Dopo notti insonni, discussioni, male parole e lacrime, alla fine ci si ritrova sole.
E se invece di dire «è finita» si pensasse che «è cominciata»? Una provocazione, certo.
La fine di un amore è sicuramente una delle esperienze emotive più dolorose da accettare, gestire, rielaborare. Non solo per chi la subisce, ma anche per chi, a volte con molte difficoltà o con senso di liberazione, decide di metter fine alla relazione.
Certo, lo smarrimento è inevitabile. Soprattutto i primi tempi. Ci si sente svuotati, affiora un senso di solitudine. Eppure anche questo dolore ci può servire: ci aiuta a crescere e maturare come persone.
E a cominciare una nuova fase della propria vita arricchite, non sconfitte, piene di nuove progettualità. Pronte ad amare in modo nuovo. Può sembrare pura retorica, ma è proprio così: da una rottura si può rinascere. Tante testimonianze lo dimostrano, basta guardarsi intorno.
Quante donne hanno incontrato nuovi amori che oggi considerano i più felici? Quante donne hanno dato inizio a esperienze professionali, attività nuove dopo essersi separate? Ma quando si è immersi in questa sofferenza, sembra impossibile ricominciare.
A volte spendiamo così tante energie per sopportare relazioni che non ci soddisfano per niente, ci impoveriscono e ci fanno star male, credendo di essere forti, e a cui in nome di un malinteso concetto dell’amore sacrifichiamo aspirazioni e spazi personali, quando invece la scelta più coraggiosa che possiamo fare è proprio quella di accettare di dirsi addio.
Certo, soprattutto dopo i famosi “anta” può fare più paura ricominciare a costruire un nuovo equilibrio, perché con un ex se ne va non soltanto una persona con cui abbiamo condiviso parte della nostra vita, ma una parte di noi, relazioni amicali condivise, uno stile di vita a cui ci eravamo abituati.
Ma gradualmente si comincia a prendere contatto e ad ascoltare più profondamente quella parte di noi stessi che non conoscevamo, bisogni e desideri che prima nella coppia potevano essere ignorati o repressi, o inespressi per varie ragioni.
C’è la voglia di uno stile di vita molto diverso da quello che conducevamo con il partner e, di conseguenza si torna a mettere al primo posto sogni, interessi, preferenze e aspirazioni che avevamo accantonato. E si scoprono risorse inaspettate. In questo spazio tutto per noi la sofferenza agisce allora come una sorta di rigenerazione.
Ma è così difficile ricominciare dopo la fine un amore? Pare proprio di sì… E per questo che oggi vi suggeriremo alcuni consigli che vi aiuteranno a superare la delusione sentimentale e ricominciare più forti di prima.
1. Il tempo, un alleato ed accettare la sofferenza
- Il tempo, un alleato
Tutto questo probabilmente non avverrà senza che vi siano momenti di sconforto o solitudine.
Gli addii hanno bisogno di tempo ed è importante prendersi il tempo che serve, anche un tempo doloroso.
Non importa quanto l’amore sia durato, o quanto intensa sia stata la storia e i motivi per cui è finita.
Anche davanti al più amichevole e conciliante “abbiamo preso strade diverse”, la rottura necessita di una elaborazione, paragonabile a quella di un lutto, in cui bisognerà pian piano imparare a rimettere in ordine i vari tasselli emotivi e a riorganizzare la propria vita. Perché si soffre tanto?
Ogni distacco rievoca nel nostro inconscio una delle prime paure con cui dobbiamo fare i conti sin da piccoli: separarci dai genitori. Ma per crescere il bambino ha bisogno proprio di questo distacco.
Capire quali eventuali vuoti interiori questo amore colmava diventa importante in quanto, a volte, sentimenti molto forti sono dovuti a carenze affettive avvenute nel passato.
Paradossalmente riescono a dirsi addio quelle persone che da bambini sono riusciti a separarsi dal legame fusionale con la madre con fiducia.
Da adulti prendono l’amore molto seriamente e lavorano molto per costruire la loro relazione e farla crescere, accettando che un giorno possa anche finire, senza perdere la fiducia in se stesse. Perché valutano se stesse come persone indipendenti e autosufficienti.
- Accettare la sofferenza
In questo periodo - che può durare giorni o settimane, e a volte mesi, anche anni - va espulso tutto il dolore, dobbiamo permetterci di soffrire e non considerarci deboli o stupidi a farlo.
Piangere fa bene, cercare di ignorare il dolore invece lo renderà ancora più forte. Il dolore è inevitabile, ma ci obbliga a fare selezione dentro questo magma per renderci conto, per esempio, che la sofferenza potrebbe essere non legata a ciò che ci accade nel presente, ma essere magari l’eco di sofferenze antiche, legate ai primi “abbandoni” subiti, quelli infantili.
«Perché soffro per questa storia su cui avevo investito tutto? Forse perché sono stata abbandonata da mio padre quando si è separato da mamma?».
Va espressa anche tutta la rabbia che si ha dentro: non solo verso l’ex, talvolta siamo arrabbiati anche con tutti quelli che non hanno passato lo stesso dolore e quindi «non possono capirci».
È solo un primo passo però. Poi, dopo lo sfogo, è indispensabile riflettere sulla relazione: significa pensare ai momenti belli passati insieme e, con la stessa onestà, anche a quelli brutti, difficili, faticosi, ruvidi, angoscianti, ristabilendo le responsabilità reciproche.
2. Superare il senso di colpa e chiodo scaccia chiodo
- Superare il senso di colpa
Quando una storia finisce, una tentazione frequente è quella di addossare all’altro tutta la colpa oppure cadere in una crisi di autosvalutazione, autocommiserarsi, addossandosi tutte le colpe per non aver capito, per aver sbagliato, vivendo la fine di una storia sentimentale al pari di un insuccesso: in questa relazione ho fallito, si dice proprio così.
Raramente è una questione di colpe, di solito lasciarsi è il risultato di una complicata rete di giochi e dinamiche disfunzionali che, accumulati nel tempo, finiscono per sfilacciare l’intera trama della storia.
Meglio parlare di esperienza condivisa, che si è conclusa e che lascia spazio ad altre. Anche gli amori finiti sono utili se sappiamo dare un senso alla storia conclusa e trarne un insegnamento.
Accettare quanto è successo non significa solo prenderne atto, ma essere in grado di darvi un significato, diversamente il rischio è che si ripercorra un circolo vizioso incontrando partner sorprendentemente simili fra loro che ci lasceranno, alla fine, ugualmente insoddisfatti e infelici.
È importante allora riflettere su quanto questo rapporto ci ha lasciato, sulle cose che abbiamo imparato stando proprio in questa relazione, sugli aspetti di noi che sono mutati, migliorati, smussati.
- Chiodo scaccia chiodo: funziona?
Tuffarsi subito in un’altra storia nel tentativo di non soffrire e non pensarci più o aspettare in attesa di essere meno vulnerabili?
Il periodo post rottura spesso è caratterizzato da un turbinio di emozioni, stordimento, angoscia, solitudine, insicurezza e anche stanchezza.
Non esiste una risposta che vada bene per tutte: il chiodo scaccia chiodo può funzionare ma può anche trasformarsi in un boomerang.
Dipende: una parentesi di sesso o di dolcezza può rappresentare una conferma per la nostra femminilità ferita. E l’inizio di un nuovo flirt regala sempre entusiasmo.
Finché è presente, vorrà dire che il “chiodo” contribuisce al benessere interno e regala emozioni piacevoli.
Ma lo scopo dev’essere: comincio una nuova storia con un nuovo atteggiamento, pensando al presente, senza chiedermi quanto durerà.
Altro è se si esce dalla rottura con un caos emotivo non dipanato, con un vuoto che terrorizza e l’ansia di trovare un sostituto, chiunque esso sia. In questo caso c’è il rischio di nuove delusioni. Sarebbe meglio consolidare sicurezze interiori.
Riuscire a star bene da sole è il modo migliore per affrontare l’imprevedibilità sentimentale e poter andare incontro a un nuovo amore più forti.
3. Imparare dagli errori
Iniziamo dal porci delle domande.
Cosa ci aspettiamo da una relazione, perché abbiamo scelto un determinato tipo di partner, cosa ci teneva legati a lui, quali nostri bisogni venivano riconosciuti e soddisfatti e quali no.
E poi potremmo fare la stessa cosa con noi stessi: cosa ci piace di noi e cosa desideriamo cambiare, cosa ho dato e ricevuto in questi anni, cosa ho imparato nella relazione che è appena finita, cosa questa esperienza di abbandono mi sta facendo scoprire di me, che tipo di persona vorrei oggi al mio fianco.
Capire tutto ciò ci permette di superare meglio la fine di un amore, di cambiare il copione passato, e relazioni future avranno più possibilità di renderci felici.
La reazione peggiore, dopo una rottura, è chiudersi in se stessi, credere di non potere più amare o di non poter più essere amati da nessun altro.
La sofferenza può invece agire come una sorta di rigenerazione, che ci guida verso un incontro più autentico. Con noi stessi. Forse anche con un altro.
L’ultimo passaggio è guardare al futuro. Significa fare entrare la vita, con affetto e gratitudine, investire energie positive su di noi, interrompere le critiche e le insoddisfazioni.
Significa impegnarsi dove prima lasciavamo correre ma, ancora più importante, prendersi cura di sé, accettarsi, accudirsi, comprendersi, farsi compagnia, volersi bene.
Quando questo apprezzamento verso noi stesse c’è, fa venir voglia di portare avanti i progetti, di esplorare il mondo, di sperimentare e osare.
Di far accadere cose belle intorno a noi. Proprio per questo, senza accorgersene, ci si ritroverà disponibili nuovamente all’amore.
4. Ecco alcuni consigli utili per ripartire
Avete notato quante donne si tagliano i capelli dopo la fine di una storia? Non lo fanno per punirsi, ma per rinnovarsi.
Questo riprendere possesso di interessi e potenzialità dimenticate è sempre un momento entusiasmante.
È fondamentale imparare a cercare un equilibrio fra lo spronarsi a rimettersi in gioco e il bisogno d’intimità con se stessi, per concedersi di esprimere il dolore liberamente, lasciando il mondo fuori, per poter rivivere il film della propria storia e meglio comprendere ed elaborare ciò che si è vissuto.
È però importante agire: creare il solco per la rinascita, innestare nuovi comportamenti sulle vecchie abitudini permette al desiderio di prendere una nuova direzione.
Ecco alcuni consigli utili:
■ PRENDETEVI CURA DI VOI
Fate quello che desideravate fare da anni e avete sempre rimandato. Iscrivetevi al corso di tango, vestitevi per piacervi.
Quante volte avete pensato: «Mah, mi compro questo vestito, chissà se gli piacerà?» oppure avete fatto una cosa domandandovi subito: «Chissà se lui condividerebbe».
Fare delle cose buone per sé genera sensazioni di benessere.
■ RINNOVATE CASA
Rendetela «vostra», fate in modo che sia un posto confortevole e che vi faccia sentire bene.
Buttar via le cose vecchie, cambiare qualcosa nel proprio ambiente sottolinea il cambiamento interiore.
Rappresenta la vostra capacità di creare il cambiamento dentro di voi e nella vostra vita, dandole una nuova forma e una diversa dimensione.
■ ESPRIMETE LA VOSTRA CREATIVITÀ
Vi aiuta a recuperare il vostro valore, a prescindere dalla presenza o assenza di un altro. Forse ora avrete il tempo libero necessario.
■ USCITE DI PIÙ
Vestitevi, truccatevi, uscite. Anche senza meta. Andate al cinema, a teatro, a mangiare una pizza, anche sforzandovi, ma è necessario non mollare.
Accettate gli inviti di amici: non sarete perfettamente concentrate e la mente vagherà, ma è sempre meglio che stare a casa a rimuginare sul passato.
■ VISUALIZZATE LA GRATITUDINE
Sentitevi riconoscenti per le cose che date per scontate, per il vostro corpo, per le cose che amate del vostro lavoro, per le persone che vi vogliono bene.
Ringraziate il vostro cuore che batte ancora permettendovi di godere della vita.
Guardatevi allo specchio commentando i vostri progressi con frasi come «Oggi va un po’ meglio».
■ RECUPERATE UNA PROGETTUALITÀ PER IL FUTURO
È importante cercare una nuova fonte di interesse, non riempirà appieno il vuoto lasciato, ma vi aiuterà comunque a non sentirvi totalmente perse.
Quali risultati volete raggiungere nei prossimi sei mesi? Preparate un elenco di obiettivi personali, sentimentali, professionali e concentratevi per raggiungerli.
■ APRITEVI ALL’AMORE
Dare una nuova chance alla propria vita sentimentale, adesso, è possibile.
5. Rottura: come la affronta lui
La fine di una relazione è un processo doloroso anche per le donne che prendono la decisione di lasciare.
Ma in questi casi come reagiscono gli uomini alla sofferenza di un amore finito?
Ogni persona, uomo o donna che sia, ha una storia a sé e soffre (e reagisce) a modo suo. Possiamo però provare a ragionare su alcune tendenziali differenze tra uomini e donne.
Gli uomini adottano il più delle volte un atteggiamento difensivo: cercano, cioè, di proteggersi evitando di guardare in faccia la sofferenza emotiva.
Uscire, sforzarsi di divertirsi (magari con una nuova avventura) diventano modi per non sentire la tristezza, per soffocarla, almeno momentaneamente.
Tendenzialmente l’uomo è anche meno introspettivo della donna, meno in contatto con le proprie emozioni e meno disponibile a guardare dentro di sé.
“Che cosa non ha funzionato”, “In cosa non l’ho appagata?”, “Dove ho sbagliato?”: sono domande che lui difficilmente tende a porsi. Manca spesso, insomma, un’autentica elaborazione interiore del lutto.
E chi non si concede il tempo e lo spazio per guardare in faccia la propria sofferenza ed elaborarla, rischia, a un livello più profondo, di non riuscire a voltare pagina e riacquistare per davvero serenità.
Le donne passano una vita intera ad analizzare le loro emozioni, a riflettere sulle loro scelte. È tempo che gli uomini facciano lo stesso lavoro su se stessi.