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Landseer: un cane dal carattere equilibrato, calmo, affabile e socievole

Il Landseer è famoso per la sua affabilità e la sua dolcezza.

La pazienza nei confronti dei bambini, la benevolenza verso gli altri animali, la socievolezza con la gente ne fanno un eccellente cane per la famiglia, che presenta inoltre, il vantaggio di dissuadere i malintenzionati, grazie alla sua imponente corporatura (il maschio può raggiungere gli 80 cm al garrese).

Dal carattere equilibrato, calmo, poco esigente, non ha necessariamente bisogno di spazi sconfinati o di molto moto.

Questa non è comunque una ragione per privarlo dello spazio necessario!

Ecco dunque un cane decisamente eccezionale, che suscita ammirazione e curiosità: il Landseer, un cane dal carattere equilibrato, calmo, affabile e socievole. Scopriamolo insieme!

PROFILO DEL LANDSEER

  • GRUPPO: secondo.
  • ALTEZZA AL GARRESE: da 72 a 80 cm (per il maschio)
  • PESO: da 50 a 60 kg.
  • MANTELLO E COLORE: bianco e nero.
  • DIFFUSIONE: molto raro in Italia.
  • DURATA MEDIA DELLA VITA: dodici anni.
  • CARATTERE: affabile, calmo, socievole.
  • RAPPORTI CON I BAMBINI: molto buoni.
  • RAPPORTI CON GLI ALTRI CANI: molto buoni.
  • ATTITUDINI: cane da salvataggio in acqua; cane da compagnia.
  • SPAZIO VITALE: casa con giardino.
  • ALIMENTAZIONE: da 750 a 900 g di alimento completo al giorno.
  • TOELETTATURA: spazzolature regolari.

 

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1. Origine

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Che curiosa situazione quella dei Landseer!

Questo parente prossimo del Terranova, che costituisce pur sempre una razza a sé, porta un nome dal carattere molto britannico, mentre è di ‘tipo continentale europeo’.

Un bell'imbroglio davvero! L’unica possibilità di vederci un po’ più chiaro è dunque quella di esaminare questi elementi uno dopo l’altro. Innanzi tutto si pone il problema degli antenati del Terranova, e dunque dei caratteri che questi gli hanno trasmesso.

Qual è, nei progenitori di questo cane, la parte di sangue americano in rapporto a quella delle razze europee importate fin dal XVII secolo nell’Isola di Terranova?

Anche se gli specialisti non sono d’accordo sulla loro origine, è indubbio che, fra i numerosi cani portati dai pescatori di merluzzi da Terranova, e che giunsero in Inghilterra a partire dalla fine del XVIII secolo, non c’erano soltanto cani neri, ma anche molti esemplari bruni, gialli, rossi, così come cani macchiati di nero o di fulvo di diverse sfumature.

Sembra anche che gli esemplari nero zaino (vale a dire senza alcuna macchia bianca) fossero in principio relativamente rari.

Un cane completamente nero è indiscutibilmente molto bello e sorprendente, salvo forse agli occhi di un artista, poiché nulla risulta più difficile che riuscire a rendere, con le matite o con il pennello, i dettagli del suo mantello o le sue forme.

Anche i fotografi sono obbligati a sovraesporre le loro pellicole per ottenere buoni risultati.

Questo è il motivo per il quale Edwin Landseer — sir Edwin Landseer, dato che gli fu concesso il titolo di nobiltà dalla regina Vittoria, che apprezzava in particolare il suo talento e il suo amore per i cani — scelse un esemplare bianco a macchie nere simmetriche quando dipinse, nel 1837, Un insigne membro della Humane Society (la Società di salvataggio, foto sotto).

Bisogna convenire che questo tipo di Terranova non doveva essere più frequente di quello nero. L’esemplare raffigurato forse non esisteva altro che nell’immaginazione del pittore.

Dobbiamo comunque dire che esiste una statua a grandezza naturale, in marmo e bronzo, di un Terranova bianco e nero, precedente al quadro di Landseer.

Questa rappresentazione, dovuta a Matthew Cotes Wyatt e datata 1831, mostra sorprendenti somiglianze (e non soltanto per il colore del mantello) con l’attuale Landseer, benché il pelo appaia un po’ ricciuto.

Ci si meravigliava allora che questi cani di grosse dimensioni, di qualunque colore fossero, potessero portare aiuto in caso di naufragio, ma anche il quadro di Landseer rappresentava la vocazione di soccorritore del Terranova.

Quest’opera venne riprodotta e molto diffusa sotto forma di incisioni, e il suo soggetto divenne la decorazione dei più svariati soprammobili.

E chi vedeva un esemplare dal manto simile a quello del cane rappresentato dal pittore esclamava: «È un Landseer!». Landseer fu dunque il nome adottato per questo particolare Terranova.

Bisogna dire che a quell’epoca gli allevatori britannici, non avendo le preoccupazioni estetiche del pittore ufficiale della regina, si dedicavano soprattutto a perfezionare il Terranova nero e che era dunque necessario distinguere le due varietà. In Gran Bretagna si finì d’altronde per abbandonare il Landseer.

 

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2. Storia e diffusione

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Dopo la prima guerra mondiale questa razza era quasi scomparsa dall’Inghilterra, mentre il suo congenere a pelo nero aveva fatto grandi progressi, sia nell’uniformità sia per quanto riguardava il numero degli esemplari.

La situazione era completamente diversa sul Continente, dove il Landseer si era molto diffuso, specialmente in Germania e in Svizzera.

I Landseer tedeschi, svizzeri e olandesi, il cui allevamento aveva dovuto affrontare i problemi successivi alla prima guerra mondiale, si trovarono allora isolati, non avendo più che le proprie risorse da offrire agli allevatori.

Questi ultimi dovettero dunque in un primo tempo ricorrere a una stretta consanguineità, e ciò non fece altro che accentuare le differenze con il Terranova inglese.

Fu necessario in seguito utilizzare alcuni grossi cani da montagna (sicuramente il San Bernardo, forse il Cane da Montagna dei Pirenei) per dare nuova tempra alla razza, e ciò finì per differenziare i due tipi.

La razza avrebbe potuto indebolirsi a poco a poco e finire per scomparire, se un grande nome della cinofilia non fosse intervenuto, incoraggiando gli allevatori di Landseer a proseguire il loro lavoro.

Il professor Heim, molto noto per i suoi lavori sui Bovari Svizzeri e specialista di molossoidi, pubblicò nel 1928 uno studio particolarmente documentato sul Terranova.

L’idea centrale della sua opera era che esisteva una differenza fondamentale, dal punto di vista delle origini e quindi delle loro caratteristiche, fra il Terranova e il Landseer.

Secondo questo esperto il primo cane era di origine esclusivamente americana e il secondo discendeva direttamente dai grandi cani portati dagli Europei sull’Isola di Terranova. Il Landseer appariva dunque come una razza a sé o per lo meno come una varietà diversa del Terranova.

Una simile teoria non poteva che stimolare gli allevatori svizzeri e tedeschi, in particolar modo Otto Walterspiegel, che divenne a partire dal 1938 il grande specialista del Landseer — il suo allevamento ‘vom Schartenberg’ fu attivo per quasi quarant’anni.

Negli anni Cinquanta numerosi allevatori unirono i propri sforzi a quelli di Walterspiegel, fino a quando nel 1960 la Federazione cinologica internazionale riconobbe come razza vera e propria il Landseer ‘di tipo continentale europeo’.

Era in effetti difficile per i giudici del Terranova accettare come Terranova dei cani che, in effetti, non si differenziavano per il manto bianco e nero (previsto peraltro dallo standard del Terranova), ma per la loro diversa morfologia (taglia, conformazione, testa, pelo).

Dobbiamo inoltre precisare, a proposito di questa decisione, che la cinofilia tedesca ha sempre esercitato una grande influenza sulla FCI e che non esistevano allora criteri molto rigorosi per il riconoscimento di una ‘nuova’ razza.

Dotato in questo modo di uno statuto ufficiale, il Landseer ha potuto aumentare il numero dei suoi esemplari, che resta comunque ancora modesto. Nel 1976 è stato creato un club speciale in Germania; in seguito altri paesi — la Svizzera, i Paesi Bassi, il Belgio, la Finlandia — hanno seguito questo esempio.

Si può stimare che esistano alcune centinaia di Landseer in Germania, un centinaio in Belgio, forse un po’di più nei Paesi Bassi; in Francia si contano soltanto pochi cani di questa razza.

In Italia il Landseer è praticamente sconosciuto; si sono visti solo alcuni esemplari, importati dalla Germania e dalla Svezia, calcare i ring delle nostre manifestazioni cinofile.

Tutto ciò costituisce soltanto la base di un allevamento assai ridotto, e ha portato ad affermare che il ricorso a incroci con il Terranova nero e bianco è tanto inevitabile quanto auspicabile.

 

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3. Comportamento

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L’origine del Landseer, quale razza imparentata strettamente con i cani da montagna europei, potrebbe far credere che questo cane non sia affatto adatto a diventare cane da acqua e da salvataggio, ma ciò sarebbe un errore marchiano.

Il Landseer possiede attitudini paragonabili a quelle del suo congenere completamente nero.

I proprietari del Landseer non mancano di scoprire queste caratteristiche, addestrando i propri cani a tutti gli esercizi in cui eccellono generalmente i Terranova: tuffi, nuoto, aiuto a persone in acqua, rimorchio di imbarcazioni troppo cariche.

Lo standard del Landseer, d’altronde, sottolinea che la razza deve mostrare una membrana interdigitale ben sviluppata.

Il Landseer è famoso per la sua affabilità e la sua dolcezza: la pazienza nei confronti dei bambini, la benevolenza verso gli altri animali, la socievolezza con la gente ne fanno un eccellente cane per la famiglia, che presenta inoltre, il vantaggio di dissuadere i malintenzio nati, grazie alla sua imponente corporatura (il maschio può raggiungere gli 80 cm al garrese).

Dal carattere equilibrato, calmo, poco esigente, non ha necessariamente bisogno di spazi sconfinati o di molto moto. Questa non è comunque una ragione per privarlo dello spazio necessario!

Ecco dunque un cane decisamente eccezionale, che suscita ammirazione e curiosità: sicuramente il Landseer non merita affatto di restare nell’ombra del più celebre Terranova.

 

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4. Il cugino Terranova

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Il Terranova non è sempre nero corvino, vengono infatti accettati riflessi bronzo sul suo mantello. Può anche essere completamente bruno.

Anche il pelo bianco e nero è previsto dallo standard, ma il cane con queste caratteristiche non è considerato automaticamente un Landseer.

Il Terranova ha, infatti, una conformazione 'da orso', molto compatta.

Il Landseer, invece, è più leggero, e ha arti più lunghi; la sua testa è al tempo stesso meno larga e più lunga, il suo stop è meno pronunciato, le sue orecchie sono più grandi, il pelo è meno spesso, e ha infine una taglia maggiore, pur apparendo meno massiccio.

Da oltre cinquantanni, infatti, gli allevatori del Terranova e del Landseer hanno avuto modo di adottare criteri di selezione diversi.

Dobbiamo ricordare infine che, in base alle leggi della genetica, possono apparire esemplari neri e bianchi anche dall'unione di due Terranova neri.

Al contrario, dall'accoppiamento di due Landseer non nasceranno mai cuccioli completamente scuri.

 

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5. Lo Standard della razza

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FCI Standard n° 226 / 01.10.1997
LANDSEER
ORIGINE: Germania / Svizzera
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 24.08.1960
UTILIZZAZIONE: Cane da guardia e di accompagnamento
CLASSIFICAZIONE F.C.I. Gruppo 2 Cane di tipo Pinscher e Schnauzer
Molossoidi e cani bovari svizzeri
Sezione 2.2 Molossoidi. Tipo cane da montagna
Senza prova di lavoro

ASPETTO GENERALE:
Il Landseer deve dare l’impressione di un cane grande e robusto, dalle forme armoniose. Gli arti, soprattutto nel maschio, sono relativamente più lunghi di quelli del Terranova nero.

TESTA: La pelle della testa è senza pieghe e coperta di pelo corto e fine. La struttura della testa deve essere ben definita, di espressione nobile.

REGIONE DEL CRANIO:
Cranio: è largo e massiccio; l’ osso occipitale è ben sviluppato.
Stop: netto, ma meno pronunciato e brusco di quello del San Bernardo.

REGIONE DEL MUSO:
Tartufo: nero
Muso: la lunghezza del muso è uguale alla sua profondità all’altezza del salto naso-frontale.
Labbra: sono asciutte e pigmentate di nero; quelle superiori, tese il più possibile e senza bava coprono appena quelle inferiori.
Mascelle/Denti: chiusura a forbice.
Guance: moderatamente sviluppate, si fondono progressivamente con la regione del muso.
Occhi: di grandezza media, mediamente infossati, di colore bruno o bruno scuro (è tollerato il bruno chiaro), con espressione amichevole, taglio a mandorla, congiuntiva non visibile. Gli occhi di colore decisamente chiaro (giallo zolfo o giallo grigiastro) sono da considerarsi un difetto, come pure gli occhi troppo ravvicinati.
Orecchi: di grandezza media, raggiungono l’angolo interno dell’occhio quando sono tirate in avanti; di forma triangolare, sono un po’ arrotondate nella parte inferiore. Attaccate alte sulla parte superiore del cranio, ma non troppo indietro, portate aderenti e piatte ai lati della testa. Coperte di pelo corto e fine, con frange di pelo più lungo solo sulla parte posteriore dell’attaccatura.

COLLO: il collo, muscoloso e ampio, non dovrebbe essere rotondo (in sezione trasversale), ma leggermente ovale; di struttura simmetrica, s’inserisce obliquamente nelle spalle. La lunghezza del collo, misurata dall’osso occipitale al garrese, è pari circa dai 3/4 ai 4/5 della lunghezza della testa, dall’osso occipitale fino alla punta del naso. Non è auspicabile la presenza di giogaia alla gola o al collo.

CORPO: molto largo e robusto dalle spalle alla groppa. Il tronco, misurato dal garrese all’attaccatura della coda, deve avere una lunghezza grossomodo pari a due volte quella della testa.
Dorso: deve essere teso e diritto.
Rene: muscoloso
Groppa: larga, arrotondata da un potente “cuscino” di muscoli sui fianchi e sul dietro.
Torace: la gabbia toracica, dalle costole molto cerchiate, è ben fusa col petto largo e profondo, fra due spalle molto muscolose.
Ventre: poco retratto. Fra il ventre e la regione lombare, deve essere chiaramente visibile la depressione piatta della regione dei fianchi. Un dorso debole o insellato, delle reni molli, le ultime costole troppo corte o un ventre fortemente retratto, sono da considerarsi difetti.

CODA: forte, supera di poco il garretto; è guarnita di pelo folto e compatto, ma non a forma di bandiera. Quando il cane è a riposo e in stazione, deve portare la coda pendente verso il basso, eventualmente tenendola un po’ curvata all’estremità.
In movimento, e se il cane è eccitato, può portarla allungata in linea retta, con una leggera flessione dell’estremità verso l’alto. Sono da respingere le code che presentano deformazioni o portate arrotolate sul dorso.

ARTI:
ANTERIORI: forti masse muscolari provenienti dalle spalle circondano il braccio e si uniscono alla forte ossatura dell’arto anteriore che è perfettamente diritto, molto muscoloso e presenta un’angolazione corretta. Tutta la faccia posteriore dell’arto, fino al metacarpo, è ornata di frange.
Gomiti: posizionati all’altezza della parte più profonda della gabbia toracica, sono tuttavia situati abbastanza alti e orientati esattamente all’indietro.
POSTERIORI: tutto il posteriore deve essere robusto. Gli arti devono potersi muovere con la massima libertà; devono avere un’ossatura forte e muscolatura potente. Le frange sono mediamente sviluppate.
Coscia: la parte superiore della coscia è sviluppata in modo particolare
Speroni: presenza di speroni è indesiderabile; verranno eliminati prima possibile dopo la nascita.. Il vaccinismo e la mancanza di angolazione sono dei difetti.

PIEDI: grandi e ben formati “da gatto”. I piedi schiacciati o girati verso l’esterno sono da contestare. Le dita dei piedi devono essere unite da forti membrane che arrivino quasi all’estremità delle dita.

MANTELLO:
PELO: ad eccezione della testa il pelo deve essere lungo, il più possibile liscio e folto, fine al tatto, frammisto al sottopelo; quest’ultimo è meno fitto che nel Terranova nero. Una leggera ondulazione sul dorso e sulle cosce non deve sollevare alcuna obiezione. Spazzolato contropelo, il pelo deve ricadere naturalmente nella posizione corretta.
COLORE: il colore di base è il bianco luminoso con chiazze nere distinte sul tronco e la groppa. Il collo, il petto, il ventre, le zampe e la coda devono essere bianchi. La testa è nera con muso bianco e striscia bianca simmetrica – non troppo stretta, né troppo larga,- che si estende dal muso sulla testa fino a un collare bianco, il tutto considerato come obiettivo dell’allevatore: Tracce come di fuliggine sul fondo bianco non costituiscono un difetto; ma vanno tolte nella selezione dell’allevamento.

TAGLIA: L’altezza al garrese del Landseer può variare come segue:
• Nei Maschi, in media fra i 72 – 80 cm
• Nelle Femmine in media fra i 67 – 72 cm
Sono tollerate piccole differenze in più o in meno

DIFETTI: qualsiasi deviazione da quanto sopra deve essere considerato come difetto, che sarà penalizzato a seconda della sua gravità.

N.B. I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto.

 

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