Il Sudafrica si estende lungo l’intera area meridionale del continente africano, e si affaccia ad ovest sull’oceano Atlantico e a sud est sull’oceano indiano; confina a nord con il Botswana, a nord-est con lo Zimbabwe e il Mozambico, e a nord ovest con la Namibia.
La zona più ricca e produttiva del Paese è situata a sud, dove il livello di industrializzazione è in tutto dappertutto simile a quello dei paesi occidentali.
Poiché si trova lungo lo stesso meridiano, il Sudafrica ha la stessa ora dell’Italia in estate ed è avanti di un’ora in inverno. Non c’è quindi problema di fuso orario.
Le città principali sono Pretoria, sede del governo e Johannesburg, sede della borsa valori. Quest’ultima, assieme alle città di Cape Town e Durban, costituisce il principale dei tre poli economico industriali del paese.
Questo bellissimo e variegato Paese gode di un clima eccellente e le stagioni sono invertite rispetto all’emisfero nord, è perciò una destinazione perfetta se si vuole sfuggire ai rigori dell’inverno europeo.
Il Sudafrica e’ il paese di gran lunga più sviluppato del continente. E’ la potenza economica del continente africano, con un prodotto interno lordo di circa quattro volte quello dei suoi vicini nell’Africa australe e il 30% del PIL complessivo dell’Africa.
Secondo il Global Competitiveness Index 2012/2013 pubblicato dal World Economic Forum, il Sudafrica è al 52mo posto sui 144 paesi analizzati. Il Paese costituisce quindi un luogo chiave per gli investimenti, che induce a nutrire fiducia e a scommettere sul suo enorme potenziale di sviluppo.
Ma vediamo un po’ meglio 5 date di importanza storica che hanno segnato l’esistenza di questo meraviglioso paese.
SUDAFRICA
Nome ufficiale: Republiek van Suid-Afrika (afrikaans), Republic of South Africa (inglese), yaseNingizimu Afrika (zulu), iRiphabliki yeSewula Afrika (ndebele)
Forma di governo: Repubblica Federale
Capitali: Pretoria (amministrativa – 1.404.000 abitanti), Città del Capo (legislativa – 3.350.000 abitanti) e Bloemfontein (giudiziaria – 350.000 abitanti)
Superficie: 1.219.090 km²
Popolazione: 54 milioni
Densità: 44 ab./km²
Lingua: Afrikaans, inglese, ndebele, sesotho del nord, sesotho, swati, tsonga, tswana, venda, xhosa, zulu
Religione: Chiesa di Zion 11,1%, Pentecostali 8,2%, Cattolici 7,1%, Metodisti 6,8%, Chiesa Riformata Olandese 6,7%, Anglicani 3,8%, altri Cristiani 36% ecc.
Moneta: Rand sudafricano
1. Bartolomeo Diaz doppia il Capo di Buona Speranza - Gennaio 1488
La prima volta che Bartolomeo Diaz superò il Capo di Buona Speranza, non lo vide neppure: la celebre punta meridionale dell'African era oscurata da una tempesta.
Diaz, un esperto marinaio, navigatore e progettista navale, era partito da Lisbona nell'agosto del 1487 con due piccole caravelle e una nave-appoggio più grande.
Sulla São Cristóvão e la São Pantaleo erano stati caricati tre cippi di pietra con incise le armi del Portogallo, per marcare eventuali approdi e rivendicazioni territoriali.
Lo scopo della spedizione era di aprire una rotta verso l'Oceano Indiano e l'allettante mercato delle spezie asiatiche.
Lasciando la nave-appoggio all'ancora, Diaz e il suo equipaggio seguirono le coste dell'Africa sud-occidentale prima di prendere il mare aperto in cerca di venti migliori.
Le forti correnti occidentali li spinsero ancora a sud-ovest, ma i venti si gonfiarono presto in burrasca.
Quando la tempesta si placò, Diaz fece rotta verso est sperando di approdare sulla costa occidentale dell'Africa, ma non avvisto alcuna terra.
Questo gli fece sospettare di aver superato la punta estrema del continente. Veleggiò verso nord e raggiunse la costa meridionale dell'Africa, circa 400 km a est del Capo di Buona Speranza, il 3 febbraio 1488.
Diaz comprese di aver scoperto i confini meridionali del continente africano. Proseguì verso est, ma l'equipaggio iniziò ad agitarsi per la lontananza dalla nave-appoggio.
In una riunione generale stabilito di tornare indietro. Sulla via del ritorno, la ciurma vide finalmente il promontorio che le intemperie avevano nascosto nel viaggio d'andata.
Diaz vi pose il suo ultimo pilastro con lo stemma portoghese, battezzandolo Capo Tormentoso ("Capo delle tempeste"). Il re del Portogallo Giovanni II, tuttavia, non approvo questa scelta e lo nominò Capo di Buona Speranza.
2. Nasce Città del Capo - 6 aprile 1652
La punta meridionale dell'Africa era già stata esplorata, soprattutto dai portoghesi Bartolomeo Diaz nel 1486, Vasco da Gama nel 1497, e Antonio da Saldanha (che la chiamò Table Mountain, "Montagna-tavolo") nel 1503, ma non furono compiuti seri tentativi di insediamento fino all'arrivo dell'olandese Jan de Riebeeck nel 1652.
La fondazione della prima colonia europea nella regione, unita all'importazione di schiavi dall'Asia, conferì al nuovo insediamento uno spiccato carattere olandese e ne fomentò la successiva e tormentata storia razziale.
La missione di Jan de Riebeeck consisteva nel realizzare uno scalo permanente che potesse rifornire di acqua e cibi freschi le navi in viaggio da e verso le Indie orientali olandesi.
La sua ammiraglia, la Dromadaris, toccò terra il 6 aprile. La compagna di de Riebeeck, che includeva sua moglie Maria de la Quellerie, provvide a costruire rifugi in legno e a coltivare ortaggi.
La colonia prosperò grazie ai baratti con i locali indigeni khoi, da cui gli olandesi ottennero provviste e capi di bestiame.
Le guerre con gli inglesi della seconda metà del XVII secolo spinsero Jan de Riebeeck a edificare una fortezza con mura di fango, Fort Djinhoep, protetta da spinose siepi di mandorlo che oggi fanno parte dell'orto botanico di Città del Capo.
Nel 1657 furono distribuite terre gratuite ai coloni per incentivare la produzione agricola, e l'anno successivo vide il primo scontro armato con gli indigeni khoi, allarmati dall'espansione europea.
Nel 1679 il successore di Jan de Riebeeck, Simon Van der Stel, importò le prime viti e pose le basi per la fiorente industria vinicola dell'odierno Sudafrica.
La popolazione europea aumentò nel 1688 con l'arrivo di ugonotti francesi in fuga dalle persecuzioni religiose. Tutto era pronto per lo sviluppo della città.
3. Christiaan Barnard effettua il primo trapianto di un cuore - 3 dicembre 1967
Il chirurgo Christiaan Barnard aveva studiato medicina presso l'Università di Città del Capo e chirurgia cardiaca in Minnesota.
Per molti anni aveva eseguito trapianti di organi animali ed era giunto alla conclusione di poter mettere in pratica queste nuove pratiche chirurgiche anche sugli umani.
Il paziente su cui Barnard eseguì la prima operazione di trapianto di cuore fu il cinquantacinquenne Louis Washkansky, che ricevette l'organo di Denise Darvall, morto in un incidente automobilistico.
L'operazione durò 9 ore e coinvolse una squadra di ben 30 medici.
Christiaan Barnard, non immaginando ancora che quella operazione potesse attirare l'attenzione dei media internazionali, non aveva informato delle sue intenzioni neppure il sovrintendente dell'ospedale.
Il successo del trapianto si rivelò una notizia sensazionale e trasformò Barnard in una celebrità a livello planetario.
Washkansky sopravvisse solo 18 giorni: i medicinali utilizzati per evitare la crisi di rigetto del nuovo organo avevano ridotto la sua resistenza alle infezioni.
A essergli fatale fu infatti una polmonite. La ciclosporina, il medicinale grado di evitare queste complicazioni, sarebbe stato sintetizzato per la prima volta solo nel 1974.
L'opera di Barnard spianò la strada per il perfezionamento delle tecniche di trapianto; il chirurgo proseguì inoltre le sue ricerche e nel 1974, grazie alla sua esperienza ventennale, giunse a seguire la prima operazione di doppio trapianto.
Christiaan Barnard si ritirò dell'attività medica nel 1983 a causa dell'artrite. È morto nel 2001.
4. Mandela esce di prigione - 11 febbraio 1990
La liberazione di Nelson Mandela da parte delle autorità sudafricane dato inizio alla dissoluzione del sistema dell'apartheid.
Alle 16:14 il settantunenne il cui volto e la cui voce erano stati nascosti per quasi trent'anni, uscì dal carcere di Victor-Verster mano nella mano con sua moglie Winnie Madikizela.
Dopo aver raggiunto i cancelli, strinse il pugno e lo alzò in aria, per poi allontanarsi in auto senza pronunciare alcun discorso.
Quel giorno Mandela avrebbe parlato a lungo, ma sul balcone del municipio di Città del Capo, da uomo libero.
Anche se non pronunciò lo storico discorso che il mondo si aspettava, rassicurò tutti gli interventi confermando il suo ruolo di guida del Congresso nazionale africano, che era stato dichiarato nuovamente legale dopo 34 anni.
Mandela ribadì in quell'occasione l'importanza di continuare la lotta contro il regime dell'apartheid, che lo aveva incarcerato nel 1964 con le accuse di tradimento e di sabotaggio contro lo Stato.
Nelson Mandela aveva trascorso 18 dei suoi 27 anni di prigione nel famigerato carcere di Robben Island ed era diventato un simbolo della lotta contro l'apartheid.
In principi da lui affermati e la scelta di rifiutare qualsiasi compromesso con regime, sia a livello personale che politico, lo avevano trasformato in un errore per tutti coloro che si battevano contro il razzismo.
Nei mesi successivi alla sua liberazione Mandela negoziò la fine del regime dell'apartheid con il Primo Ministro Frederik Willem De Klerk e guidò il Paese alle prime elezioni multietniche.
Nel ruolo di presidente del Sudafrica (1994-99), Mandela portò a compimento la transizione pacifica verso un sistema democratico, diventando una delle figure politiche più rispettate di tutto il pianeta.
5. Prime elezioni democratiche multirazziali - 26 aprile 1994
La nuova coalizione di governo emerso in Sudafrica dopo le prime elezioni multirazziali deve confrontarsi con le enormi aspettative dell'elettorato di colore.
Il dominio dei bianchi in Sudafrica non terminò con una sanguinosa rivoluzione, ma con un pacifico voto popolare.
Anche se i negoziati tra il presidente Frederik Willem De Klerk, leader del Partito nazionale (NP), e il Congresso nazionale africano (ACN) di Nelson Mandela avevano permesso al Sudafrica di assaporare finalmente la democrazie, la transizione politica si preparava lunga e faticosa.
La minoranza bianca della popolazione era attraversata da un misto di paura e di sollievo per il riconoscimento del ruolo della maggioranza nera.
La possibilità che gli estremisti bianchi decidessero di prendere le armi o che l'ANC di Nelson Mandela entrasse in conflitto con il partito Inkatha, a maggioranza zulu, non poteva essere escluso.
Le urne rimasero aperte per tre giorni per permettere a tutti gli aventi diritto di votare. Quando i conteggi terminarono fu evidente che l'ANC aveva ottenuto una vittoria schiacciante, con oltre 12 milioni di voti.
Lo NP si era aggiudicato 4 milioni di preferenze e l'Inkatha due. Come era stato concordato in precedenza i tre partiti principali formarono una coalizione di governo d'unità nazionale.
Le aspettative sull'operato del nuovo esecutivo si rivelarono enormi, soprattutto a causa della grave crisi economica che attanagliava il paese.
I neri africani videro nelle elezioni un mezzo per ottenere rapidamente un miglioramento del loro tenore di vita, specialmente a livello lavorativo, abitativo ed educativo.
In realtà il governo non fu in grado di cambiare da subito l'esistenza dei suoi cittadini, ma riuscì comunque a portare a termine la delicata transizione del Paese verso la democrazia.