Le telefonate pubblicitarie, il cosiddetto telemarketing, si sono fatte nel tempo sempre più aggressive
Quante volte nel corso della settimana veniamo chiamati sullo smartphone e sul telefono di casa da scocciatori che cercano di venderci ogni tipo di prodotto e servizio?
La mattina, all’ora di pranzo, nel pomeriggio. A volte anche dopo cena.
Non hanno orario le telefonate che arrivano nelle nostre case (e spesso anche nei nostri uffici) per pubblicizzare offerte telefoniche e non solo. Ma che noi non abbiamo mai richiesto o autorizzato.
Scopriamo quali sono i nostri diritti e come possiamo fare per difendere al meglio la nostra privacy così da recuperare un po’ di pace…
1. Perché succede?
Rispondiamo al telefono di 'casa o allo smartphone dall'altra parte c'è l'operatore di un call center che senza darci l'opportunità di dire neppure «Pronto chi parla?» ha già iniziato a recitare una lunga proposta di vendita.
Spesso si tratta di una compagnia telefonica, di un fornitore di luce e gas, oppure di uno dei tanti operatori del mondo della TV satellitare.
Non c'è orario che venga rispettato: questi signori ci chiamano a qualunque ora e non serve a nulla cercare di proteggersi non comparendo sugli elenchi telefonici della propria città.
In alcuni casi chi è dall’altra parte non parla bene la nostra lingua e non è facile spiegarsi e far capire che non siamo interessati. Spesso questi lavoratori sono addestrati a essere molto insistenti.
Purtroppo, anche alla persona più paziente del mondo capita di reagire male alla decima telefonata della settimana e qualche volta sembra che l'unica cosa da fare sia interrompere bruscamente la comunicazione
Ma perché succede? I nostri numeri di telefono circolano in Rete. Dobbiamo fornirli quando facciamo acquisti online o per usufruire di servizi che ci interessano.
Nel momento in cui inseriamo il numero di casa e quello del telefono mobile nel questionario che raccoglie le nostre informazioni personali per la registrazione, ci viene sempre richiesto un consenso al trattamento dei dati.
Spesso è proprio in questo momento che ci viene tesa la trappola...Se i nostri dati sono nelle mani di scocciatori di ogni tipo è anche responsabilità nostra.
Non abbiamo letto attentamente il modulo con cui abbiamo dato libero accesso alle nostre informazioni personali.
In altri casi invece le aziende fanno le furbe e cercano di estorcere il nostro consenso a qualcosa che, se ci venisse spiegato a chiare lettere, non accetteremmo mai.
Ma facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire se le aziende e i cali center che fanno marketing telefonico possono usare i dati che si trovano liberamente accessibili in Rete oppure no.
2. Informazioni in Rete e il consenso al trattamento dei dati
- Informazioni in Rete
Nomi, cognomi, indirizzi e numeri di telefono si trovano facilmente in Rete.
Basta essere iscritti a un albo professionale, ad esempio quello dei giornalisti.
Frugando tra le liste elettorali o nel Pubblico Registro Automobilistico si ottengono milioni di questi dati, senza alcuna fatica. Si tratta di archivi accessibili a tutti.
Il fatto che queste informazioni siano facilmente reperibili però, non autorizza le società a utilizzarle per inviare comunicazioni promozionali, anche automatizzate, senza il nostro consenso. - Il consenso al trattamento dei dati
Tutti noi abbiamo più o meno in mente cos'è il trattamento dei dati. Qualunque fornitore di prodotti e servizi deve richiedere un'autorizzazione per usare le informazioni che ci riguardano.
Secondo la legge poi deve essere sempre molto chiaro per cosa verranno usate.
Inoltre, una società seria dovrebbe ridurre al minimo il numero di dati sensibili che raccoglie, limitandosi a quelli davvero indispensabili all'erogazione del suo servizio.
Se ad esempio per inviarci promozioni o sconti basta l'indirizzo email, il fornitore non ha il diritto di chiederci obbligatoriamente anche il telefono.
3. Basta un momento di distrazione e quali sono i nostri diritti
- Basta un momento di distrazione
Detto questo, dobbiamo tenere bene a mente che le nostre informazioni sono merce preziosa e vengono vendute e scambiate in Rete, proprio perché hanno un valore.
Di conseguenza dobbiamo sempre leggere con attenzione e fino in fondo il modulo di consenso al trattamento dei dati, sia esso cartaceo oppure online.
In molti casi scopriremo che ci vengono poste due o tre domande.
La prima serve a dare l'OK affinché le informazioni fornite ci consentano di ricevere correttamente il prodotto o il servizio che vogliamo. Questa casella dobbiamo contrassegnarla.
Le altre ci chiedono in sordina il permesso per dare ad altri (società terze) le nostre preziose informazioni. Se per sbaglio diciamo di Si a queste ultime domande, il nostro
numero di telefono e alcuni preziosi dati su di noi (età, professione, sesso, etc.) finiranno nelle mani di chissà chi. - Quali sono i nostri diritti
Ci sono aziende che si rifiutano di fornirci alcuni servizi se in cambio non diamo loro l'opportunità di usare i nostri dati per il marketing. È illegale!
Ad esempio un supermercato non può rifiutarsi di darci la tessera fedeltà per l'accumulo di punti e sconti nel momento in cui non diamo l'OK all'uso dei nostri dati per le campagne pubblicitarie.
O ancora è illegale che un sito chieda dei dati senza inserire il modulo per il consenso al loro trattamento.
Se invece siamo già clienti di un'azienda questa non è obbligata a chiedere la nostra autorizzazione per inviarci, ad esempio, volantini pubblicitari. Ma è nostro diritto dire basta, in qualunque momento.
Per farlo dovrebbe essere sufficiente chiamare la società in questione, anche se troppo spesso le aziende fanno finta di non sentire.
Infine ricordiamoci che i moduli con la casella del consenso per il trattamento dati già barrata non sono leciti. Possiamo denunciare chi li usa.
4. Il registro delle Opposizioni
La legge che regola le promozioni telefoniche è cambiata.
Le società possono rompere liberamente le scatole a chi è presente con il suo numero fisso o mobile sugli elenchi telefonici.
Se per ragioni di lavoro non vogliamo cancellarci dagli elenchi, ma neppure vogliamo che ci chiamino per cose che non ci interessano, dobbiamo iscriverci al Registro Pubblico delle Opposizioni.
L'operazione è gratuita. Andiamo su www.registrodelleopposizioni.it.
Con Provvedimento 19 gennaio 2011, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 24, il 31 gennaio 2011, il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha disposto le prescrizioni per il trattamento dei dati personali per finalità di telemarketing, in caso di utilizzo del telefono con operatore, a seguito dell’istituzione del Registro Pubblico delle Opposizioni.
Attenzione, al momento questo registro non funziona ancora come dovrebbe. Purtroppo, pur essendo un importante passo avanti, legge non basta a bloccare del tutto le telefonate pubblicitarie.
Infatti, l’iscrizione al Registro delle opposizioni non impedisce alle aziende di contattarci nel caso in cui abbiamo rilasciato il consenso a farlo.
In questo caso, infatti, il nostro nominativo si troverebbe in un elenco diverso da quelli telefonici, che sono gli unici che vengono ora limitati dal Registro delle opposizioni.
Nel caso in cui le telefonate non dovessero cessare, chiediamo aiuto all'Associazione degli Utenti e dei Consumatori, www.aduc.it.
Se i nostri numeri non sono in elenco ma continuiamo comunque a essere disturbati, l'unica cosa da fare è chiedere sempre a chi ci chiama chi è il titolare | del trattamento dei dati e revocare il consenso.
Se avremo la pazienza di essere insistenti potremo finalmente ottenere un po' di pace. Purtroppo però in tema di marketing telefonico prevenire è sempre meglio che curare.
Quindi stiamo molto attenti quando diamo l’OK al trattamento dei dati!
5. Lotta agli scocciatori
- Se il nostro numero è in elenco
Iscriviamoci al Registro Pubblico delle Opposizioni, www.registrodelleopposizioni.it - la richiesta diventa effettiva dopo circa 15 giorni. - Se il nostro numerò non è in elenco
Domandiamo sempre al promotore che ci sta contattando chi è il titolare del trattamento dei dati e come ha avuto i nostri riferimenti. Possiamo richiedere la cancellazione del consenso facendo valere il Codice della privacy. È un nostro diritto , ma dovremo insistere. - Quando chi ci chiama sta zitto
Una pratica usata dai call center è quella delle telefonate mute.
Questo succede perché chi chiama è pagato se riesce a tenerci al telefono per qualche minuto.
Queste chiamate sono illegali. Denunciamole al Garante: www.garanteprivacy.it
Scopriamo chi ci chiama senza rispondere. Basta andare su www.tellows.it. Quando scopriamo che è un promotore che ci chiama sullo smartphone blocchiamolo senza pietà. Tutti i telefoni mobile hanno questa funzione. I call center usano decine di numeri diversi ma bloccarne qualcuno è meglio di niente.