Lo Spitz Finnico ( o Suomenpystykorva, suo nome ufficiale, Finks Spett, Loulou Finlandais, Finnish Spitz, nome adottato dai paesi anglosassoni e a volte in Francia) non pretende di fare sbalordire le folle, ma non ha niente del cane anonimo.
Il suo pelo fiammeggiante non passa inosservato. La sua prestanza e la sua fierezza compensano abbondantemente la modestia della sua taglia.
D’altra parte, in mancanza di mezzi per valutare la sua taglia, lo si trova persino grande.
Fin dai primi contatti, non si manca di notare il suo aspetto armonioso e ben fatto, così come il suo lato eminentemente simpatico. La sua vivacità, la sua furbizia e la sua intelligenza traspaiono immediatamente.
Dal punto di vista del carattere, si può senz’altro affermare che è fiero e sensibile e che non mostra nessuna tendenza alla servilità. Questo cane è solido e rustico, molto pulito per natura e dall’appetito modesto.
Il suo mantello né corto né molto lungo, che lo protegge da tutte le intemperie, non ha bisogno di altre cure se non di una buona spazzolata: né di toelettatura né di bagni particolari.
Di intelligenza vivace, ardito, scaltro, molto amichevole e determinato, lo Spitz Finnico guadagna a essere conosciuto, non è vero? Scopriamolo insieme.
1. Origine e storia
Essere il cane nazionale del proprio paese — notevole sotto diversi punti di vista — non significa, per questo Spitz, che la sua notorietà abbia superato le frontiere della Finlandia natale.
Nelle enciclopedie canine lo si trova descritto molto brevemente sotto differenti denominazioni: Suomenpystykorva, suo nome ufficiale, Finks Spett, Loulou Finlandais, Finnish Spitz (nome adottato dai paesi anglosassoni e a volte in Francia) e Spitz Finnico, come viene chiamato in Italia.
Nel suo paese è il "cane da uccelli che abbaia", cosa che definisce perfettamente il suo compito tradizionale. Per gli intimi, egli è semplicemente il "Finkie". È infine, un "cane volpe", a causa del colore del suo mantello e per il suo pennacchio, così come per la sua malizia.
Ben inteso, non si saprebbe attribuirgli alcuna parentela, neppure lontana, con la volpe, dato che si ritiene che le specie volpine e canine non siano feconde fra loro.
Lo Spitz Finnico è prima di tutto un superbo rappresentante della famiglia degli Spitz e, come tale, un discendente diretto del Cane delle Torbiere, il più antico cane domestico diffuso in Europa e in Asia.
Perché sia considerato come patrimonio nazionale nel suo paese, bisogna evidentemente che la sua presenza vi sia stata familiare da tempi immemorabili.
Si pensa generalmente che sia arrivato in compagnia dei primi Finni, che venivano dagli altopiani dell’Asia (si sa in effetti che la lingua finlandese è, così come l’ungherese, una lingua di origine asiatica appartenente al gruppo ugro-finnico). È peraltro citato nel Kalevala, il canto epico nazionale finlandese.
Questo cane fu uno dei più popolari, ma, come succede spesso per le razze molto diffuse, la sua selezione non preoccupò assolutamente i suoi sostenitori, che, in diverse regioni, lo lasciarono incrociare con altri Spitz. Alla fine del XIX secolo, la maggior parte di questi cani aveva perduto così una buona parte delle sue caratteristiche.
È a questo momento che alcuni cinofili Finlandesi, che erano allo stesso tempo dei cacciatori sportivi, vollero ritrovare il tipo ancestrale della razza nazionale; per scegliere degli esemplari restati puri da ogni incrocio, dovettero percorrere le contrade più abbandonate del paese.
È giusto sottolineare — il fatto non è così abituale — che la selezione che essi intrapresero non ebbe alcun bisogno dell’apporto di altre razze. La registrazione di questi cani su un libro d’allevamento cominciò nel 1880, e lo standard della razza fu redatto nel 1892 (è del resto, salvo qualche dettaglio, il testo dello standard in vigore attualmente).
In certe opere si precisa che i caratteri propri della razza furono fissati fin dal 1812, cosa che non corrisponde alla cronologia generalmente accettata. Comunque sia, lo Spitz Finnico non può essere considerato apparentemente a una razza recentemente costituita.
Al contrario riunisce tutti i criteri di una razza veramente antica, che dalla sua "incoronazione" nel mondo cinofilo non ha subito nessuna modificazione notevole nel suo aspetto ed è stata mantenuta nella sua utilizzazione originale.
E oggi è solidamente stabilito in Finlandia, dove ci si sforza, in particolare, di conservargli le attitudini ancestrali di cacciatore. Comunque, la sua diffusione non è quantitativamente importante, per lo meno in quanto razza pura, dato che il Libro delle origini non registra più di 150 nascite all’anno.
Se è ben conosciuto negli altri paesi scandinavi, lo Spitz Finnico è rimasto a lungo ignorato nel resto dell’Europa continentale, per il fatto che il Finska Kennelklubben (l’equivalente finlandese dell’Enci italiano) non è entrato nella Federazione cinofila internazionale se non dopo la seconda guerra mondiale.
I Britannici, da parte loro, sempre alla ricerca delle rarità del mondo canino non tardarono a interessarsi dello Spitz Finnico. Lady Kitty Ritson fu la prima, all’inizio degli anni Venti, a introdurre la razza oltre Manica. Un buon numero degli esemplari attuali discende dal suo allevamento.
Secondo Stanley Dangerfield, sir Edward Chichester, dopo aver percorso la Finlandia, ne riportò una bella coppia nel 1927. Il riconoscimento della razza da parte del Kennel Club arrivò nel 1935.
Peraltro, il Finnish Spitz fatica a conquistare la Gran Bretagna. Il numero delle nascite annuali non ha mai raggiunto finora il centinaio e la stabilità attuale degli effettivi non lascia intravvedere questa possibilità. Esistono comunque in questo paese eccellenti allevatori.
Due associazioni della razza, la Finnish Spitz Society e il Finnish Spitz Club, badano al miglioramento della razza nel rispetto totale dello standard di origine (per una volta). E vero che sembra difficile, a priori, perfezionare o modificare comunque sia qualsiasi cosa nello Spitz Finnico.
L’allevamento inglese resta purtroppo di proporzioni modeste, anche perché la lontananza geografica della Finlandia (fino all’anno scorso, questo paese aveva istituito una quarantena di quattro mesi, cosa che non facilita la scoperta dei cani finlandesi), non ha permesso la diffusione della razza nel mondo. L’American Kennel Club, per esempio, non lo ha riconosciuto se non nel 1987.
La prima coppia è arrivata in Francia nel 1954, grazie a un diplomatico finlandese. Molto tempo prima uno dei fondatori del Club francese dei cani nordici, il signor Fornier de Savignac, aveva giudicato questa razza alla famosa esposizione di Cruft nel 1936, e, risalendo ancora indietro nel tempo, sembra che un esploratore francese l’avesse già descritta nel... 1675.
Comunque, prima del 1968 lo Spitz non si impianta realmente in Francia. In quell’anno quattro esemplari vengono acquisiti: Kronby e Kukkoha di Finmark (Sig. Proust), Cullabine Windfall, da parte del Sig. Grace, e Cullabine Belinda dalle Signore Bartolazzi-Carion, seguita rapidamente da Cullabine Ruby da parte del Sig. Grace e da Cullabine Quaintly e Cullabine Sorel, da parte della Signora Bartolozzi.
Belinda fu la prima campionessa registrata in Francia. Uko e Villi della Cascade di Jarreaux, figli’ di Belinda e di Windfall, furono, da parte loro, i primi campioni sul suolo francese.
In Italia è una razza praticamente sconosciuta. In generale, il patrimonio degli Spitz Finnici aumenta, ma con una lentezza della quale bisogna certamente dispiacersi.
2. Comportamento
Il Finkie non pretende di fare sbalordire le folle, ma non ha niente del cane anonimo. Il suo pelo fiammeggiante non passa inosservato.
La sua prestanza e la sua fierezza compensano abbondantemente la modestia della sua taglia. D’altra parte, in mancanza di mezzi per valutare la sua taglia, lo si trova persino grande.
Fin dai primi contatti, non si manca di notare il suo aspetto armonioso e ben fatto, così come il suo lato eminentemente simpatico. La sua vivacità, la sua furbizia e la sua intelligenza traspaiono immediatamente.
Dal punto di vista del carattere, si può senz’altro affermare che è fiero e sensibile e che non mostra nessuna tendenza alla servilità. La sua educazione deve dunque essere effettuata con comprensione e dolcezza, ma ugualmente con fermezza.
Una buona dose di pazienza, il senso di giustizia e una certa costanza saranno gratificate da un profondo attaccamento e da un’amicizia che non verrà smentita in nessuna circostanza. Con un po’ di ‘tatto’, è possibile — o quasi — ottenere tutto da lui.
Anche se è indipendente, questo cane non apprezza per nulla di essere lasciato solo; al contrario, dovrà essere associato il più possibile alla vita del suo padrone e della sua famiglia.
La sua vitalità non si adatta troppo alle persone anziane, che potrebbero essere infastidite dal suo lato a volte un po’ turbolento (soprattutto in giovane età).
Si comprende anche che questa vivacità naturale non lo predisponga particolarmente a sentirsi a suo agio in un appartamento (a meno che gli vengano offerte numerose occasioni di jogging) e che la sua sensibilità gli impedisca di formare un’equipe con gente nervosa, irritabile, velleitaria, come pure di vivere in un ambiente instabile.
Questo guardiano vigilante nota tutto e non manca di segnalarlo. A questo proposito, non si nasconderà il fatto che è di natura piuttosto "chiacchierona" e che dispone di un "vocabolario" esteso.
Questa propensione a esprimersi rumorosamente si accentua se non ha abbastanza attività, se si annoia, se resta a lungo abbandonato a se stesso. Un tale comportamento è del resto comune a tutti i cani dinamici — di qualunque razza essi siano — che non hanno altra soluzione se non abbaiare per ingannare il tempo.
Questo eccellente avvertitore saprà in caso di necessità mostrarsi coraggioso, senza diventare aggressivo. Molto sveglio, e furbo, accattivante, vivace e giocherellone, lo Spitz Finnico è naturalmente sulla stessa lunghezza d’onda dei bambini.
E, in effetti, un cane "su misura" per loro e non dà mai prova di brutalità. A proposito di bambini, si segnala il caso di un coraggioso Spitz Finnico che ha salvato il proprio padroncino dall’annegamento in un lago il cui ghiaccio aveva ceduto mantenendolo fuori dall’acqua fino all’arrivo dei soccorsi!
Il Finkie è dunque un ottimo cane da famiglia, ma nel suo paese ha un’utilità principale: la caccia al gallo cedrone.
Lo segue di albero in albero, qualunque siano le asperità del terreno, poi lo punta quando si ferma su un ramo attirando o ‘catturando’ la sua attenzione con una danza frenetica, utilizzando un’astuzia simile a quella di madama Volpe che, in caso di necessità, non esita a fare delle capriole per ridurre la diffidenza della selvaggina e poter così avvicinarsi e impadronirsene!
Inoltre, con il suo abbaiare acuto e modulato, lo Spitz Finnico guida i cacciatori con precisione verso la preda che ormai non ha più scampo. Vengono regolarmente organizzati per lui dei field trial speciali.
Un grande concorso annuale permette di consacrare il "re", cioè il cane che si rivela "il migliore abbaiatore", sapendo dare informazioni al suo padrone con la diversità dei suoi vocalizzi, non senza avere precedentemente dato prova della sicurezza del suo fiuto, del suo senso della caccia e della sua tenacità.
Certi esemplari cacciano anche il coniglio e altra piccola selvaggina. Lo Spitz Finnico è a volte utilizzato sull’alce, se non persino sull’orso. Naturalmente, tutto questo è valido solo nel suo paese.
Ultime precisazioni: questo cane è solido e rustico, molto pulito per natura e dall’appetito modesto. Il suo mantello né corto né molto lungo, che lo protegge da tutte le intemperie, non ha bisogno di altre cure se non di una buona spazzolata: né di toelettatura né di bagni particolari.
Di intelligenza vivace, scaltro, molto amichevole, il Finkie guadagna a essere conosciuto, non è vero?
3. Una rarità: perché?
Perché questo cane, che presenta un insieme accattivante di qualità (bellezza equilibrata, taglia pratica, cure ridotte, eccellente salute e rusticità, carattere molto affettuoso) non ha un maggiore successo?
Molti esperti ed allevatori che conoscono bene il problema e si adoperano a promuovere la razza da più di vent'anni, avanzano diverse ragioni.
- In primo luogo, la razza non è stata lanciata' da nessuna personalità in vista. È vero che delle razze hanno potuto beneficiare della celebrità di alcuni dei loro proprietari, ma ne esistono delle altre la cui diffusione non deve niente a nessuna vedette.
- Peraltro, la razza è poco prolifica: in media quattro piccoli per cucciolata, sette al massimo. Inoltre, vi sono alcuni problemi al momento del parto; senza influire sulla buona salute della razza, possono comunque far esitare i proprietari di una femmina a farla riprodurre.
Questo dato di fatto scoraggia coloro i quali vogliono trarre profitto dall'allevamento canino (ma bisogna rammaricarsene?). È vero che, tra le razze con un ridotto numero di effettivi, ne esistono molte poco prolifere: ma una cosa spiega l’altra. - Un altro argomento a sfavore dello Spitz Finnico: la sua taglia media (da 39 a 50 cm). È certo che la moda va piuttosto agli estremi: o grandi cani o molto piccoli.
Si può in effetti notare che le razze di taglia media non sono molto numerose — la selezione si è molto preoccupata di miniaturizzare le razze un po' piccole e di far crescere quelle un po’ più grosse.
Inoltre, quando una razza presenta diverse varietà a seconda della taglia, la meno richiesta è sempre la varietà di taglia media. In Italia, senza nessun dubbio, dato che i cani di razza sono in minoranza, i futuri acquirenti hanno la preoccupazione di scegliere un animale il più lontano possibile dai cani comuni per la taglia, il mantello e la conformazione. - Ma l'argomento essenziale degli esperti risiede nel comportamento differente dello Spitz Finnico e della maggior parte degli altri spitz: è di natura indipendente e poco portato all'obbedienza, al contrario degli Épagneul e dei cani da pastore (che siano di sangue misto o di razza pura), che sono alcuni dei cani più conosciuti in Italia.
Sembra in effetti che noi non sappiamo ancora apprezzare gli Spitz nel loro giusto valore. - Le rare eccezioni fanno appello a dei criteri secondari: per esempio, l'Husky e i suoi occhi blu.
Gli Spitz sono rimasti dei cani molto naturali, pochissimo modificati, nella loro essenza, dalle selezioni cinofile: è opportuno ricordare che sono i discendenti diretti dei primi cani domestici.
Questo significa effettivamente che il loro comportamento denota spesso certi istinti atavici e un fondo di indipendenza ben ancorato.
È quello che forma il loro fascino. L'avvenire non vedrà forse nascere una certa stanchezza a riguardo dello straordinario e dello spettacolare e questo a beneficio dei cani più 'naturali'?
4. Il Finkie, cane da caccia e razze affini
- Il Finkie, cane da caccia
L'eredità dei caratteri morfologici presso i cani è cosa ben conosciuta.
La trasmissione delle attitudini a certi compiti, anche se è attualmente largamente ammessa, resta comunque molto misteriosa.
Nel giugno 1989, a Helsinki, il professor Vangen Odd, dell'Università veterinaria di Norvegia, ha presentato uno studio molto interessante a questo proposito, che concerneva in particolare le attitudini alla caccia dello Spitz Finnico.
Tra il 1978 e il 1985, si è valutata la trasmissione ereditaria di queste disposizioni su un insieme di 763 cani nati da 211 stalloni.
Per ognuno di questi esemplari sono stati annotati i parametri seguenti: le attitudini a ricercare, a trovare e a marcare gli uccelli, ad abbaiare, a tenere l’uccello, a seguirlo, e infine una valutazione globale.
Lo studio matematico delle cifre ottenute mette in evidenza le differenze di potenziale genetico tra i cani testati. Ne esce che il valore genetico degli stalloni può venire valutato in maniera affidabile.
Lo Spitz Finnico ha dunque permesso di aprire nuovi orizzonti alla selezione delle razze da lavoro! - Razze affini
Quando si parla dei cani nordici, si pensa immediatamente ai cani da slitta: ma questi non sono in fin dei conti che quattro, tutti gli altri (una quindicina) sono sia dei cani da guardia sia dei conduttori di greggi (sei fra di loro), sia dei cani da caccia.
Lo Spitz finnico cacciatore del gallo cedrone appartiene a quest’ultima categoria.
E lo stesso succede a uno dei suoi compatrioti, che comincia ad apparire anche in Italia: il Cane da Orso della Carelia. Originario di questa regione situata alla frontiera tra l'ex Unione sovietica e la Finlandia, questa razza venne selezionata negli anni 1930-1940.
Essa sembra direttamente imparentata con i Laika Russi, anch'essi tutti cacciatori. Nero e bianco, 10 cm più del Finkie (da 49 a 60 cm al garrese), il cane di carelia è un cane molto impetuoso, coraggioso, testardo e dall'istinto cacciatore molto sviluppato (in particolar modo destinato a inseguire e affrontare la selvaggina di grossa taglia).
Cioè non conviene se non a un pubblico ben definito: molto sportivo, che conosce perfettamente la psicologia canina e che può offrire un ambiente spazioso, ma completamente cintato.
Le altre due razze nordiche finlandesi sono tradizionalmente dedite alla guardia e alla condotta delle mandrie di renne in Lapponia.
Il Cane Finlandese di Lapponia (o Lapinkoira) è molto simile al suo omologo svedese, il Lappound, che è conosciuto anche nel resto d'Europa.
Il Cane da renne della Lapponia (o Lapinporokoira) è stato modificato con degli apporti di razze da pastore europei, e ne esistono, sembrerebbe, diversi tipi (in particolare per quanto riguarda le caratteristiche del mantello).
Di temperamento relativamente calmo e obbediente, per quanto molto energico, questa razza è riconosciuta dalla FCI come adatta a partecipare a tutti i concorsi destinati ai cani da guardia e da difesa. Questo cane è totalmente sconosciuto nell'Europa occidentale.
5. Lo Standard della razza
FCI Standard N° 49 / 09.08.1999
SPITZ FINNICO
ORIGINE: Finlandia
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 12.03.1999
Gruppo 5 Cani di tipo spitz e di tipo primitivo
Sezione 2 Cani nordici da caccia
Con prova di lavoro solamente per i paesi nordici (Svezia, Norvegia e Finlandia)
UTILIZZAZIONE : Cane da caccia specialmente per uccelli di bosco, ma anche piccoli predatori, uccelli acquatici ed alci. Zelante cacciatore, piuttosto indipendente, coopera tuttavia col cacciatore abbaiando per segnalare la selvaggina
ASPETTO GENERALE
Più piccolo della media taglia, quasi quadrato. Dalle linee asciutte, si presenta bene.
PROPORZIONI IMPORTANTI
• La lunghezza del corpo è uguale all’altezza al garrese
• La profondità del torace è leggermente inferiore della metà dell’altezza al garrese
• La proporzione fra il muso e il cranio è circa 3 : 4
• Il cranio è un po’ più ampio che lungo; la sua ampiezza è uguale alla sua profondità
COMPORTAMENTO- CARATTERE
Vivace, vigoroso, ardito e determinato. A volte un po’ riservato con gli estranei, ma mai cattivo
TESTA
REGIONE DEL CRANIO
Cranio: visto dal di sopra ha forma di uovo che si allarga gradualmente verso gli orecchi ( qui è il punto più ampio). Visto dal davanti e di lato il cranio è leggermente convesso. Gli assi superiori del cranio e del muso sono quasi paralleli. La sutura metopica è molto superficiale. Gli archi sopraccigliari e l’occipite sono appena visibili
Stop: non molto pronunciato – l’angolo tra la canna nasale e il cranio è però chiaramente marcato.
REGIONE DEL MUSO
Tartufo: piuttosto piccolo, nero corvino
Muso: stretto, asciutto, visto dal di sopra e di lato si assottiglia regolarmente. La canna nasale è diritta. La mascella inferiore è nettamente disegnata
Labbra: tese, piuttosto sottili e strettamente aderenti. Buona pigmentazione
Mascelle/Denti: le mascelle sono forti. I denti sono ben sviluppati e simmetrici. Dentatura normale. Stretta chiusura a forbice
Guance: le arcate zigomatiche sono leggermente marcate
Occhi: di media misura, a forma di mandorla. Leggermente obliqui e preferibilmente scuri. L’espressione è vivace e attenta
Orecchi: inseriti piuttosto alti, sempre eretti. Piuttosto piccoli, appuntiti, molto mobili e ricoperti di pelo fine.
COLLO: muscoloso, appare piuttosto corto nei maschi a causa del collare fitto; di media lunghezza nelle femmine. Gola senza giogaia
CORPO
Garrese: nettamente definito, specialmente nei maschi
Dorso: piuttosto corto, diritto e muscoloso
Rene: corto e muscoloso
Groppa: di media lunghezza, ben sviluppata e leggermente avvallata
Torace: profondo, arriva quasi al gomito, non molto largo. Le costole sono leggermente cerchiate; il petto è chiaramente evidente, non molto ampio
Linea inferiore: leggermente rilevata
CODA: ben ricurva verso l’avanti fin dall’inserzione e portata lungo e vicino al dorso, con la punta, rivolta verso il basso e leggermente all’indietro, che si appoggia sulla regione media della coscia. Quando è tirata arriva pressappoco al garretto.
ARTI
ANTERIORI
Aspetto generale: visti dal davanti sono diritti e paralleli. Ossatura media. Il braccio è un po’ più corto della scapola e dell’avambraccio
Spalla: ferma, molto mobile e relativamente diritta
Braccio: un po’ più corto della scapola. Leggermente obliquo e forte
Gomiti: posti davanti ad una linea verticale tirata dal punto più alto della scapola; puntati direttamente verso il dietro.
Avambraccio: piuttosto forte, verticale
Metacarpo: di media lunghezza, leggermente obliquo
Piedi anteriori: arrotondati, di gatto. Dita serrate e ben arcuate. Cuscinetti elastici, sempre neri, dai lati ricoperti di pelo fitto.
POSTERIORI
Aspetto generale: forti, visti dal dietro diritti e paralleli, con angolazioni medie. Ossatura media. La coscia è leggermente più lunga della gamba
Coscia: di media lunghezza, piuttosto larga con muscoli ben sviluppati
Ginocchio: puntato in avanti; media angolazione
Gamba: muscolosa
Garretto: moderatamente disceso, di media angolazione
Metatarso: piuttosto corto, forte e verticale
Piedi posteriori: un po’ più lunghi di quelli anteriori; per il resto, uguali. Gli speroni dovrebbero essere rimossi
PASSO: leggero, ricopre senza sforzo molto terreno. Cambia facilmente dal trotto al galoppo, che è la sua naturale andatura. Gli arti si muovono parallelamente. Quando rincorre la selvaggina, irrompe in un galoppo veloce.
PELLE: tesa su tutto il corpo, senza rughe
MANTELLO
PELO: piuttosto lungo sul corpo, semi-eretto o eretto, più rigido sul collo e dorso. Sulla testa e arti, ad eccezione del dietro dei posteriori, corto e aderente. Il pelo rigido sulle spalle, specialmente nei maschi, è chiaramente più lungo e più duro. Sul dietro delle cosce (calzoni) e sulla coda è lungo e fitto. Il sottopelo è corto, soffice, fitto e di colore chiaro.
COLORE: il pelo sul dorso è marrone-rosso o marrone dorato, preferibilmente brillante. Di una sfumatura più chiara dentro gli orecchi, sulle guance, gola, petto, ventre, l’interno degli arti, dietro le cosce e sulla coda. Una lista bianca sul petto e piccole macchie bianche sui piedi sono permesse.
TAGLIA
Altezza al garrese ideale:
Maschi: 47 cm
Femmine: 42 cm
Con tolleranza di ± 3 cm.
Peso Maschi: 12 – 13 kg
Femmine: 7 - 10 kg
DIFETTI: qualsiasi deviazione da quanto sopra dovrebbe essere considerato difetto, e la severità con cui questo difetto va penalizzato deve essere proporzionata alla sua gravità
• Testa pesante
• Muso grossolano
• Mascella inferiore debole
• Orecchi che puntano in avanti ad angolo acuto, che sono diretti in fuori, o sono inclinati l’uno verso l’altro con le punte strettamente ravvicinate; che sono ricurvi all’indietro o orecchi che hanno lunghi peli all’interno
• Coda troppo o troppo poco ricurva
• Metacarpi troppo flessi
• Pelo lungo, soffice, troppo corto o aderente
• Pelo di molte sfumature molto diverse e nettamente definite.
DIFETTI ELIMINATORI:
• Naso color carne
• Enognatismo o prognatismo
• Occhi giallo brillante o gazzuoli
• Orecchi semi-eretti
• Coda rotta
• Pelo ondulato o riccio
• Sfumature di un colore chiaramente diverso da quello di base
• Larghe macchie bianche sul petto e/o calzini bianchi
• Disposizione chiaramente aggressiva verso gli esseri umani
N.B. I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto.