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5 malattie batteriche del cane

Il cane è un animale sensibile, intelligente e leale: è l’amico fedele per antonomasia, è un prezioso ausiliario è un maestro di vita.

Di certo è l’essere vivente che più merita di essere amato dall’uomo, perché gli darà sempre immensamente di più di quanto potrà ricevere.

Rispetto al cane, l’uomo non ha soltanto “metà zampe”: è dimezzata anche la sua capacità di aprire (e di offrire) il proprio cuore.

I veri esseri umani sono quelli che hanno imparato a godere fino in fondo dell’immensità dei sentimenti di cui è capace un cane: ricambiano come possono, in modo incompleto e in perfetto… ma fanno del loro meglio, e almeno si rendono conto dell’immenso dono che ci è stato fatto (da Dio, dalla Natura o da qualsiasi altra cosa in cui ci piaccia credere) quando il cane è stato affiancato all’uomo.

Come tutte le cose meravigliose, purtroppo, anche il cane si ammala. Fortunatamente la medicina veterinaria ha raggiunto negli ultimi anni uno sviluppo notevole avvicinandosi per certi versi alla medicina umana, non da ultimo per l’importanza che i nostri amici animali hanno assunto per l’uomo.

Il cane ad esempio non è più solamente un animale da rendimento (lavoro, guardia ecc.) ma viene spesso e volentieri trattato come un membro della famiglia. È quindi comprensibile che lo vogliamo curare al meglio.

Ma vediamo meglio 5 malattie batteriche del cane (sintomatologia, diagnosi e prognosi, terapia e profilassi): Leptospirosi, Malattia di Lyme o Borelliosi, Brucellosi, Tetano e Tubercolosi. Buona lettura.

1. Leptospirosi

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La leptospirosi è una malattia contagiosa che colpisce, oltre al cane, molte specie animali, uomo compreso (zoonosi).
Esistono molti tipi di leptospire in grado di infettare il cane, ma le più comuni sono la Leptospira icterohemorrhagiae trasmessa soprattutto dal ratto e la Leptospira canicola trasmessa e diffusa dal cane stesso.
Il contagio avviene per contatto delle mucose con urina e feci infette o con acqua contaminata dalle stesse deiezioni.

Sintomatologia
L'incubazione della malattia è in genere di 5-6 giorni. Dopo il contagio la leptospira si moltiplica nel sangue e si diffonde nell'organismo provocando gravi danni agli organi interni (fase setticemica acuta).
Durante questa fase compare la febbre (40° - 41°C), il cane è abbattuto, a volte vomita, la congiuntiva è congesta. Dopo qualche giorno iniziano a comparire i sintomi dovuti al danno diretto al fegato, al rene e all'intestino.
Si fa evidente l'ittero e le mucose assumono una colorazione giallo-arancio caratteristica (color mattone). Il processo infiammatorio colpisce anche altri organi: cuore, occhio, cervello.
La temperatura scende sotto la norma, le feci sono emorragiche e il vomito è più frequente, l'urinazione è difficoltosa, l'urina è scarsa e di colore rossastro.
La morte può sopraggiungere in pochi giorni per insufficienza renale acuta, soprattutto quando a causare l'infezione è la Leptospira icterohemorrhagiae.
La Leptospira canicola può provocare una forma clinica inizialmente meno grave con sintomi meno evidenti ma, poiché il danno renale è sempre presente, l'esito è quasi sempre l'insufficienza renale.
La diminuzione della funzionalità renale provoca un grave stato tossico: l'uremia aumenta, compaiono ulcere nel cavo orale ed enterite emorragica. L'alito ha odore sgradevole; l'esito è il comma e la morte.
Se l'intervento è tempestivo l'insufficienza renale acuta può essere controllata ma l'alterazione progressiva e irreversibile delle funzionalità renali porta inesorabilmente verso l'insufficienza renale cronica.
Dall'insorgenza della malattia, i cani possono continuare ad eliminare la leptospira con le urine per almeno 15-20 giorni, diventando un grave pericolo per gli altri cani e per l'uomo. Sono stati segnalati cani portatori sani, soggetti cioè che non manifestano sintomi clinici, ma che difendono il microrganismo nell'ambiente.

Diagnosi e prognosi
I sintomi sono piuttosto caratteristici ma per una diagnosi certa sono necessari alcuni esami che confermino la presenza della leptospira. L'isolamento della leptospira è piuttosto difficile a pausa della sua scarsa resistenza nell'ambiente esterno e occorrono laboratori specializzati.
Si preferisce effettuare la titolazione degli anticorpi nel sangue che sono presenti a partire dal settimo giorno dall'insorgenza dei sintomi (forme subacute).
L'esame deve essere ripetuto a distanza di 10-12 giorni per accertare che ci sia un effettivo aumento del tasso anticorpale dovuto alla malattia in corso. Gli esami ematici evidenziano un aumento dell'uremia e della creatininemia accompagnati da un aumento degli enzimi epatici.
L'esame dell'urina rivela la presenza di albumina. La prognosi è sempre riservata a casa dell'alta mortalità e del danno renale irreversibile causato dal microrganismo.

Terapia
La leptospira è sensibile ad alcuni antibiotici (penicillina, streptomicina, spiramicina, tilosina ecc.) pertanto è fondamentale iniziare rapidamente una terapia mirata; la durata del trattamento dipende dal tipo di antibiotico utilizzato.
Deve essere inoltre tenuta sotto controllo l'insufficienza epatica (epatoprotettori, vitamina K, soluzione glucosata, soluzioni fisiologiche) e quella renale (controllo degli squilibri idroelettrolitici, diuretici, controllo dei livelli ematici di sodio, cloro e potassio).
In caso di guarigione clinica la funzionalità renale è sempre compromessa e il cane deve essere periodicamente tenuto sotto controllo.

Profilassi
Il miglioramento delle condizioni igienico sanitarie e la vaccinazione sistematica dei cani hanno reso questa malattia un'evenienza piuttosto rara o comunque è meno frequente che in passato.
La vaccinazione viene effettuata con le stesse modalità e insieme con quelle del cimurro e delle altre malattie virali. I cani a rischio (cani da caccia, cani che vivono in ambienti rurali) dovrebbero fare il richiamo almeno ogni 6 mesi.
Per limitare il rischio di infezione nei canili è opportuno tenere sotto controllo i ratti e i topi mediante derattizzazioni periodiche.

2. Malattia di Lyme o Borelliosi

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La malattia di Lyme prende il nome da una cittadina del Connecticut, Lyme appunto, dove nel 1975 si verificò un episodio epidemico di artrite nei bambini.
L'agente patogeno responsabile della malattia fu identificato solo nel 1982 da Burgdorfer da cui prese il nome: Borrelia burgdorfieri.
Attualmente la malattia è presente in tutto il mondo, Italia compresa. Viene trasmessa prevalentemente dall'Ixodes ricinus, zecca largamente diffusa nelle regioni temperate d'Europa.
Gli animali serbatoi della malattia sono soprattutto gli ungulati (daini, cervi ecc.) e i microroditori (arvicole, topi).
La zecca, attraverso il morso, funge da vettore passivo, trasmettendo la malattia da un animale malato ad un animale sano.

Sintomatologia
Nel cane la sintomatologia è caratterizzata da febbre accompagnata da dolori articolari, dolori muscolari e zoppia; le articolazioni sono in genere calde e aumentate di volume. Insieme a questi sintomi sono presenti debolezza, inappetenza e facile affaticamento.
Le manifestazioni cutanee, presente nell'uomo, nel cane sono assenti o passano inosservate. In rari casi la malattia provoca alterazioni cardiache e renali (miocardite, glomerulonefrite).

Diagnosi
A causa dei sintomi molto generici, la diagnosi clinica deve essere confermata da una diagnosi sierologica (ricerca di anticorpi specifici nel sangue).

Terapia
La malattia di Lyne è curabile con antibiotici specifici (tetracicline) soprattutto se somministrati precocemente e per un periodo non inferiore alle 2 settimane.

Profilassi
L'uomo e il cane si possono infettare frequentando zone boschive dove sono abbondanti i piccoli roditori e gli ungulati. Per i cani che vivono in città il rischio di contrarre la malattia è molto basso, se non inesistente.
Importante la prevenzione, che si basa su trattamenti antiparassitari regolari e controllo accurato del mantello del cane dopo una passeggiata nel bosco o nella macchia mediterranea.
Poiché la malattia colpisce anche l'uomo è bene controllare anche i vestiti per individuare eventuale presenza di zecche. La vaccinazione del cane è consigliabile se si frequentano spesso zone a rischio.

3. Brucellosi

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Questa malattia, oltre ad essere pericolosa per l'uomo (zoonosi), provoca gravi danni soprattutto negli animali destinati alla riproduzione.
Si trasmette in prevalenza con l'accoppiamento via placentare.
L'uomo si infetta attraverso la manipolazione di placente infette. Il microrganismo responsabile è la Brucella Canis, ma possono infettare il cane altri tipi di brucelle: Brucella abortus, Brucella melitensis, Brucella suis.

Sintomatologia
Nelle femmine non gravide i sintomi sono pressoché inesistenti, ci può essere soltanto un aumento generalizzato dei linfonodi e della milza che spesso passa inosservato. Nelle cagne gravide si verifica aborto improvviso tra il 45º e il 60º giorno.
A volte si può avere la nascita di cuccioli prematuri che muoiono nell'arco di pochi giorni. La brucella viene eliminata dalla cagna per molte settimane dopo l'aborto contribuendo alla diffusione della malattia.
Anche nel maschio la brucella aggredisce gli organi genitali provocando infiammazione ai testicoli (orchite) e alla prostata. I testicoli sono aumentati di volume e doloranti alla palpazione.
Una volta superato lo stato infiammatorio acuto i testicoli possono andare incontro ad atrofia. Il liquido seminale può essere infettante per mesi.

Diagnosi e prognosi
Quando in un allevamento si verificano aborti a fine gravidanza ed elevata mortalità neonatale bisogna subito prendere in considerazione l'eventualità di un'infezione da brucella.
La diagnosi certa si ha con l'isolamento della brucella dal materiale infetto (invogli fetali, cuccioli morti, liquido seminale). Il prelievo deve essere fatto da tecnici esperti, vista la pericolosità della malattia anche per l'uomo.
È consigliabile rivolgersi agli Istituti Zooprofilattici. A tutti gli animali presenti nell'allevamento deve essere fatto il prelievo di sangue per verificare l'eventuale presenza di anticorpi.
L'esame deve essere ripetuto dopo un mese. Gli animali positivi devono essere isolati e sottoposti a terapia. La prognosi è sempre riservata; nonostante la guarigione clinica, infatti, gli animali possono rimanere sterili o portatori.

Terapia
La terapia è a base di antibiotici specifici e deve essere effettuata per almeno 6 settimane. Gli animali infetti devono essere trattati con la massima attenzione (rischio per l'uomo) ed esonerati e per sempre dalla riproduzione. Nei cani risultati infetti è preferibile la sterilizzazione chirurgica sia nei maschi che nelle femmine.

Profilassi
Non esistono vaccini.

4. Tetano

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Il Clostridium tetani, batterio responsabile della tossinfezione tetanica, è in grado di sopravvivere per anni nel terreno formando spore quiessenti.
Nel momento in cui le spore vengono in contatto con un ambiente favorevole al loro sviluppo (ferite profonde), si "risvegliano", e i batteri iniziano a moltiplicarsi provocando l'infezione.
Nel cane l'infezione da Clostridium tetani è un'eventualità piuttosto rara.
I casi riscontrati sono sporadici e sono conseguenti a ferite gravi, profonde e non disinfettate oppure ad un intervento chirurgico effettuato senza l'opportuna asepsi.
La malattia non è contagiosa ed è causata non tanto dal danno diretto del microrganismo quanto dall'azione delle neurotossine prodotte dal bacillo stesso.

Sintomatologia
I sintomi compaiono dopo 7-21 giorni di incubazione. Il cane inizia a manifestare andatura rigida, i muscoli sono contratti, duri al tatto. A causa della contrazione dei muscoli oculari, la terza palpebra diventa evidente.
Le mascelle sono serrate (trisma mandibolare). Successivamente si verificano degli attacchi convulsivi scatenati da piccole sollecitazioni esterne (luce, rumori) e caratterizzati da contrazioni spastiche diffuse a tutto il corpo.
Durante l'attacco si verifica anche un aumento della temperatura corporea e della frequenza cardiaca. La morte sopraggiunge per arresto respiratorio (spasmo della laringe).

Diagnosi e prognosi
Il sospetto di tetano insorge quando l'animale ha avuto una ferita profonda trascurata o un intervento chirurgico. È importante escludere avvelenamenti da agenti convulsivanti che hanno sintomatologia simile. La prognosi è sempre riservata in quanto la mortalità è sempre piuttosto elevata (50% dei casi).

Terapia
Il clostridio si sviluppa in assenza di ossigeno, quindi le ferite superficiali non sono a rischio di tetano. Le ferite profonde e penetranti devono essere sempre disinfettate accuratamente, preferibilmente con acqua ossigenata.
In presenza di ferite di vecchia data è necessaria un'accurata pulizia chirurgica per rimuovere tessuti morti e sporcizia. Quando la tossinfezione è in corso, la terapia d'elezione è a base di antibiotici (penicillina) e miorilassanti.
Gli antibiotici, somministrati per almeno due settimane, hanno il compito di impedire la moltiplicazione batterica e quindi impedire la produzione di nuova tossina, i miorilassanti servono per ridurre gli effetti delle crisi tetaniche.
Il cane durante la terapia deve essere tenuto in un luogo tranquillo, silenzioso e buio per evitare sollecitazioni che possano scatenare la crisi. L'alimentazione deve essere effettuata per via nasogastrica tramite una piccola sonda. La somministrazione di siero antitetanico ha un'efficacia discutibile.

Profilassi
Vista la rarità della malattia i cani vengono vaccinati. Esiste comunque la possibilità di vaccinazione che può essere praticata in cani che vivono in ambienti a rischio (scuderie).



5. Tubercolosi

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La tubercolosi nel cane è ormai una eventualità molto rara.
La drastica riduzione della tubercolosi nell'uomo ha portato conseguentemente alla riduzione della malattia nel cane: era piuttosto frequente che il cane si contagiasse proprio dall'uomo.
Del resto è anche vero che il cane tubercolotico può trasmettere la malattia all'uomo. In ogni modo, poiché la tubercolosi non è scomparsa, l'eventualità di un'infezione, se pur remota, è sempre presente.
L'agente causale della tubercolosi nel cane in prevalenza il Mycobacterium tubercolosis (tipo umano), più raramente il Mycobacterium bovis (tipo bovino).
La malattia è contagiosa e il cane si infetta prevalentemente per via respiratoria.

Sintomatologia
La malattia ha una sintomatologia molto varia e complessa che dipende in gran parte dal grado di reattività dell'animale all'infezione. Gli animali già debilitati e immunodepressi presentano una sintomatologia più grave e un'evoluzione più rapida.
Il primo stadio dell'infezione può passare inosservato; il micobatterio infatti, una volta penetrato nel polmone, subisce l'attacco delle difese immunitarie e le lesioni primarie possono rimanere circoscritte e quiescenti per lunghi periodi di tempo, anche per tutta la vita.
Spesso gli unici sintomi presenti sono molto generici (facile affaticamento, inappetenza). Se le difese immunitarie vengono a cadere (altre malattie debilitanti, situazioni stressanti, denutrizione ecc.) il micobatterio riprende la sua diffusione che può essere circoscritta all'organo di ingresso (polmone) o andare ad interessare altri organi.
Le localizzazioni più frequenti sono toraciche (broncopolmonite e pleurite), addominali (intestino, fegato, milza), ossa e cutanea. In questa fase compaiono i sintomi di una broncopolmonite grave con tosse grassa, respirazione affannosa, pleurite, febbre alta o intermittente.
Nella forma addominale il fegato e la milza sono aumentati di volume e la loro funzionalità è compromessa. L'evoluzione della malattia porta ad un dimagramento progressivo, anemia grave, tosse continua, ingrossamento dei linfonodi, febbre e morte dell'animale nel giro di 3-6 mesi.

Diagnosi e prognosi
Nell'animale in vita la diagnosi clinica è molto difficile a causa dei sintomi molto variabili e complessi. Il sospetto deve sorgere quando l'animale, oltre alla tosse continua, presenta un dimagrimento progressivo inarrestabile che lo porta ad uno stato di estrema consunzione.
Nel caso di sospetta tubercolosi è di fondamentale importanza sottoporre l'animale ad approfondite indagini di laboratorio volte all'individuazione del micobatterio (esame batteriologico in laboratori specializzati) nei tessuti colpiti.
I prelievi vengono fatti nei distretti interessati: lavaggio tracheale, aspirazione del liquidò pleurico, biopsia enterica, ossea e cutanea. I test allergici non sono molto affidabili e sono di difficile interpretazione. Tra questi, quello che dà una migliore affidabilità, è il BCG test. Sono possibili test sierologici.

Terapia e profilassi
In caso venga accertata la tubercolosi nel cane, è obbligatorio segnalare la presenza della malattia alla ASL in modo che disponga accertamenti sanitari sul proprietario e su tutti i membri della famiglia.
A causa del grave pericolo per la salute pubblica e per la difficoltà di attuare una terapia risolutiva, i cani malati di tubercolosi devono essere sottoposti ad eutanasia.






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