Gatti e la primavera: istruzioni per l’uso

La primavera può rivelarsi un periodo impegnativo soprattutto per chi lascia il gatto libero di uscire, perché sia che gironzoli in giardino o libero per prati, questo è uno di quei periodi dell’anno in cui dobbiamo prestare maggior attenzione al suo stato di salute con un controllo attento a ogni rientro.

Da marzo, infatti, con i primi caldi e le prime piogge copiose, i parassiti si fanno più aggressivi e gli scontri con altri gatti possono essere più frequenti a causa dei calori.

I prati in fiore, poi, sono per i nostri gatti un’attrattiva irresistibile in cui passare qualche ora in relax sotto i caldi raggi del primo sole, ma sono anche habitat ideale di pulci e zecche, ma anche di insetti pericolosi e perfino di piante che potrebbero scatenare allergie aggressive, oppure territorio incontrastato di qualche gatto in attesa di una micina in calore da conquistare.

La primavera porta con sé le giornate più lunghe, i primi pomeriggi tiepidi, la voglia di uscire. Anche per i gatti!

Ecco, quindi, che questa gradevole stagione, esattamente come l’inverno, può causare alcuni cambiamenti nel comportamento del nostro micio e nasconde alcuni pericoli. Scopriamo quali sono!

1. LE ALLERGIE E I VELENI

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- LE ALLERGIE
Esattamente come per noi umani, il problema delle allergie può essere particolarmente stressante per i gatti, soprattutto perché non è sempre facile capire se e come si stanno manifestando sull'animale.
Starnuti frequenti, tosse continua e regolare grattate prolungate sempre nello stesso punto sono un buon campanello d'allarme, ma anche scatti improvvisi accompagnati da piccole morsicature compulsive del pelo e della cute vanno tenuti d’occhio, cosi come l'eccessiva lacrimazione degli occhi o improvvise opacizzazioni del pelo.


 

- I VELENI
I sintomi di possibili allergie fin qui descritti, tuttavia, non devono per forza ricondursi all’azione fastidiosa di qualche pianta o polline, ma anche a sostanze velenose che in questo periodo dell'anno (con il fiorire di molte piante presenti nei nostri giardini), spargiamo su foglie e fiori oppure immettiamo nell’aria in quantità.
Bisogna anche prestare particolarmente attenzione a non scambiare malesseri, anche superficiali, per allergie o malumori stagionali perché in questo particolare periodo dell’anno si fanno più frequenti anche gli avvelenamenti a causa della dispersione dell’ambiente di diserbanti e fertilizzanti per giardini.
I gatti possono entrarci in contatto molto facilmente, bevendo dell’acqua avvelenata nel fondo di un vaso, dormendo in prati appena fertilizzati oppure attraverso le loro delicatissime mucose.
I sintomi da avvelenamento possono essere tanti, dal vomito continuo al respiro affannoso, da uno stato completamente inerte, nei casi più gravi, a un progressivo intorpidimento degli arti.
In questi casi è bene portare subito l’animale dal veterinario prima che l’eventuale veleno entri in circolo causando danni più gravi.
È bene non operare nessun rimedio casalingo, come la diffusissima credenza che il veleno possa essere contrastato dal latte o altre dicerie popolari che potrebbero addirittura peggiorare la situazione.

2. LA MUTA E IL CALORE

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- LA MUTA
In primavera si fa poi ancora più acuto il problema del cambio del pelo poiché il gatto abbandona il sottopelo lanoso che lo ha protetto dai freddi invernali.
Che abbia il pelo corto o lungo non conta, questo incubo va gestito e c’è un solo modo per cercare di aiutare micio a disfarsi della lana invernale senza ritrovare giacche e poltrone piene di peli: spazzolare.
Una passata quotidiana di spazzola e pettine servirà a togliere il pelo morto, così come un paio di passate con un panno umido una volta finita la sessione di spazzolamento servirà a togliere il pelo rimasto in superficie.
Tutto ciò ci aiuterà anche a rendere meno frequenti le emissioni di boli di pelo morto in giro per casa con conseguenziale sporcatura dei pavimenti o, peggio, di capi di vestiario o tappezzerie.

 

- IL CALORE
La stagione degli amori, coi primi caldi, porta non pochi problemi ai gatti non sterilizzati.
Le gatte avranno i primi calori dell’anno e i gatti maschi cominceranno a voler uscire per seguire le piste odorose lasciate dalle micine in calore del quartiere.
Se non abbiamo intenzione di far sterilizzare i nostri gatti dovremo per forza porre la massima attenzione per evitare che Micia torni con un regalino inaspettato di otto micini che nasceranno in estate oppure che Micio torni con qualche grave ferita procurata da qualche gatto più forte con il quale si è conteso i favori di qualche femmina.
Non sarà facile stare chiusi in casa con una gatta che miagola di continuo e diventa appiccicosissima o con un maschio che sembrerà un leone in gabbia, ma se non disponiamo di un giardino con muri invalicabili è meglio armarsi di tanta pazienza.

È bene quindi affrontare il problema da subito: sterilizzare o non sterilizzare? Inutile stigmatizzare il dilemma: se non vogliamo cucciolate indesiderate l’unica via d’uscita è la sterilizzazione della gatta.
Non solo, anche se la nostra micia vive chiusa in casa, al terzo piano di un condominio senza giardino, il calore arriverà lo stesso e non poterlo sfogare alla lunga potrebbe causare problemi. Non nascondetevi quindi dietro a un dito e affrontate la questione in modo responsabile: meglio sottoporre la gatta al piccolo disagio di un intervento da nulla, oppure lasciarla tutta la vita in un inappagamento sessuale che di naturale non ha nulla e che addirittura potrebbe causarle qualche problema di salute? Inutile, costoso e dannoso sarà ricorrere a calmanti e pillole. Il vostro veterinario sarà in grado di indicarvi la strada giusta.

3. LE PULCI

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La primavera è il periodo dell’anno in cui le pulci, a causa dell’improvviso alzamento delle temperature, si fanno più numerose e aggressive.

Va, tuttavia, detto che il clima dei nostri appartamenti fornisce loro un habitat sempre adatto alla sopravvivenza e alla proliferazione.

E, teniamo presente che ogni pulce femmina può deporre circa 2000 uova nell’arco della sua brevissima esistenza (meno di un mese) non si fa certo fatica a immaginare quanto un’infestazione sia molto probabile.

Ma, le pulci, cosa sono esattamente? Ci troviamo di fronte a un essere infido e piccolissimo che si nutre del sangue del suo ignaro ospite, deponendo in media 20-30 uova al giorno.

Decine di piccole incubatrici che cadono dal mantello del gatto e, se trovano le giuste condizioni di temperatura e umidità, in pochi giorni si schiudono dando vita a larve che rifuggono la luce nascondendosi negli interstizi del pavimento, nelle pieghe della cuccia, tra i fili dei tappeti e della moquette, nutrendosi di detriti organici.

La larva produce poi un bozzolo, come quello di un baco da seta in miniatura, dentro il quale, ben protetta, compie la metamorfosi.

Questo stadio può durare da pochi giorni ad alcuni mesi, in relazione alle condizioni ambientali, ma quando termina la nuova pulce è pronta a saltare sul primo gatto o cane che le passa vicino.

Quando si parla di pulci il pensiero corre subito al prurito, ma questi piccoli parassiti possono causare perfino seri problemi di anemia nei cuccioli o nei soggetti in cattivo stato di nutrizione.

Inoltre, va ricordato che alcuni gatti sviluppano ipersensibilità nei confronti della loro saliva: in questi casi la presenza di pochi parassiti basta a scatenare gravi dermatiti, che si manifestano con prurito intenso, perdita del pelo e formazioni di croste in varie parti del corpo.

Non solo, la pulce può anche essere veicolo di una tenia molto diffusa, il Dipylidium caninum, verme piatto lungo 25-80 cm e largo 3-5mm che si localizza nell’intestino tenue.

Le proglottidi (parti mature del verme) sono in grado di fuoriuscire spontaneamente dall’ano e spesso si ritrovano secche, simili a chicchi di riso, tra i peli del sottocoda. Questo parassita colpisce anche il cane e, seppur raramente, l’uomo.

Per finire, la pulce, insieme alla saliva del gatto che morde e graffia l’uomo, è anche responsabile della cosiddetta “malattia da graffio di gatto”, causata quasi sempre dal Bartonella henselae, microrganismo che nel felino non provoca sintomi particolari, ma che nell’umano è invece responsabile di lesioni limitate al luogo di inoculazione e ai linfonodi circostanti, ma che possono essere molto gravi, interessando altri organi, soprattutto in persone con sistema immunitario depresso.

4. LE ZECCHE E GLI SBALZI DI TEMPERATURA

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- LE ZECCHE
Anche le zecche, approfittando dell’alternanza caldo/ pioggia nella tarda primavera, proliferano. Le zecche, come le pulci, si nutrono del sangue degli animali ma sono più grosse e visibili a occhio nudo.
È difficile che si attacchino al gatto, ma per quei soggetti liberi di muoversi in prati e boschi o che stanno a contatto con cani liberi di uscire il rischio è comunque da non sottovalutare.
Quando si attaccano alla pelle del loro ospite per succhiare il sangue di cui si nutrono, le zecche affondano nella pelle il loro rostro e incominciano a immagazzinare nutrimento raggiungendo anche una dimensione 200 volte maggiore a quella originaria.
A parte i problemi di anemia legati alla perdita di sangue, soprattutto in casi di vera e propria infestazione, le zecche possono essere portatrici di patologie serie come la cosiddetta malattia di Lyme o Borrelliosi (infezione batterica che colpisce le articolazioni, il sistema nervoso, gli organi interni e la pelle).

 

- GLI SBALZI DI TEMPERATURA
Gli sbalzi di temperatura sono da temere esattamente quanto i veleni. Può sembrare strano che un gatto, protetto dal pelo, possa soffrire di raffreddamenti ma in realtà si tratta di casi assai frequenti.
Ciò si manifesta soprattutto perché, contrariamente a quanto succederebbe se vivesse in natura, il gatto, passando dalla casa all’esterno, ossia da un ambiente artificialmente surriscaldato a uno freddo e umido, sottopone il suo fisico, e soprattutto le mucose, a uno stress innaturale.
È chiaro che non possiamo impedire al gatto di uscire ma forse in questo particolare momento è bene prestare particolare attenzione a naso e occhi, per cercare di capire se ci sono arrossamenti anomali o gocciolamenti che possano denunciare affezioni in corso: è oltretutto un buon sistema anche per capire se l'animale è entrato in contatto con sostanze urticanti o irritanti.





5. COME COMBATTERE PULCI E ZECCHE

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Il modo migliore per difendersi da pulci e zecche è pianificare un costante piano di prevenzione che preveda l'utilizzo di antiparassitari comunemente reperibili in commercio.

Oggi ce ne sono di vari tipi, dai collarini agli spray, fino alle gocce da applicare tra le scapole. Facciamoci consigliare dal nostro veterinario per capire quello più efficace nel nostro caso.

È sbagliato pensare che se il nostro gatto non esce di casa è completamente al sicuro da pulci e zecche: basta davvero poco per portarle in casa, sul pianerottolo o sul nostro balcone.

Per verificare se in nostro gatto ha le pulci basta pettinarlo contropelo e guardare se tra il pelo sollevato ci sono dei piccoli puntini bruni (le pulci) o neri (le feci delle pulci).

Le zecche invece sono di più facile individuazione: basta passare una mano sul pelo, vicino alla cute, e sentire se sono presenti dei piccoli bozzi duri.

Da tenere presente che se il gatto è infestato di pulci, dopo averlo liberato dal fastidioso inconveniente, dovremo procedere anche alla disinfestazione dalla casa: passare divani, tappeti e moquette con un getto di vapore e poi con spray antiparassitari è l'ideale.

Oggi sono anche disponibili prodotti che, oltre a sterminare i parassiti presenti sull'animale, agiscono con efficacia anche su quelli presenti nell'ambiente circostante.








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