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Truffe su WhatsApp, come evitare le 5 più ricorrenti

Pirati e truffatori hanno diversi obiettivi: spillarci soldi, rubare i nostri i dati personali, indirizzarci su siti pericolosi per installare programmi di ogni genere e molto altro ancora.

Tutti, però, hanno in comune almeno una cosa. Per compiere i loro attacchi sfruttano sempre le piattaforme più utilizzate.

Se fino a qualche anno fa le email erano il principale vettore di infezione, ora le cose sono cambiate. Sempre più spesso vengono usati i sistemi di messaggistica istantanea su smartphone.

Il re di queste applicazioni è WhatsApp e  come tale è diventato il sorvegliato speciale numero uno. L’App più famosa per comunicare gratuitamente è entrata già da tempo nel mirino di truffatori e delinquenti.

Nell’ultimo periodo, infatti, è stata registrata un’escalation di fregature che hanno visto come principale strumento proprio WhatsApp. Gli argomenti per trarci in inganno e gli obiettivi cambiano, ma il sistema è sempre lo stesso.

Si fa leva sulla nostra propensione a ottenere qualcosa a costo zero o con la minima spesa: promozioni, offerte o addirittura smartphone e tablet in regalo.

Ciò che di volta in volta attira di più viene utilizzato dai malintenzionati come esca per farci abboccare all’amo. La miglior difesa per non essere ingannati è conoscere le principali bufale ed evitare di cadere in trappola.

Non ci sono antivirus o programmi che possono aiutarci. Tutto dipende da come ci comportiamo. In quest’ottica, i suggerimenti sono pochi ma validi.

Non apriamo mai link sospetti, anche se provengono da contatti conosciuti. Se veniamo inseriti a nostra insaputa in un gruppo a cui siamo estranei, usciamo immediatamente.

Non crediamo a chi ci propone sconti, offerte o qualsiasi oggetto gratis. In linea di principio, le truffe sono sempre le stesse. Si punta a prosciugare il credito telefonico, carpire le informazioni della carta di credito o fare incetta di dati personali per poi rivenderli al miglior offerente.

Il danneggiamento del telefono non è mai una priorità del malfattore. Al contrario, se il dispositivo funziona regolarmente, le probabilità di continuare a rubare qualcosa si moltiplicano.

Se il fine non cambia, è lo strumento che fa la differenza. Più una piattaforma viene utilizzata e maggiore è la possibilità che i delinquenti la prendano di mira per i propri scopi criminali.

È stato così con Facebook e ora lo è con WhatsApp, senza scordare la larga diffusione delle email e dei molti tentativi di phishing. Il problema non è se incapperemo in una truffa ma quando.

Tutto si riduce a una manciata di statistiche. Se usiamo i mezzi di comunicazione di massa, stiamo pur sicuri che prima o poi inciamperemo in un link malevolo o in qualsiasi altra forma di fregatura.

Quello che dobbiamo fare è informarci ed essere scaltri. Smartphone, tablet e PC possono essere molto pericolosi per la nostra privacy monetaria e personale. Usiamoli con cognizione di causa.

WhatsApp è tra i programmi di messaggistica istantanea più usati per comunicare con amici e parenti. A causa della sua grande diffusione però è diventato un facile bersaglio dei malintenzionati.

Scopriamo come usarlo senza rischiare di cadere in trappola!

1. Il questionario truffaldino

Il questionario truffaldino-300x180

Uno degli schemi migliori per attirarci in una truffa consiste nello stabilire un rapporto di fiducia e poi proporre un affare "imperdibile".

Non si tratta di un sistema nato con Internet, ma funziona benissimo anche in Rete.

Nel caso di WhatsApp, la fiducia viene "data per scontata" da molti quando il messaggio truffaldino proviene da un contatto conosciuto, magari un amico di vecchia data o addirittura un parente.

Nessuno, almeno all'inizio, pensa che una persona cara possa fregarlo. In effetti è così. Chi ci invia il messaggio è a sua volta una vittima. Ecco la truffa in breve.

Riceviamo da uno dei nostri contatti l'invito a svolgere un sondaggio, apparentemente innocuo. In cambio avremo un buono sconto di 150 euro da spendere in vestiti di marca.

Dopo aver fatto tap con il dito sul collegamento presente nel messaggio, veniamo rimandati a un sito che a una prima occhiata sembra sicuro.

Qui dobbiamo rispondere ad alcune domande che prendono in considerazione le nostre preferenze su abbigliamento, usi e consumi.

Una volta giunti al termine del questionario, per ricevere il buono sconto, veniamo invitati a inoltrare la proposta di sondaggio ad almeno 10 contatti nella nostra rubrica.

Naturalmente il primo impulso è quello di procedere. Dopotutto non abbiamo rilevato niente di strano, solo un questionario come ce ne sono tanti in giro.

Pensiamo con orgoglio dì aver guadagnato senza intoppi e in pochi minuti i nostri 150 euro da spendere in una boutique. Peccato che l'inganno sia proprio dietro l'angolo. Per difenderci dobbiamo ricordare che i soldi facili non esistono.

Infatti, dopo aver inviato il sondaggio ai nostri contatti, si apre un sito pieno di pubblicità. Per uscire, siamo costretti a selezionare alcuni banner che prosciugheranno in pochi secondi il nostro credito telefonico.

E così accadrà a molte delle persone che abbiamo coinvolto. Penseranno che di noi si fidano e che non può succedere loro nulla di male. Saremo costretti anche a scusarci...

LIVELLO DI RISCHIO: MOLTO ALTO
FUNZIONA SE: Apriamo il link nel messaggio e completiamo il questionario.
COSA COLPISCE: Prosciuga il credito telefonico.

2. WhatsApp Gold

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Un altro sistema utilizzato dai truffatori per farci cadere in inganno è sfruttare la nostra curiosità.

Abbinandola al naturale e fin troppo umano desiderio di "volere sempre qualcosa in più", gli imbroglioni riescono a ottenere quasi sempre quello che vogliono.

Si tratta di uno stratagemma studiato a tavolino da una scienza chiamata ingegneria sociale. In pratica, è la stessa che troviamo alla base delle email di phishing. Il trucco è sempre psicologico e quasi mai legato alla tecnologia.

In questo caso, si fa breccia nel malcapitato usando un espediente molto semplice: proporre il download gratuito di una versione di WhatsApp dotata di funzioni accessorie.

Il tutto parte da una fantomatica promozione o estrazione che ci informa, sempre tramite messaggio, di essere tra i pochi fortunati a poter usare l’App con opzioni riservate. Per amplificare ulteriormente la nostra curiosità, la natura di queste potenti funzioni spesso non viene spiegata.

Nel momento in cui si seleziona il collegamento per il download in realtà il nostro numero telefonico viene iscritto a servìzi pubblicitari via SMS. Ci vengono inviati costosi messaggi di SPAM che, oltre a infastidire, finiscono per generare un danno economico.

Infatti, per ognuno, il credito telefonico scende di ben 1,5 euro! Talvolta se ne riceve uno al giorno. In un mese, è facile fare il conto di quanto viene a costare questo scherzetto: una media di 40 euro!

LIVELLO DI RISCHIO: MOLTO ALTO
FUNZIONA SE: Facciamo click su un link.
COSA COLPISCE: Il nostro credito telefonico. Veniamo automaticamente iscritti a servizi di ricezione di SMS a pagamento. Un messaggio può costare fino a 1.5 euro.

3. La bufala dei 300 iPhone 6S in palio su Amazon

La bufala dei 300 iPhone 6S in palio su Amazon-300x180

La possibilità di ricevere in regalo un nuovo prodotto che sul mercato ha un costo molto elevato è uno degli stratagemmi più utilizzati dai truffatori.

Se l'esca è molto buona, l'elemento più difficile da rendere credibile è la provenienza dell'annuncio.

Quando ci viene inviato uno sconto molto grande da un'attività sconosciuta o che ha un nome ingannevole nessuno di noi fa tap sul link, palesemente pericoloso.

Se però nel messaggio-truffa viene in qualche modo citato un colosso come Amazon, le cose cambiano radicalmente. La truffa di cui stiamo parlando e che circola su WhatsApp fa riferimento a una lotteria.

Iscrivendoci ci viene spiegato che potremmo essere tra i fortunati vincitori di uno tra i 300 iPhone 6S messi in palio. Un telefono del genere, al netto di promozioni, viene la bellezza di 779 euro.

La chimera del regalo a costo zero da un colosso che tutti usiamo per lo shopping online è quasi irresistibile. I guai, però, iniziano non appena selezioniamo il collegamento incriminato.

Infatti, invece che essere reindirizzati sul più importante sito ecommerce del Web, veniamo rimandati a un sito pieno zeppo di software spazzatura.

Diventiamo così facile preda di virus e malware di ogni tipo che andranno a corrompere le difese del nostro telefono.

I bersagli di questo attacco sono tanti: prima di tutto i nostri dati personali, poi le credenziali delle carte di credito, le email e molto altro ancora. Tutte informazioni che i malintenzionati venderanno ad altri truffatori in Rete.

LIVELLO DI RISCHIO: ALTO
FUNZIONA SE: Pensiamo di poter vincere uno dei 300 iPhone 6S messi in palio da una sedicente lotteria promossa da "Amazon".
COSA COLPISCE: Dati personali, credenziali della carta di credito, email e molto altro ancora.

4. La falsa segreteria telefonica di WhatsApp

La falsa segreteria telefonica di WhatsApp-300x180

Un'altra fregatura diffusa su WhatsApp sfrutta un finto messaggio lasciato in un'ipotetica segreteria telefonica dell'applicazione.

In primo luogo è fondamentale puntualizzare che, nel momento in cui stiamo scrivendo, WhatsApp non sfrutta ancora alcuna segreteria.

Secondo alcune indiscrezioni dovrebbe metterla a punto in uno dei prossimi aggiornamenti. Tuttavia, allo stato attuale, non è disponibile per nessun utente.

Questa informazione dovrebbe metterci in guardia per non finire nel tranello. L'email incriminata che riceviamo, come anticipato, vorrebbe convincerci a fare clic su un pulsante.

In questo modo, sempre secondo i truffatori, potremo ascoltare il messaggio lasciatoci da qualcuno nella segreteria di WhatsApp. Nel momento in cui selezioniamo il collegamento, veniamo infettati da un programma maligno.

Il suo scopo è rubare i nostri dati personali, accedendo alla rubrica e all'archivio foto e video. In pratica, diventeremmo vittime di un danno potenzialmente incalcolabile. Anche in questo caso, così come negli altri già citati, vale la regola di non aprire mai link sospetti per nessuna ragione al mondo.

Se ci viene il dubbio e siamo tentati a fare tap, prendiamoci un po' di tempo per fare una piccola indagine. Di solito su Google troviamo informazioni utili a capire se siamo di fronte a una truffa.

LIVELLO DI RISCHIO: MOLTO ALTO
FUNZIONA SE: Arriva un'email che ci informa di un messaggio nella segreteria di WhatsApp e noi facciamo clic sul link nell'email
COSA COLPISCE: Dati personali, foto e video archiviati nel telefono



5. WhatsApp scade come lo yoghurt

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Una delle paure che più spesso ci attanagliano è quella di perdere tutto quello che conserviamo.

Nel caso di WhatsApp, parliamo di messaggi, foto e contenuti multimediali inviati negli anni dai nostri contatti.

Anche in questo caso, in aiuto ai delinquenti entra in campo la famosa ingegneria sociale che studia i comportamenti e i timori più diffusi.

Il messaggio che potremmo ricevere (anche in questo caso via email) è chiaro: WhatsApp è scaduto! Ci viene chiarito che per rinnovare la sottoscrizione a 99 centesimi all'anno e non perdere i contenuti, dobbiamo provvedere al pagamento entro 24 ore.

Se non lo facciamo, dovremo dire addio a tutte le nostre conversazioni. Se la comunicazione arrivasse da un contatto qualunque, nessuno ci farebbe caso. Se però il tutto sembra fare capo al team di sviluppo ufficiale di WhatsApp, il timore può lasciare spazio al panico.

Questo stato d'animo è terreno fertile per i truffatori. Ci porta a compiere azioni avventate, annullando la diffidenza che si può provare di fronte a certi avvisi. Facendo tap sul link incriminato, anziché rinnovare il servizio, si finisce senza scampo nella tela del ragno.

Il sito sul quale capitiamo, oltre a rubare i nostri dati personali, carpisce anche i le informazioni della carta di credito immesse per eseguire il pagamento dei 99 centesimi.

Ricordiamo che WhatsApp non invia mai alcuna email per richieste di rinnovo o altre comunicazioni. In linea di principio, non dovrebbe neppure avere il nostro indirizzo di posta elettronica.

LIVELLO DI RISCHIO: MEDIO
FUNZIONA SE: Facciamo click su un link allegato a un'email che richiede il rinnovo di WhatsApp.
COSA COLPISCE: I dati personali e le credenziali della carta di credito.






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