Cani e bambini: cosa devi sapere per non sbagliare

Bellissima idea permettere ai nostri figli di crescere con accanto la creatura più leale, affettuosa e interessante che si possa incontrare: il cane.

I bambini che hanno questa opportunità, infatti, in genere sviluppano doti di empatia e di umanità superiori, perché imparano a relazionarsi con qualcuno diverso da loro, che ha un linguaggio differente, esigenze proprie e che ha bisogno di cure parentali.

E non solo attraverso il rapporto con il cane, i bambini sviluppano il rispetto della vita animale, una caratteristica che ancora manca a tanti, troppi esseri umani, con le terribili conseguenze che ben conosciamo, tra cui l’estinzione di intere specie, preludio alla nostra, se non sapremo cambiare.

Stiamo pensando di allargare la famiglia con l’ingresso di un cane e abbiamo anche uno o più figli in giovane età? Questa guida pratica, semplice ma completa, ci sarà utile!

1. Prima di tutto... abbiamo il tempo?

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Il fattore decisionale più importante in assoluto quando soppesiamo l’idea di prendere un cane, che si abbiano bambini oppure no, è il tempo.

Cioè quante ore al giorno possiamo dedicare al nostro nuovo amico. Non è lo spazio a disposizione, dunque, come ancora oggi molti credono, ma è il tempo a consentirci di avere un cane e di farlo vivere bene.

Se abbiamo tempo da dedicargli, infatti, troveremo anche lo spazio dove portarlo a correre e a giocare. Se non ne abbiamo, invece, il cane ne soffrirà, anche con un parco privato a disposizione.

Perché? Semplice: il cane ha un bisogno insopprimibile di stare insieme alla sua famiglia e di condividere tempo, luoghi e attività con noi, poiché è un animale profondamente sociale, quindi la sua natura non prevede la solitudine, se non per brevi periodi. E non ci sono eccezioni su questo: gli etologi sono chiarissimi a tale proposito.

Capito questo, rimane da scoprire quanto tempo ci serve. Il minimo sono 4 ore ogni giorno e meglio se sono di più, ovviamente. Non 4 ore consecutive ma distribuite nell’arco della giornata.

Al loro interno devono rientrare tutte le attività, dai pasti alle passeggiate, dal gioco alla condivisione dei momenti di socialità (coccole, relax e simili).

La notte non conta, poiché le ore di sonno si passano insieme, nella medesima zona della casa, ciascuno sul proprio giaciglio. Se abbiamo un bambino, molte delle nostre ore libere da altri impegni (lavoro, commissioni eccetera) vanno dedicate a lui e sono molte di più di quelle che richiede il cane.

Dobbiamo quindi essere molto onesti con noi stessi e calcolare con precisione quante ore potremo avere davvero a disposizione per il nostro amico con la coda.

Naturalmente, coinvolgendo nostro figlio in parte delle attività canine il problema si riduce e, in realtà, si tratta della soluzione ideale, poiché in questo modo anche il cucciolo d’uomo avrà tempo e modo di entrare in quella dimensione assolutamente magica che è la vita accanto a un cane, con tutti i grandi vantaggi che comporta a livello di crescita mentale, sviluppo di empatia e persino di un miglior sistema immunitario, come la scienza ha ampiamente dimostrato da anni.

Ma non possiamo sottrarci a questo calcolo del tempo. E se non ne abbiamo a sufficienza... dobbiamo rinunciare e attendere fino a quando non lo avremo: lo dobbiamo al cane, a noi stessi e al nostro bambino.

2. Quando prenderlo. C’è un’età minima del bimbo

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Assolutamente essenziale ricordarsi che la scelta di prendere un cane va condivisa e approvata da tutti i membri della famiglia, ma spesso è proprio il più piccolo a insistere perché arrivi il nuovo amico, lo sappiamo.

Per quanto difficile sia, dovremo resistere fino a quando il nostro bambino non avrà raggiunto un’età considerata adatta dagli esperti. Qual è?

In realtà non è indicata con estrema precisione, poiché ciascun bambino ha una sua personalità.

Sappiamo però che per prendersi cura di un altro essere vivente, che è poi ciò che anche il bambino dovrà fare, è necessario aver sviluppato un minimo senso di responsabilità e iniziato a provare un’empatia cosciente, cioè la capacità di percepire lo stato d’animo altrui, differenziarlo dal proprio punto di vista e dare sostegno, se necessario e se si ritiene giusto farlo.

Nella specie umana, difficilmente tali capacità iniziano a essere presenti in questo modo prima dei 9-10 anni di età. Naturalmente, alcuni bambini sono più precoci di altri, però l’indicazione di massima è questa.

Ma quali sono i compiti canini che potranno essere affidati ai nostri bambini? Alternarsi con noi nel dargli da mangiare, perché in questo modo il piccolo assumerà un ruolo molto importante agli occhi del suo amico, si responsabilizzerà e inoltre, soddisfacendo una necessità vitale, entrerà nella sfera degli affetti del cane ancora più rapidamente.

Molto importante anche che il bambino accudisca il nuovo amico con spazzola e pettine, dopo aver osservato bene come si fa, perché in questo modo il cane si abituerà a essere manipolato e toccato ovunque da tutti i membri della famiglia, con il grosso vantaggio che in caso di necessità, per esempio levare una spiga da un orecchio o una spina da un polpastrello, anche il bambino potrà aiutarlo senza rischiare reazioni di difesa.

E poi... giocare! Con le palline e il tira-molla, nascondendosi per farsi cercare e trovare dal cane, preparandogli delle piste da fare insieme a noi in giardino e nei prati, e così via.

Sempre sotto la nostra supervisione. Tutto questo darà vita a un legame speciale che spesso solo cani e bambini possono sviluppare, perché si somigliano: entrambi sono felicemente immaturi.

Portare fuori il cane da soli, invece, non è compito adatto ai bambini, che però ci accompagneranno in passeggiata e impareranno anche a pulire sempre quando il cane sporca.

3. Quale cane? i fattori da considerare

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Questo è forse il punto più “spinoso”, perché la scelta del cane è sempre influenzata da fattori irrazionali ed estetici difficili da governare.

Per esempio, può darsi che nostro figlio si sia “infatuato” di un cane visto in tv (dove ormai gli spot che sfruttano l’appeal di alcune razze si sprecano) o al cinema, e magari anche a noi l’idea piace, perché il condizionamento dei media è potente a qualsiasi età.

Ebbene, ricordiamoci che il cane che ammiriamo sullo schermo è spesso un soggetto addestrato professionalmente ad alti livelli, lontani dalle nostre possibilità, oppure che la sua vera natura non corrisponde in toto o magari neanche minimamente a ciò che gli sceneggiatori ci mostrano.

Il rischio di restare delusi e che quel cane sia in realtà inadatto alle nostre esigenze è altissimo, in questi casi.

Poi, quando una razza diventa di moda, la qualità dei soggetti cala sempre drasticamente causa eccesso di domanda rispetto all’offerta, il che si traduce in allevamento scriteriato e orientato solo al business o, peggio ancora, in cuccioli importati illegalmente da vere e proprie “fabbriche” in Europa Orientale, poveri esserini soggetti a problemi comportamentali, malattie gravi e morte in gran numero.

E allora, come scegliere? Semplice, in realtà. È ancora la prima domanda a venirci in soccorso, con questa “equivalenza”: meno tempo ho per il cane e meno la razza dovrà essere impegnativa.

Che tradotto significa scegliere razze con attitudini da lavoro (sono molte...) solo se potremo offrirgli tanto tempo per scaricare le grandi energie che possiedono attraverso sport e attività varie e orientarci, invece, su cani da compagnia o comunque poco “spinti” se di tempo ne abbiamo poco.

E chi ha bambini, in genere non dispone di molte ore libere. Per informarsi sulle attitudini delle razze ci sono tanti canali, ma un ottimo riferimento, rapido e affidabile, sono gli istruttori e gli educatori cinofili, perché lavorando con molti cani diversi e avendo studiato per diventare professionisti del settore hanno competenze ad ampio raggio sulle razze.

Cerchiamo un club in zona dove si fa educazione e sport con i cani, telefoniamo e troveremo tutto il supporto che serve per capire se stiamo andando nella giusta direzione oppure no.

4. Il cane fa bene... anche in senso letterale!

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Lo dice la scienza: i bambini che vivono con un animale si ammalano meno.

A questa conclusione è arrivata una ricerca condotta qualche anno fa nell’ospedale universitario di Kuopio, in Finlandia, su un campione di 400 bambini piccoli.

Ogni giorno i genitori hanno dato informazioni sullo stato di salute dei bimbi e, dopo un anno di osservazione, si è constatato che i bambini che vivevano a contatto con animali domestici mostravano una riduzione del 30 per cento di disturbi come tosse, respiro sibilante e rinite, e addirittura una riduzione del 50 per cento della possibilità di contrarre infezioni alle orecchie.

Il contatto con il cane o il gatto, a meno di allergie conclamate, sembrerebbe aumentare gli anticorpi e ridurre fra il 50 per cento e il 30 per cento la possibilità di soffrire di infezioni alle orecchie, tosse e rinite.

I bambini che hanno animali in casa, inoltre, non solo si ammalano meno ma hanno bisogno di meno antibiotici perché il contatto costante con l’animale aumenta le difese immunitarie.

Ovviamente non vanno dimenticate alcune norme da seguire rigorosamente, come tenere pulito il cane, vaccinarlo e sottoporlo a profilassi antiparassitaria, ed evitare le leccate sul viso dei neonati almeno per il primo mese di vita. Ma meglio attendere l’età giusta, come spiegato.





5. Le regole per una serena convivenza tra bambini e cani

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Ci sono alcune regole generali da seguire per favorire una corretta relazione tra bambini e cani.

La prima e la più importante di queste regole è di non lasciare mai il cane da solo con un bambino, anche dopo aver insegnato e ribadito al bambino come comportarsi.

I bambini non sono in grado di concentrare l’attenzione su più cose contemporaneamente e possono involontariamente provocare disturbo al cane. Per esempio, mentre il bambino gioca, può non accorgersi della presenza del cane e calpestarlo, fargli cadere un oggetto addosso o avere altri comportamenti per cui il cane potrebbe reagire in modo intollerante.

Qualsiasi segnale negativo verso il bambino è preoccupante (fughe del cane all'arrivo del bimbo, tentativi di sottrarsi, ringhi, possessività su oggetti o sul cibo) e ricordate che un ringhio rappresenta un'aggressione anche se la fase di morso è assente.

Un’altra regola importante è proteggere il cane da eventi imprevedibili e stressanti legati alla presenza del bambino. State particolarmente attenti che il bambino non arrivi all'improvviso addosso all'animale e, in generale, insegnate ai vostri figli che qualunque animale:
• va rispettato e mai maltrattato non va mai molestato
• non va mai svegliato bruscamente né avvicinato con atteggiamenti minacciosi
• non va infastidito quando mangia e la sua ciotola non si tocca.

A tal fine provate a fare esempi concreti al bambino:
• ti piacerebbe se ti tirassero i capelli?
• saresti felice se ti rubassero la merenda?

I cani, se eccessivamente infastiditi, possono allontanarsi o far allontanare il bambino; per loro equivale a insegnare al cucciolo come comportarsi. Se il cane tende ad allontanarsi i rischi sono minori, ma bisogna assicurarsi che ne abbia la possibilità, garantendogli un posto sicuro e tranquillo per il riposo.

Se, invece, ringhia per mandare via il bambino allora è più preoccupante. È necessario interrompere il contatto tra i due e, successivamente, prestare maggiore attenzione nell educare entrambi a stare insieme, premiando gli atteggiamenti tranquilli.








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