Troppo rumore può farci ammalare

Nella primavera del 2020, quando la pandemia ha chiuso in casa mezzo mondo, il rumore nelle città si è ridotto di quasi il 20 per cento.

Abbiamo sperimentato silenzi irreali, rotti solo dalle sirene delle ambulanze.

Certo non li rimpiangiamo quei silenzi, ma oggi che siamo tornati alla “normalità” ci rendiamo ancora più conto di quanto sia rumoroso l’ambiente in cui viviamo. Il rumore ambientale è un grave problema soprattutto in Europa, continente poco esteso e ad alta urbanizzazione.

Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), che ha scritto la relazione Inquinamento acustico in Europa – 2020 , il 20 per cento della popolazione europea (100 milioni di persone) è esposto a livelli di rumore nocivi per la salute.

Il rumore che incide di più è quello del traffico stradale, ma c’è anche quello del traffico aereo e ferroviario, delle industrie e dei cantieri.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il rumore ambientale eccessivo è pericoloso per la salute umana quasi quanto l’inquinamento atmosferico.

In Europa riguarda 100 milioni di persone che vivono esposte al frastuono del traffico e delle attività produttive e rischiano stress, seri disturbi del sonno e danni al cuore.

1. Numeri in crescita e la questione sociale

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L’esposizione a lungo termine al rumore può provocare irritabilità, disturbi del sonno, effetti deleteri a carico del sistema cardiovascolare e metabolico, compromissione delle facoltà cognitive dei bambini.

In base ai dati attuali, l’AEA stima che il rumore ambientale contribuisca a causare in Europa 48mila nuovi casi di cardiopatie ischemiche all’anno e 12mila decessi prematuri.

Secondo le stime, 22 milioni di persone nel nostro continente soffrirebbero di elevata irritabilità cronica e 6,5 milioni accuserebbero gravi disturbi cronici del sonno.

Inoltre, il rumore degli aerei causerebbe una compromissione delle capacità di lettura in 12mila e 500 bambini di età scolare.

La situazione, purtroppo, non sembra destinata a migliorare. È improbabile che in futuro il numero di persone esposte al rumore diminuisca perché aumentano sia l’urbanizzazione sia la domanda di mobilità.

Con la direttiva 2002/49/CE l’Europa si era posta l’obiettivo di ridurre l’inquinamento acustico, anche attraverso la mappatura dei siti a più alta incidenza di rumore ambientale e con piani d’azione specifici da attuare. Ma i dati del report AEA dicono che, dopo quasi vent’anni, gli obiettivi non sono stati raggiunti.

Mancano ancora parecchi dati e non è possibile valutare e affrontare adeguatamente i problemi causati dal rumore se Paesi, regioni e città non predispongono le mappe acustiche o i piani d’azione richiesti dalla direttiva.

Molte persone non si rendono conto di come l’inquinamento acustico incida sulla salute umana di tutti, compresa la loro.

Anche se sono molto più numerosi i decessi prematuri dovuti all’inquinamento atmosferico, quello acustico sembra avere un impatto maggiore sugli indicatori della qualità di vita e del benessere psichico.

Secondo l’OMS, il rumore è la seconda causa ambientale di problemi di salute, subito dopo l’inquinamento atmosferico da particolato. Non siamo tutti influenzati allo stesso modo dal rumore ambientale.

Età, sesso, stile di vita, condizioni di salute ci rendono più o meno suscettibili all’inquinamento acustico. Inoltre, gli studi dicono che la capacità delle persone di evitare o affrontare il rumore dipende anche dal loro status socio-economico.

Chi è benestante, per esempio, può permettersi alloggi in zone più tranquille, mentre nelle persone socialmente più svantaggiate la maggiore esposizione e vulnerabilità e le minori risorse possono aggravare l’impatto del rumore sulla salute.

2. Biodiversità a rischio

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Anche la fauna selvatica soffre per il rumore delle attività umane, soprattutto dei trasporti e delle industrie.

Se alcune specie si adattano all’ambiente urbano, per altre si teme che l’inquinamento acustico causi l’abbandono dei siti abituali di riproduzione e di alimentazione, con ripercussioni sulla biodiversità e sugli ecosistemi.

Alcuni studi hanno concluso che il rumore può determinare stress, danni all’udito e indebolimento del sistema immunitario negli animali.

È il caso per esempio dei rospi (fondamentali per gli ecosistemi perché si nutrono di insetti infestanti), vittime del rumore del traffico nelle strade extraurbane, come evidenziato da uno studio francese dell’Università di Lione.

Anche gli uccelli esposti ad alti livelli di inquinamento acustico mostrano segni di stress cronico, segnalati dall’aumento delle concentrazioni di alcuni ormoni nel sangue, dalla deviazione anomala dei percorsi di volo e dall’ipervigilanza che altera i cicli di sonno-veglia.

Vittima del rumore è anche la fauna marina. Infatti, i motori navali, i sonar militari, i cannoni ad aria compressa per le indagini sismiche, le trivellazioni petrolifere o il dragaggio per asportare sabbia e ghiaia possono alterare una serie di sistemi e comportamenti nei pesci e nei cetacei, dalla comunicazione all’alimentazione.

Alcune città e regioni europee stanno adottando diverse misure innovative per attenuare il rumore.

Per esempio è stato scelto di posare asfalto a bassa rumorosità sulle strade e di montare pneumatici silenziosi sui mezzi pubblici; come anche di creare più infrastrutture per le auto elettriche e promuovere gli spostamenti a piedi o in bicicletta, la pedonalizzazione delle strade eccetera.

Numerose città e regioni hanno creato anche “zone silenziose”, come spazi verdi, parchi o riserve naturali, dove le persone possono rifugiarsi lontano dal rumore cittadino.

Molte di queste misure sono utili anche per ridurre l’inquinamento atmosferico. Infatti, un modo efficace per mitigare il rumore potrebbe essere quello di definire strategie combinate per attenuare l’inquinamento acustico e quello atmosferico dovuti al traffico. In Italia, purtroppo, siamo ancora indietro nell’adozione di queste misure correttive.

3. Gli effetti del rumore sull’organismo

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- Stress e fastidio
Sono le conseguenze più diffuse e comprendono insoddisfazione, dispiacere, irritazione, angoscia.
La risposta individuale non dipende solo dai livelli di esposizione al rumore, ma anche dai contesti e dalle situazioni personali.

- Disturbi del sonno
Il rumore notturno frammenta il sonno e ne riduce la quantità, con impatto su vigilanza, memoria (che non si consolida), prestazioni lavorative, qualità della vita.
Gli effetti si fanno sentire anche su metabolismo del glucosio, regolazione dell’appetito e circolazione sanguigna. A lungo termine i disturbi possono portare a malattie cardiovascolari.

- Cuore
L’esposizione al rumore aumenta la pressione sanguigna, cambia la frequenza cardiaca e favorisce il rilascio di ormoni dello stress, con danni al sistema cardiovascolare che si aggiungono a quelli derivanti dai disturbi del sonno. Se cronicizzano, queste reazioni possono portare a mortalità prematura.

- Apprendimento
Nelle scuole situate in zone rumorose i bambini sono meno motivati, hanno un linguaggio parlato meno comprensibile e cali della capacità di ascolto, comprensione e concentrazione, sono più irrequieti, leggono peggio, hanno meno memoria e più basso rendimento scolastico.
Il deterioramento cognitivo potrebbe anche essere collegato al rumore nelle ore notturne (se per esempio si risiede in strade trafficate), che può portare nei più piccoli a depressione, affaticamento, iperattività e disattenzione.

4. Queste 4 città hanno risolto così e le 10 città più rumorose del mondo

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• Queste 4 città hanno risolto così

- Berlino ha riprogettato le strade
La città, che ha più di 500mila persone esposte a livelli di rumore stradale di almeno 50 dB durante le ore notturne, ha riprogettato alcune strade per ridurre lo spazio di guida a disposizione dei veicoli a motore. Strade a due corsie per senso di marcia e con traffico fino a 20mila passaggi di veicoli al giorno sono state ridotte a corsia singola, liberando spazio per piste ciclabili e isole pedonali. Il traffico è così concentrato al centro della carreggiata, più lontano dagli edifici residenziali. Il risultato: 50mila persone in meno esposte a livelli elevati di rumore notturno.

- A Vicenza consegne in auto elettrica
Per alleggerire il traffico nel centro città dovuto alla consegna delle merci (la cosiddetta “logistica dell’ultimo miglio”), nel capoluogo veneto è stato realizzato un magazzino decentrato. Da qui, a bordo di mezzi elettrici silenziosi, partono le consegne per i negozi del centro città dalle 7 del mattino alle 9 di sera. I mezzi possono usare anche le corsie preferenziali degli autobus.

- A Bilbao più alberi per gli uccelli
Per togliere spazio all’asfalto e agli pneumatici, nella Plaza General Latorre di Bilbao (la più grande città dei Paesi Baschi nella Spagna settentrionale) sono stati piantati numerosi alberi che offrono dimora agli uccelli e al loro cinguettio, molto più melodioso del cacofonico traffico di veicoli. È stata installata anche una fontana il cui flusso d’acqua varia a seconda delle ore del giorno, per schermare ancora di più il rumore del traffico.

- In Olanda treni silenziosi
Oggi sulla rete ferroviaria dei Paesi Bassi circa
il 50 per cento dei treni è silenzioso. I sistemi frenanti dei vagoni, in particolare di quelli merci, sono infatti diventati silenziosi grazie a nuove tecnologie. Inoltre, sono stati installati degli ammortizzatori lungo i binari e delle barriere antirumore. In questo modo il numero di persone esposte a livelli di rumore pari o superiori a 55 dB durante il periodo giorno-sera-notte (Lden) è passato da 75.100 a 41.600.

 

 

• Le 10 città più rumorose del mondo
Ricercatori dell’ospedale universitario della Charité di Berlino hanno condotto uno studio su oltre 200mila cittadini di 50 metropoli del mondo per dimostrare se vivere in città rumorose provochi la perdita progressiva dell’udito: è stato così per il 64 per cento dei partecipanti.
Le 10 città più rumorose sono la cinese Guangzhou seguita da Delhi, Il Cairo, Mumbai, Istanbul, Pechino, Barcellona, Città del Messico, Parigi, Buenos Aires; Roma si colloca al 14° posto, Milano al 36°.





5. Il rumore si misura in decibel

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Il rumore è causato da vibrazioni che si propagano nell’aria per mezzo di onde sonore che oscillano a una determinata frequenza (oscillazioni al secondo).

La sua unità di misura è il decibel (dB). La percezione del rumore è soggettiva, ma la soglia uditiva “normale” è fissata a 0 dB.

• 0 – 20 dB: difficilmente si riescono a udire suoni;
• 20 – 40 dB: ticchettio di una sveglia o ventola di un computer;
• 20 – 60 dB: livello sonoro medio di conversazione;
• 60 – 80 dB: veicoli a motore;
• 80 – 100 dB: motoseghe, smerigliatrici, autocarri;
• 110 dB: seghe circolari, musica delle discoteche;
• >120 dB: esplosioni, aerei in partenza, concerti rock.

 

Non bisogna assolutamente superare questi limiti!
L’OMS e l’Agenzia europea dell’ambiente raccomandano di mantenere il rumore generato dai mezzi di trasporto al di sotto di queste soglie:
Il livello di rumore giorno-sera-notte (Lden) è uno standard per esprimere il rumore nell’arco di un’intera giornata (den = day-evening-night), usato soprattutto per valutare l’inquinamento acustico di aeroporti, strade trafficate, principali linee ferroviarie nelle città con più di 100.000 abitanti.






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