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Svezia: 5 date storiche

La Svezia è uno stato (con capitale Stoccolma, conosciuta come la «Venezia del Nord») che si trova nell'Europa del Nord. E'  ritenuto il Paese democratico e tollerante per eccellenza ed è anche risultato come quello che più di tutti è più attrezzato ad affrontare un futuro incerto.

Ciò è dovuto alla qualità delle sue istituzioni e alla sua innovativa politica ambientale che si basa principalmente sulle energie rinnovabili. Inoltre anche la sua rinomata tolleranza verso il sesso e il rispetto verso tutte le minoranze rendono il paese scandinavo all'avanguardia. Pochi sanno però che fino al XIX secolo la Svezia era uno dei paesi più poveri d'Europa. Arrivato il nuovo secolo, lo sviluppo dei trasporti ha permesso un energico sfruttamento delle sue risorse naturali (legname e ferro), portandola ad una velocissima ricchezza economica, quale è la attuale. 

Ma vediamo da vicino 5 date di primaria importanza che hanno segnato (nel bene e nel male) la storia di questo meraviglioso paese.

Nome ufficiale: Konungariket Sverige
Forma di governo: Monarchia costituzionale 
Capitale: Stoccolma (750.000 abitanti circa)
Superficie: 449.964 km2
Popolazione: 9,1 milioni
Densità: 20 ab./km2
Lingua: Svedese e, come lingue di minoranze, il finlandese e il sami (lappone)
Religione: Protestanti 87%, altri 13%
Moneta: Corona svedese

1. 6 giugno 1523 - Gustav Eriksson primo re di Svezia

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Gustav Eriksson riuscì a cacciare i danesi dalla Svezia nel 1521. Per riconoscenza fu eletto reggente, e il 6 giugno 1523 divenne re. Il 24 giugno, lo (quasi) sconosciuto Gustavo I marciava in trionfo a Stoccolma. Una leggenda racconta che il giovane Gustav, mentre guidava la campagna svedese contro la Danimarca, si fosse nascosto in un fattoria.

La padrona di casa, temendo che fosse scoperto, lo picchiò con una pala da forno davanti ai danesi, come se stesse punendo un bracciante svogliato. I soldati nemici furono così ingannati dallo spettacolo che non riconobbero nel giovane accovacciato il condottiero che stavano cercando.

Alcuni hanno definito Gustavo un tiranno, altri lo vedono come un liberatore. In ogni caso c'è accordo unanime sul fatto che Gustavo, in qualità di primo sovrano autorevole di Svezia, abbia posto le fondamenta per uno stato solido e centralizzato; e che, istituendo il primo esercito svedese addestrato e permanente, abbia inoltre creato le condizioni per far emergere la Svezia come potenza regionale  nel XVII secolo.

L'eredità di Gustavo non si ferma qui: il re entrò presto in conflitto con il papato poiché intendeva scegliere egli stesso un arcivescovo, dato che l'uomo indicato da Roma, Gustav Trolle, era sospettato di simpatie danesi. Ignorando le proteste del papa, Gustavo conferì l'ufficio a Laurentius Petri, fratello di uno studioso luterano, e innescò gli eventi che avrebbero condotto la Svezia ad abbracciare il Protestantesimo.

2. 5 giugno 1654 - La regina Cristina abdica

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Nata nel 1626, Cristina era l'unica figlia sopravvissuta e legittima del re Gustavo II Adolfo di Svezia (il campione dei protestanti contro gli Asburgo, durante la Guerra dei Trent' anni) e di sua moglie Maria Eleonora del Brandeburgo. Su ordine del bellicoso padre, era stata allevata come un ragazzo. Portava sempre abiti maschili e aveva appreso a comportarsi con modi "non femminili". Salì al trono a soli sei anni, alla morte del padre, sotto la guida del Gran cancelliere Axel Oxenstierna e venne dichiarata maggiorenne nel 1644. Anche quando salì al trono non le vennero fatte concessioni: su ordine paterno fu incoronata "re".

Cristina era una donna molto colta ed intelligente che si dedicò soprattutto alla propria istruzione, e a questo scopo invitò il grande filosofo francese Cartesio a farle da tutore privato. Aveva compiuto accurati studi umanistici, imparando anche otto lingue. Giovanissima, si mise a fare incetta di codici antichi. Durante il suo regno, in particolare con la pace di Westfalia, del 1648, riuscì ad ottenere ingrandimenti territoriali per il proprio paese in Pomerania e lungo la costa tedesca del Baltico.

La Svezia uscì dalla guerra potente come mai era stata. Cristina, inoltre, si presentò all' Europa come campione della pace universale, forte anche di essere la figlia dell' eroico Gustavo Adolfo. Dopo il 1651, comunque, Cristina si sentì sempre meno interessata agli affari di stato e sempre più attratta, in segreto, dak cattolicesimo. Infine, Cristina abdicò e lasciò la Svezia con lo pseudonimo di conte Dohna, diretta a Roma, dove fu accolta con feste e onori da papa Alessandro VII sotto l'arco di Piazza del Popolo, per l'occasione ridisegnato dal Bernini.

In un periodo di crisi come quello, sembrò al Vaticano un ottimo strumento di propaganda. Alessandro VII l'accolse a braccia aperte, lei aggiunse al nome quello del pontefice, chiamandosi d'ora in avanti Cristina Alessandra. Spesso, tuttavia, le personali trattative di Cristina furono in contrasto con quelle della diplomazia vaticana. Le sue mire sul regno di Napoli e su quello di Polonia fallirono. E, dopo la morte del cugino Carlo X, (1660) tentò invano di tornare sul trono svedese. Ella morì ad Amburgo durante il viaggio, nel 1689.

Cristina, divenuta un'icona popolare per le lesbiche e un'eroina per i transessuali, amata e corteggiata da prelati, intellettuali e letterati,  è una delle sole 4 donne ad aver ricevuto il privilegio di essere sepolte nella Basilica di San Pietro in Vaticano (le altre 3 sono: la contessa Matilde di Toscana, la regina Carlotta di Cipro e la principessa Maria Clementina Sobieska).

Molte delle sue Accademie dettero lustro a Roma, con gli studi di matematica, di chimica, di biologia e di astronomia, per il cui impulso creò un osservatorio. La città ebbe un teatro pubblico, dove al posto dei castrati presero a recitare donne vere. I concerti della sua corte erano invidiati in tutta Europa, la poesia aveva libero corso e il Crescimbeni, sotto la sua influenza, fondò l' Arcadia.

3. 17 settembre 1668 - Nasce in Svezia la prima banca moderna

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Nel 1661 apparvero le prima banconote cartacee, stampate dallo Stockholms Banco, una banca privata fondata 4 anni prima dal mercante olandese Johan Palmstruch. Queste banconote avevano già tutte le caratteristiche del biglietto moderno, oltre al taglio fisso erano pagabili a vista al portatore, erano numerate, riportavano la data di emissione e le firme di numerosi funzionari della banca e possedevano un gran numero di bolli a secco che ne garantivano l'orginalità.

La banca garantì alla corona svedese metà dei profitti in cambio di 30 anni di monopolio sull'attività bancaria in Svezia. Palmstruch si serviva dei depositi a breve termine per finanziare prestiti a lungo termine, ma incontrava difficoltà quando i clienti chiedevano la restituzione dei depositi. Per aumentare la liquidità della banca introdusse note di credito di vario taglio. Queste si dimostrarono molto popolari: ne venne stampato un numero eccessivo, e nel 1664 la banca cessò di operare e Palmstruch venne imprigionato  dal 1666 sino al 1670, e l'anno successivo morirà.

Nel settembre del 1668 il privilegio delle attività bancarie in Svezia, fu trasferito a una nuova istituzione, la Riksens Ständers Bank (Banca degli stati del regno), amministrata da burocrati sotto il diretto controllo del Riksdag (Parlamento) degli Stati. Le banche divennero un aspetto centrale della politica interna svedese fino alla metà del XIX secolo. In principio la banca accettava depositi e concedeva prestiti ai singoli clienti, ma con l'inizio della Grande guerra del nord nel XVIII secolo, questa funzione venne in larga misura soppiantata dalla necessità di elargire ampi prestiti al governo.

Sebbene fosse inizialmente proibito stampare banconote, la banca prese a emettere "biglietti di trasporto" dal 1701, e realizzò un mulino da carta a Tumba Bruk per ridurre le falsificazioni. Inoltre, concesse alle banche commerciali la facoltà di emettere note, mentre i depositi della Banca di Svezia coprivano il valore delle note emesse. Nel 1866 il nome della banca fu cambiato in Sveriges Riksbank, e nel 1897 divenne la banca centrale; oggi è la banca nazionale più antica del mondo.

4. 10 dicembre 1896 - Alfred Nobel crea il premio omonimo più prestigioso del mondo

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Alfred Bernhard Nobel, imprenditore, chimico e filantropo svedese, deve la sua fortuna alla fabbricazione della dinamite, potente strumento di distruzione, ma utilizzata anche per scopi civili come la costruzione di strade in montagna, l'apertura di gallerie e il lavoro in miniera. Morì d'infarto nella sua residenza estiva di Sanremo il 10 dicembre 1896, lasciando dietro di sé un'esistenza straordinariamente ricca di importanti traguardi, ma al tempo stesso avara di momenti felici nella sfera personale.

Il suo spirito imprenditoriale gli aveva consentito di convertire con grande successo le acciaierie Bofors alla produzione di armi e nel 1867, grazie ai suoi studi in chimica, inventò la dinamite nel tentativo di rendere più sicura la nitroglicerina. In seguito all'esplosione di uno dei suoi impianti, in cui rimasero uccisi il fratello minore Emil e altre 4 persone, proseguì le ricerche per elaborare una forma ancor meno pericolosa di esplosivo, la gelignite. Sebbene la sua formula si fondasse su un'attività "poco nobile" quale la produzione di armi ed esplosivi, Nobel era un uomo di grande sensibilità e fu anche autore di opere teatrali e di racconti di poesie.

Nel 1888, sconvolto da un prematuro necrologio dal titolo "E' morto il mercante di morte", in cui si sosteneva che egli si fosse arricchito poiché aveva trovato il modo per uccidere il maggior numero di persone nel minor tempo possibile, Nobel decise di destinare il suo considerevole patrimonio all'istituzione di premi in suo nome, da attribuirsi a chi si fosse distinto nelle discipline della letteratura, della fisica, della chimica, della medicina e dell'economia, o perché aveva favorito la pace.

Il fondatore della Croce Rossa, Henri Dunant, e Bertha von Suttner (una delle principali attiviste del movimento pacifista internazionale e amica di Nobel) furono tra i primi vincitori del premio Nobel. Tra i vincitori del prestigioso riconoscimento si annoverano Winston Churchill, Albert Camus e Samuel Beckett (Letteratura); Alber Einstein (Fisica); i presidenti statunitensi Theodore Roosvelt e Woodrow Wilson, Madre Teresa di Calcuta e Martin Luther King (Pace).

Il passo del suo testamento che istituisce il Premio omonimo recita così: "... La totalità del mio residuo patrimonio realizzabile dovrà essere utilizzata nel modo seguente: il capitale, dai miei esecutori testamentari impiegato in sicuri investimenti, dovrà costituire un fondo i cui interessi si distribuiranno annualmente in forma di premio a coloro che, durante l'anno precedente, più abbiano contribuito al benessere dell'umanità. Detto interesse verrà suddiviso in 5 parti uguali da distribuirsi nel modo seguente: una parte alla persona che abbia fatto la scoperta o l'invenzione più importante nel campo della fisica; una a chi abbia fatto la scoperta più importante o apportato il più grosso incremento nell'ambito della chimica; una parte alla persona che abbia fatto la maggior scoperta nel campo della fisiologia o della medicina; una parte ancora a chi, nell'ambito della letteratura, abbia prodotto il lavoro di tendenza idealistica più notevole; una parte infine alla persona che più si sia prodigata o abbia realizzato il miglio lavoro ai fini della fraternità tra le nazioni, per l'abolizione o la riduzione di eserciti permanenti e per la formazione e l'incremento di congressi per la pace. I premi per la fisica e per la chimica saranno assegnati dalla Accademia Svedese delle Scienze; quello per la fisiologia o medicina dal Karolinska Instituet di Stoccolma; quello per la letteratura dall'Accademia di Stoccolma, e quello per i campioni della pace da una commissione di cinque persone eletta dal Parlamento norvegese. È mio espresso desiderio che all'atto della assegnazione dei premi non si tenga nessun conto della nazionalità dei candidati, che a essere premiato sia il migliore, sia questi scandinavo o meno."



5. 1 marzo 1986 - Morte del premier Olof Palme

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La sera del 28 febbraio 1986, Sven Olof Joakim Palme. il primo ministro svedese, sua moglie Lisbet e il figlio Mårten, stavano tornando a casa dopo una serata trascorsa al “Grand Cinema”, in Sveavägen, nel pieno centro di Stoccolma. A circa tre isolati dal cinema, sopraggiunge un uomo, che, dopo aver posato la mano sulla spalla di Palme, estrasse una pistola e fece fuoco. Il premier è colpito a morte. Lisbet, anch'essa ferita, riuscì a sopravvivere. Il primo ministro morì poco dopo la mezzanotte. Un elemento determinante nella dinamica dell'omicidio fu l'assenza delle guardie del corpo di Palme, cosa inusuale per il politico svedese.

In quella sera di febbraio di quasi trent’anni fa, comincia il caso politico-giudiziario più sconcertante della storia svedese. Christer Pettersson, il giovane tossicodipendente arrestato nel 1988 perché riconosciuto dalla moglie e dal figlio di Palme, viene condannato all’ergastolo nell’estate del 1989, ma è assolto in appello pochi mesi dopo (sentenza ribadita dall’Alta Corte nel 1998). Le teorie sorte sul movente del delitto sono molteplici, ma nessuna è ancora riuscita a far luce su cosa avvenne realmente quella notte.

Nel corso degli anni, saltano due capi della polizia e un ministro della giustizia, perché l’indagine è sempre a un punto morto. Si sprecano le ipotesi sui mandanti: il PKK, il terrorismo palestinese, i trafficanti d’armi, poliziotti di estrema destra, un folle, un disadattato. Il risultato di tutto ciò è che il dossier sull’omicidio è arrivato ormai a 700.000 pagine – un record – e, stando a recenti inchieste, la maggior parte degli svedesi ormai dispera di poter un giorno conoscere la verità.

Nato il 30 gennaio 1927, di famiglia benestante, Palme entra nel 1951 nel SAP, dove viene prima assegnato allo staff della Difesa, poi, nel 1953, selezionato come segretario personale di Tage Erlander, l’artefice delle riforme sociali che hanno fatto della Svezia un “modello”.

Era un leader carismatico, di idee socialiste e dai modi estremamente diretto, che si era opposto alle Guerre del Vietnam diventando un simbolo della lotta per l’equità, per un’economia rispettosa delle esigenze umane e ambientali e per la tutela, in tutto il mondo, della pace e dei diritti dei popoli. È soprattutto nella veste di difensore del Terzo Mondo che diventa noto all’estero. Con Palme si chiude l’età d’oro del modello svedese. 






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