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Denti: la guida per un sorriso smagliante

Le cure che dedichiamo al benessere orale lasciano parecchio a desiderare.

Un’indagine condotta dall’Accademia italiana di conservativa su mille genitori di bambini e ragazzi under 14, ha appurato che il 33% degli intervistati si lava i denti soltanto una volta al giorno.

E non è l’unico dato preoccupante: ben il 65% prenota una visita dal dentista solo in caso di necessità, come dolori e infezioni.

Eppure, la giusta prevenzione e la capacità di riconoscere i primi segnali di pericolo sono fondamentali se desideri mantenere in salute il sorriso.

Queste mosse si rivelano vincenti anche per tutto l’organismo, su cui il benessere dentale si ripercuote.

Ecco, quindi, una guida completa per aiutarti a individuare i problemi più comuni e i suggerimenti dei nostri esperti per prevenirli e affrontarli in maniera diretta ed efficace.

 

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1. Manovre soft e gengive infiammate

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  • Manovre soft se sono troppo sensibili
    Ghiaccioli, gelati e bevande fredde innescano dolori particolarmente acuti? Colpa dell’ipersensibilità dentinale.
    Colpisce soprattutto quando si lavano i denti usando spazzolini extra strong con troppo vigore, in grado di provocare delle abrasioni allo smalto.
    I tubuli dentinali (dei microtunnel che collegano l’esterno del dente con l’interno) si aprono e gli stimoli termici irritano la polpa, in diretta comunicazione con i nervi che conducono il dolore al cervello.
    Per correre ai ripari, procurati uno spazzolino di media durezza e osserva una corretta igiene orale.
    Chi ha la mano troppo pesante può usare un modello elettrico, già calibrato per evitare rischi a carico del sorriso.
    Inoltre, occhio alla scelta del dentifricio. Meglio orientarsi su prodotti poco aggressivi, con un Rda (il coefficiente di abrasività, lo trovi indicato sulla confezione) inferiore a 70.
    Quindi, attenzione anche all’alimentazione: «Le bevande troppo acide, come quelle a base di cola, contengono anidride carbonica, che ha un’azione corrosiva sullo smalto dei denti.
    Meglio limitarne il consumo», dicono gli esperti. Se nonostante la prevenzione si resta ugualmente molto reattivi al freddo, è bene ricorrere a un dentifricio per denti sensibili.
    Questi prodotti contengono dei principi attivi che favoriscono la mineralizzazione dello smalto e la desensibilizzazione.

 

  • Gengive infiammate: vai dall'igienista dentale
    Quando l’ipersensibilità si associa a gengive arrossate, che fanno male al tatto o sanguinano (anche poco) durante lo spazzolamento o la pulizia con il filo interdentale, subito dal dentista.
    Sono i sintomi della gengivite, l’infiammazione del tessuto che riveste il colletto dei denti e forma le arcate dentarie, problema che coinvolge 6 italiani su 10.
    La causa è l’accumulo di placca batterica nel bordo gengivale, che innesca la reazione del sistema immunitario e dà il via a uno stato infiammatorio.
    L’imputato principale è la cattiva igiene orale, ma anche la gravidanza non è esente da responsabilità. Ben il 40% delle future mamme nel corso dei 9 mesi accusa problemi gengivali.
    Colpa degli elevati livelli di estrogeni nell’organismo delle donne in attesa, che rendono le gengive più esposte agli attacchi della placca batterica.
    Al primo accenno di sanguinamento, o quando si sta mettendo in cantiere un bebè, è bene rivolgersi al dentista.
    L'esperto, grazie a sedute periodiche di igiene dentale professionale, effettuate con ultrasuoni e strumenti manuali, rimuoverà la placca.
    No invece a dentifrici per gengive che sanguinano, risciacqui con collutori antisettici, integratori o rimedi naturali: non sono in grado di bloccare la gengivite, che è un’infezione sostenuta dai germi.

 

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2. Contro la parodontite c'è lo "scaling"

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La gengivite va sempre presa sul serio perché può evolvere in parodontite, un’infezione provocata da alcuni germi come il Porphyromonas gingivalis o il Fusobacterium nucleatum, presenti nel microbiota orale, che prendono il sopravvento.

Le gengive cominciano ad arretrare e, progressivamente si formano delle tasche parodontali dove i batteri si replicano indisturbati.

Qui, infatti, diventa impossibile stanarli sia con lo spazzolino, sia con antisettici o antibiotici. Inoltre, colonizzano tutto il sistema di sostegno del dente, distruggendolo e provocandone la caduta.

Nei confronti di questa malattia esiste una predisposizione, ma una ricerca condotta dall’Ohio State University (Usa) ha identificato alcuni fattori che possono favorirla, come fumo e obesità:
«La nicotina altera la popolazione di batteri presenti nella bocca e riduce la microcircolazione, rendendo più vulnerabili le gengive. I chili di troppo, invece, innescano uno stato infiammatorio cronico che può interferire con la salute della bocca», spiegano gli esperti.

Per giocare d’anticipo, quindi, evita le sigarette e usa il filo interdentale, in modo da eliminare la placca batterica sia dal bordo gengivale, sia dagli spazi fra un dente e l’altro.

Se la malattia si è già fatta strada si può bloccare con una pulizia profonda, eseguita dal dentista con 2 tecniche: lo scaling e la levigatura radicolare.

La prima provvede ad asportare il tartaro, mentre la seconda elimina dalle radici il cemento infetto, il tartaro sottogengivale e i batteri che si annidano delle tasche. Un trattamento che va ripetuto seguendo un calendario personale.

Secondo la Società italiana di parodontologia e implantologia, su un solo dente possono vivere fino a un miliardo di batteri.

Se non usi lo spazzolino dopo aver mangiato, tempo 4 ore e questi entrano in azione, sfruttando i residui alimentari per moltiplicarsi: un solo grammo di germi, pari a circa 100 mila microrganismi, può diventare dieci volte più numeroso e organizzarsi nella temibile placca, un “film” che facilita la comparsa di carie e di infiammazioni alle gengive.

Inoltre, se lasciato indisturbato, nell’arco di un mese o poco più questo velo si sedimenta in tartaro, una specie di cemento duro che ombreggia il dente di un colore scuro e, soprattutto, ne mina la tenuta.

 

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3. Carie: con l'esame della saliva scopri se sei a rischio

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Con 2,5 miliardi di persone colpite e 190 milioni di nuovi casi all’anno, la carie è fra le malattie più diffuse al mondo.

A correre maggiori pericoli è chi fa un largo uso di zuccheri, come quelli contenuti in dolci e bevande gassate.

Aumentano l’acidità orale, fattore che facilita l’erosione dello smalto, e favoriscono la crescita dello Streptococcus Mutans, primo responsabile del problema. La prevenzione ideale? Una corretta igiene della bocca e la riduzione di dolci e bibite industriali.

Utile, invece, il consumo quotidiano di 3-4 chewing-gum allo xilitolo, un dolcificante vegetale che secondo una ricerca dell’Università di Milano è in grado di ridurre del 30% la comparsa delle lesioni cariose.

Inoltre, è importante pianificare delle visite periodiche di controllo dal dentista. I bambini dovrebbero fare la prima intorno ai 4 anni, la seconda verso i 6, passando poi a un check a cadenza annuale.

Per teenager e adulti il calendario di controlli va personalizzato e stilato in base allo stato di salute di gengive, denti e alla cariorecettività individuale (la resistenza nei confronti della carie), valutabile attraverso un semplice esame della saliva che dosa la quota dello Streptococco Mutans e di altri batteri cattivi presenti nella flora orale.

Se questa è alta, i controlli devono essere ravvicinati, sino a 4 sedute l’anno.

Un’indicazione valida anche per chi russa. Respirare a bocca aperta “asciuga” il cavo orale e fa evaporare il sottile strato protettivo di saliva che, grazie a enzimi antibatterici, anticorpi e sali minerali, assicura una buona detersione delle superfici dentali, il bilanciamento del pH e la rimineralizzazione dello smalto, proteggendo la dentatura.

Grazie ai controlli personalizzati, il dentista mette in campo una serie di misure preventive per evitare rischi di carie.

Può prescrivere dei collutori al fluoro o, quando la cariorecettività è alta, applicare sui denti un apposito smalto al fluoro che li rende più resistenti all’azione erosiva dello Streptococco mutans.

Ma non solo: Il dentista può sfruttare delle tecnologie mirate che, senza utilizzare i raggi X (come previsto per le tradizionali radiografie), risultano utili per la diagnosi precoce delle lesioni, anche minime.

Come il DIAGNOcam, un dispositivo che grazie a un laser a fluorescenza “illumina” l’interno del dente, rivelandone ogni particolare con immagini ad alta definizione.

Si ottiene così una fotografia precisa che mette a nudo anche le lesioni nascoste praticamente invisibili, come quelle nei punti di contatto tra un dente e l’altro o presenti sotto lo smalto. Quindi, una volta identificate sul nascere, possono essere eliminate nel modo meno invasivo possibile.

 

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4. In caso di mascherine invisibili e ponti o impianti

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  • Per raddrizzare, sì alle mascherine invisibili
    Avere un sorriso irregolare non causa solo un disagio estetico, ma può generare problemi di salute.
    Capita soprattutto quando i denti sono affollati (tendono a “scontrarsi” l’uno contro l’altro), fattore che aumenta i rischi di carie, gengiviti e parodontiti.
    In questi casi è impossibile utilizzare il filo interdentale e la placca si accumula indisturbata.
    Problemi di salute in agguato anche in caso di malocclusione (i denti dell’arcata superiore non sono ben allineati con quelli della parte inferiore), che può causare mal di testa, dolori alla cervicale o vertigini.
    La soluzione? L’apparecchio ortodontico. Oggi, per chi non ama esibire una bocca tutta fili e gancetti, ci sono quelli invisibili.
    Si tratta di mascherine trasparenti e rimovibili da applicare sulle arcate che, oltre ad essere discrete, sono più facili da gestire.
    In questo caso non è necessario depennare alimenti acidi o appiccicosi dalla dieta, come capita a chi porta l’apparecchio fisso perché c’è il rischio che si incastrino nei ferretti.
    Dopo aver consumato questi cibi basta semplicemente togliere le mascherine e lavarsi i denti con un normale spazzolino e un dentifricio al fluoro, senza per forza ricorrere a scovolini o a fili superfloss.

 

  • Se devi mettere un ponte o un impianto
    Quando si deve ricorrere a corone, protesi o impianti è fondamentale essere bene informati ed effettuare qualche controllo, senza affidarsi ciecamente allo specialista.
    Il rischio, infatti, è che vengano utilizzati prodotti di scarsa qualità, in grado di nuocere alla salute.
    L’Accademia italiana di odontoiatria protesica (Aiop), fornisce una serie di consigli pratici per evitare brutte sorprese.
    Il primo: chiedere al dentista la dichiarazione di conformità della protesi, come previsto dalla direttiva 93/42 CEE. Si tratta di una sorta di passaporto rilasciato dal laboratorio odontotecnico, con informazioni sui materiali utilizzati per la sua realizzazione, che rende il prodotto sicuro e tracciabile.
    Inoltre, prima che lo specialista esegua la terapia è importante domandare quali sostanze intenda usare, informandolo di eventuali allergie; dopo aver installato la protesi, invece, occorre monitorare e segnalare subito eventuali reazioni avverse.
    Per chi desidera saperne di più, l’Aiop mette a disposizione sul suo sito (aiop.com) un opuscolo divulgativo sui tipi di materiale impiegati per la costruzione delle protesi e le loro caratteristiche.
    Inoltre, sul portale è anche disponibile una sezione dedicata alla tossicità delle materie utilizzate.

 

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5. Visto da vicino e gli alimenti amici del sorriso

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  • Visto da vicino
    I denti sono costituiti da 2 parti: la corona (A), che è la parte “a vista” e la radice (B), inserita nell’osso.
    1) SMALTO
    È un tessuto duro e resistente, adatto a reggere i “traumi” della masticazione, proteggere il dente dall’usura e dall’attacco degli agenti esterni.
    2) DENTINA
    Costituita da sostanze minerali (cristalli di calcio e fosfato e apatite), è lo scheletro del dente. Viene attraversata da tanti piccoli canali, detti tubuli dentinali, che vanno dall'interno verso l'esterno, cioè dalla polpa del dente allo smalto.
    3) POLPA
    È la parte sensibile del dente e si trova nella camera pulpare (all’interno della corona) e nei canali delle radici. È costituita da fibre nervose, vasi sanguigni e linfatici. Garantisce sensibilità al dente e mantiene elastica e ben irrorata la dentina.
    4) DENTINA
    Aderisce al dente formando uno stretto sigillo per evitare che i batteri possano entrare nell'osso di mascella e mandibola.
    5) LEGAMENTO PARODONTALE
    Costituito da fibre elastiche, ammortizza le forze legate alla masticazione e, ben innervato, consente di percepire i carichi e i movimenti cui è sottoposto il dente. Insieme alla gengiva, all’osso e al cemento radicolare forma il parodonto, il sistema di ancoraggio del dente.
    6) CEMENTO
    È uno strato sottile che riveste la dentina della radice, contribuendo a mantenerla ben salda nella cavità che la contiene (l’alveolo).
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  • Gli alimenti amici del sorriso
    Anche il cibo giusto può aiutare a mantenere in salute la tua bocca. Ecco le scelte top da portare in tavola:
    1) CAROTE
    Consumate crude, facilitano l’autodetersione dei denti e fanno aumentare la quantità di saliva, la prima barriera contro i batteri "cattivi".
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    2) MELE
    Contengono acido ossalico, una sostanza che vanta un’azione sbiancante. Il modo migliore per consumarle: fresche, come spuntino fra i pasti.
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    3) MIRTILLI ROSSI
    Anticarie naturali contengono proantocianidine, sostanze che neutralizzano gli enzimi necessari ai batteri per trasformarsi in placca.
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    4) TE' VERDE
    È ricco di fluoro e polifenoli, principi attivi che contrastano i batteri cattivi, in grado causare carie e malattie gengivali. Le dose protettiva: 2-3 tazze al giorno.
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    5) FRAGOLE
    Grazie alla presenza della vitamina C prevengono il decadimento del collagene, sostanza che dà tono alle gengive e le rende più resistenti.
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    6) CIOCCOLATO
    Quello fondente all'80-85% contiene tannini, floruri e fosfati, sostanze che rinforzano lo smalto. Inoltre vanta un'azione antibatterica che ostacola la placca.
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    7) CIPOLLE
    Il loro contenuto di zolfo assicura notevoli proprietà antibatteriche e sono uno scudo in più nei confronti di carie e infiammazioni gengivali.
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Note

La pulizia perfetta si fa così:

Ecco gli step necessari per una corretta igiene orale:

  • FASE 1
    Pulisci l’arcata superiore manovrando lo spazzolino come una scopa. Procedi dalla gengiva verso la parte finale dei denti, così eviterai di graffiare lo smalto.
  • FASE 2
    Concentrati sulla parte interna dell’arcata, tenendo lo spazzolino in verticale. Esegui dei piccoli movimenti di sfregamento, dalla gengiva al bordo del dente.
  • FASE 3
    Ora, pulisci premolari e molari con lo spazzolino in orizzontale: in questo modo potrai penetrare nelle fossette e nei solchi dove ristagnano con più facilità i residui alimentari.
  • FASE 4
    La sera usa il filo interdentale: sfilane circa 40 cm, arrotolandoli sul dito medio di entrambe le mani e lasciando uno spazio libero di circa 2 cm.
    Poi, afferra la parte tra pollice e indice e falla scorrere avanti e indietro fra un dente e l’altro, tenendolo teso.
    Quando arrivi al margine delle gengive, curvalo in modo che disegni una C, in modo da non irritare il bordo gengivale.

 

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