Stoccolma è un insieme di isole, canali e ponti ad arco tra il Mar Baltico e il lago Mälaren.
Una volta messe insieme tutte le tessere di questo puzzle, vi accorgerete che questa città è un capolavoro assoluto.
Gustavo II Adolfo di Svezia morì nel 1632 durante la battaglia di Lützen, in Sassonia. Venne imbalsamato sul posto e in seguito chiuso in un sarcofago.
La salma del sovrano vagò per un anno e mezzo, con numerose fermate intermedie nelle chiese tedesche, finché nell’estate del 1634 fece ritorno a Stoccolma, dove fu sepolta nella chiesa di Riddarholmen.
Oggi la capitale svedese è raggiungibile molto più rapidamente in aereo, treno o nave, mezzi che portano turisti in città continuamente.
Scopriamola insieme!
1. Isole che confondono
Nella zona centrale i Stoccolma sono distribuite circa 870 mila persone su 14 isole, collegate tra loro da oltre 50 ponti.
La popolazione di Stoccolma vive in più di 420 mila abitazioni, di cui una su dieci (secondo le statistiche) è addirittura troppo piccola per avere una cucina.
L’offerta per il tempo libero però è davvero ampia: circa 80 sale cinematografiche, 70 teatri, 60 musei, 50 biblioteche pubbliche e una decina di piscine.
Il 30 per cento della superficie urbana è coperto d’acqua: si può scegliere tra quella salata del Mar Baltico e l’acqua dolce del lago Mälaren, e affinché le due acque non si mischino troppo sono separate da una chiusa.
Ma come fa un turista a orientarsi nel labirinto della capitale svedese?
Una visita a Stoccolma dovrebbe partire dalla Sergels torg, vicino alla stazione centrale. Si tratta di una piazza dalle dimensioni faraoniche, nel cui centro si trova un obelisco alto 37 metri in vetro e acciaio che di notte si illumina.
Le somiglianze con la berlinese Alexanderplatz sono evidenti; per questo, vista da qui, Stoccolma diventa a ogni passo più grande, più imponente e più affascinante.
Procedendo in direzione sud, dopo dieci minuti si raggiunge l’isola di Riddarholmen, su cui sorge uno degli edifici più vecchi della città, ovvero la già citata chiesa del 1300, dove sono sepolti quasi tutti i sovrani svedesi.
Ma a noi interessa di più andare alla scoperta della vita metropolitana attuale, che a Stoccolma assume le forme più diverse.
Anche quando fa freddo qui ci si ferma volentieri in un bar o in un ristorante, ma non dentro, bensì fuori e senza il riscaldamento delle stufe a fungo.
2. Isole dell’uguaglianza
È risaputo che la Svezia è il paradiso della previdenza sociale, ma anche della civiltà.
Qui vige un principio di uguaglianza che è possibile osservare da vicino anche nel centro della capitale.
Ai semafori, per esempio, si rispetta scrupolosamente il rosso per dare la possibilità a tutti di sopravvivere. Nei bagni pubblici si tira subito lo sciacquone, perché ovviamente a tutti deve essere data la stessa opportunità di godere di un bagno pulito.
Nei musei mancano le panche (solitamente sempre occupate) nel mezzo delle sale espositive; al loro posto c’è un fornito deposito di sedie pieghevoli all’ingresso, che ognuno può prendere e su cui può sedersi e ammirare i propri dipinti preferiti.
Tutti i ciclisti indossano naturalmente il casco, innanzitutto per una maggiore sicurezza e poi perché così tutti si rendono ridicoli allo stesso modo. Guidare l’auto a Stoccolma è spesso snervante, soprattutto se si sbaglia isola.
Ancora più difficile, però, è il parcheggio, regolato da norme severe, per cui si possono commettere errori molto costosi se non si vede qualche striscia scolorita o se si parcheggia la macchina sul lato sbagliato nel giorno sbagliato.
Il rispetto delle regole è garantito dalle lapplisas, l’equivalenti dei nostri ausiliari della sosta. Questi pubblici ufficiali incutono molto rispetto e hanno un aspetto alquanto combattivo.
Pare che per praticare questa professione venga svolto un vero e proprio casting, in cui arrivano in finale solo i concorrenti più aggressivi.
E, secondo l’assoluta parità di diritti vigente in Svezia, gli ausiliari della sosta si assicurano che tutti abbiano le stesse possibilità di prendere una multa.
3. Isole per buongustai
Anche gli orari di apertura dei musei sono soggetti al principio della par condicio.
Le mostre aprono tardi e chiudono presto, per dare a tutti la stessa opportunità di riuscire a vederle.
Tuttavia chi è ben organizzato può visitare due musei in un giorno, forse anche tre. La gente di Stoccolma però va nei musei non tanto per visitarli, quanto per mangiare.
Il Museo nazionale (foto), per esempio, ha un ottimo ristorante, l’Atrium, che purtroppo chiuderà i battenti nel 2016, ma ci sono diverse altre opzioni.
Il ristorante del Museo di arte moderna offre una vista spettacolare sulla capitale e nel Prins Eugens Waldemarsudde è possibile prendere un caffè nella cucina di questo importante museo d’arte (simile a un castello) e scegliere tra una vasta selezione di dolci.
La colazione non è considerato un pasto molto importante, mentre c’è una sorta di venerazione per il caffè. Infatti visitando il Museo della città di Stoccolma si scopre che solo qualche secolo fa due donne finirono in carcere per essersi fatte un caffè.
Per protesta la capitale venne dotata di una fitta rete di caffetterie, che qui si chiamano fik. In alcune chiese, dopo la messa viene apparecchiata la tavola per un caffè.
Anche il cioccolato, però, è molto apprezzato: al negozio del Museo Nobel, proprio accanto al Palazzo reale, si possono acquistare le esclusive medaglie Nobel fatte proprio di cioccolato.
Inaspettatamente l’apice delle specialità culinarie si raggiunge all’uscita di Slussen, una stazione della metropolitana, dove gli abitanti di Stoccolma fanno pazientemente la coda davanti a un anonimo chiosco con la scritta Nystekt Strömming.
Qui per pochi euro si può mangiare un ricco piatto a base di aringa arrosto, cipolle, cetrioli, prezzemolo e pane croccante. Si chiama knäckis ed è probabilmente la migliore risposta alla domanda: «Che sapore ha Stoccolma?».
Al Nystekt Strömming non mangia solo la gente del posto; per questo in estate ci possono essere anche file di 50 metri, ma le porzioni generose e a buon mercato giustificano la lunga attesa.
4. Isole della fantasia e isole panoramiche
I musei della capitale sono ovviamente consigliati non solo per i ristoranti, ma anche per il loro patrimonio culturale.
Il Museo Vasa (foto), per esempio, espone il relitto della nave reale Vasa, fatta costruire da Gustavo II Adolfo come ammiraglia della sua flotta da guerra.
Al momento del varo, il 10 agosto 1628 tra le ore 16 e le 17, il galeone si ribaltò e affondò rapidamente. Si è a lungo discusso sulle cause del disastro e tuttora ogni abitante di Stoccolma ha la propria teoria. Una guida turistica spiega che la colpa fu della salva sparata da tutti i cannoni presenti su una fiancata.
La maggior parte degli esperti sostiene invece che la Vasa colò subito a picco affinché nel 1961, con un intervento spettacolare, potesse essere ripescata e portata in un apposito museo nel 1988, offrendo così sia ai cittadini di Stoccolma, sia ai turisti l’occasione per avere un argomento di conversazione in comune.
Appena si esce da musei si può perdere l’orientamento perché la città cambia volto in continuazione. Per ritrovare la strada basta salire sulla torre del municipio, alta 106 metri, al cui ingresso ci sono sempre visitatori in fila, anche perché possono salire solo 30 persone alla volta.
Una volta arrivati in cima, un grandioso panorama sull’intera Stoccolma ripaga per l’attesa di oltre un’ora. Dall’alto si può ammirare tutta la metropoli, la rete di canali, le vie d’acqua e il vivace traffico marittimo.
A est spiccano i tetti in rame color turchese di Gamla Stan, la città vecchia; a sud si scorge l’isola di Södermalm; a ovest appare la sponda di Kungsholmen, orlata di tigli; a nord c’è Norrmalm, quartiere privo di verde costruito negli anni Cinquanta.
Lasciando questa splendida vista aerea, scendiamo i 365 scalini che ci riportano in basso, dove troviamo un’altra meraviglia: la Sala azzurra del municipio, nella quale, il 10 dicembre di ogni anno, si svolge il banchetto in onore dei nuovi premi Nobel.
Una parte importante della lista degli ospiti viene stilata a Gamla Stan, non lontano da qui, per la precisione al primo piano del Börshuset (il vecchio palazzo della Borsa), dove l’Accademia di Svezia conferisce il Nobel per la letteratura.
Nelle stanze in stile barocco gli unici oggetti presenti in sala sono un orologio, un telefono e un tavolo per i 18 membri dell’Accademia, eletti a vita.
Spesso però ci sono meno di 18 sedie, perché frequentemente accade che alcuni membri non partecipino alla cerimonia in quanto troppo anziani e malati o decisamente insoddisfatti del lavoro dei colleghi.
Dopo che la commissione si è accordata, il vincitore viene informato telefonicamente solo mezz’ora prima della comunicazione ufficiale da un collaboratore.
Il vincitore è ovviamente invitato a non parlare subito con la stampa in sala, che attende con calma il rintocco di campana delle ore 13, dopo il quale si apre la porta e il presidente annuncia un nome che spesso suscita scompiglio nei giornalisti presenti, mentre in Paesi lontani si provvede subito a ristampare opere le cui edizioni erano esaurite da tempo.
La scelta del Nobel per la letteratura, uno degli ultimi rituali segreti del nostro tempo, ha luogo alla luce del giorno nel cuore di Stoccolma, mentre fuori gli ignari turisti si affrettano per andare a vedere uno spettacolo decisamente più movimentato: il cambio della guardia davanti a Palazzo reale.
5. Isole della nostalgia
Tornati a casa, a chi chiede com’è Stoccolma possiamo dare una sola risposta: diversa.
Il fascino di questa città è infatti la caratteristica di cambiare improvvisamente aspetto, tanto da sembrare un’altra città a ogni passo che facciamo e a ogni mezzo di trasporto che prendiamo.
E poi ci sono le nuvole, che ornano il cielo in forme sempre nuove. A volte danno vita a sfondi drammatici, altre volte circondano il sole, altre ancora lasciano filtrare abbastanza raggi da immergere la città di sera in una luce calda, quasi soprannaturale.
Lo scrittore August Strindberg, il più celebre figlio di Stoccolma, fece 23 traslochi in tutta la sua vita, forse perché voleva osservare la città da prospettive sempre differenti.
Agli abitanti di Stoccolma le loro 14 isole ormai non bastano più, e allora d’estate salgono su qualsiasi mezzo che regga il mare e trascorrono i fine settimana nell’arcipelago antistante, dove hanno a disposizione oltre 24 mila isole di quasi ogni forma e dimensione. Per questo Stoccolma è nota come la “Venezia del Nord”.
Ecco, infine, alcuni luoghi da visitare assolutamente:
- Il Municipio, con la sua torre di 106 metri, offre il panorama più bello.
- La chiesa di Riddarholmen è il pantheon dei sovrani svedesi (con un po’ di fortuna, nel castello si possono trovare i membri della famiglia reale al lavoro).
- Dietro l’angolo c’è il Museo Nobel, dedicato all’inventore della dinamite e ideatore del premio omonimo.
- Uscendo dalla città vecchia in direzione sud si incontra il Nystekt Strömming, un piccolo chiosco che offre un eccellente menu a base di pesce.
- Grande attrazione: il Katarinahissen, ascensore panoramico con un dislivello di 38 metri.
- Vale la pena di dedicare un’intera giornata alla visita del Museo nazionale, la principale raccolta di opere d’arte e design dell’intera Svezia.
- Fermata d’obbligo sull’isola di Djurgården: il Museo Vasa, che ospita il galeone affondato e rimasto sott’acqua nel porto per 333 anni.
- Sempre a Djurgården, da visitare anche il grande luna park con le sue spettacolari montagne russe.