Sapresti gestire una emergenza?

Si dice che “la fortuna è cieca, mentre la sfi…a ci vede benissimo”. Però se incappiamo in una situazione che definire “sfortunata” è dire poco, l’importante è sapere come comportarsi.

Lo insegna Joshua Piven, scrittore statunitense, celebre per il suo libro Worst case scenario (in italiano Manuale di sopravvivenza per situazioni estreme), in cui ha raccolto eventualità remote, ma possibili.

Situazioni che in fondo potrebbero capitare a tutti (o quasi).

Eventualità remote, ma possibili: trovarsi sotto i fulmini o nel deserto, restare intrappolati in un edificio… Ecco i sistemi migliori per farcela (o almeno tentare).

1. COME EVITARE UN ORSO E COME CAVARSELA IN CASO DI TERREMOTO

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- COME EVITARE UN ORSO
Per evitare che un esemplare ti si avvicini se sei in tenda (per esempio in un parco americano che ospita una popolazione di orsi, come nel caso del grizzly nella foto sotto) cerca di eliminare il più possibile odori di cibo da te stesso e dall’accampamento.
Non dormire con i vestiti con cui cucini, non tenere cibo nella tua tenda, liberati dell’immondizia e stai alla larga dalle carcasse di animali. Se incroci un orso, ergiti in tutta la tua altezza e parla a voce bassa in tono tranquillo.
Gli orsi vedono l’uomo come una minaccia, ma sanno valutare le intenzioni altrui. Nel caso raro in cui l’orso ti attacchi, la reazione dipende dalla specie.
Se è un orso bruno, come quelli eurasiatici o i grizzly americani, stenditi a faccia in giù con le mani dietro il collo. Se è un orso nero (diffuso in America), colpiscilo con ciò che trovi mirando al muso e agli occhi.
Mai scappare: gli orsi corrono più veloci di noi.

 

- COME CAVARSELA IN CASO DI TERREMOTO
Se ti trovi al chiuso, riparati sotto un tavolo robusto. Se non ne hai uno a disposizione, mettiti in un corridoio contro una parete interna.
Se non puoi raggiungere un luogo più sicuro, accovacciati e copriti collo e testa con le braccia. Stai lontano da finestre, caminetti e mobili o elettrodomestici pesanti. Non correre giù per le scale mentre l’edificio trema.
Se sei fuori casa, spostati al centro della strada e allontanati da edifici e linee elettriche. Se stai guidando fermati (ma non sotto un ponte, su un cavalcavia o sotto alberi o lampioni).
Resta dentro l’auto fin quando si verificano scosse. Se sei intrappolato in un edificio colpisci ripetutamente una tubatura o un oggetto di metallo per segnalare la tua presenza.

2. COME ABBATTERE UNA PORTA E COME NON ESSERE COLPITI DAL FULMINE

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- COME ABBATTERE UNA PORTA
Se resti chiuso in una stanza, per abbattere la porta dovrebbero bastare 2 calci ben assestati vicino alla serratura per romperla.
I calci sono più efficaci delle spallate perché vengono dati con più forza e sono più precisi nel colpire la zona intorno al meccanismo di blocco.
Nelle costruzioni più recenti le porte hanno di solito un’anima di cartone ondulato con una copertura in vinile e striscioline di legno lungo i bordi: se ti trovi davanti una di queste porte, puoi capirlo facilmente perché se bussi suona “vuoto”.
In questo caso un bel calcio al centro di uno dei pannelli dovrebbe bastare a formare un buco da cui passare la mano per aprire cercando la maniglia esterna o la chiave.
Sulle porte esterne di solito ci sono due tipi di chiavistello: una manopola di bloccaggio e una serratura automatica (nelle porte più vecchie potrebbero far parte di una stessa serratura). Inizia a dare una serie di calci in corrispondenza della serratura.
Se non basta, con un pezzo di acciaio fai leva incastrando il metallo tra la serratura e la porta e muovendo avanti e indietro. Se invece hai un martello e un cacciavite o un punteruolo posiziona questi ultimi sotto la cerniera.
Con il martello colpisci l’estremità del punteruolo fino a far uscire la cerniera. Rimuovi i perni e così potrai aprire la porta dal lato delle cerniere.

 

- COME NON ESSERE COLPITI DAL FULMINE
Nessun luogo è impermeabile ai fulmini, ma ci sono posti relativamente sicuri, come gli edifici (a patto di restare lontani da prese, cavi elettrici e dispositivi elettronici) e le automobili, se si evita di entrare in contatto con le parti in metallo.
Per capire la tua distanza dal temporale conta i secondi tra il fulmine e il tuono e dividi il risultato per 3 (il suono viaggia a 0,3 km al secondo).
Però, poiché possono susseguirsi più lampi in pochissimo tempo, potrebbe essere difficile calcolare quale sia il tuono corrispondente. Nel dubbio, se tra lampo e tuono passano meno di 30 secondi, cerca sempre un riparo.
Se il maltempo ti sorprende in uno spazio aperto, accovacciati e posa i palmi delle mani a terra tenendo bassa la testa.
Il pericolo che un fulmine ti colpisca diminuisce con l’aumentare del tempo dopo l’ultimo tuono, ma può persistere addirittura fino a 30 minuti dopo di esso.

3. COME SFUGGIRE ALLE CORRENTI DI RITORNO?

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Sono un pericolo reale ed esistono in tutto il mondo (nel 2021 in soli sei mesi hanno causato l’annegamento di 58 persone, secondo l’agenzia americana National Oceanic and Atmospheric Administration).

Si tratta di forti correnti che si formano vicino alla costa, attorno ai moli o in prossimità delle strutture artificiali, costruite per fermare l’erosione delle spiagge, che incanalano la corrente.

La loro velocità è impressionante: circa 8 km l’ora, e per questo possono trascinare via anche il nuotatore più forte. Se rimani intrappolato in una simile corrente, la cosa migliore che puoi fare è mantenere la calma ricordando che la corrente non ti trascinerà sott’acqua; ti allontanerà solo dalla riva.

Chiama aiuto mentre galleggi e non nuotare verso riva (cioè controcorrente) perché ti stancheresti inutilmente. Evitare di esaurire le energie ti darà più tempo per essere salvato.

E se aspetti può perfino darsi che le correnti possano fluire in uno schema circolare e riportarti vicino a un banco di sabbia.

Se così non fosse o non puoi contare sull’aiuto di nessuno, invece di dirigerti verso la riva, nuota parallelamente a essa, e probabilmente raggiungerai un punto di uscita dalla corrente. Da lì segui la direzione delle onde che si infrangono a riva.

4. COME SCAPPARE DA UN’AUTO CHE AFFONDA E COME SOPRAVVIVERE SE TI PERDI NEL DESERTO

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- COME SCAPPARE DA UN’AUTO CHE AFFONDA
Apri il finestrino appena entri in acqua perché, facendo entrare l’acqua, bilanci la pressione dentro e fuori dall’abitacolo e puoi riuscire ad aprire la portiera.
I finestrini automatici funzionano solo fino a quando l’impianto elettrico dell’automobile resta asciutto. Se non li hai aperti, rompi il vetro con un calcio o un oggetto appuntito cercando di colpire i bordi, non il centro.
Cerca di uscire dall’auto mentre ancora galleggia. A seconda del veicolo, il galleggiamento può variare da qualche secondo a qualche minuto.
Le auto con motore davanti vanno giù molto inclinate e, se l’acqua è più profonda di 5 m, il veicolo potrebbe posarsi sul fondale capovolto.
Se rimani intrappolato, non cedere al panico aspetta che l’auto si riempia d’acqua fino alla tua testa. A quel punto fai un respiro profondo e trattieni il fiato: la pressione tra interno ed esterno dovrebbe essere identica e quindi con un colpo dovresti riuscire ad aprire la portiera e a risalire in superficie.

 

- COME SOPRAVVIVERE SE TI PERDI NEL DESERTO
Se hai perso l’orientamento o non sei certo di riuscire a seguire le tue orme, resta dove sei e accendi fuochi di segnalazione. Di giorno devono essere scuri e fumosi e puoi ottenerli, per esempio, bruciando pneumatici, mentre di notte devono essere luminosi.
Se hai un po’ di carburante tieni acceso un fuoco di rametti e conserva il carburante per ravvivarlo. Puoi costruirti il cosiddetto “bruciatore Bengasi”, come facevano i soldati della Seconda guerra mondiale, riempiendo di sabbia una lattina e versandoci la benzina in modo da creare una fanghiglia a base di gas in grado di bruciare a lungo.
Per farti notare da un aereo disegna a terra un grosso triangolo: è il segnale di emergenza internazionale.
Se non hai acqua segui gli stormi di uccelli o dirigiti dove vedi alberi (se ci sono) come sicomori o salici, che ne segnalano la presenza.
Nel frattempo puoi tagliare la base di un ramo di cactus e masticare la parte interna, che è bianca e fibrosa, senza però ingoiarla. Portane con te qualche pezzo per alleviare la sete mentre cammini.





5. COME FAR ATTERRARE UN AEREO

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Infila le cuffie del pilota, cercando un microfono simile a un radiotrasmettitore sul quadro strumenti in cui occorre premere il pulsante per parlare e rilasciarlo per ascoltare.

Dì: “Mayday! Mayday!”, che è il codice per l’emergenza. Se non ottieni risposta, imposta la radio sulla frequenza 121.50. Se nessuno risponde, prova ad attivare il pilota automatico con un pulsante blu conosciuto come Level-off.

Se non va, sappi che, se tiri verso di te la cloche, il muso dell’aereo si alza; se la allontani, si abbassa. In volo il muso dell’aereo dovrebbe puntare circa 4-5 dita sopra il cruscotto; la direzione la vedi sul quadrante in cui compare il disegno di un piccolo aereo.

Se trovi un luogo per atterrare (va bene anche un campo o un prato), rallenta tirando indietro la manetta della potenza dei motori, che è una leva nera tra i sedili, finché il muso punta 5 o 6 dita sotto l’orizzonte. Poi prepara il carrello di atterraggio con un’altra leva, che si trova vicino a quella dei motori e che ha una manopola a forma di pneumatico.

Posizionati in modo che quando l’altimetro (un indicatore con 3 lancette) segna 300 metri (o 1.000 piedi) tu veda la tua “pista” sopra la punta dell’ala destra.

Quando ti avvicini rallenta ancora e non lasciare che il muso si abbassi più 15 cm sotto l’orizzonte. Quando sei a 300 metri da terra, l’aereo dovrebbe andare a circa 80 km l’ora e le ruote posteriori toccare per prime. A questo punto, in bocca al lupo!








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