Il pesce spagnolo, le ostriche francesi, il pollo polacco: secondo la classifica del 2019 di Coldiretti, questi tre alimenti – presenti nei nostri supermercati e quindi sulle nostre tavole – generano maggiori rischi per la salute.
Seguono nocciole, cozze, arachidi, manzo: tutti provenienti dall’estero.
Troppo inquinato da mercurio e per di più infestato dal verme parassita Anisakis: ecco perché il pesce proveniente dalla Spagna guida la classifica Coldiretti dei dieci cibi più contaminati (vedi tabella qui sotto), con il maggior numero di segnalazioni ricevute dal sistema di allarme europeo (RASSF).
In questo elenco di cibi, di cui nessuno è prodotto in Italia, gli agenti contaminanti sono ricorrenti e ne abbiamo contati sei.
Sono piuttosto insidiosi, perché, eccetto l’Anisakis – che con un po’ di attenzione è visibile a occhio nudo – sono invisibili. Il cibo contaminato non presenta infatti alcuna alterazione di colore, odore, sapore o consistenza.
Abbiamo messo i sei contaminanti sotto la lente: da dove arrivano, quali sono i danni per la salute, come possiamo proteggerci.
1. Salmonella e mercurio
- Salmonella: ce ne sono 2.000 varianti
Che cos’è e dove si trova
La Salmonella è l’agente batterico più diffuso tra le infezioni trasmesse con gli alimenti.
Fu segnalata per la prima volta nel 1886 in un caso di peste suina dal medico statunitense Daniel Elmer Salmon, dal quale prende il nome.
È presente in natura con più di 2.000 varianti, ma sono due i ceppi più diffusi nell’uomo e nelle specie animali, tra cui il più comune è S. enteritidis. I principali serbatoi dell’infezione sono gli animali e i loro derivati (carne, uova e latte consumati crudi o non pastorizzati) e l’ambiente (acque non potabili).
Conseguenze per la salute
I sintomi variano dai semplici disturbi gastrointestinali fino a infezioni più gravi a carico di ossa e meningi. Per fortuna la malattia ha quasi sempre decorso benigno e non richiede il ricovero in ospedale.
Come evitarla
Bisogna sanificare tutti gli utensili e i macchinari dedicati alla produzione di alimenti, lavare frutta e verdura prima della manipolazione e del consumo, lavare le mani prima, durante e dopo la preparazione degli alimenti, cuocere tutti i cibi derivati da animali, soprattutto pollame, maiale e uova.
- Mercurio: si accumula nei pesci grandi
Che cos’è e dove si trova
I pesci di grossa taglia, poiché si nutrono di grandi quantità di pesci più piccoli, tendono ad accumulare più sostanze inquinanti provenienti dal mare, soprattutto il mercurio, che nelle acque marine è presente sotto forma di metilmercurio, molto tossico, proveniente dagli scarichi industriali e dai giacimenti di gas naturale.
Conseguenze per la salute
I danni maggiori da accumulo di metilmercurio sono a carico del tessuto nervoso. Alle donne incinte e ai bambini è sconsigliato mangiare pesci di grossa taglia.
Come evitarlo
I nutrizionisti raccomandano di non eccedere con il consumo di pesci grandi, per esempio tonno e pesce spada.
2. Anisakis, il parassita che viene dal mare
- Che cos’è e dove si trova
È un verme del genere dei nematodi che può infettare l’uomo risalendo dalla catena alimentare a partire dall’acqua di mare, dove vivono abitualmente le sue larve, che vengono ingerite dai piccoli crostacei a loro volta preda di pesci che poi finiscono sulle nostre tavole.
Le larve di Anisakis misurano da 1 a 3 centimetri, sono visibili a occhio nudo, di colore dal bianco al rosato, sono sottili e tendono a presentarsi arrotolate su se stesse conficcate nelle carni dei pesci crudi.
I prodotti ittici di solito più contaminati sono il pesce spatola, lo sgombro, il merluzzo, il totano, le alici. Le larve di Anisakis sono visibili a occhio nudo: misurano da 1 a 3 centimetri.
- Conseguenze per la salute
Quando infettano la mucosa gastrica umana, le larve provocano una forte infiammazione (anisakiasi) che si manifesta con dolori addominali, nausea, vomito, diarrea, orticaria e può degenerare in peritonite, una grave infiammazione della membrana sierosa che riveste i visceri e la cavità addominale.
I sintomi scompaiono dopo avere rimosso le larve dall’apparato digerente.
- Come evitarlo
ll pesce deve essere eviscerato in modo che le larve non migrino nel muscolo, va inoltre controllato visivamente e, se è destinato al consumo a crudo, deve essere prima congelato a -20 °C per 24 ore, oppure a -15 o -18 °C (congelatore domestico a 3 stelle) per 96 ore.
Anche la salatura uccide le larve, purché il pesce non sia consumato prima di 6 settimane, così come l’affumicatura a caldo.
Quella a freddo non è sufficiente. La marinatura non è efficace. Le larve muoiono con la cottura purché a temperatura superiore a 60 °C per almeno un minuto e per 10 minuti nei tranci di pesce più spessi (3 centimetri).
3. Ostriche: un virus invece di una perla
- Che cos’è e dove si trova
Si chiama Norovirus o virus di Norwalk, dal nome della città statunitense dell’Ohio centro di un’importante epidemia di gastroenterite nel 1968, e può contaminare soprattutto acqua e alimenti come i frutti di mare specie se crudi (in particolare le ostriche), la verdura fresca, i frutti di bosco, le erbe e le spezie.
- Conseguenze per la salute
I sintomi dell’intossicazione sono comuni alle gastroenteriti: nausea, vomito, soprattutto nei bambini, diarrea acquosa, crampi addominali, a volte una leggera febbre. La maggior parte delle persone guarisce in 1-2 giorni senza complicazioni.
- Come evitarlo
Bisogna rispettare le norme igieniche nella manipolazione e distribuzione dei cibi (lavarsi le mani, pulire e sanificare le superfici dove si lavorano gli alimenti).
I Norovirus sopravvivono a temperature sopra i 60 °C e anche in presenza del cloro con cui si disinfettano le acque potabili.
Poiché la carica virale resiste per settimane nei tessuti dei molluschi, le ostriche non andrebbero consumate crude, anche a costo di contraddire radicate tradizioni culinarie da gourmet!
4. Occhio alle tossine nella frutta secca
- Che cos’è e dove si trova
Le aflatossine sono prodotte dal metabolismo di funghi come Aspergillus flavus (da cui il nome) e Aspergillus parasiticus che si sviluppano, invisibili a occhio nudo, su cereali (soprattutto mais), semi oleaginosi (come le arachidi), spezie, granaglie, frutta secca ed essiccata, sia durante la coltivazione sia durante il raccolto e l’immagazzinamento.
Gli ambienti caldo-umidi favoriscono lo sviluppo dei funghi e delle loro tossine.
- Conseguenze per la salute
L’aflatossina più pericolosa è la B1, capace di provocare mutazioni nel DNA (genotossica) e cancerogena per il fegato. Nel 1993 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (AIRC) l’ha inserita nel Gruppo 1 delle sostanze “cancerogene per l’uomo”.
La raccomandazione degli esperti è di mantenere il livello di esposizione il più basso possibile.
- Come evitarle
Per il consumatore è molto difficile, se non impossibile, adottare precauzioni contro le aflatossine, dato che la contaminazione si verifica durante le fasi di coltivazione e lavorazione degli alimenti. I prodotti di origine italiana danno più garanzie, perché in Italia i controlli sono più severi.
5. Escherichia coli: da ospite a nemico
- Che cos’è e dove si trova
L’Escherichia coli è la specie di batterio più nota del genere Escherichia. Fa parte della normale flora intestinale dell’uomo e di altri animali.
Nonostante la maggior parte dei ceppi di E. coli sia innocua, ne esistono alcuni che mettono a rischio la salute umana, tra i quali i più aggressivi liberano tossine (E. coli Shigatoxin). L’infezione può provenire da acqua o cibo contaminati, specie frutta e verdura crudi, latte non pastorizzato e carne non cotta.
- Conseguenze per la salute
Il batterio causa disturbi gastrointestinali di diversa gravità.
- Come evitarlo
Non consumare carne che non sia cotta a sufficienza e latte non pastorizzato, lavare accuratamente gli alimenti crudi, lavarsi bene le mani prima di cucinare, dopo essere stati in bagno e dopo avere toccato animali, lavare gli utensili da cucina con acqua calda e sapone prima e dopo il contatto con cibi crudi.
Note
Questi invece sono falsi allarmi
1 Il pesto è cancerogeno
Non è vero.
Cancerogena è una sostanza, il metileugenolo, contenuta nelle foglie di piantine giovani di basilico (sotto i 10 cm di altezza), ma per esempio anche nel finocchio e nelle banane.
Si è dimostrata pericolosa solo in dosi 100-1.000 volte superiori a quelle assunte con la normale alimentazione.
Quando la pianta di basilico cresce, la sostanza si trasforma in eugenolo, che non ha rischi.
Il consiglio: preparare il pesto con le foglie più grandi.
2 Il glutine è veleno
Al contrario, se non si soffre di celiachia – una patologia che va diagnosticata da specialisti con esami di laboratorio (del sangue e dei villi intestinali) – non ha senso escludere questa proteina dalla dieta.
Oltretutto i prodotti in commercio senza glutine sono spesso più calorici e più ricchi di grassi.
3 Creata la fragola-pesce che resiste al gelo
Sarebbe un presunto OGM creato inserendo geni di pesce artico nel DNA della fragola, ma in realtà mai uscito da alcun laboratorio!