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Le malattie dell’apparato cardiocircolatorio del cane

Il sistema cardiocircolatorio, come quello umano, anche per il cane è una vera e propria autostrada destinata al trasporto continuo del sangue, necessario per lo svolgimento di tutte le attività metaboliche di organi e tessuti.

Il motore di tutto il sistema è il cuore.

Le patologie cardiache passano spesso del tutto inosservate e non è raro che si manifestino con la morte improvvisa dell’animale.

Oggi, appunto, vedremo quali sono tali malattie dell’apparato cardiocircolatorio del nostro amico cane con relativa sintomatologia, diagnosi, prognosi, prevenzione e terapia. Buona lettura.

1. Il cuore

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Il cuore è un muscolo cavo che si contrae ritmicamente svuotandosi e riempiendosi di sangue, come fosse una pompa.

E diviso in due parti nettamente separate: la parte destra è costituita da due cavità (atrio e ventricolo) e contiene il sangue venoso; la parte sinistra, analoga alla precedente, contiene sangue arterioso.

Il sangue viene distribuito a tutto l’organismo attraverso le arterie, mentre le vene sono deputate al trasporto del sangue dalla periferia verso il cuore.

Quando il sangue venoso giunge nel ventricolo destro viene convogliato verso il polmone, dove viene riossigenato e trasformato in sangue arterioso. Dal polmone il sangue arterioso ritorna al cuore che lo ridistribuisce ai tessuti.

Il cuore è fornito di valvole che regolano la direzione del flusso di sangue durante le fasi di compressione e riempimento e che hanno, quindi, una funzione simile a quella delle valvole di un motore a scoppio.

Le valvole devono permettere il passaggio del sangue verso le grosse arterie durante la contrazione del muscolo cardiaco e impedire al sangue di refluire durante la fase di rilasciamento (riempimento del cuore).

Il numero delle contrazioni cardiache per minuto (frequenza cardiaca) è, nel cane a riposo, intorno ai 70-120 battiti al minuto; la frequenza più bassa la ritroviamo nei cani di grossa taglia, mentre i cani più piccoli presentano una frequenza più elevata.

Molte delle malattie cardiache e valvolari del cane sono dovute a difetti congeniti. Anche alcune malattie parassitarie (filariosi, leishmaniosi) e infettive (piodermiti, metriti, broncopolmoniti, cimurro, parvovirosi) possono però provocare danni al muscolo cardiaco, alterandone la funzionalità.

Le patologie cardiache passano spesso del tutto inosservate e non è raro che si manifestino con la morte improvvisa dell’animale.

Le forme croniche hanno una sintomatologia più evidente, generalmente piuttosto grave, che può coinvolgere altri organi di vitale importanza come il rene, il fegato e il polmone.

2. Cardiopatie congenite

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Sono cardiopatie conseguenti a malformazioni delle valvole o di altre strutture cardiache. Le più frequenti sono:

  • persistenza del dotto arterioso di Botallo (comunicazione tra arteria aorta e arteria polmonare);
  • stenosi polmonare e aortica (restringimenti valvolari o dei grossi vasi);
  • comunicazione interatriale o interventricolare (comunicazione tra parte sinistra e destra del cuore);
  • tetralogia di Fallot (contemporanea presenza di stenosi valvolare, comunicazione tra parte destra e sinistra del cuore, ipertrofia cardiaca e malposizionamento dell’arteria aorta).

In alcune razze (boxer, rottweiler, terranova, pastore tedesco, golden retriever, bulldog, beagle, barbone) è stata confermata la trasmissione ereditaria di alcune delle cardiopatie sopra elencate.

Sintomatologia:
Dipende innanzitutto dalla gravità della malformazione. Molto spesso queste patologie sono incompatibili con la vita e il cucciolo muore poco tempo dopo la nascita. In alcuni casi però la sintomatologia può evidenziarsi solo successivamente, nel corso della vita dell’animale.
L’età della comparsa delle manifestazioni cliniche varia a seconda della malformazione e della sua gravità, e può andare da pochi mesi a qualche anno. Nella maggior parte dei casi i cuccioli che presentano malformazioni cardiache lievi non manifestano sintomi evidenti e i proprietari non sospettano la presenza di un’anomalia cardiaca.
A volte l’unico sintomo può essere un più facile affaticamento dopo una corsa o dopo un’attività fisica più intensa del solito. Talvolta può essere presente dispnea e cianosi (colorazione bluastra delle mucose), che sono i segni di una insufficiente ossigenazione del sangue.
L’accrescimento può risentirne e l’animale può rimanere più piccolo del normale. Non sono rari episodi di perdita di coscienza (sincope) o la morte improvvisa. Con il passare del tempo può sopraggiungere l’insufficienza cardiaca, a cui si rimanda per la sintomatologia specifica.

Diagnosi:
Per poter diagnosticare con certezza queste malformazioni è necessaria un’accurata visita cardiologica. Può capitare che, durante una visita veterinaria di routine, venga scoperto un generico soffio cardiaco.
Questo reperto clinico deve insospettire e spingere ad approfondire l’origine del soffio che può essere il primo segnale della presenza di una malformazione.
Il proprietario non si deve però preoccupare, perché soffi di lieve entità possono essere presenti anche nel cucciolo sano; sono i soffi cosiddetti "innocenti", che scompaiono dopo i sei mesi di età e non sono patologici.
Soffi simili si possono ritrovare anche in cani adulti e non sono indicativi di malformazione cardiaca congenita.
Per poter emettere una diagnosi certa e una prognosi accurata, l’esame di elezione è l’ecocardiografia Doppler.
Attraverso questo esame, non invasivo e poco costoso, è possibile mettere in evidenza le malformazioni e la loro esatta localizzazione.
La Doppler consente inoltre di misurare la velocità del flusso di sangue, che può essere alterato se sono presenti degli ostacoli (restringimenti).
Questo esame permette anche di misurare le dimensioni del cuore e delle sue pareti, oltre a verificare la loro integrità.
La radiografia può rivelare eventuali alterazioni della forma e della silhouette cardiaca. Anche l’elettrocardiogramma può essere utile, anche se non sempre sono presenti anomalie del tracciato elettrocardiografico.

Prognosi:
Dipende dalla gravità delle malformazioni. In alcuni casi la durata e la qualità della vita sono quasi normali, in altri compaiono i primi sintomi solo in età avanzata, in altri ancora i sintomi compaiono precocemente.
La prognosi è comunque sempre riservata a causa dell’imprevedibilità dell’evoluzione di queste patologie; anche se alcune malformazioni possono essere inapparenti per molti anni, in genere portano con il tempo all’insufficienza cardiaca.

Terapia:
Dipende dalla gravità e dalla tollerabilità della cardiopatia. La terapia medica si limita a tenere sotto controllo eventuali disaritmie e quindi a sostenere la funzionalità del cuore quando si è instaurata l’insufficienza cardiaca. L’unico rimedio sarebbe la correzione chirurgica del difetto cardiaco, ma questo tipo di intervento, molto complesso, è spesso difficilmente attuabile in medicina veterinaria.

Prevenzione:
Nelle razze predisposte andrebbero eseguiti dei controlli precoci (tra i 6 e i 9 mesi di età) e, nel caso di risultato dubbio (presenza di soffi), i controlli andrebbero ripetuti almeno ogni anno, fino ad avere una diagnosi certa.
I cani affetti da malformazioni cardiache congenite, anche se in forma lieve, non devono essere destinati alla riproduzione, a causa della probabile trasmissibilità genetica.

3. Cardiomiopatia dilatativa

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La cardiomiopatia dilatativa è una cardiopatia caratterizzata da dilatazione cardiaca, riduzione dello spessore delle pareti del cuore e presenza di aritmie (extrasistoli e fibrillazioni).

I cani più colpiti sono i soggetti di grossa taglia oltre i 9 anni di età, ma alcune razze (dobermann, boxer e cocker) possono manifestare i primi sintomi anche intorno ai 5 anni. La causa è sconosciuta.

Sintomatologia:
Anche in questa patologia, così come in molte malattie cardiache che colpiscono il cane, non sono rare le morti improvvise senza alcuna sintomatologia apparente che avrebbe potuto mettere in preallarme il proprietario.
Quando compare una sintomatologia, questa può essere caratterizzata da una maggiore facilità all’affaticamento e da dispnea moderata. Durante l’attività fisica si può manifestare anche perdita di coscienza (sincope).
Progressivamente il cane dimagrisce e le sue condizioni fisiche peggiorano; compare anche la tosse, prima sotto sforzo poi a riposo.

Diagnosi:
Se il cane appare svogliato e stanco è sempre bene far controllare accuratamente il cuore. Un soffio cardiaco può essere individuato all’auscultazione con il fonendoscopio, ma l’esame più importante è l’ecocardiografia.
Questo esame permette di mostrare accuratamente le modificazioni cardiache conseguenti alla cardiopatia: dilatazione del ventricolo e dell’atrio sinistro e diminuzione dello spessore delle pareti cardiache.
L’elettrocardiogramma può essere utile per rivelare le aritmie (fibrillazioni o extrasistoli).

Prognosi:
Sempre riservata o infausta a causa dell’insufficienza cardiaca.

Terapia:
La terapia è complessa e deve tendere a tenere sotto controllo l’insufficienza cardiaca. È necessario tenere l’animale a riposo e limitarne l’esercizio fisico. I farmaci devono essere attentamente dosati e personalizzati in base allo stadio evolutivo della patologia. La terapia deve essere ovviamente mantenuta a vita e il cane deve essere sottoposto a frequenti controlli cardiologici.

4. Sincope

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La sincope è una breve e completa perdita di coscienza dovuta a mancanza di ossigeno al cervello per un’improvvisa diminuzione della portata cardiaca o per la rapida caduta della pressione sanguigna.

È un’evenienza frequente nel cane con malformazioni cardiache o con miocardiopatia dilatativa; può essere dovuta anche all’insorgenza di alterazioni del ritmo cardiaco (tachicardia, fibrillazione) durante un intenso sforzo fisico.

Sintomatologia:
Il cane crolla improvvisamente a terra, apparentemente senza vita. La respirazione è debole, profonda. Le mucose sono pallide e la cute è fredda.
Talvolta compaiono delle crisi epilettiformi con temporanea sospensione dell’attività cardiaca e respiratoria.
Il cane in genere ritorna alla normalità rapidamente e improvvisamente. Se la sincope si protrae oltre 3 minuti ci può essere il rischio di danni cerebrali permanenti.
La sincope può concludersi anche con la morte del cane.

Diagnosi:
La diagnosi di sincope è facile; più difficile scoprire quale sia stata la causa scatenante. Se si verifica sotto sforzo è bene sottoporre il cane ad esami cardiologici accurati per escludere malformazioni cardiache o altre patologie cardiache.

Terapia:
In genere la terapia non è necessaria perché si tratta di episodi passeggeri.
Si può favorire il recupero mettendo il cane in una posizione che migliori il flusso di sangue al cervello (testa in basso e posteriore in alto) o tentare con un massaggio cardiaco; si può intervenire anche con cardiotonici.
Se però la perdita di coscienza si prolunga, non sempre si ha tempo a sufficienza per intraprendere una terapia appropriata.



5. Insufficienza cardiaca

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Tutto ciò che ha un’azione prolungata sul cuore e sulla sua capacità contrattile provoca una riduzione della funzionalità cardiaca che porta ad una insufficienza della circolazione, che non è adeguata ai bisogni dell’organismo.

Tutte le patologie valvolari congenite o acquisite con l’età sono le principali cause dell’insufficienza cardiaca cronica, ma non è raro riscontrare insufficienza cardiaca destra da filariosi e da malattie broncopolmonari croniche.

Sintomatologia:
I sintomi variano a seconda della parte del cuore colpita e del grado di funzionalità cardiaca residua. Poiché l’insufficienza è progressiva i sintomi si aggravano con l’evoluzione della malattia, e nei casi terminali l’insufficienza diventa totale.
In presenza di insufficienza cardiaca sinistra il primo sintomo a comparire è una tosse mattutina. La tosse diventa progressivamente più frequente e può presentarsi durante tutto l’arco della giornata, dopo un esercizio fisico oppure dopo che l’animale ha bevuto.
Insieme alla tosse è presente anche difficoltà respiratoria, prima solo durante un’attività fisica poi anche a riposo. Talvolta, durante un attacco di tosse, il cane emette della schiuma bianca o rosata dalla bocca; è il sintomo della presenza di edema polmonare.
Durante le crisi, e nei casi più gravi, le mucose della bocca possono essere bluastre (cianosi) e il cane rimane in posizione eretta con la testa stesa in avanti e gli arti anteriori allargati per cercare di migliorare l’ossigenazione. Le condizioni generali del cane sono variabili e dipendono dallo stadio evolutivo della malattia.
Nell’insufficienza cardiaca destra a risentirne è soprattutto il circolo venoso, che ristagna nei distretti periferici. Le vene sono turgide ed è possibile apprezzare un battito a livello delle vene giugulari (collo). Fegato e rene risentono del ristagno venoso e può comparire una riduzione del volume delle urine (oliguria).
Liquidi si accumulano nella cavità addominale e il ventre appare gonfio (ascite); talvolta anche gli arti sono gonfi. La ridotta funzionalità renale ed epatica portano il cane ad un lento e progressivo dimagramento.
L’insufficienza cardiaca totale o congestizia somma le due sintomatologie e in genere è la conseguenza dell’insufficienza cardiaca sinistra. Quando questa precaria situazione si scompensa sopraggiunge la morte dell’animale.

Diagnosi:
È piuttosto complessa e richiede un gran numero di controlli, soprattutto per l’impostazione di una corretta terapia. Gli esami cardiaci devono essere completi (auscultazione, elettrocardiogramma, ecografia-Doppler, radiografia). Importante è anche il controllo della funzionalità renale, epatica e respiratoria.

Terapia:
Il trattamento terapeutico deve iniziare prima possibile per evitare la rapida evoluzione della cardiopatia verso esiti irreversibili. In primo luogo devono essere prese precauzioni igieniche e lo stile di vita del cardiopatico deve cambiare radicalmente.
Nelle forme più lievi si lascia l’animale libero di muoversi come meglio crede ma non deve essere incitato all’attività fisica; nei casi più gravi ci si deve limitare a brevi passeggiate e il cane deve evitare anche le scale.
È importante anche tenere sotto controllo l’alimentazione evitando un eccessivo ingrassamento o provvedendo a ridurre il peso corporeo, soprattutto in caso di evidente obesità.
Bisogna poi limitare l’apporto di sodio usando alimenti appositi e acqua iposodica per limitare la formazione di edemi. La terapia farmacologica deve essere adattata per gradi in funzione dello stadio e delle reazioni alla malattia.
I farmaci usati sono cardiotonici (digitalici), diuretici (furosemide, spironolattoni), vasodilatatori (benazepril, enalapril). Questi farmaci devono essere usati sotto stretto controllo del veterinario, che provvederà anche ad aggiustare i dosaggi e a tenere sotto esame la funzionalità degli altri organi compromessi.
La terapia deve essere somministrata a vita.






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