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Scopriamo i personaggi storici conosciuti per i loro soprannomi

Re, regine e imperatori si facevano chiamare pubblicamente con i soprannomi.

Ecco i più importanti e come sono nati.

1. Federico Barbarossa, Gaio Giulio Cesare Germanico, Pipino il Breve e Roberto il Guiscardo

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  • Federico Barbarossa (1122-1190)
    Federico I del Sacro romano impero, protagonista della lotta contro i comuni del Nord Italia, era noto per la sua folta capigliatura e per la barba ramata che gli valse il soprannome di Barbarossa.
    Nel 1176, sceso per la quinta volta in Italia dalla Germania, subì una disastrosa e decisiva sconfitta a Legnano e fu costretto a concedere ampie autonomie ai comuni italiani.
    In onore dell’Imperatore germanico, Adolf Hitler chiamò con il nome in codice di Operazione Barbarossa i piani d’attacco per l’invasione dell’Unione Sovietica (1941).

 

  • Gaio Giulio Cesare Germanico detto Caligola (12-41)
    Molto curiosa l’origine del soprannome del folle imperatore Caligola, noto soprattutto per la leggenda secondo cui nominò senatore il proprio cavallo.
    Da piccolo Caligola, il cui vero nome era Gaio Giulio Cesare Germanico, viveva insieme ai soldati del padre e girava per l’accampamento indossando le alte e robuste calzature dei militari, dette caligae.
    Per questo motivo le truppe chiamarono bonariamente il bambino Caligola, cioè “piccola scarpa”, un soprannome che gli rimarrà per tutta la vita.
    In epoca romana i soprannomi erano molto diffusi; si pensi all’ultimo dei sette re di Roma, Tarquinio il Superbo, al valente generale Publio Cornelio Scipione detto l’Africano per la sua vittoria contro Annibale a Zama (Tunisia) o, sempre durante le guerre puniche, a Quinto Fabio Massimo chiamato il Temporeggiatore per la sua strategia attendista.

 

  • Pipino il Breve (714-768)
    L’altezza ridotta costa a Pipino III, re dei Franchi e padre del futuro imperatore Carlo Magno, l’infelice soprannome di “Pipino il Breve”; studi più recenti, tuttavia, hanno mostrato come non vi siano prove sicure della bassa statura di Pipino.

 

  • Roberto il Guiscardo (1025-1085)
    Il condottiero normanno Roberto d’Altavilla fu soprannominato il Guiscardo, cioè il furbo, l’astuto, per esser riuscito abilmente a unificare buona parte dell’Italia meridionale (Puglia, Calabria e Sicilia).

2. Enrico Plantageneto, Riccardo Cuor di Leone e Giovanni Senza terra

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Enrico Plantageneto (1133-1189), Riccardo Cuor di Leone (1157-1199) e Giovanni Senza terra (1166-1216)

Enrico II d’Angiò e i suoi figli e successori, Riccardo e Giovanni, sono diventati famosi e sono ricordati per i loro soprannomi.

Enrico II, duca di Normandia e poi re d’Inghilterra dal 1154 al 1189, era conosciuto non soltanto con il soprannome della sua casata, i Plantageneti, ma anche con quello di “Mantello corto” (per la lunghezza dei suoi abiti) e di “Fitz empress”, cioè figlio dell’Imperatrice (poiché sua madre, Matilda, era stata sposata in prime nozze con l’imperatore del Sacro romano impero, Enrico V).
Il soprannome di Plantageneto deriva dall’abitudine del fondatore della dinastia, Goffredo, di ornarsi la testa con rami di ginestra (dal latino planta, pianta, e genesta cioè ginestra).

A Enrico II, noto per aver fatto assassinare l’arcivescovo di Canterbury Thomas Beckett, succede il figlio Riccardo che dopo esser salito al trono parte per Gerusalemme. Durante la Terza crociata (1189-1192), Riccardo combatte con valore e si guadagna il soprannome di Cuor di Leone, nomignolo suggerito anche dalla criniera di capelli rossi che circonda il suo viso.

Alla morte di Riccardo, Giovanni prende il potere, ma non ha fatto i conti con il re di Francia che nel 1203 occupa la Normandia. Nel frattempo in patria le proteste dei nobili costringono Giovanni a concedere la Magna carta (1215) e a riconoscere loro alcune libertà.
Nonostante vari tentativi di riconquista negli anni successivi, la terra di Normandia rimarrà per sempre in mano francese e a Giovanni rimarrà il triste appellativo di Senza terra.

3. Filippo il Bello, Vlad l’Impalatore e Lorenzo il Magnifico

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  • Filippo il Bello (1268-1314)
    Il re di Francia Filippo IV non è conosciuto soltanto per il rafforzamento della monarchia dei Capetingi e per il durissimo scontro con la Chiesa, ma anche per i lineamenti regolari e la sua figura statuaria che gli valsero l’appellativo di Bello.
    Dopo aver tassato gli ebrei, Filippo il Bello passò a imporre tasse e tributi anche ai chierici cattolici; alla reazione sdegnata del pontefice Bonifacio VIII – che scomunica Filippo– il re di Francia reagisce mandando un manipolo di militari nella residenza papale di Anagni (da cui la leggenda del cosiddetto “schiaffo di Anagni”, metafora dell’affronto all’autorità e al potere del Papa).
    Alla morte di Bonifacio VIII Filippo preme per l’elezione di Clemente V che nel 1309 trasferisce il papato ad Avignone, dandone di fatto il controllo alla corona francese.
    La straordinaria bellezza era tra gli attributi anche del giovane reale inglese Carlo Stuart (1720-1788) detto appunto Bonnie prince Charlie, cioè il bel principe Carlo.

 

  • Vlad l’Impalatore (1431-1476)
    Il voivoda (principe) Vlad III di Valacchia (meridione dell’odierna Romania) combatté strenuamente contro il sultano Maometto II e il re d’Ungheria Mattia Corvino (detto, tra l’altro, “il Giusto”) per difendere la Valacchia, infliggendo ai nemici il terribile supplizio della morte per impalamento (morte provocata infilzando una persona con un palo aguzzo).
    Da qui il suo soprannome. Nell’Ottocento la sua crudeltà ispirò lo scrittore Bram Stoker quando inventò il personaggio del conte Dracula, mentre durante la dittatura di Nicolae Ceausescu (1967-1989) Vlad fu considerato un eroe per aver difeso l’indipendenza rumena.

 

  • Lorenzo il Magnifico (1449-1492)
    Nell’instabile scacchiere italiano del Quattrocento la figura di Lorenzo de’ Medici si erge per grandezza e potenza: “il Magnifico” era il soprannome con cui veniva chiamato a Firenze e l’aggettivo appare calzante.
    Colto, esperto, raffinato (da piccolo aveva studiato con i migliori filosofi e letterati dell’epoca) Lorenzo si dedica alla composizione di opere religiose, comiche e poetiche (noti i versi della Canzona di Bacco “Chi vuol esser lieto, sia/ Del doman non v’è certezza...) e al tempo stesso cerca di preservare Firenze dagli scontri con le altre signorie e il Papato attraverso alleanze e accordi diplomatici.
    Il Magnifico apre agli artisti il proprio giardino ricco di statue e capolavori antichi in modo che possano studiare l’arte classica e alla sua corte si ritrovano i protagonisti dell’Umanesimo.

4. Ludovico il Moro e Maria la Sanguinaria

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  • Ludovico il Moro (1452-1508)
    Ludovico Maria Sforza detto il Moro, figlio di Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti, guida il Ducato di Milano in seguito all’uccisione del fratello Galeazzo, assumendo la tutela del nipotino minorenne Gian Galeazzo.
    Il soprannome di Ludovico nasce forse dai capelli bruni e dalla carnagione scura? O è un riferimento alla coltivazione dei gelsi, introdotta negli anni precedenti in Lombardia e sostenuta da Ludovico? (I gelsi sono chiamati in dialetto “moron”).
    Oppure, più banalmente, un errore di trascrizione dei documenti ha trasformato Ludovico Mauro Sforza in Ludovico il Moro? Studiosi, ricercatori e appassionati non hanno ancora una risposta certa.
    Sotto la guida di Ludovico e della moglie Beatrice d’Este, Milano vive un periodo di splendore artistico e culturale senza pari (Leonardo e Bramante collaborano per la realizzazione della basilica di Santa Maria delle Grazie e dell’adiacente Cenacolo) ma i giochi di potere italiani e le mire straniere sul Ducato hanno la meglio e nel 1499 Milano cade in mano francese (soltanto con la Seconda guerra d’indipendenza del 1859 tornerà italiana).

 

  • Maria la Sanguinaria (1516-1558)
    Maria Tudor, prima figlia di Enrico VIII e della prima moglie Caterina di Aragona (ne seguiranno altre cinque e il divorzio da Caterina causerà lo scisma tra la Chiesa Anglicana e quella Romana), è passata alla storia per la spietata repressione dei suoi oppositori guadagnandosi il soprannome di Maria la Sanguinaria (Bloody Mary).
    Nel 1553, alla morte del fratellastro Edoardo VI (figlio di Enrico VIII e della terza moglie), Maria riesce a conquistare il trono spodestando la cugina Jane Grey, nominata da Edoardo in punto di morte.
    Divenuta regina Maria cerca di restaurare il cattolicesimo sposandosi con Filippo II di Spagna e condannando a morte centinaia di protestanti ma incontra la ribellione del popolo, che le preferisce la sorellastra Elisabetta (figlia di Enrico VIII e della seconda moglie).
    Muore senza eredi nel 1558, Elisabetta sale al potere e la religione protestante viene ristabilita.

 



5. Erwin Rommel e Margaret Thatcher

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  • Erwin Rommel detto Volpe del Deserto (1891-1944)
    Così come i capi di Stato, anche i militari più famosi si guadagnano, oltre ai gradi, i nomi di battaglia. Il feldmaresciallo tedesco Erwin Rommel, per esempio, divenne noto durante la Seconda guerra mondiale con il soprannome di Wüstenfuchs, cioè “Volpe del Deserto”, per la sua brillante condotta della campagna africana.
    Nonostante le truppe italiane e tedesche fossero alla fine state sconfitte dagli Inglesi nella seconda battaglia di El Alamein (1942), negli anni precedenti Rommel aveva dato prova di astuzia e temerarietà, combattendo sempre in prima linea con le truppe ed escogitando vari stratagemmi, come la trasformazione di pali della luce in finti cannoni antiaerei.
    Apprezzato dai nemici per il trattamento umano riservato ai prigionieri e coinvolto nell’organizzazione dell’attentato a Hitler del 20 luglio 1944, verrà costretto al suicidio dal dittatore nazista.

 

  • Margaret Thatcher detta Lady di ferro (1925-2013)
    La baronessa Margaret Thatcher detiene numerosi record: è, infatti, la prima donna a esser stata Capo del Governo in Gran Bretagna e, allo stesso tempo, colei che ha mantenuto la carica più a lungo di tutti nel Novecento (11 anni, dal 1979 al 1990).
    La strenua e bellicosa determinazione che l’ha portata a diventare Primo ministro, unitamente alla dura repressione delle proteste sindacali e al piglio deciso in politica estera sono stati la causa del suo più noto soprannome: Lady di ferro.
    Il soprannome fu creato da un giornalista sovietico in un articolo in cui descriveva la fiera opposizione della Thatcher al comunismo e venne subito adottato anche in Inghilterra e nel resto del mondo.

 






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