Con l’acronimo 5G (5th Generation) si indicano le tecnologie di telefonia mobile di quinta generazione, che permettono prestazioni e velocità molto più elevate dell’attuale tecnologia 4G (LTE) con tempi di latenza della connessione molto bassi.
Lo chiamano la TAV di Internet perché garantirà un’alta velocità di navigazione a migliaia di dispositivi mobili contemporaneamente.
Ma renderà anche possibile viaggiare in auto senza guidare, fare operazioni chirurgiche più precise, “dialogare” con elettrodomestici e riscaldamento di casa. In pochi millisecondi!
Ma che cos’è esattamente il 5G e perché il suo sviluppo è diventato una questione geopolitica? Scopriamolo insieme.
1. 5G, una tecnologia così preziosa da scomodare la sicurezza nazionale
È una tecnologia così preziosa da scomodare la sicurezza nazionale.
È uno dei cavalli di battaglia per leggende e fake news su nuovi ordini mondiali e rischi occulti per la salute.
Ma che cos’è esattamente il 5G e perché il suo sviluppo è diventato una questione geopolitica? Semplice, è la rete mobile del futuro, una connessione molto più potente di quella attuale, che sarà diffusa ovunque.
Avvicinerà come non mai la dimensione digitale, gli smartphone e gli oggetti connessi, con la realtà vera: dalla guida autonoma all’assistenza sanitaria, fino alla spesa al supermercato, ci sarà una quantità di traffico dati centinaia di volte superiore a quella di oggi.
Il servizio di connessione a 5G esiste già oggi in Italia, in forma simile a un 4G potenziato con cui si può navigare su alcuni telefonini ad hoc. Ma è uno stadio primordiale: il grande balzo in avanti avverrà nei prossimi anni con la piena maturazione della tecnologia e lo sviluppo dei nuovi servizi che essa può supportare.
Sono passati poco più di 20 anni dalla prima rete mobile, il 2G, che ha contribuito alla diffusione dei telefoni cellulari e degli SMS. Poi è arrivato il 3G con la connessione a Internet e il 4G per lo streaming, i pagamenti online e l’Internet delle cose.
Il 5G aumenterà la velocità per caricare e scaricare dati aprendo la strada a realtà virtuale, intelligenza artificiale e a una marea di dispositivi online per la vita di ogni giorno.
Il 5G cambierà molte cose in tutto il mondo: sarà infatti possibile trasmettere grandi quantità di dati in tempi brevi e un grande numero di dispositivi potranno essere connessi nello stesso istante.
Questa caratteristica consentirà anche lo sviluppo dell’Internet delle Cose (IOT – Internet of Things) applicazioni, cioè, che coinvolgono la comunicazione tra oggetti dotati di sensori, come gli elettrodomestici, cellulari, ecc. Lo sviluppo del 5G interesserà sicuramente diversi settori.
Al momento, è possibile immaginare scenari completamente nuovi per la mobilità (possibilità di un veicolo di essere guidato a distanza e di colloquiare in tempo reale con gli altri veicoli), per il sistema sanitario (operazioni a distanza), per il turismo e l’intrattenimento in genere, per il controllo del territorio, ecc..
2. Ridotti i tempi di latenza
La principale caratteristica della rete 5G è la riduzione dei cosiddetti tempi di latenza, cioè quell’intervallo tra la richiesta di dati di un dispositivo e la risposta di dati del server, quando avviene con un collegamento a Internet.
Il 4G ha tempi di risposta nell’ordine di decine di millisecondi mentre il ritardo massimo consentito nell’ultima versione della nuova rete è un millisecondo.
Per farci un’idea, un batter d’occhio dura in media dai 100 ai 400 millisecondi.
In un recente esperimento all’Università del Surrey a Guildford, nel Regno Unito, la rete 5G ha raggiunto per la prima volta una velocità record di trasmissione di 1 terabit al secondo, una quantità pari a 125 gigabyte, che equivale a circa 10 volte la capacità di dati offerta mensilmente da un operatore telefonico italiano.
Una TAV per Internet, se così possiamo definirla, che non dovrebbe essere condizionata dal numero di dispositivi connessi.
Le performance della rete non potranno variare in base all’affollamento, ma garantiranno l’accesso al servizio anche a decine di migliaia di utenti, come potrebbe avvenire in eventi di massa tipo il concerto di una rockstar o una partita di calcio.
Secondo le proiezioni della Next Generation Mobile Networks Alliance, un’associazione internazionale di operatori e imprese nel settore della telefonia mobile, il miglioramento rispetto al 4G sarà esponenziale: la velocità di connessione dovrebbe moltiplicarsi in media di 10 volte e di 100 volte al suo picco, mentre il tempo di latenza sarebbe oltre 10 volte più breve e la densità consentita di smartphone collegati almeno 100 volte maggiore.
Allo stato attuale della tecnologia, per soddisfare tutte queste nuove funzionalità, sarebbero necessarie 3 reti diverse.
3. Rappresentato da un triangolo
Le auto di domani saranno autonome, connesse, elettrificate e condivise.
Per parlare di questa “rivoluzione” è stato coniato l’acronimo ACES – Autonomous vehicles, Connected cars, Electrification and Shared mobility – e il 2030 è la data che farà da spartiacque tra due ere dell’industria automobilistica.
Nella nuova era, già iniziata, si passerà da una catena “lineare”, in cui la “regia” è nelle mani delle Case auto, ad un modello a rete in cui più player tra loro diversi devono necessariamente integrare le rispettive competenze.
I giganti tech, gli operatori della comunicazione, ma anche le più promettenti startup entreranno sempre più pesantemente nell’industria automotive, abbattendo le barriere e trasformando radicalmente l’intero comparto.
A fare da “collante” a questi cambiamenti, e a renderli di fatto possibili, sarà anche l’imminente avvento del 5G. Sarà infatti questa tecnologia a rendere possibile la comunicazione in tempo reale tra tutti i sensori e i dispositivi tecnologici della vettura e, al contempo, il dialogo con gli altri veicoli e le infrastrutture.
Oggi, con i dispositivi disponibili, questi rapidi tempi di risposta della rete non sono davvero necessari, ma un giorno saranno indispensabili, per esempio, per i veicoli a guida autonoma privati e per quelli del trasporto pubblico.
Solo con la velocità di connessione della rete 5G si potranno sviluppare auto senza conducente, dove le informazioni devono essere più che istantanee per garantire la sicurezza del traffico.
Le tecnologie di bordo dovranno comunicare sia tra di loro, per esempio a un incrocio con precedenza, sia con le infrastrutture stradali come semafori, sensori radar e videocamere.
Il 5G è spesso rappresentato come un triangolo i cui tre vertici corrispondono a tre obiettivi: una rete veloce che offre servizi eterogenei sullo smartphone, un collegamento affidabile per gestire situazioni come la mobilità delle auto a guida autonoma e una comunicazione “di massa” tra tutti gli oggetti connessi.
La copertura 5G in Italia oggi è offerta da diversi operatori di telefonia mobile ed è presente in alcune delle principali città italiane come Milano, Torino, Roma, Bologna, Napoli, Firenze e altri capoluoghi di provincia.
Per collegarsi a questo turbo-Internet serve però un nuovo smartphone, che per il momento ha un prezzo raramente inferiore a 400 euro.
4. Microchirurgia e mezzi pubblici... ma il cloud non basta
Una tra le sperimentazioni più delicate del 5G si è svolta nell’ottobre 2019 durante la prima operazione chirurgica, eseguita all’ospedale San Raffaele di Milano in collaborazione con il CNIT, da un robot telecomandato da remoto da un medico attraverso questa rete di nuova generazione.
Trattandosi di un test, sotto i ferri non c’era una persona ma un tessuto che simulava la presenza di un polipo sulle corde vocali.
Ancora: il colosso tedesco Siemens ha presentato diversi prototipi di tram senza conducente in grado di rispettare il codice stradale in completa autonomia. Il mezzo è controllato da un edge computing, una nuova tecnologia di elaborazione dati che sostituirà il cloud, lo spazio di archiviazione online di file e documenti.
La memoria-extra spesso offerta gratuitamente o con registrazione in rete di solito non è altro che una USB virtuale, una “chiavetta invisibile” in aggiunta al computer di casa. Ma per la mole di dati che scorrerà sulle reti 5G non sarà sufficiente un semplice cloud, per quanto grande, che spesso è decentrato in enormi data centers.
Nel caso della regolazione del traffico senza conducente, per la trasmissione di informazioni come lo spostamento di corsia o lo stop prima delle strisce pedonali, è necessario che l’elaborazione dei dati non avvenga in centri di calcolo delocalizzati chissà dove, ma il più vicino possibile all’utente finale.
Anche se la connessione viaggiasse alla velocità della luce e trascurando tutti i possibili ritardi aggiuntivi introdotti dalla rete, ci sarebbero comunque tempi non accettabili se il centro di calcolo, che raccoglie i dati e invia le risposte, fosse negli Stati Uniti.
L’edge computing avrà la forma di un microprocessore con antenna che sarà presente un po’ ovunque per promuovere l’Internet delle cose con cui dal telefono si potrà rispondere al citofono di casa o rinnovare la sosta a pagamento.
In generale quindi ci saranno molti dispositivi non umani che trasmetteranno dati 24 ore su 24. Oltre a questo, l’edge computing offrirà anche una sorta di intelligenza informatica a chilometro zero che potrà gestire su base locale il traffico o dirigere gli interventi di protezione civile.
5. La bufala del coronavirus e perché la Cina fa così paura?
- La bufala del coronavirus
Una delle fake news più popolari di questo periodo riguarda la trasmissione del coronavirus attraverso il 5G.
Secondo le teorie del complotto spuntate in questi mesi, le onde elettromagnetiche della rete 5G indebolirebbero il nostro organismo al punto da favorire la trasmissione del virus.
Un’informazione non supportata da nessuno studio scientifico che si è diffusa in rete e sui social media.
Tanto che, secondo un’indagine del sito Wired, durante la pandemia è schizzato il numero di comuni che hanno deciso di non sperimentare questa nuova tecnologia: dal Friuli-Venezia Giulia alla Puglia sono passati da poco più di 50 a 269.
È vero che il 5G si sta sviluppando velocemente in tutto il mondo in parallelo alla pandemia ma, in assenza di una prova scientifica, sarebbe come dire che mangiare un gelato aumenta il rischio di annegamento perché i gelati e i bagni al mare sono più frequenti nello stesso periodo dell’anno.
- Perché la Cina fa così paura?
Perché quando si parla di 5G si evocano sempre presunte trame oscure della Cina contro l’Occidente?
Alla fine del 2019 il COPASIR (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) ha approvato una relazione per chiedere al governo italiano di escludere i colossi cinesi della telefonia mobile Zte e Huawei dalla fornitura di tecnologia per le reti 5G.
Le aziende del Dragone, una delle ultime dittature nel panorama mondiale, non hanno autonomia dalle loro autorità governative che impongono a cittadini e imprese collaborazione con i servizi di intelligence.
Perciò il 5G offerto dalla Cina, dove la tecnologia è già molto diffusa, potrebbe rivelarsi un cavallo di Troia per acquisire dati sui cittadini italiani, violare segreti industriali e condizionare le politiche di sicurezza nazionale.
Oltre a USA, Australia e Vietnam, che hanno già messo al bando le tecnologie 5G offerte dalla Cina, anche il Regno Unito ci sta pensando.