Ecco i cibi che bruciano il grasso1-800x400

Ecco i cibi che bruciano il grasso

I cibi bruciagrassi esistono davvero. Sono quelli che stimolano il metabolismo a lavorare di più e a consumare di più calorie e più scorte adipose.

Si chiama alimentazione termogenica quella che sfrutta le loro proprietà. E’ davvero un sogno che si realizza: mangiare e, nello stesso tempo, perdere peso.

Ma perché questi alimenti si meritano la qualifica di bruciagrassi? Innanzitutto perché contengono dei nutrienti che favoriscono l’eliminazione del grasso.

Il corpo, per trasformare il contenuto delle cellule adipose in energia (cosa necessaria per dimagrire) ha bisogno di attivare alcuni processi metabolici e in questi cibi sono presenti proprio quegli elementi che rendono possibili tali reazioni: una questione di chimica, insomma.

Inoltre quando vengono mangiati e quindi digeriti, stimolano il metabolismo a lavorare di più per scomporli e questo ti fa consumare calorie, in particolare nelle ore immediatamente dopo il pasto.

I cibi più bruciagrassi sono quelli ricchi di aminoacidi, come il pesce e i legumi.

Possono essere considerati gli “antagonisti” di lipidi e carboidrati, che addormentano il metabolismo, poiché è molto facile estrarre da loro acidi grassi e zuccheri che altrettanto in fretta vanno a riempire le cellule adipose.

Questo aumento dei consumi energetici dovuto all’effetto di specifici alimenti viene chiamato “termogenesi indotta dalla dieta”».

Se tutti conoscono il peperoncino come bruciagrassi, meno noto è il potere termogenico di ricotta, frutti di mare, degli alimenti ricchi di vitamina C o ancora dei cibi grezzi e ricchi di cellulosa.

Serve ancora una ragione? Eccola. Questi cibi convincono il corpo a utilizzare proprio i lipidi per produrre energia anziché gli zuccheri. Come fanno? Tengono basso il livello degli zuccheri disponibili nel sangue.

Così quando il corpo ha bisogno di energia deve per forza servirsi dei grassi, anche di quelli che aveva messo da parte.

Ma quali sono in particolare questi cibi che bruciano il grasso? Scopriamoli insieme.

1. Il daikon - Fresco o secco per un’azione profonda

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Si chiama in diversi modi. Per esempio: ravanello cinese o giapponese, o anche semplicemente carota bianca.

In realtà è il daikon, un ortaggio della famiglia di ravanelli, che arriva dall’Asia.

E il suo nome significa “grande radice” per le dimensioni della sua base infilata nella terra.

Questa grossa radice bianca è molto diffusa nella cucina orientale, giapponese in particolare, ma è ormai facile trovarla anche nei nostri supermercati.

Il suo sapore è piccante e già questo è indice della presenza di sostanze bruciagrassi. Si tratta di un vegetale magrissimo: 100 g hanno solo 18 calorie.

Grattugiata, o tagliata a julienne, agisce già contro i grassi presenti nel piatto (e infatti in Giappone accompagna sempre i fritti).

Se quindi mangi del salmone, che è un ottimo alimento ma più grasso rispetto all’orata, prepara un contorno con daikon in insalata: i grassi del pesce saranno neutralizzati da questa preziosa radice che, in più, è diuretica e sgonfiante.

Il consiglio: usa anche la radice essiccata (la puoi trovare nei negozi di alimentazione naturale). Ha un’azione più profonda che arriva ad attaccare il grasso che si è addensato su pancia, glutei e cosce. La radice essiccata va lasciata a bagno una mezz’ora e poi può essere aggiunta alle minestre, o ai contorni di verdura.

2. La ricotta - Contiene le proteine più dimagranti

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A sorpresa anche la ricotta è bruciagrassi.

Questo latticino è infatti realizzato con il siero di latte e uno studio dell’American Journal of Clinical Nutrition ha provato che proprio le proteine in esso contenute hanno una maggior capacità di mobilitare e sciogliere i lipidi presenti nelle cellule adipose.

Inoltre la digestione della ricotta alza il ritmo metabolico per 6 ore. La ricotta è un latticino: si tratta di un derivato del latte vaccino o ovino ed è, a tutti gli effetti, un prodotto caseario ma non può essere definito formaggio.

Secondo la normativa vigente, infatti, il formaggio – o cacio – è il prodotto che si ricava dal latte intero, parzialmente o totalmente scremato mediante la coagulazione acida o presamica, ossia aggiungendo il caglio, un complesso enzimatico.

La ricotta, invece, è il prodotto della coagulazione delle sieroproteine, ossia quelle proteine che rimangono nel liquido, detto appunto siero, che si separa dalla cagliata durante il processo di caseificazione.

Il consiglio: la ricotta è l’alimento proteico perfetto per essere inserito a colazione. Mangiarla, proprio al mattino, dà agli ormoni che regolano l’utilizzo dei grassi il giusto segnale per poter procedere allo sfruttamento di quelli accumulati.

3. I lamponi - Accendono il tuo fuoco metabolico

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Dolci e anti-grasso? I lamponi sanno combinare queste due qualità opposte. Dalla loro parte hanno ben tre caratteristiche vincenti.

La prima è la presenza di vitamina C, indispensabile ai processi di produzione dell’energia: senza di lei il “fuoco metabolico” non si accende.

Apportano poi manganese, minerale che entra nella composizione di enzimi metabolici che spingono il corpo a bruciare i grassi più velocemente. Infine sono fonte di fibre: anch’esse aumentano il dispendio energetico durante la digestione.

La pianta dei lamponi è un arbusto dì origine europea, appartenente alla famiglia delle Rosacee, che genera frutti tondi, di colore rosso e ricoperti da una peluria finissima, che maturano nel periodo estivo tra luglio e agosto.

Generalmente, tali arbusti crescono negli ambienti boschivi o collinari, dove trovano le condizioni climatiche ideali, con terreni permeabili e poco sabbiosi, ma oggigiorno, grazie alle nuove tecniche di coltivazione, è possibile trovarli anche negli orti di pianura.

Il lampone è composto prevalentemente di acqua (circa 80%) e apporta solo 30 kcal per 100 g, derivanti quasi esclusivamente da carboidrati semplici (fruttosio), in quanto a proteine e grassi sono molto ridotti.

Il consiglio: mangiali a fine cena. Oltre a farti dimagrire, essendo ricchi di acido folico, servono alla produzione di serotonina, dopamina e noradrenalina, neurotrasmettitori che sono coinvolti nei processi di regolazione dell’appetito.

4. I frutti di mare - Grazie allo iodio, stimolano l’attività della tiroide

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I frutti di mare identificano solo alcuni tipi di prodotti del mare: molluschi senza conchiglia (calamari, seppie, polpi), molluschi con conchiglia in un solo pezzo (lumache di mare, patelle) o in due pezzi (cozze, ostriche).

Essi hanno un costo elevato ed elevate percentuali di scarto e possono presentare fenomeni di allergia alimentare.

La loro carne contiene quantità discrete di proteine (12% circa), e buone dosi di sali minerali e vitamina A e B.

Il contenuto di colesterolo è elevato e bisogna aggiungere che questi alimenti spesso vengono preparati con salse e sughi molto elaborati e ricchissimi di condimenti.

Che si tratti di vongole, cozze e persino delle pregiate ostriche, i frutti di mare sono preziosissimi se hai la necessità di agire sulla “centralina” bruciagrassi per eccellenza, ovvero la tiroide.

In essi è presente infatti lo iodio, minerale che serve a far funzionare al giusto regime il metabolismo. Sono poi fonte di proteine magrissime e stimolanti, che rappresentano circa il 60% del loro apporto nutritivo.

Il consiglio: cucina le vongole e le cozze in modo molto semplice, in padella senza aggiungere olio o altri grassi: coprendo la pentola il calore sarà sufficiente a farle aprire.
Condiscile con prezzemolo (ricco anch’esso di vitamina C, energetica) e pepe nero che, grazie alla presenza di piperina, le renderà ancor di più capaci di attaccare le cellule adipose.



5. I fagioli dell’occhio - Con la fenilalanina ci rendono leggeri

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Il fagiolo dall’occhio è l’unico fagiolo autoctono del Vecchio Mondo, infatti è originario di Africa e Asia. 

Conosciuto già dagli antichi Greci e Romani e diffusamente coltivato nel nostro Paese durante il Medioevo.

Un tempo, i fagioli dall’occhio erano molto consumati e, fino a qualche decennio fa, apparivano sulle nostre tavole; ora, invece, sono quasi scomparsi e vengono coltivati solo in alcune zone di Puglia, Toscana e Veneto.

Sono facili da riconoscere: hanno un piccolo occhiolino scuro proprio al centro. Questi particolari legumi, ricchi di proteine, tra i tanti aminoacidi che contengono, ne possiedono uno in quantità maggiori rispetto a lenticchie, cannellini o borlotti: la fenilalanina.

È un aminoacido essenziale, il che vuol dire che il nostro corpo non sa produrlo da solo. La sua importanza però è grandissima perché serve per la sintesi di tirosina, mattone per la costruzione degli ormoni tiroidei che mantengono attivo il metabolismo.

Questi fagioli apportano vitamine del gruppo B che trasformano il cibo in energia e non in rotolini. I fagioli dell’occhio sono perfetti poi per evitare di avere troppi zuccheri nel sangue, cosa che anziché portare all’utilizzo del grasso, ne favorisce l’accumulo.

Sono molto ricchi di proteine (allo stato secco ne contengono circa il 23%), ma presentano anche importanti elementi minerali e diverse vitamine. Inoltre, possiedono un’elevata quantità di fibre (circa il 18%).

Il consiglio: quando prepari i fagioli dell’occhio, dopo l’ammollo, aggiungi all’acqua di cottura un centimetro di alga kombu, è anch’essa un potente bruciagrassi.






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