Spendendo una fortuna, pronti ad affrontare nausea, mal di testa e anche a rischiare la pelle, intrepidi turisti si preparano al lancio.
Le offerte nel settore sono già numerose.
Due privati cittadini parteciperanno nel 2018 a un viaggio senza precedenti: una navicella spaziale li porterà infatti a compiere un giro attorno alla Luna, dopo che da oltre 40 anni più nessuno ha diretto i razzi in quella direzione.
Ad annunciarlo, alla fine di febbraio, è stato Elon Musk, il miliardario americano fondatore di SpaceX, la società nata nel 2002 con l’intento di portare l’uomo su Marte.
Poiché, infatti, arrivare sul Pianeta rosso richiederà ancora diversi decenni, nel frattempo Musk ha accettato l’assegno di due persone interessate a provare l’ebbrezza di andare nello spazio.
Il viaggio dovrebbe durare circa una settimana, portando per la prima volta l’uomo oltre i 400.171 chilometri di distanza dalla Terra che rappresentano il record assoluto, ottenuto da Jim Lovell, Jack Swigert e Fred Haise, a bordo dell’Apollo 13, nel 1970.
Oggi scopriremo tante cose molto interessanti e curiose sulle vacanze spaziali e sulla guida turistica del Sistema solare. Leggiamole insieme.
1. I primi viaggiatori
L’annuncio di Musk riapre di fatto l’era del cosiddetto turismo spaziale, un settore nascente dell’economia, che intende portare nello spazio, oppure negli strati alti dell'atmosfera terrestre, viaggiatori che non sono necessariamente astronauti o scienziati.
L'impresa dei due turisti, che per ora restano anonimi, non è però la prima nel suo genere.
A corto di fondi, l'Agenzia spaziale russa accettò, già nel 1990, un assegno per inviare il giornalista giapponese Toyohiro Akiyama sulla Mir, la stazione spaziale sovietica che rimase in orbita dal 1986 al 2001.
Il viaggio fu considerato “di lavoro", perché pagato dalla Tbs (Tokyo Broadcasting System), il network televisivo per cui lavorava Akiyama.
Nel 2001, a diventare il primo turista spaziale della storia fu invece l'imprenditore americano Dennis Tito, il cui viaggio sulla Stazione spaziale intemazionale (Iss), portato da una navicella Sojuz proprio come gli astronauti, durò in tutto otto giorni.
In seguito, altri sei “escursionisti" hanno compiuto la stessa impresa: fra loro, il creatore di videogiochi Richard Garriott e Guy Laliberté, il fondatore del Cirque du Soleil, che con la sua missione nel 2009 ha di fatto concluso la prima era del turismo spaziale.
Non certo un fenomeno di massa, dato che i sette fortunati rappresentano un'esigua percentuale delle 558 persone che fino a oggi sono andate nello spazio.
Nella foto Toyohiro Akiyama, il giornalista giapponese che per primo andò in orbita da civile. Con lui, i due astronauti russi della missione.
2. Imprenditori d'assalto
L'idea di portare oltre l'orbita terrestre persone comuni è più vecchia di quanto si potrebbe pensare.
Fu infatti avanzata, già alla metà degli anni ‘70, dalla Rockwell International, azienda aerospaziale statunitense, che aveva anche progettato un modulo per 72 passeggeri che poteva essere montato sullo Space Shuttle (nella foto), il veicolo utilizzato dagli americani fino al 2009 per portare astronauti sulla Iss.
Il progetto però non vide mai la luce. In tempi più recenti, il capofila della rinascita del settore è stato Eric C. Anderson, imprenditore e ingegnere aerospaziale, che nel 1997 ha fondato Space Adventures, l'agenzia di viaggi che è stata coinvolta nell'organizzazione di tutte le missioni eseguite fino a oggi, da Dennis Tito in poi.
Anche la Space Adventures ha in programma di portare in orbita attorno alla Luna due turisti entro la fine del decennio; ma per l’impresa si appoggerà alle tecnologie russe.
Da tempo cerca di avviare un business simile anche il magnate britannico Richard Branson, con la sua compagnia Virgin Galactic che, dopo innumerevoli rinvìi, ha annunciato che lancerà il suo programma l’anno prossimo.
Il primo viaggio dovrebbe essere un volo suborbitale (che supererà i 100 km dal suolo, ma non sarà in grado di compiere un giro completo attorno alla Terra) a bordo della Spaceship Two, una navicella molto simile a un aeroplano.
E di recente ha svelato i suoi piani anche Jeff Bezos, il patron di Amazon, che già nel 2000 ha fondato la compagnia aerospaziale Blue Origin.
Nel 2018 dovrebbe partire New Shepard, capace di mandare in un volo suborbitale sei persone, che potranno ammirare la curvatura terrestre dai «più ampi finestrini disponibili sul mercato», come ha orgogliosamente dichiarato lo stesso Bezos.
Poi, negli anni a venire, la navicella New Glenn dovrebbe riuscire a compiere un’orbita intera.
3. Ma quanto costa?
Andare nello spazio non è però come prendere un aereo e pone una serie di ostacoli e difficoltà.
Il primo è di natura economica, perché almeno all’inizio questa forma di turismo riguarderà un’esigua fascia della popolazione: si stima che Dennis Tito (nella foto accanto) nel 2001 abbia speso 18 milioni di euro per il suo biglietto di andata e ritorno, e la cifra sarebbe salita a 36 milioni otto anni dopo, quando è partito Guy Laliberté.
Elon Musk non ha rivelato quanto abbiano pagato i due aspiranti astronauti che ammireranno la Luna dal suo razzo, ma si stima che i costi siano equiparabili a quelli necessari a portare una persona sulla Stazione spaziale internazionale: vale a dire, oltre 60 milioni di euro.
I voli suborbitali, invece, sono alla portata di molte più tasche: Richard Branson ha da tempo annunciato di avere venduto oltre 500 biglietti per 235.000 euro.
Stando al contratto, il biglietto con la Virgin Galactic comprende anche «tre giorni di addestramento, soprattutto di carattere psicologico, perché un volo suborbitale provoca un notevole sovraccarico sensoriale ».
Il viaggio durerà circa due ore e mezza, con alcuni minuti in assenza di peso, e una volta atterrati i turisti potranno brindare con una coppa di champagne di qualità pregiata.
Per il viaggio attorno alla Luna, molto più dispendioso e complesso, SpaceX prevede un periodo di addestramento più lungo, in cui i passeggeri dovranno imparare anche le procedure da attuare in caso di emergenza (una misura precauzionale, dato che i voli dei turisti spaziali sono pilotati interamente da terra).
Sono previsti anche test sullo stato di salute dei passeggeri, perché per affrontare un viaggio del genere è necessario non avere patologie: lo sa bene l'uomo d'affari giapponese Daisuke Enomoto, che nel 2006 fu lasciato a terra dalla Space Adventures, dopo due anni di addestramento e 21 milioni di spese, a causa dei calcoli renali.
«Queste missioni non vanno prese sottogamba», ha ricordato in un'intervista Richard Garriott, che ha compiuto la sua impresa nel 2008, rimanendo in orbita per dodici giorni. «Il mio consiglio è prepararsi fisicamente e psicologicamente e portarsi molte medicine».
I problemi cui potrebbero andare incontro i turisti spaziali inesperti e comunque privi del lungo addestramento riservato agli astronauti di professione sono innumerevoli. La microgravità potrebbe infatti causare mal di testa, nausea, disturbi dell'equilibrio e un forte senso di spaesamento.
4. Turisti pronti a tutto
E non è neppure così remota la possibilità che un imprevisto possa mettere in pericolo la vita.
Per esempio, i piani della Virgin Galactic sono stati ritardati quando, nel 2014, il primo prototipo di Spaceship Two (nella foto accanto), in volo sperimentale, si è schiantato per un malfunzionamento, uccidendo il pilota.
Un incidente del genere, con a bordo turisti paganti, potrebbe affossare l'intero business. I problemi di sicurezza restano per molti l'aspetto più critico, e non tutti ritengono che sarà possibile risolverli.
«In 14 anni Branson non è ancora riuscito a mandare una sola navicella neppure in volo suborbitale», ha dichiarato Morris Jones, giornalista esperto di spazio, piuttosto scettico sul turismo spaziale.
Dall'altra parte c'è chi, come Gregory Chamitoff, ex astronauta della Nasa, è invece convinto che il fermento al quale stiamo assistendo «sia solo il primo passo verso un futuro in cui si potrà salire su una stazione orbitale, farsi un giro nello spazio e poi tornare a terra».
Per ridurre al minimo i rischi, la società World View sta ipotizzando di utilizzare una capsula che, sollevata da un pallone aerostatico, salirà in cinque ore fino a 40 km di altitudine, e permetterà di guardare da lassù la curvatura terrestre.
Anche se non si potrà sperimentare l’assenza di peso, il progetto appare più sicuro dei concorrenti e anche un po' più accessibile: per ammirare il pianeta dall'alto si pagheranno “soltanto" 70.000 euro.
«Auguriamo ai nostri partner industriali di raggiungere grandi successi». Così la Nasa ha commentato l’annuncio del primo viaggio attorno alla Luna di SpaceX.
L’ente spaziale statunitense collabora infatti dal 2008 con la società di Elon Musk, nell’ambito del suo programma commerciale, che prevede accordi per usare vettori privati per trasportare materiali e personale sulla Stazione spaziale internazionale.
Il viaggio turistico verso la Luna partirà dalla stessa rampa usata per le missioni Apollo, nel Kennedy Space Center di Cape Canaveral.
I turisti spaziali lo compiranno a bordo della capsula Crew Dragon, lanciata da un razzo Falcon Heavy. Entrambi verranno testati nei prossimi mesi.
5. Guida turistica del Sistema solare
Che cosa troverebbe un turista che volesse viaggiare fra i pianeti a noi più vicini?
Nessuno sarebbe confortevole come la Terra, ma su alcuni si potrebbe anche vivere.
- MERCURIO
Il solo fatto che il pianeta più vicino al Sole non abbia atmosfera lo rende una meta da scartare.
Inoltre, presenta la massima escursione termica registrata nel nostro sistema solare: nelle zone equatoriali, durante il giorno ci sono 427 °C e di notte il termometro scende a 173 °C sotto lo zero. Ai poli, invece, la temperatura è sempre stabile, ma ugualmente impossibile: circa -90 °C.
- VENERE
Anche se porta il nome della dea dell'amore, una luna di miele su Venere è proprio sconsigliata: la sua atmosfera, composta da anidride carbonica e acido solforico, è così densa che innesca un effetto serra tale da rendere questo pianeta il più caldo del Sistema solare, con temperature al suolo di circa 450 °C e con una pressione in superficie di 92 atmosfere, che ci schiarerebbe all’istante.
- TERRA
Qui siamo di casa, ma anche senza essere astronauti potremmo pensare di andare sulla Luna.
Il nostro satellite non ha acqua liquida e nemmeno un’atmosfera, ma almeno il fabbisogno idrico potrebbe essere soddisfatto grazie al suo ghiaccio.
Inoltre, per arrivare sulla Luna bastano tre giorni di viaggio: i rifornimenti e i contatti con la Terra potrebbero quindi essere frequenti.
- GIOVE
Fare un viaggio su Giove è fuori discussione, perché non ci si potrebbe neanche atterrare.
È infatti un pianeta gassoso, composto da un’atmosfera spessa centinaia di chilometri che avvolge un nucleo solido.
Tra i suoi satelliti, invece, Europa ha caratteristiche che forse potrebbero permettere la vita: sotto la superficie ghiacciata, infatti, sembra che si celi un immenso oceano di acqua salata. Emissioni di geyser fanno supporre inoltre che ci siano fonti di calore.
- NETTUNO
Non si può certo dire che si troverebbe bel tempo su Nettuno: i fenomeni meteorologici più tipici di questo pianeta, peraltro gassoso, sono i venti, che spirano anche a 2.000 chilometri l’ora.
Andrebbe un po’ meglio sul suo satellite Tritone: la superficie, scolpita da canyon e depressioni, è infatti composta da azoto ghiacciato e ghiaccio d’acqua e potrebbe ospitare qualche forma di vita.
- PLUTONE
È così lontano che solo il viaggio scoraggerebbe qualsiasi “cosmoturista”: la sonda New Horizons ha impiegato nove anni per arrivarci. Inoltre ha un’orbita eccentrica, e quando è più lontano dal Sole la sua debole atmosfera, composta da metano, azoto e monossido di carbonio, ghiaccia e cade sulla superficie, dove la temperatura si aggira intorno ai 230 °C sotto lo zero.
- MARTE
È il più gettonato fra tutti i pianeti del Sistema solare, e insediamenti umani qui sono tutt’altro che fantascienza. Le sue condizioni non sono però confortevoli: tempeste di sabbia spazzano la superficie e la temperatura media è -63 °C, anche se all’equatore si possono raggiungere i più gradevoli 20 °C.
Soprattutto, però, l’atmosfera è irrespirabile e troppo sottile per bloccare le radiazioni solari e cosmiche.
- SATURNO
Anche Saturno è un pianeta gassoso, la cui atmosfera è composta per il 95% da idrogeno.
Atterrarci sarebbe quindi impossibile, ma una capatina su Encelado, un piccolo satellite dalla superficie ghiacciata, darebbe invece l’occasione di vedere delle spettacolari aurore polari.
Dai suoi geyser escono grandi quantità di acqua, ma i forti campi magnetici non sono adatti alla sopravvivenza dell’uomo.
- URANO
Anche questo pianeta è gassoso, composto per lo più da idrogeno, e in misura minore da vapore acqueo, ammoniaca e metano. Inoltre, fa registrare temperature bassissime: fino a 224 °C sotto lo zero.
Il pianeta è poi attraversato da venti fortissimi, che raggiungono anche i 900 chilometri all’ora. Senza una superficie solida, sarebbe davvero invivibile per noi umani.