Wilhelm Canaris: l’ammiraglio che si oppose a Hitler

Chi può dire chi era veramente Wilhelm Canaris? Tra le figure di primo piano nella Germania nazista è forse quella più difficile da decifrare.

Della sua vita pubblica restano infatti pochi documenti originali, dopo che i suoi diari e i dossier furono bruciati dell’Abwehr (i servizi segreti militari tedeschi).

Anche della sua vita privata si sa poco. Abile diplomatico, era un alto ufficiale della Marina, messo a capo dell’intelligence tedesca sotto il regime nazista.

Capì presto che la follia sanguinaria del Führer avrebbe portato la Germania alla rovina e, forte della sua posizione e della sua rete di contatti, cospirò per ucciderlo e rovesciare il governo.

Coinvolto nel fallito attentato del 1944, fu imprigionato, torturato e impiccato!

1. Colpo di fulmine per la Marina

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Sicuramente Wilhelm Canaris fu una persona riservata che cercò di restare nell’ombra.

Quando si trovò a capo dei cruciali servizi di spionaggio e controspionaggio militari, scelse il basso profilo: non ingrandì i suoi uffici, preferì sempre l’ingresso secondario a quello principale, non approfittò mai dei fondi a sua disposizione, visse con moglie e figlie in una tranquilla villetta fuori Berlino.

All’apice della sua carriera, solo poche decine di persone in Germania sapevano chi fosse e cosa facesse.

Negli anni cambiò le sue convinzioni su Hitler e sul nazismo, cercò di svolgere il suo lavoro lealmente (non esistono prove che abbia mai tradito il suo Paese), ma nello stesso tempo finì per cospirare contro il regime, pagando con la vita.

Wilhelm Otto Ludwig Canaris nacque il 1° gennaio 1887 ad Appelbeck, vicino a Dortmund, terzo figlio del facoltoso commerciante Karl. La famiglia, di origine italiana, non aveva alcuna tradizione militare.

Wilhelm frequentò le scuole pubbliche e si iscrisse all’università di Heidelberg, quando accadde un fatto che cambiò la sua vita: nel 1904 la flotta giapponese distrusse le navi russe ormeggiate a Port Arthur, in Manciuria. Wilhelm rimase profondamente impressionato e decise di arruolarsi in Marina.

Entrò nell’Accademia Navale di Kiel come allievo ufficiale. Nel 1908 partì su un incrociatore per una missione in America centrale e meridionale, facendosi notare, più che per l’abilità militare, per le sue qualità diplomatiche; era lui infatti il prescelto quando occorreva trattare con i governanti locali.

Allo scoppio della Prima Guerra mondiale, divenuto sottotenente di vascello, partecipò al primo scontro navale del conflitto, la battaglia di Coronel.

I mesi che seguirono furono rocamboleschi: dopo la disfatta tedesca nella battaglia delle Falkland, si finse un commerciante cileno, fu arrestato e internato in un campo di prigionia, evase, raggiunse l’Argentina attraversando le Ande, si procurò una falsa identità e tornò in Germania.

Di lì a poco gli fu chiesto di organizzare una rete di spionaggio nelle città di mare della Spagna e l’assistenza ai sommergibili tedeschi. Canaris iniziò così la sua attività di agente segreto.

Nella foto sotto, ufficiali e impiegati della "Marinestation der Ostsee" nel 1923. Canaris è in piedi nell'ultima fila a sinistra. La "Marinestation der Ostsee" (stazione navale del Mar Baltico) era un comando sia della Marina imperiale tedesca, sia della Reichsmarine che fungeva da comando a terra per le unità navali tedesche operanti principalmente nel Mar Baltico.

2. A capo dei servizi segreti

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Al termine della Grande Guerra, Canaris proseguì la sua carriera militare e nel 1930 fu promosso Capitano di vascello e Capo di Stato Maggiore del Comando del Mare del Nord, con residenza a Wilhelmshaven (quindi lontano da Berlino).

Fu allora che Paul von Hindenburg nominò Adolf Hitler cancelliere del Reich. Canaris, uomo d’ordine avverso a ogni ideologia di sinistra, vide inizialmente di buon occhio il partito nazionalsocialista, che appoggiò senza diventarne membro; lo considerava un movimento patriottico, che avrebbe posto fine alla lotta di classe e restituito serenità al Paese.

Nel 1935 fu nominato capo dell’Abwehr con la promozione al grado di ammiraglio. Sotto la sua direzione, l’Abwehr si organizzò in modo più efficace e crebbe d’importanza, sganciandosi dal controllo delle agenzie rivali, la SD (il servizio segreto delle SS) di Heinrich Himmler e la Gestapo di Reinhard Heydrich.

Nella foto sotto, Canaris (a sinistra) al funerale del Kaiser Guglielmo II a Doorn, Paesi Bassi, il 9 giugno 1941.

L’attività segreta consisteva nella raccolta di informazioni, nei Paesi amici e nemici, sulle forze armate, sulla situazione politica, sull’economia, sui trasporti e su altro ancora.

Venivano regolarmente trasmesse allo Stato Maggiore di Hitler. Canaris organizzò una valida rete di agenti segreti all’estero e fu abile nel destreggiarsi tra le continue lotte di potere interne al partito.

Himmler e Heydrich, in particolare, cercarono sempre di ostacolare il suo lavoro e di minarne la credibilità. All’Abwehr fu affidato anche il controspionaggio, cioè il compito di intercettare e contrastare le operazioni dei servizi segreti stranieri in Germania.

Braccio destro, di Canaris fu il maggiore Hans Oster, che tramerà contro Hitler. Anche altri colleghi dell’Abwehr si rivelarono nel tempo ben poco filonazisti.

Nella foto sotto, Canaris con Franz Eccard von Bentivegni, capo del dipartimento di controspionaggio e controspionaggio, in un campo d'aviazione sul fronte orientale, 1941.

3. La prima linea di resistenza e la guerra in Europa

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Nel giro di pochi anni Canaris rivide molte sue posizioni e iniziò a muoversi, più o meno segretamente, contro il regime.

Intorno a lui si creò un gruppo di opposizione del quale entrarono a far parte generali dell’esercito, ex funzionari della Gestapo, uomini di ministeri e uffici governativi, formando una prima linea di resistenza.

Il primo piano per un colpo di Stato venne messo a punto quando l’invasione della Cecoslovacchia sembrava imminente.

Canaris, Oster e gli altri congiurati contavano sull’intervento di Francia e Inghilterra e sulla cooperazione di buona parte dell’esercito; sognavano di togliere di mezzo Hitler e i suoi gerarchi quasi senza violenza; immaginavano processi ai criminali del regime e un nuovo governo per la Germania.

Non andò così. Agli inizi del 1939 le truppe tedesche entrarono a Praga e nulla si mosse. Nella foto sotto, Canaris con suo cognato Max Hoseit sul Mar Baltico nel 1935.

Il 1939 fu anche l’anno del patto di non aggressione con l’Unione Sovietica in Oriente e dell’invasione della Polonia. Quando, in settembre, Canaris fu inviato sul fronte polacco, vide con i suoi occhi le atrocità e i crimini di guerra delle SS: villaggi saccheggiati e incendiati, esecuzioni sommarie, stragi di uomini e bambini, violenze inaudite sulle donne.

Ne rimase sconvolto. L’ammiraglio e il suo gruppo di collaboratori si convinsero che solo ricorrendo alla violenza si poteva sperare di eliminare Hitler, la cui già fortissima posizione sarebbe diventata granitica dopo l’invasione di Norvegia e Danimarca.

Nonostante la crescente diffidenza della Gestapo, Canaris continuava a godere della piena fiducia di Hitler, che gli assegnò il compito di organizzare e addestrare la divisione Brandeburgo, un corpo militare speciale; l’ammiraglio accarezzò l’idea di usarla in funzione anti SS e vi inserì alcuni ufficiali di fiducia.

Erano troppo pochi. Prima che le truppe della Wehrmacht confluissero in Francia, attraverso i territori neutrali di Belgio e Olanda, Canaris fece anche un estremo tentativo per evitare il conflitto, coinvolgendo papa Pio XII, suo amico di lunga data.

Le richieste del governo inglese per aprire trattative di pace furono, però, così severe da far fallire anche questa missione.

Nella foto sotto, Canaris (terzo da sinistra) saluta il ministro della Difesa sudafricano Pirow, 1938

4. Tante congiure fallite

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Le cospirazioni contro il regime erano ormai continue. Il gruppo di Canaris, sempre più in crisi di coscienza, e alcuni alti gradi dell’esercito, sempre più insofferenti, ordirono il piano “azione sparsa”.

In pratica, i comandanti dei fronti orientali e occidentali avrebbero dovuto ignorare i comandi di Hitler, creando un clima di confusione generale che avrebbe successivamente permesso di costituire un nuovo governo.

Purtroppo anche questo progetto di colpo di Stato fallì per le esitazioni e i ripensamenti di molti. Dopo il disastro della battaglia di Stalingrado (tra l’estate del ’42 e il febbraio del ’43), che aveva causato spaventose perdite alle truppe tedesche, Canaris prese alcune iniziative al di fuori del suo gruppo storico.

Nella foto sotto, Canaris con la moglie Erika al castello di Lauenstein nel 1944.

Tra queste, vi fu il contatto con alcuni studenti dell’Università di Monaco che avevano messo in piedi un movimento di resistenza, il quale diffondeva clandestinamente lettere ciclostilate firmate “La Rosa Bianca” e stava prendendo piede tra i giovani esasperati.

Canaris contava molto sul loro entusiasmo, ma qualcuno tradì e la reazione della Gestapo fu atroce. Quasi tutti i giovani implicati furono arrestati, torturati, uccisi.

Questa tragedia sgomentò l’ammiraglio, ma non al punto di fermarlo. Ideò allora la cosiddetta Operazione Torcia; un pacco esplosivo in carta da regalo, spacciato per due bottiglie di cognac pregiato per Hitler, sarebbe dovuto scoppiare sul suo aereo personale.

Il sistema di detonazione non funzionò. Di lì a breve ci furono almeno altri sei attentati al Führer, che però sembrava protetto da un destino malvagio.

Nella foto sotto, Canaris (a sinistra) al ricevimento per il 50° compleanno di Hitler, 1939.





5. L’ultimo complotto e la fine

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All’inizio del ’44 la posizione di Canaris era ormai definitivamente compromessa.

Si era fatto giocare dal controspionaggio inglese (Operazione Cadavere) ipotizzando lo sbarco alleato in Sardegna e non in Sicilia, come invece avvenne.

Si era sbagliato sul conto dell’Italia. Sempre più agenti dell’Abwehr fuggivano all’estero. Il suo eterno rivale Himmler ebbe gioco facile quando chiese a Hitler lo scioglimento dell’agenzia e il trasferimento dei suoi incarichi alla Gestapo.

Nella foto sotto, Canaris privatamente con il suo cavallo "Motte" nel 1943.

La rete di agenti abilmente intessuta da Canaris si disfece così in pochi giorni e lui si rifugiò con la famiglia in un paesino della Baviera; qui prese contatti con il colonnello Claus von Stauffenberg e il suo gruppo.

Fu così ordito il complotto che, nelle intenzioni dei congiurati, avrebbe ucciso Hitler e portato all’occupazione militare di Berlino: la celeberrima Operazione Valchiria.

L’attentato era previsto per il 20 luglio 1944. Von Stauffenberg entrò nella “tana del lupo”, a Rastenburg, per una riunione, portando con sé una borsa nella quale c’era un chilo di esplosivo inglese (procurato da Canaris); poi, con la scusa di una telefonata urgente azionò il dispositivo e uscì dalla sala.

Alle 12,42 la bomba esplose ma, per vari motivi, Hitler se la cavò con solo qualche bruciacchiatura. Ovviamente fu subito sospettato l’unico assente, che fece l’errore di telefonare a Canaris, a casa in attesa di notizie, comunicandogli la morte del dittatore; sapendo che il suo telefono era controllato dalla Gestapo, lui chiese se erano stati i russi, ma ormai il danno era fatto.

Nella foto sotto, targa commemorativa per i combattenti della resistenza impiccati nel luogo dell'esecuzione nel campo di concentramento di Flossenbürg.

Von Stauffenberg e i suoi più stretti collaboratori furono raggiunti e uccisi dalla Gestapo. Canaris venne arrestato il 23 luglio e rinchiuso nei sotterranei della Gestapo, dove rivide il suo amico Oster e tanti altri che avevano partecipato alle cospirazioni antinaziste dal ’38 in poi.

Il 3 febbraio 1945 un’incursione aerea distrusse quasi completamente la sede della Gestapo e così Canaris fu trasferito nel lager di Flossenburg, tra la Baviera e la Boemia, dove subì a più riprese interrogatori violenti e sevizie.

Il 9 aprile fu trascinato a braccia fuori dalla sua cella, spogliato e impiccato con una corda di pianoforte, che allungava atrocemente l’agonia della morte. Pochi giorni dopo il campo fu liberato dagli americani.

Nella foto sotto, targa commemorativa nel campo di concentramento di Flossenbürg.








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