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5 fatti accaduti a cui è difficile credere

Il fascino che il mistero esercita sulla mente umana è stato il motivo dell'estensione della nostra conoscenza del mondo che ci circonda e dello sviluppo della scienza moderna.

Il nostro incessante desiderio di risolvere i misteri dello spazio ci ha spinto verso l'esplorazione del nostro sistema solare, delle stelle e dei pianeti del nostro e poi degli altri universi. Nel corso degli ultimi cinquecento anni abbiamo pressoché esaurito la nostra esplorazione geografica del nostro pianeta.

In un mondo di computer, robot, missili, viaggi spaziali, ingegneria genetica e di primi passi verso la creazione artificiale della vita, ci si chiede se rimangano ancora molti misteri da chiarire, oppure se, considerando i pericoli dell'era atomica e lo sviluppo della guerra su basi scientifiche, ci rimarrà tempo per scoprire nuovi segreti dell'universo… prima che l'umanità rimanga distrutta.

Ma certamente molti dubbi rimangono avvolti dal mistero. Ancora oggi i misteri dello spazio, del tempo, della coincidenza, delle manifestazioni paranormali e delle eccezioni alle leggi naturali rimangono elusivi.

Oggi vedremo proprio 5 di questi fatti misteriosi accaduti a cui è difficile credere e dove nessuno scienziato  riuscì a dare una spiegazione credibile, approfondita, completa e soddisfacente. Vediamoli insieme.

1. Il ritorno di un assassinato

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Il 13 febbraio 1936, sotto il ponte che divide la località di Siano da Catanzaro in Calabria (nella foto accanto), fu ritrovato il corpo senza vita del diciannovenne Giuseppe Verardi.  

La polizia concluse presto le indagini formulando l'ipotesi del suicidio. Tale decisione fu accolta da diffidenza,  perplessità e riluttanza dai familiari e conoscenti del ragazzo, risultando fortemente inverosimile che una caduta di pochi metri avesse potuto cagionare l'entità spropositata delle ferite riportate dallo sfortunato ragazzo.

Ma improvvisamente 3 anni dopo, e mentre questo triste fatto di cronaca costituiva un brutto ricordo dimenticato da tutti, un fatto strano ed inaspettato stava per sconvolgere nuovamente la piccola comunità del paese calabrese.

Al centro del nuovo dramma, la diciassettenne Maria Talarico, che non aveva mai incontrato o conosciuto Giuseppe o qualche membro della sua famiglia. Le cose sono andate esattamente così: il 5 gennaio 1939  Maria stava camminando con la nonna sul famoso ponte, quando fu colpita all'improvviso da una specie di strano incantesimo che la costrinse, come per magia, ad inginocchiarsi, farneticando fino al delirio.

Con l'aiuto di alcuni passanti, la nonna riuscì a riportarla in casa. Ma con grande stupore e incredulità, i familiari della ragazza, quando si riebbe dalla crisi, constatarono che essa non era più Maria. In particolare, con una voce non sua e tipicamente maschile, sosteneva di essere Giuseppe Verardi.

Quella sera sembrava posseduta dallo spirito insofferente e agitato di Giuseppe che l'ha costrinse a bere una considerevole quantità di vino (nonostante Maria fosse astemia) e giocare a carte, azioni che Giuseppe aveva realmente compiuto quella sera che morì. Successivamente riprodusse fedelmente la scena di una zuffa con gli uomini con cui aveva giocato a carte, zuffa che presumibilmente era avvenuta sul ponte, descrivendo fatti e avvenimenti che solo il ragazzo poteva conoscere..

Il giorno dopo la mamma del ragazzo, incuriosita dalle voci che circolavano nel paese, andò a trovare Maria a casa sua, la quale la riconobbe subito nonostante non l'avesse mai vista in vita sua, dicendole che non di suicidio si trattava bensì di assassinio. Descrisse con stupefacente precisione i traumi e le ferite inflitte e localizzate sul cadavere del figlio, facendo persino i nomi degli autori del delitto.

Le autorità giudiziarie non hanno potuto intervenire, perché le affermazioni non  costituiscono prove dell’omicidio. Poi, inaspettatamente, riprese conoscenza senza ricordarsi minimamente di quanto fosse accaduto.

Di questo strano fenomeno esoterico e soprannaturale  si è ampiamente occupata la stampa nel 1939. Persino Ernesto Bozzano, il più autorevole ricercatore italiano di allora nel campo di parapsicologia, telepatia e spiritismo, studiò il caso e nel 1940 pubblicò uno studio analitico e circostanziato su questo bizzarro evento.

Ancora oggi il ponte è teatro di avvenimenti paranormali. Sembra che sulla strada si aggirino spettri che in qualche occasione si rendono visibili, almeno a detta dei passanti. Il viadotto soprannominato "ponte maledetto" è meta di molti aspiranti suicidi che, spinti da motivi sconosciuti, scelgono di gettarsi nel vuoto.

2. Incontro ravvicinato a Portorico

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Intorno alle 8.30 di una tranquilla sera del 12 luglio 1977, il quarantaduenne Adrián de Olmos Ordóñez stava riposando sulla veranda della sua casa a Quebradillas, Portorico, quando vide qualcosa strisciare sotto il recinto di filo spinato di una vicina fattoria.

Nell'ultima luce del crepuscolo de Olmos poté vedere soltanto che era una figura piccola, apparentemente un bambino. Ma uno sguardo più approfondito rivelò che non si trattava affatto di un bambino. La creatura indossava una veste verde a palloncino e un elmo metallico sormontato da un'antenna «con una luce splendente o una fiamma all'estremità».

De Olmos gridò a sua figlia Irasema di portargli carta e matita per poter fare uno schizzo della creatura mentre la osservava. Avrebbe poi spiegato all'ufologo portoricano Sebastián Robiou Lamarche: «Le ho detto di accendere la luce del soggiorno, ma lei si è sbagliata e ha acceso invece la luce della veranda esterna, e così la creatura si è spaventata ed è fuggita.

Nello stesso istante in cui si è accesa la luce nella veranda, ho visto quell'essere tornare indietro di corsa verso la recinzione. È passato sotto il filo spinato e poi si è fermato, ha portato le mani sulla parte anteriore della sua cintura e poi un affare che aveva sulla schiena, una specie di zaino, si è illuminato e ha emesso un rumore come quello di un trapano elettrico.

Poi si e sollevato in aria e si è diretto verso gli alberi». A questo punto la figlia, la moglie e i due figli del testimone uscirono dalla casa e videro le luci che si spostavano da un albero all'altro, abbassandosi a tratti, per qualche istante, fino al livello del suolo. Frattanto un gruppo di vicini si unirono a loro e assistettero anch'essi allo strano spettacolo.

Alla fine un secondo gruppo di luci, probabilmente emesse da un altro umanoide, si aggiunse al primo: forse, pensò de Olmos, per aiutare il suo compagno perché «l'apparato sulla schiena della creatura non funzionava a dovere».

Le luci non tardarono a scomparire, lasciandosi dietro soltanto un capannello di persone spaventatissime che corse subito ad avvertire la polizia. Un'ampia indagine fu condotta dagli agenti, nonché da Robiou Lamarche, che scrisse in seguito sulla rivista inglese Flying Saucer Review: «Nel corso delle nostre ricerche abbiamo accertato che il signor Adrián de Olmos è una persona seria, rispettata e lavoratrice, tenuta in alta considerazione da tutti i suoi vicini. È un uomo d'affari, responsabile della distribuzione di mangime per il bestiame in tutta la parte nord occidentale dell'isola. In precedenza non aveva mai provato il minimo interesse per il fenomeno degli UFO, o per
qualsiasi argomento a esso connesso. Ma ci ha detto: "Adesso io credo a queste cose
"».

3. Due spettri sulla scala

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Il Museo Nazionale Marittimo, che si trova nella città inglese di Greenwich, è meta ogni anno di migliaia di visitatori. Molti di loro vi scattano foto ricordo.

Il reverendo R.W. Hardy, durante una sua visita al museo con la moglie, nel 1966, pose mano anche lui alla sua macchina fotografica e cercò di fotografare uno dei pezzi più popolari, la Scala dei Tulipani, che fu costruita per la regina Anna di Danimarca.

Aspettò che gli altri membri del gruppo fossero saliti al piano superiore in modo da poter avere una netta inquadratura della balaustra della scala coi suoi motivi ornamentali in ferro battuto raffiguranti dei tulipani. Hardy, sua moglie e i custodi del museo dichiararono che la scala era vuota quando la foto fu scattata. Eppure, quando il pastore tornò in Canada e fece sviluppare il rullino, una delle foto mostrò due figure sulla scala.

Velate di bianco, esse chiaramente non erano esseri umani, ma piuttosto apparizioni fantasmatiche. Entrambe sembravano essere state colte dall'obiettivo nell'atto di salire la scala, con una mano sulla balaustra, senza avvedersi della presenza del fotografo. Sulla mano di una di loro era distinguibile un grosso anello.

Il reverendo Hardy non credeva negli spettri, ma in cerca di una spiegazione, si mise alla fine in contatto col London Ghost Club, un circolo che si occupa appunto di fantasmi e fece loro esaminare i negativi Kodak. I tecnici assodarono che le pellicole non erano state in nessun modo manipolate. I membri del gruppo interrogarono inoltre a fondo gli Hardy e giunsero alla conclusione che erano onesti e non stavano cercando assolutamente di perpetrare una frode o una burla.

Il Ghost Club, nel desiderio di far luce sullo strano fatto, organizzò poco dopo degli appostamenti notturni nel museo con l'impiego di macchine fotografiche, sensori elettronici, rilevatori termici e apparecchiature per la misurazione dei venti e delle condizioni atmosferiche.

Coloro che parteciparono all'indagine non tardarono a registrare una quantità di strani rumori, che identificarono come di passi e di pianto, ma non ottennero immagini su pellicola. Le apparizioni, concluse il Club, erano spettri che apparivano solo durante il giorno: non era possibile determinare, aggiunse, l’identità delle due figure della foto.

4. Il mokele-mbembe

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La maggior parte degli scienziati sostengono che i dinosauri si sono estinti da milioni di anni. Ma le popolazioni del Camerun, nell'Africa occidentale, riferiscono costantemente degli avvistamenti di un enorme quadrupede che somiglia in tutto e per tutto al brontosauro.

In effetti, quando vengono mostrati agli indigeni dei disegni di un brontosauro, essi gli danno invariabilmente un nome, mokele-mbembe. I primi rapporti autenticati sui mokele-mbembe furono raccolti dal capitano Freiherr von Stein zu Lausnitz nel 1913.

Stando al suo studio, l'animale, dalle dimensioni di un elefante, era grigio-brunastro, con pelle liscia e un lungo collo flessibile. Si diceva che questo mostro vivesse in caverne sotterranee inondate dalle acque del fiume, e che qualsiasi canoa osasse avvicinarglisi era condannata. Almeno una volta però, a quanto si afferma, un gruppo di pigmei uccise uno di questi esemplari e banchettò con la sua carcassa.

Le conseguenze furono tragiche perché i commensali si ammalarono e morirono. In anni recenti, occidentali come il biologo Roy Mackal, dell’Università di Chicago, hanno organizzato quattro spedizioni che hanno raggiunto i laghi e i fiumi relativamente isolati del Camerun alla ricerca dell'elusivo bestione.

Anche se non ne è stato catturato neppure un esemplare, animali non identificati che assomigliano a quelli descritti dagli indigeni sono stati visti, fotografati e anche ripresi da telecamere. Purtroppo, la situazione politica locale e le asperità del terreno sono ben poco favorevoli a esplorazioni-lampo.

La maggior parte degli osservatori occidentali concordano nell'affermare che se un dinosauro volesse davvero rimaner nascosto, non avrebbe potuto scegliere un ambiente migliore. Ma forse, un giorno non lontano, questi impedimenti verranno superati e il mondo, in un modo o nell'altro, saprà di ospitare un sopravvissuto del suo fantasticamente remoto passato.



5. Gli strizzanuvole di Reich contro gli UFO

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La carriera di Wilhelm Reich (nella foto accanto), uno dei pionieri della psicanalisi, fu talmente compromessa dalle polemiche che il suo lavoro più controverso, la sua battaglia contro gli UFO invasori, è passato quasi inosservato.

Nato in Austria nel 1897, Reich diede presto prova di un originale talento rivolto alla psicologia umana, e diventò un seguace di Freud quando ancora frequentava l'università.

Avrebbe forse potuto succedere al suo maestro come massimo esponente della psicanalisi se non si fosse mostrato più freudiano dello stesso Freud, per così dire, con la sua insistenza sulla teoria che il libero flusso dell’energia libidica, ovvero la non inibizione dell'orgasmo, era un segno indubbio di salute fisica e mentale.

Questa filosofia procurò prontamente al suo autore l'espulsione dell'Associazione Psichiatrica Internazionale nonché dal Partito comunista, costituitosi da poco. Reich andò a vivere in Scandinavia, dove sostenne di aver scoperto il «bione», una microscopica cellula azzurra che era la fondamentale unità di costruzione di tutta la materia vivente, e l'«orgone» l'energia organizzativa della vita stessa.

In seguito cacciato dalla Scandinavia, Reich si stabili alla fine in una tenuta del Maine che battezzò Orgonon in onore della sua scoperta. Da qui mosse guerra agli UFO (Unidentified Flying Object o Unknown Flying Object, ovvero oggetto volante non identificato) col suo «strizzanuvole», un marchingegno con la funzione di estrarre l’energia orgonica negativa dalle nuvole.

Reich si convinse che gli UFO fossero forme di vita interplanetarie che spiavano il suo lavoro, e che inoltre fossero accumulatori di quello che chiamava «orgone mortale» che provocava la desertificazione del pianeta. Si chiedeva che cosa sarebbe accaduto quando avesse puntato i tubi cavi dei suoi «strizzanuvole» contro gli UFO.

La risposta venne la sera del 10 ottobre 1954, quando una serie di UFO rossi e gialli (degli UFO benefici, secondo Reich, avrebbero dovuto essere azzurri) conversero su Orgonon. A suo dire, quando puntò gli strizzanuvole contro le luci, esse scemarono d'intensità e fuggirono.

Descrivendo nel suo diario l'esperimento, a cui assistettero parecchi collaboratori, Reich notò: «Questa notte, per la prima volta nella storia dell'uomo, alla guerra condotta dallo spazio contro la nostra terra... è stato opposto un contrattacco... che ha avuto risultati positivi».

Ma Reich non visse fino ad assistere alla vittoria. Morì nel novembre del 1957, rinchiuso in un penitenziario federale per essersi rifiutato di far cessare la vendita di «camere orgoniche» che secondo lui potevano curare il cancro.






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