire il vescovo di Terni e decise di sfruttarne la fama per contrastare una pratica pagana sempre più diffusa: quella dei riti lupercali, in uso presso Greci, Italici e Romani.

Essi ricorrevano il 15 febbraio in onore degli dei Pan, Fauno e Luperco ed erano legati alla fecondità: consistevano nel sacrificio di animali e nell’imbrattamento dei partecipanti – donne e uomini nudi – con il loro sangue.

Con l’andare del tempo, tuttavia, essi divennero eccessivamente licenziosi e per questo motivo papa Gelasio decise di abolirli, sostituendoli con una festa cristiana dedicata ai danzati prossimi a sposarsi.

La anticipò di un giorno, portandola dal 15 al 14 febbraio. Secondo il calendario ecclesiastico la ricorrenza sarebbe stata di fatto istituita il 14 febbraio 496.

4. Uccelli in cielo e amore in terra

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D’altra parte, fonti anglosassoni affermano che l’associazione tra la data di morte del martire e l’istituzione della festa dei fidanzati avvenne solo in pieno Medioevo, cioè nel XIV secolo, anche grazie agli scritti di Geoffrey Chaucer (1343-1400), scrittore anglosassone considerato il padre della letteratura inglese.

La teoria, non certo religiosa, di Chaucer si fondava sulla convinzione, diffusa all’epoca, che il 14 febbraio fosse il giorno dell’accoppiamento degli uccelli in cielo e quindi, per estensione, dell’amore in terra.

La teoria fu diffusa attraverso i versi del poeta cortese savoiardo Othon de Grandson (1238-1328), in servizio presso la corte d’Inghilterra, e da qui nacque la tradizione di scambiarsi biglietti d’amore e fiori in quella data, imitando lo stesso San Valentino, che si diceva usasse donare, ai giovani che andavano a visitarlo, fiori del suo giardino.

Una cosa sembra certa: nei secoli immediatamente successivi alla sua morte, la popolarità di Valentino si spense analogamente a quella di tutti i martiri, ma quando terminarono le persecuzioni dei cristiani e nelle epoche successive, riemerse capillarmente e non solo in Italia, ma anche nel Regno Unito e in Germania, in particolare in Baviera.

Sembrerebbe infatti che alcune reliquie siano state traslate a Dublino e a Passau, città bavarese, nel 764. Nella chiesa locale San Valentino è infatti raffigurato con un bambino malato prostrato alle sue ginocchia, in ricordo dei suoi poteri taumaturgici.

Delle sue spoglie, comunque, si hanno notizie incerte. Si sa che Valentino fu sepolto in un’area cimiteriale a Terni (nella foto) in prossimità del luogo dove in seguito sorse la basilica a lui dedicata.

I primi documenti ufficiali furono quelli che contenevano l’ordine, firmato da papa Paolo V nel 1605, di iniziare le ricerche delle spoglie del santo e quelli che accompagnarono la sua sepoltura ufficiale, avvenuta nella basilica di Terni nel 1618.



5. Sparito dal calendario ma specialista nel guarire l’epilessia

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  • Sparito dal calendario
    Tra il XIX e il XX secolo la festa degli innamorati diventò molto popolare e il costume di scambiarsi biglietti d’amore si diffuse in tutta Europa e nel mondo.
    La connotazione religiosa sbiadì del tutto.
    Fu per questo probabilmente che nel 1969 la Chiesa cattolica decise di cancellarla dalle festività ecclesiastiche e da quel momento San Valentino sparì dal calendario, sostituito nella data 14 febbraio dai Santi Cirillo e Metodo, due religiosi evangelizzatori degli slavi nel IX secolo.
    Ma nell’immaginario collettivo e nella storia della Chiesa il santo di Terni non venne affatto cancellato e rimase indissolubilmente legato agli innamorati.
  • Specialista nel guarire l’epilessia
    A San Valentino sono attribuiti tanti miracoli, soprattutto diverse guarigioni di bambini ammalati di epilessia: uno dei più conosciuti riguarda la guarigione del figlio del retorico Cratone proprio dall’epilessia, mentre un altro è la restituzione della vista alla figlia del suo carceriere, prima dell’esecuzione.
    Altri miracoli riguardano invece la sfera dell’amore: Valentino avrebbe fatto riconciliare molti innamorati.
    Si racconta per esempio che due giovani litigassero per strada e che il santo avesse regalato loro una rosa, invitandoli a tenerla nelle loro mani unite. I due si sarebbero riconciliati all’istante.
    Ad altri due fidanzati in crisi si dice invece che Valentino avesse donato dei piccioni in volo, i quali sarebbero riusciti a infondere nuovamente l’amore nei loro cuori.
    Probabilmente deriva da questa leggenda l’espressione “piccioncini” a proposito di due innamorati.








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