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5 grandi esploratori dimenticati

Quando parliamo di esploratori, i nomi più famosi che automaticamente e senza il minimo sforzo ci vengono in mente, sono quelli di Ferdinando Magellano, Marco Polo, Cristoforo Colombo, Amerigo Vespucci, ecc. A volte, però,  essere il meglio non basta per diventare famosi.

La memoria storica, spesso, può essere ingiusta e volubile, ed è per questo motivo che oggi abbiamo deciso di rendere giustizia storica a 5 grandissimi esploratori meno noti alla gente comune, ma ugualmente uomini geniali, tenaci, coraggiosi, avventurosi, unici, mossi dalla sete di sapere, ma soprattutto uomini tra i più valorosi navigatori d'ogni tempo. Vediamoli insieme.

1. Harkhuf (2280 a.C. circa)

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Harkhuf era un governatore dell'Alto Egitto vissuto circa nel 23° secolo a.C. Il suo nome talvolta viene scritto come Herkhuf o Hirkhuf. Tutto ciò che si sa della vita del nobile Harkhuf, viene dalle iscrizioni autobiografiche rinvenute sulle pareti della sua tomba a Qubbet el-Hawa, sulla riva occidentale del Nilo ad Assuan, nei pressi della prima cataratta del Nilo. Sulla sua tomba, fece inoltre incidere, il resoconto delle spedizioni da lui compiute e il testo di una lettera inviatagli dal suo sovrano.

Fu nominato governatore e sorvegliante della parte meridionale dell'Alto Egitto, durante il regno del faraone Merenre, terzo re della sesta dinastia. La sua attività principale era quella di svolgere scambi commerciali con la Nubia,  intrecciare  legami politici con i capi locali e di preparare il terreno per l'espansione egizia in Nubia. Ha condotto almeno quattro grandi spedizioni nel corso della sua vita. Nella sua ultima spedizione, la quarta, risulta che portò con sé un "nano danzante", a quanto pare un pigmeo, che donò al suo faraone insieme a tanti altri doni.

Questo particolare si evince leggendo la lettera reale di ringraziamento che il giovane faraone Pepi II mandò a Harkhuf, il quale riprodusse integralmente  sulla facciata della propria tomba. In questo modo si è custodita e conservata l'unica lettera  completa scritta da un faraone dell'Antico Regno.

Harkhuf ha viaggiato fra il 2.250 e il 2.200 a.C. a notevoli distanze per la sua epoca, prima per conto del faraone Merenra (2255-2246 a.C.)e poi del successore Pepi II (2247-2284), arrivando ad esplorare una terra chiamata Iyam, che probabilmente corrisponde alla fertile pianura che si apre a sud dell'attuale Khartoum, alla confluenza tra il Nilo Bianco e quello Azzurro e spingendosi fino alle ignote regioni della Nubia sudanese per cercare nuovi itinerari commerciali. Viene considerato il primo esploratore della storia.

2. Annone (633 a.C. – 530 a.C.)

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Negli annali dei grandi esploratori, c'è un nome che viene spesso trascurato, quello di Annone il navigatore, esploratore e colonizzatore fenicio cartaginese. Né un greco né romano, ma un uomo libero di Cartagine e forse uno dei più grandi navigatori che il mondo abbia mai conosciuto.

Per lunghi secoli l’orizzonte geografico degli Europei si era limitato alle terre bagnate dal mediterraneo. Le colonne d’Ercole o stretto di Gibilterra avevano a lungo segnato un confine. Annone partì dalla città di Cartagine con 60 navi e 30.000 coloni (tra uomini e donne), e fece rotta verso occidente, riuscendo a superare (forse per primo ) le "colonne di Ercole" (lo stretto di Gibilterra). Navigò lungo la costa dell’attuale Marocco, dove fondò numerose colonie ( Thumiaterion ecc.) e lasciò uomini e navi. Proseguì con due navi fino alla foce del fiume Senegal, popolato da coccodrilli ed ippopotami, e lo risalì.

Riprese il mare superando Capo Verde e arrivò alla foce del fiume Gambia. Scoprì anche la foce del fiume Geba davanti alla quale ha individuato per primo le isole Bijagos, abitate da popolazioni indigene che nella notte accendevano grandi fuochi e suonavano tamburi impressionando i Fenici che ripresero subito il mare nel timore di essere attaccati ed uccisi. Fonti dell'epoca narrano che Annone assistette all’eruzione del vulcano Kakulima, che chiamò il Carro degli Dei.

Descrisse abitanti "interamente coperti di capelli" (probabilmente scimpanzè) e nella baia di Sherboro fece catturare un gorilla. Quando la spedizione giunse nel Golfo di Guinea, si trovò senza scorte e fu costretta a tornare indietro. Ma questo viaggio di Annone restò un caso isolato. Non fi mai ripetuto, e le colonie si rivelarono effimere. Anche per questo motivo non è rimasta nessuna prova archeologica di tale impresa. 

Nel suo lungo viaggio verso le coste africane annottò anche una cosa curiosa per il suo tempo e che, successivamente, tutti i più famosi filosofi ed astronomi greci contestarono fortemente. Ha notato e descritto per primo che, in quelle terre lontane " il sole brillasse in direzione nord". Non poteva sapere (si scoprirà molti secoli dopo) che, effettivamente, il sole nell'emisfero sud del pianeta brilla in direzione nord a causa dell'inclinazione dell'asse terrestre.

3. Pitea (circa 380 a.C. – circa 310 a.C.)

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Pitea è stato un navigatore e geografo greco nato nella colonia greca di Massalia  (l'odierna Marsiglia).  Visse nello stesso periodo storico di Alessandro Magno e di Aristotele ed è famoso per il suo viaggio, iniziato a Marsiglia e concluso con la scoperta delle isole britanniche, dell’isola di Tule e del Mar Baltico. Scrisse anche due libri, “L’oceano” e “Viaggio attorno alla terra”, dove descrisse dettagliatamente i resoconti del suo viaggio,  ma che, purtroppo,  sparirono per uno degli incendi che distrussero la biblioteca di Alessandria d’Egitto dove erano conservati.

In un’opera di Ipparco, oggi perduta, erano riportate queste osservazioni di Pitea, fortunatamente salvate da Strabone: “a 6300 stadi da Marsiglia, durante le giornate invernali, il sole non si leva che a 6 cubiti e a 9100 stadi da Marsiglia soltanto a 4 cubiti, a meno di 3 cubiti nelle regioni al di là”. Il primo punto, con il sole a 12° al di sopra dell’orizzonte, corrisponde alla Penisola dello Jutland, a 54° di latitudine. Il secondo punto, con il sole a 8° al di sopra dell’orizzonte, corrisponde al nord della Gran Bretagna, a 58° di latitudine. Il terzo punto corrisponde alle Isole Shetland, a 60° 5’ di latitudine". 

Pitea è stato il primo greco che ha potuto raggiungere in 6 giorni di navigazione l’Islanda, dall’estremità nord della Gran Bretagna, rendendosi il primo esploratore polare della storia. E' stato il primo a descrivere dettagliatamente lo spettacolare avvenimento "del sole che non tramonta mai", controllando che alla latitudine di 66° 5’ nord il sole d’estate non tramonta. 

E non solo. Ha rivoluzionato l'ora dandole la sua misura moderna di 1/24 di giornata. Prima di lui, sia i greci che i babilonesi, dividevano in 12 ore il giorno e in 12 ore la notte e quindi d'inverno avevano delle ore diurne più corte e delle ore notturne lunghe, mentre d’estate succedeva il contrario. Pitea ha anche citato per primo la celebre ambra del Mar Baltico, che nell’antichità era cosi preziosa che con un piccolo pezzetto si poteva comprare uno schiavo.

4. Abu Abdullah Ibn Battuta (1304 - 1368 o 1369)

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Abu Abdullah Ibn Battuta (Abu Abdullah, figlio di Battuta) nacque a Tangeri, Marocco nell'anno 1304 e fu un instancabile berbero esploratore e geografo. Egli è conosciuto per i suoi numerosi viaggi effettuati in un periodo che dura 30 anni circa, dove visitò gran parte del mondo islamico conosciuto ai tempi, così come anche molte terre non musulmane. Ibn Battuta è considerato uno dei più grandi viaggiatori di tutti i tempi e il più grande viaggiatore arabo del medioevo.

Da giovane ha studiato legge e nel 1325, come ogni pio musulmano, ha lasciato la sua terra per compiere un pellegrinaggio a  Mecca, la città santa, e a Medina nella penisola Arabica per raggiungere la tomba del profeta Maometto. All’epoca era un ventenne appartenente a una famiglia di notabili e giuristi. Ma il giovane viaggiatore non si era limitato a rendere omaggio ai luoghi santi dell’Islam. Aveva intrapreso una spedizione per il mondo musulmano conosciuto che sarebbe durata ventotto anni.

In particolare ha percorso territori (attraverso l'equivalente di 44 paesi moderni) come il Nord Africa, il Corno d'Africa ( Eritrea, Etiopia, Gibuti e Somalia), l'Africa occidentale e orientale, il Medio Oriente, l'Asia meridionale, l'Asia centrale, il sud-est asiatico e la Cina in Oriente, una distanza che supera di tre volte gli spazi visitati dal suo quasi contemporaneo Marco Polo. Non a caso, infatti, viene conosciuto come il  Marco Polo d’Oriente. 

Abu Abdullah Ibn Battuta è anche famoso per aver scritto nel 1355, su commissione del sultano Marocchino Abu Inan Faris, il libro Rihlah (Viaggi), dove ha ritratto dettagliatamente tutti i principi, i mercanti, gli studiosi e i religiosi musulmani con cui venne in contatto nei 120.000 miglia percorsi tra il 1325 e il 1355.



5. Juan Sebastián de Elcano (1486/1487 – 1526)

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Juan Sebastián de Elcano fu un esploratore spagnolo e nostromo della Concepción, una delle navi facenti parte della spedizione originale di Magellano. Dopo la morte di quest'ultimo, Elcano, al comando della Victoria (l'unica nave superstite) fece ritorno in Spagna oltrepassando le Molucche e il capo di Buona Speranza. Fu così compiuta la prima circumnavigazione del globo. 

Nacque a Guetaria in Spagna, nel 1476, figlio di Catalina del Puerto e di Juan Domingo Elcano. Nel 1509 ha partecipato alla spedizione contro Algeri, guidata dal cardinale Francisco Jiménez de Cisneros. Al suo ritorno si è stabilito a Siviglia, dove ha appreso che il navigatore portoghese Ferdinando Magellano si stava preparando per realizzare il suo grande progetto che lo porterebbe alla scoperta delle Indie Occidentali, attraverso uno stretto passaggio in Sud America e senza costeggiare il continente africano.

Così nel 1519 Elcano si arruolò come nostromo della Concepción, una delle navi facenti parte della spedizione originale di Magellano.

Il 20 settembre 1519 la spedizione salpò da Sanlúcar de Barrameda (Cadice), ed il 28 novembre 1520 Ferdinando Magellano raggiunse il passaggio che oggi è noto come lo Stretto di Magellano, raggiungendo l’Oceano Pacifico. Il viaggio si concluse con gravi perdite e la morte di Magellano nelle Filippine , nel 1521 , durante uno scontro con gli indiani.

Fece ritorno solo una nave, la Victoria nel 1522, al comando di Juan Sebastian Elcano, uno dei sopravvissuti della spedizione. Dopo aver attraversato l'oceano Indiano e navigato intorno all'Africa, Juan Sebastián de Elcano ha completato la prima circumnavigazione del globo, per arrivare al porto di partenza, Sanlucar de Barrameda , il 6 settembre del 1522. Dei 234 tra soldati e marinai che formavano l’equipaggio iniziale, infatti, soltanto 18 si salvarono. La storia del viaggio è nota grazie agli appunti dell’uomo di fiducia e cronista di Magellano, il vicentino Antonio Pigafetta. Juan Sebastián de Elcano è stato il primo europeo a circumnavigare il mondo.






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