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Cane che partorisce: 10 domande su cosa fare per gestire al meglio i cuccioli in arrivo

E’ arrivato il momento del parto della vostra cagna? Niente panico.

Esso è un evento naturale ed è bene che il proprietario intervenga il meno possibile, limitandosi ad osservare che tutto proceda bene e coccolando la partoriente.

Oggi risponderemo a 10 domande importantissime e molto ricorrenti riguardanti le fasi del parto e le cure da riservare alla neomamma e ai neonati.

I chiarimenti e l’applicazione degli utili consigli qui forniti consentiranno ai nostri lettori di gestire al meglio una cucciolata, rendendola un’esperienza positiva per sé e per il proprio animali.

 

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1. Come si fa a capire quando è arrivato il momento del parto e cosa si deve fare per aiutare la cagna durante il parto?

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- Come si fa a capire quando è arrivato il momento del parto?

La gravidanza del cane dura circa 63 giorni, ovvero 9 settimane.
Sono diversi i segnali che preannunciano il parto e che dobbiamo essere pronti a cogliere osservando la cagna gravida.
Negli ultimi 2-3 giorni di gravidanza si ha la manifestazione più evidente, cioè l’abbassamento dell’addome (visto da dietro esso assume un contorno a pera anziché tondeggiante), accompagnata dal rigonfiarsi della vulva, delle mammelle e dei capezzoli.
Il giorno precedente il parto spesso dai capezzoli inizia già a far capolino una goccia di latte (in realtà si tratta di colostro, il primo latte ricco di anticorpi).
Già 12-24 ore prima dell’inizio del travaglio la cagna a momenti si apparta nella cuccia e comincia a rovistare sul fondo, manifestando una certa inquietudine: in questa fase può rifiutare il cibo e chiedere di uscire molto spesso per urinare.
A un certo punto inizia ad accelerare il respiro e ad ansimare a bocca aperta. Quando tutti questi atteggiamenti sono presenti è iniziato il travaglio.
La rottura delle membrane delle sacche fetali, indotta dalle contrazioni dell'utero, provoca la fuoriuscita piò o meno abbondante di liquidi dalla vulva; ciò induce la cagna a leccarsi molto spesso.
Di lì a poco iniziano le spinte vere e proprie, visibili come momentanei irrigidimenti delle zampe e dell’addome, in apnea, che di solito la cagna effettua in posizione sdraiata ma a volte anche accovacciata, come quando deve scaricarsi.
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- Cosa si deve fare per aiutare la cagna durante il parto?

Essenzialmente nulla, se non sorvegliarla discretamente ed evitare che venga disturbata.
Molte cagne, soprattutto al primo parto, si agitano moltissimo e possono interrompere il travaglio o rifiutare i neonati qualora vengano manipolate o importunale dal chiasso o dalla presenza di estranei, nonché messe in ansia dai proprietari stessi.
Se desiderate stare accanto alla vostra cagna mantenete innanzitutto la calma e non fumate per non toglierle l’ossigeno.
Non occorre far bollire l’acqua, preparare forbici e guanti sterili, ma soprattutto non bisogna precipitarsi a rianimare i cuccioli appena nascono, tagliare cordoni e strappare placente.
Il parto è un evento naturale, che ha bisogno di completarsi con tempi e modalità propri: la cagna deve vivere questo momento senza essere distratta da interventi inopportuni e le deve essere concesso il tempo di occuparsi essa stessa della rianimazione dei suoi cuccioli.
Quando il cucciolo si affaccia alla luce (di testa o di piedi non ha importanza), può essere espulso dopo pochi secondi oppure possono volerci diversi minuti di spinte.
Molto spesso, una volta fuoriuscito dalla vulva della madre, il cucciolo resta comunque appeso a quest’ultima perché il cordone ombelicale lo lega alla placenta che si trova ancora all’interno dell’utero, e la cagna si alza e gira su se stessa per raggiungerlo.
È una situazione normale, non sta succedendo niente di grave; anzi, il peso del cucciolo favorisce il distacco graduale della placenta e anche se il piccolo ballonzola un poco non rischia proprio nulla.
Se ci si precipita a tirarlo fuori, probabilmente il cordone ombelicale si romperà, causando emorragia sia al piccolo che alla madre, e la placenta resterà all’interno, ostacolando la nascita degli altri cuccioli.
Solo in caso tale situazione si protragga per più di 5 minuti è bene intervenire, innanzi tutto lacerando con le dita la membrana trasparente che avvolge il cucciolo, per permettergli di respirare, e poi afferrando il cordone ombelicale fra pollice e indice (per non causare strappi ed ernie al piccolo) ed esercitando una moderata trazione, finché non si avverte la placenta scivolare fuori. Immediatamente dopo la madre si occuperà del nuovo nato.

 

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2. Quando è invece il caso di intervenire e come si fa a sapere che sono nati tutti i cuccioli?

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- Quando è invece il caso di intervenire?

Se la cagna ignora completamente i cuccioli appena nati o, peggio, si mostra aggressiva nei loro confronti, allora è bene sottrarglieli (almeno momentaneamente).
Nel caso, occorre asciugarli con un telo di spugna o della carta da cucina assorbente strofinandoli con un certo vigore (e tenendoli preferibilmente a testa in giù); i piccoli vanno strofinati e stimolati finché mostrano di respirare a fondo e regolarmente o, meglio, strillano.
In seguito si collocano in una cesta o in una scatola di cartone foderata con tessuto morbido (una vecchia maglia di flanella o lana), sotto il quale posizionare una borsa dell’acqua calda.
La presenza del cordone ombelicale e della placenta, che tanto angoscia gli ostetrici improvvisati, è l’ultimo dei problemi di cui preoccuparsi (il neonato può infatti campare benissimo anche diverse ore con tutto quanto ancora attaccato).
Quindi, provvedete pure a togliere il cordone ombelicale con calma, senza affanno, legandolo semplicemente con del filo di cotone (meglio se prima disinfettato per immersione in una qualsiasi soluzione antisettica: alcol, Amuchina, Betadine o simile) a circa 1 cm dalla pancia del cucciolo; stringete bene il nodo e tagliate il cordone poco sopra di esso con le forbici.
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- Come si fa a sapere che sono nati tutti i cuccioli e che quindi il parto è concluso?

Il problema non si pone quando si conosce in anticipo, grazie a una radiografia, il numero preciso dei cuccioli in gestazione, poiché basta verificare che siano tutti venuti alla luce.
Se non si è fatta una radiografia, può essere utile osservare il comportamento della cagna: se non vi sono più cuccioli in arrivo, la neomamma si rilassa, torna a respirare normalmente e se ne sta distesa ad allattare e accudire i nuovi nati.
Il suo addome poi appare vistosamente sgonfio.
Fate attenzione: quando si tratta di cucciolate numerose, gli ultimi cuccioli possono nascere anche dopo parecchie ore (a volte addirittura il giorno dopo), pausa durante la quale la madre appare tranquilla e rilassata.

 

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3. Quanto può durare un parto se tutto procede per il verso giusto e cosa si deve fare appena il parto è concluso?

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- Quanto può durare un parto se tutto procede per il verso giusto?

L’intervallo di tempo fra la nascita di un cucciolo e il successivo può andare da pochi minuti a un’ora e più.
In media una cucciolata di 5 o 6 cuccioli nasce in 3-5 ore, ma più aumenta il numero dei neonati più il travaglio si prolunga, perché i cuccioli situati maggiormente in profondità nell’utero impiegano più tempo a progredire verso l’esterno (inoltre la cagna accusa stanchezza e dirada le spinte).
Cucciolate di 8,10 o più cagnolini possono nascere in un arco di tempo che raggiunge o supera le 12 ore.
Se a oltre 3 ore dall’inizio del travaglio non si è ancora visto nascere un cucciolo, occorre interpellare il veterinario, sia che la cagna mostri di avere le contrazioni sia che queste cessino del tutto.
Occorre interpellare il veterinario anche quando il travaglio si ferma per più di 2 ore dopo la nascita di un cucciolo, qualora si sia certi che ve ne sono degli altri in arrivo; lo stesso quando la cagna manifesta imponenti perdite di sangue.
Evitate di effettuare di vostra iniziativa (o dietro suggerimento di chi non è veterinario) iniezioni di farmaci a base di ossitocina (l’ormone che induce le contrazioni uterine): senza indicazioni di effettiva necessità - da valutare caso per caso con un’accurata visita veterinaria - potreste interferire negativamente sul buon andamento del travaglio, rischiando anche di provocare danni seri.
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- Cosa si deve fare appena il parto è concluso?

Quando la cagna ha terminato di dare alla luce i suoi piccoli si stende ad allattarli.
In questa fase, più o meno sfinita dalle fatiche del travaglio, tende anche ad assopirsi per brevi momenti per recuperare le energie.
È assai importante lasciarla assolutamente tranquilla nelle prime ore, fatta salva la necessità di rimuovere i materiali sporchi e bagnati dalla cuccia.
A questo scopo, con molta delicatezza si prendono i cuccioli e si collocano provvisoriamente in una scatola o in una cesta foderata da un panno morbido e posta a terra accanto alla cuccia.
Quando la madre si alza inquieta per cercarli occorre rimuovere lestamente la carta o gli stracci bagnati dai liquidi del parto per sostituirli con un cuscino o un panno pulito, già preparati in anticipo e a portata di mano.
Quindi si ricollocano nuovamente i cuccioli al loro posto nella cuccia, ove si riaccovacccrà immediatamente anche la madre.
Per allestire un giaciglio confortevole e sicuro, la cosa migliore è rivestire un cuscino piatto, di forma e dimensioni adeguate al fondo della cuccia, con un telo di spugna o una traversa assorbente ben tesi, onde evitare che qualche neonato finisca fuori vista avvolto in qualche piega, con il rischio di rimanere schiacciato o di non riuscire a poppare.

 

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4. Come si può constatare se i cuccioli stanno bene e come ci si accorge se la cagna ha dei problemi?

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- Come si può constatare se i cuccioli stanno bene?

I cuccioli sani hanno forme tondeggianti e pelo lucido; non fanno altro che dormire e poppare.
Raramente piangono: lo fanno solo se perdono momentaneamente il contatto con la madre o con i fratelli, per zittirsi subito non appena li raggiungono.
Quando dormono è normale che muovano spesso gli arti con piccoli scatti.
Se invece c’è qualcosa che non va, i cuccioli frignano in continuazione, appaiono scarni e non si attaccano ai capezzoli della madre, oppure presentano una pancia esageratamente gonfia e dura.
Le cause del malessere possono essere molte: dalla scarsità o mancanza totale di latte materno alle malformazioni congenite, alle infezioni neonatali, oppure semplicemente per il freddo.
Nel primo caso i cagna deve essere aiutata farmacologicamente a produrre più latte, provvedendo nel contempo a supportare la nutrizione dei cuccioli con l'allattamento artificiale.
Quando il cucciolo presenta malformazioni congenite (per esempio la palatoschisi, un'anomalia frequente consistente nella fessurazione del palato che impedisce la suzione del latte, o altre magari esternamente non visibili), vi è poco o nulla da fare e il cagnolino è destinato a soccombere in breve tempo.
La presenza di infezioni neonatali è in genere correlata a infezioni analoghe nella cagna (uterine o mammarie): è anche questa una situazione assai grave che richiede il tempestivo intervento del veterinario.
Se infine i cuccioli patiscono il freddo (quando la temperatura ambientale è sotto i 16°C ed essi non trovano abbastanza tepore sotto la madre), è possibile installare sopra la cuccia una lampada a infrarossi.
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- Come ci si accorge se la cagna ha dei problemi?

Subito dopo il parto in genere la cagna appare affaticata e si rifiuta di mangiare: ciò è normale e non deve destare preoccupazione, soprattutto se l'istinto l'ha guidata a ingerire tutte le placente.
È anche normale che non si voglia alzare neanche per espletare i suoi bisogni: lo farà probabilmente il giorno successivo al parto.
Tenete poi presente che a 24-48 ore dal parto si ha il culmine della montata lattea: significa che le mammelle si riempiono di latte provocando fastidio alla cagna, ma soprattutto un forte rialzo della temperatura corporea (anche oltre i 39,5 °C), che induce l’animale ad affrettare il respiro e ad ansimare spesso a bocca aperta.
Non è però normale che la neomamma dopo il parto si mostri troppo agitata, trascurando di accudire i piccoli e continuando ad alzarsi: potrebbe avere ancora dei cuccioli da partorire senza riuscire a farlo, ed è quindi opportuno in questi casi interpellare il veterinario, a meno che la causa dell'agitazione sia la presenza di estranei o l'ambiente disturbato.
Occorre, infine, preoccuparsi e chiamare il veterinario quando la cagna protrae l'inappetenza oltre il secondo giorno dal parto, quando le perdite vaginali persistono abbondanti e divengono maleodoranti o quando le mammelle diventano dure e violacee.

 

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5. Quand'è che i cuccioli iniziano a uscire dalla cuccia e mangiare da soli? Ai cuccioli si deve somministrare qualcosa? Vanno vaccinati?

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- Quand'è che i cuccioli iniziano a uscire dalla cuccia e mangiare da soli?

A 3 settimane i cuccioli fanno le loro prime sortite al di fuori della cuccia, barcollando nello spazio circostante.
È bene a questo punto circoscrivere il loro raggio di movimento con una recinzione provvisoria, onde evitare che si mettano nei guai.
E quand'è che iniziano a mangiare da soli? La maggior pane dei cuccioli, spinta dalla fante dovuta al calo della produzione di latte materno, inizia ad alimentarsi verso i 30 giorni di età. Le prime pappe devono essere semiliquide, a base di carne bollita e frullata o di specifici alimenti commerciali per lo svezzamento.
Fra i 40 e i 50 giorni i cuccioli si rendono pressoché indipendenti dalla madre dal punto di vista alimentare e richiedono almeno quattro pasti al giorno.
Sappiate che non appena i cuccioli iniziano a cibarsi di qualcosa di diverso dal latte materno, la cagna cessa di ingerirne gli escrementi.
Per i proprietari comincia allora il periodo più impegnativo proprio dal punto di vista della pulizia, in quanto i cuccioli urinano e defecano in continuazione senza curarsi del calpestamento dei propri escrementi.
A differenza dei gatti, i cani non imparano a usare una cassettina igienica; anzi, la presenza di sabbia è pericolosima perché viene subito ingurgitala in quantità.
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- Ai cuccioli si deve somministrare qualcosa? Vanno vaccinati?

Il primo trattamento sanitario farmacologico da somministrare ai cuccioli è il vermifugo, che essi possono ricevere verso la quarta settimana di età.
È importante sverminare contemporaneamente anche la madre, dato che se i piccoli sono infestati vuol dire che i parassiti sono stati trasmessi proprio da quest’ultima.
La prima vaccinazione (contro gastroenterite virale, epatite e cimurro), invece, non va falla prima dei 55 giorni di età.

 

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