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Fare il bagno al gatto: scopriamo cos’è meglio per lui

C’è chi proprio non riesce ad accettare che i gatti sappiano badare da soli alla propria pulizia e chi invece non sa come fare un bagno al micio in un momento di necessità…

Il gatto è un animale pulito, anzi più che pulito!

Attraverso il cosiddetto grooming, cioè leccandosi con grande cura, riesce a liberarsi di qualsiasi impurità presente sul mantello, finendo per… brillare!

A molti esseri umani, però, proprio non va giù: com’è possibile essere puliti senza acqua e sapone? Così, molti padroni si cimentano in una pratica poco amata dai nostri piccoli felini di casa: il bagnetto.

Il motivo di tanta resistenza non è affatto la paura dell’acqua, come tramanda una tradizione poco informata.

I gatti non hanno paura dell’acqua, anzi ce ne sono alcuni che cercano di infilarsi nella doccia con noi, ma non concepiscono l’immersione come pulizia, essendo dotati di una spazzola naturale praticamente perfetta (la lingua ruvida) e di un sapone miracolosamente efficace (la saliva).

A volte, tuttavia, lavare un micio può servire. Se si è imbrattato con qualcosa di appiccicoso, se si è ricoperto di polvere andando a frugare in soffitta e via dicendo.

In questi casi, meglio ripulirlo prima che, leccandosi, mandi giù qualcosa che potrebbe fargli male. Scopriamo insieme come fare le cose per bene.

 

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1. Lavarlo: quando e perché

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Anche se allevatori e proprietari tendono a farlo, soprattutto se il micio deve partecipare a esposizioni o gare, il bagno non dovrebbe rientrare tra le pratiche abituali che riguardano la cura del nostro micio.

Nemmeno per i gatti a pelo lungo come i Persiani o i Siberiani.

Se un gatto vive in un ambiente pulito e viene spazzolato, lavarlo con acqua e sapone potrebbe essere fastidioso e, addirittura, “controproducente” per i nostri amici di casa.

In che senso? Nel senso che il gatto vive di odori che impara a conoscere e utilizza nel tempo come “biglietto da visita” con cui presentarsi.

Mentre la sua lingua non li elimina, anzi, il bagnetto li spazza via con un colpo di spugna, nel vero senso della parola. E non è cosa da poco.

Un po’ come abbattere in un colpo solo tutto il suo bagaglio conoscitivo e relazionale. Possono però verificarsi condizioni in cui non si potrà fare a meno di una bella lavata.

Ecco alcuni esempi: il nostro gatto esce e si sporca di grasso o di vernice, oppure finisce per sbaglio tra sostanze nocive, o ancora se il gatto è anziano o malato e non più in grado di prendersi cura della propria igiene personale.

 

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2. Come fare: i consigli

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Nel caso si debba proprio fare il bagnetto, teniamo presente una cosa fondamentale.

Non usiamo la doccia direttamente sul corpo del micio, perché potrebbe spaventarsi.

Dopo aver riempito il fondo della vasca di acqua a 36-37 gradi, potremo immergerlo delicatamente, facendo attenzione che l’acqua non superi in altezza la metà delle zampe, per farlo sentire al sicuro.

Quando sarà relativamente calmo, si potrà procedere bagnandogli più volte la schiena, prendendo l’acqua dal fondo e versandogliela addosso con l’aiuto di una piccola bacinella, oppure strizzandogli sopra una spugna.

Quando sarà completamente bagnato, potremo passare allo shampoo, scelto con attenzione in un negozio di prodotti per animali, facendo attenzione che sia asettico e che non lasci odori forti.

È importante non usare i nostri shampoo, perché potrebbero essere tossici per gli animali, irritare i loro occhi, bocca e naso, e produrre molta schiuma che richiede risciacqui troppo lunghi.

Se il pelo è secco e molto annodato, sarà utile ricorrere al balsamo. Per l’asciugatura basta avvolgerlo in un asciugamano e sfregarlo con energia. Da evitare assolutamente l’asciugacapelli che lo spaventerebbe.

 

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3. Pettinarlo è molto meglio

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Abbiamo detto che il bagno è l’ultima carta da giocare nel capitolo “pulizia del gatto”.

A meno di grossi “incidenti di percorso”, infatti, una bella spazzolata salva la vita. Che cosa usare?

La spazzola morbida è perfetta per gatti con il pelo molto raso, quella con i denti in metallo sottile è ottima per chi ha pelo corto, il pettine, invece, è utilissimo per i gatti a pelo lungo.

Poi ci sono il guanto gommato (adatto per i gatti a pelo corto, è un vero e proprio guanto un po’ appiccicoso che toglie il pelo morto con il gesto di una carezza) e il panno di camoscio (non è indispensabile, ma una passata rende il pelo corto lucidissimo).

La cura del mantello è un momento molto rilassante, di reale intimità tra noi e il nostro micio. Molti gatti ne vanno matti e probabilmente anche a noi farà lo stesso effetto!

Il pelo dei nostri mici, come la pelle del resto, è uno specchio della loro salute. Se è secco, arruffato o nodoso significa che il gatto non è in forma. Può dipendere da diversi fattori, che il veterinario ci aiuterà a individuare. Ma spesso la ragione è un’alimentazione carente o errata.

Il pelo, infatti, necessita di sostanze specifiche per essere in forma e queste vengono assunte dal gatto attraverso il cibo: alimenti di scarsa qualità, costituiti soprattutto da acqua, soia eccetera e poveri di vitamine e oli specifici sono diffusi nei supermercati, costano poco ma... non fanno bene!

Scegliamo sempre prodotti di buona qualità, su consiglio del veterinario. Spenderemo un po’ di più ma spesso la resa è maggiore e la salute del micio migliore.

 

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4. La lotta ai parassiti

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Lo sapevi che anche i gatti che non escono mai di casa possono essere infestati dai parassiti?

I parassiti, infatti, possono essere introdotti in casa in modo del tutto inconsapevole da noi “umani”.

E grazie al riscaldamento delle abitazioni trovano temperature più che adatte alla loro sopravvivenza tutto l’anno. Inoltre, i cambiamenti climatici hanno provocato l’innalzamento delle temperature in autunno e inverno, favorendo la moltiplicazione di pulci e zecche anche in queste stagioni.

I parassiti sono piccoli e noiosi nemici da abbattere. Quelli più comuni sono le pulci, resistentissime e assai prolifiche, in grado di deporre anche 40 uova al giorno.

La maggior parte delle pulci che si trovano nelle abitazioni appartengono a un solo tipo: la Ctenocephalides felis o pulce del gatto, che si nutre con facilità anche del sangue di altri mammiferi, cane e uomo compresi.

Si tratta di un piccolo insetto lungo 1-4 mm e dotato di un paio di zampe estremamente forti con le quali può effettuare dei lunghi salti. Come facciamo a sapere se il nostro gatto le sta gentilmente “ospitando”?

Innanzitutto, tenendo d’occhio i suoi comportamenti: pruriti continui, scatti improvvisi e mordicchiamenti localizzati ci devono mettere in allarme, come la presenza di piccoli puntini neri (le feci dei parassiti) nelle zone in cui il gatto dorme di solito.

Per questo una buona idea potrebbe essere quella di mettere panni bianchi nelle sue cucce: ci aiuteranno a stanare le piccole pesti. Se ci sono... meglio farsi suggerire in fretta dal veterinario gli antiparassitari più idonei.

Oltre al prurito, possono scatenare perfino anemie, soprattutto nei cuccioli. Ci sono poi gatti che sviluppano particolari intolleranze alla saliva delle pulci.

In questi casi anche la presenza di pochissimi parassiti può bastare a sviluppare dermatiti che si manifestano con prurito intenso, perdita del pelo e formazioni di croste in varie parti del corpo.

 

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5. Tagliare le unghie? Sì può, ma con molta attenzione

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Per istinto i gatti marcano il loro territorio facendosi le unghie sulle diverse superfici dell'ambiente in cui vivono.

Per contenere i possibili danni che questa attività può causare, senza comunque interferire con il loro comportamento istintivo, oltre a fornirgli l'apposito tiragraffi, è possibile tagliare regolarmente le estremità delle unghie con una apposita forbice.

Prima di iniziare, però, chiedi al veterinario come abituarlo e quale parte dell'unghia puoi tagliare e in che modo.

Tagliare le unghie al nostro gatto non è affatto semplice e serve la massima cautela: bisogna tenere il micio ben fermo e aprire i suoi polpastrelli, obbligandolo a estrarre gli artigli.

Con un tagliaunghie o un piccolo tronchesino possiamo quindi procedere a recidere solo la puntina trasparente dell’artiglio: è fondamentale non tagliare oltre per evitare ferite dolorose nella parte “viva” dell’unghia.

Non tagliare le unghie quando vuoi: aspetta il momento giusto. Devi scegliere un momento in cui il gatto è tranquillo e rilassato, ad esempio: quando si è appena svegliato o si sta preparando per un pisolino e si trova comodamente sdraiato sulla sua superficie preferita.

Un altro momento buono è dopo il pasto, quando ha una sensazione di sonnolenza ed è soddisfatto.

Se il gatto è stato collaborativo nel lasciarsi tagliare le unghie dovrebbe essere ricompensato con un premio, in questo modo riuscirà ad associare il taglio delle unghie con evento positivo e accetterà più volentieri in futuro di farsi tagliare le unghie.

 

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