Trovare lavoro con internet è un'alternativa alle classiche agenzie interinali o ai Centri per l'Impiego.
Tuttavia, la possibilità di incappare in truffe, falsi annunci e tentativi di frode è tale da sembrare a volte in campo minato.
La cosa più particolarmente odiosa perché i bersagli sono spesso persone in stato di difficoltà, di cui si sfruttano le speranze.
Vediamo, quindi, come riconoscere gli annunci sospetti e difenderci dalle truffe.
1. Chi c'è dietro un annuncio?
Purtroppo il Web è pieno di annunci di lavoro poco seri, che tentano di fare leva sulla necessità di trovare un impiego nel minor tempo possibile da parte di chi li consulta.
Internet, da questo punto di vista, è paragonabile a una giungla, dove molto spesso non esiste alcun controllore che possa verificare la correttezza delle offerte.
I primi a doversi accorgere che qualcosa non funziona, quindi, siamo noi stessi. Il primo campanello di allarme che deve suonare riguarda la forma dell'annuncio stesso.
E' importante ricordare che per la legge italiana, le inserzioni anonime sono considerate illegali.
Pertanto, qualsiasi offerta deve essere corredata da chiari riferimenti relativi all'azienda che la promuove: nome, indirizzo della sede legale, numero di telefono (con regolare prefisso urbano e non a tariffazione speciale come 100, 144, 166) e partita IVA.
Solo le agenzie interinali sono autorizzate dalla legge a omettere il nome dell'attività per cui promuovono le offerte di lavoro. Tutte le altre imprese, quindi, devono identificarsi senza veli.
Diffidiamo sempre dalle società che si presentano fornendo per esempio numeri di cellulare anziché recapiti fissi, oppure e-mail anonime con domini comuni come @yahoo, @hotmail e via dicendo.
Un'azienda che possa contare su un proprio dominio, come @nomeazienda.it, fornisce sicuramente un'immagine più affidabile rispetto a qualsiasi altra che utilizzi un'e-mail registrabile da chiunque.
Se poi volete davvero andare fino in fondo e saperne di più su chi state contattando, potete fare riferimento alla Camera di Commercio. Questo ente contiene tutti i riferimenti relativi alle aziende che svolgono attività d'impresa sul territorio italiano.
2. Subito al dunque
L'annuncio di lavoro deve sempre spiegare molto bene quale profilo professionale si sta cercando e per quale mansione.
Inserzioni troppo fumose, dove non si riesce a capire quale tipo di attività si debba svolgere, oppure troppo generiche senza una richiesta specifica di esperienza, rischiano di essere dei buchi nell'acqua.
In altre parole, devono dirci subito in cosa consiste il lavoro che viene proposto, quali saranno i nostri compiti e magari quale sarà il compenso.
Evitiamo sempre di cadere preda di chi si rifiuta di fornirci queste semplici ma concrete informazioni, magari posponendole a un incontro di persona da effettuarsi in luogo anonimo come un bar o parco pubblico.
Riguardo il compenso, poi, è facile accorgersi che ci stanno per truffare: spesso, infatti, si utilizzano due strategie ben definite e facilmente riconoscibili da chi sa interpretarle:
- nel primo caso, vengono paventati guadagni enormi in pochissimo tempo (molte pagine Web sono piene di banner che promettono di ottenere anche € 1000 in meno di un'ora). Ricordate che il guadagno facile non esiste e non può essere considerato una consuetudine e men che meno su Internet.
- nella seconda ipotesi, invece, il compenso rientra in un'area grigia, in cui non viene specificato o non si può quantificare, perché può dipendere solo dalla nostra bravura, dalla capacità di attrarre clienti e via dicendo.
La remunerazione, indipendentemente dal tipo di attività che viene richiesta e dall'inquadramento contrattuale, deve essere sempre ben specificata, senza giri di parole.
Se prendete contatto con qualcuno, pretendete sempre di sapere quanto verrete pagati per ciò che dovrete fare, diffidando, come detto, da cifre astronomiche in pochi giorni o settimane.
3. Attenzione alle Catene di Sant'Antonio
Specificare bene cosa faremo e quanto guadagneremmo non basta, perché la correttezza di un annuncio di lavoro dipende molto anche da cosa vi si nasconde dietro.
Chi tenta di truffare, infatti, farà di tutto per evitare di allentarci, cercando in tutti i modi di far sembrare il proprio annuncio un'inserzione seria.
Nonostante questo, però, possiamo aguzzare la vista e guardare oltre le semplici parole, andando direttamente ai fatti.
In Italia, alcune attività sono considerate illegali, come il cosiddetto Marketing piramidale o Catena di Sant'Antonio. In pratica, esiste una persona che sta al vertice della piramide e riceve denaro dalla vendita di un bene alle persone che si sono affiliate sotto di lui. Queste ultime, per ottenere profitto, dovranno quindi fare la stessa cosa: formare un'altra piramide con loro in cima, cercando altri utenti cui vendere qualcosa.
Un altro tipo di lavoro considerato illegale nel nostro Paese, spesso confuso con con il Marketing piramidale, è il cosiddetto Schema di Ponzi. Le attività che offrono questo impiego tentano di truffarsi con la promessa di facili guadagni a breve termine, derivanti da investimenti ad alto rischio. Il ricavo, però, sta nel procurare sempre nuovi affiliati al modello dello schema.
In altre parole, si tratta di offerte che obbligano ad associarci a una specifica attività diventandone partner, per poi spronarci a trovare nuovi clienti che dovranno seguire il nostro iter: affiliarsi e a loro volta trovare persone che investano economicamente.
4. Non si paga per trovare lavoro
Supponiamo adesso di aver trovato un annuncio di lavoro che può sembrare in regola: l'azienda è chiaramente reperibile, non sospettiamo alcun imbroglio nell'ambito dell'attività che andremo a svolgere e ci sono stati ragguagli esaustivi sul compenso. Bene, decidiamo quindi di approfondire e passare al contatto.
A questo punto dobbiamo però fare ancora più attenzione, perché abbiamo passato il primo livello di valutazione (quello dell'annuncio).
A tal proposito, infatti, le insidie si moltiplicano, perché oltre a poter cadere preda di attività illegali, ci sono anche casi in cui, pur rimanendo nella legalità, si viene in qualche modo ingannati. Il punto di forza su cui fanno leva questi dubbi inserzionistici è ancora una volta la nostra posizione di debolezza dovuta alla necessità di trovare un impiego.
Una delle truffe più utilizzate è quella delle inserzioni lavorative che nascondono l'iscrizioni a corsi di formazione a pagamento.
Dobbiamo tener presente che l'apprendistato e la preparazione di un dipendente o di un collaboratore dovrebbe sempre essere sostenuta dall'azienda che assume. Infatti, una persona professionalmente preparata per un compito viene considerata un valore aggiunto per l'azienda che se ne serve.
Se vi propongono di essere assunti solo dopo aver frequentato un corso economicamente gravoso, che dovrete sostenere voi stessi, lasciate perdere immediatamente. Si tratta senza dubbio di un modo per raggirarvi, incrementando il numero di iscritti a un'attività di dubbia natura.
Le offerte formative in regola con la legge, infatti, vengono pubblicate chiaramente come tali; spesso le troviamo nelle bacheche dei Centri per l'Impiego sul territorio o sui rispettivi siti ufficiali degli Enti preposti.
Sempre negli annunci palesemente falsi, che richiedono un investimento da parte nostra per accedere a una posizione professionale, troviamo quelli che richiedono l'acquisto di un kit di lavoro.
Le inserzioni più sfacciate fanno riferimento all'acquisto di libri elettronici per imparare a trovare un impiego particolare o per riuscire a guadagnare grandi cifre in poco tempo.
Quelle più raffinate, invece, promettono il lavoro a domicilio, ma con la necessità di acquistare del materiale indispensabile per operare: software particolari, cancelleria specifica, abbonamenti a linee telefoniche e molto altro ancora.
Tra le offerte che vengono più spesso sfruttate dalle aziende per ottenere un servizio a costo zero, c'è il cosiddetto marketing domestico.
Vi viene dato incarico di stampare e imbustare una serie di pubblicazioni pubblicitarie, da spedire poi a un certo numero di persone i cui indirizzi vengono forniti direttamente dall'impresa.
Il tutto senza darvi alcun materiale iniziale, bensì convincendovi ad acquistarlo di vostra iniziativa dietro la promessa di un rimborso, di un bonus per il lavoro svolto o, nella maggior parte delle occasioni, pagando solo un piccolo acconto a forfait.
Naturalmente al termine dell'incarico non vedrete un centesimo e il ridotto introito che avreste dovuto guadagnare spesso farà da freno a un'eventuale azione legale, che invece vi costerebbe centinaia di euro.
5. Annunci truffa? No grazie!
Il modo più semplice per tutelarci in caso di annunci ci lavoro truffaldini, è scoprirli con anticipo, così da non cadere nelle trame dei malfattori.
Un altro sistema oltre a quelli che abbiamo elencato finora, è controllare l'intestazione del dominio cui fa riferimento l'eventuale sito aziendale.
In questo modo, potremo avere un primo impatto con le informazioni relative all'impresa che ci interessa. Collegandoci al NIC, Network Information Center per l'Italia, possiamo visualizzare i dati con cui sono stati registrati i domini .it.
Cadere preda di una truffa è piuttosto consueto nel mondo di Internet e ancor più se stiamo cercando lavoro. in qualsiasi caso, però, possiamo rivolgerci senza indugio alla Polizia Postale o Polizia delle Comunicazioni: un ramo specializzato della Polizia di Stato, creato appositamente per contrastare la criminalità online.
Nel caso dovessimo venire a conoscenza di un annuncio truffaldino ed essere quindi oggetto di un raggiro, rivolgendosi ai dipendenti di questo speciale gruppo operativo, potremo far valere i nostri diritti. Dopo aver sporto denuncia, si occuperanno di recuperare tutte le informazioni circa l'accaduto ed eventualmente rigireranno la segnalazione al locale ispettorato del lavoro.
C'è la necessità di verificare una Partita IVA e non si sa come effettuare tale verifica?
La Partita IVA è un informazione essenziale in qualsiasi annuncio di lavoro, perché consente di risalire si dati dell'impresa che promuove l'inserzione.
Grazie al servizio proposto dall'Agenzia delle Entrate alla pagina Verifica Partita IVA, http://bit.ly/1qwaSzT, con un solo clic possiamo reperire lo stato di attività dell'azienda (attiva, sospesa o cessata), la denominazione o il cognome e nome del titolare e la data di inizio attività e quella dell'eventuale cessazione.
Si tratta di dati estremamente utili per capire con chi abbiamo a che fare e soprattutto se la Partita IVA è reale, quindi registrata in Anagrafe Tributaria, oppure fittizia. Grazie alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, non è più necessario recarsi presso la locale Camera di Commercio per richiedere particolari documenti.
Nello specifico, per saperne di più su un'attività, basta collegarsi al Registro Imprese, www.registroimprese.it.
Qui abbiamo a disposizione la sezione "Per il cittadino", che permette di richiedere tutte le informazioni necessarie per inquadrare un'azienda. Si tratta di un sistema particolarmente utile quando ci troviamo a valutare l'inserzione di un'impresa, cercando quindi di capire se si tratta di una realtà solida e legalmente riconosciuta, oppure di una bufala.
Tra i documenti ottenibili senza registrarsi, possiamo richiedere una visura o un bilancio, pagando l'importo per il servizio con la carta di credito (di norma si tratta di pochi euro). Nella visura troviamo tutti i dettagli dell'impresa, i nomi degli intestatari o degli amministratori (se si tratta di una società di capitale). Il bilancio, invece, riporta lo stato patrimoniale.