A ogni epoca il suo medico2-800x400

A ogni epoca il suo medico

Dall’aspirina all’antibiotico contro influenza e infezioni, dalla diagnosi di una malattia alla sua cura, malati o sani come pesci, oggi tendiamo a dare per scontati i benefici della medicina.

Ma basterebbe dare un’occhiata al passato per capire che tutte le conoscenze moderne sono frutto di un processo culturale, scientifico e tecnologico durato decine di secoli.

Tradizionalmente si fa risalire l’origine della medicina occidentale al medico greco Ippocrate di Kos (V-IV secolo a.C.), al quale si deve la separazione della medicina dalla religione, una forma di conoscenza ottenuta con razionalità metodologica e lo sviluppo di una professione basata sulla competenza.

Aspetti che tuttavia si ritrovano, prima id Ippocrate, anche nella medicina egizia, sebbene diluiti nel tempo e intrecciati con la magia.

Nel mondo antico non sono mai esistiti luoghi pubblici per la formazione dei medici, qualcosa di simile alle facoltà di medicina: il medico greco-romano doveva caratterizzarsi per la profondità delle sue conoscenze, apprese da un maestro riconosciuto.

Nel Medioevo, la medicina ruotava attorno ai monasteri e agli ospizi per il ricovero di stranieri e pellegrini. Ma attorno al Mille, un centro di insegnamento ebbe particolare rilievo in Occidente: la Scuola medica salernitana, che ispirò profondamente il successivo sviluppo dell’arte sanitaria.

Il punto di svolta che ha segnato il passaggio dalla medicina antica a quella moderna fu, indubbiamente sul piano metodologico, il superamento nel mondo cristiano, fra Medioevo e Rinascimento, dell’antico tabù che impediva la dissezione del cadavere a scopo conoscitivo: un ostacolo sempre presente nella storia della medicina, a eccezione di un breve periodo transitorio in epoca ellenistica.

Ma quali sono le grandi scoperte mediche del passato che ci hanno migliorato la vita?
Sicuramente l’introduzione delle procedure di vaccinazione, che hanno permesso di prevenire molte malattie infettive ampiamente diffuse e devastanti;
alla base dell’igiene e delle misure contro le infezioni, la dimostrazione (grazie ad Agostino Bassi e successivamente a Louis Pasteur e Robert Koch) che le malattie contagiose sono dovute ai microrganismi;
lo sviluppo dell’anestesia, che ha reso possibile l’esistenza della moderna chirurgia in tutte le sue articolazioni;
– la scoperta dell’insulina, che da un giorno all’altro permise di salvare migliaia di diabetici in tutto il mondo;
– l’identificazione degli antibiotici;
– lo sviluppo delle neuroscienze e, parallelamente, della neuro e psicofarmacologia;
– infine la medicina preventiva, sociale e del lavoro.

Ecco alcune persone celebri che con il loro impegno, genialità e preparazione, attraverso i secoli,  hanno contribuito a migliorarci la vita!

1. Ippocrate di Kos, Galeno di Pergamo e la Scuola Medica Salerinatana

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  • Ippocrate di Kos (V sec a.c.)
    Il “padre della medicina” Ippocrate (in foto) trasforma le pratiche curative magiche in una scienza basata sull’osservazione e sulla spiegazione razionale dei fenomeni, attribuendo alla professione di dottore una nuova etica.
    I suoi studi di medicina clinica sono raccolti nel Corpus Hippocraticum. Non del tutto certa, però, è l’attribuzione del Giuramento di Ippocrate, che ancora oggi i medici sono obbligati a sottoscrivere prima d’intra- prendere la professione.
  • Galeno di Pergamo (II sec d.C.)
    Il medico greco Galeno elabora la teoria umorale, che vede la cura come tentativo di bilanciare all’interno del corpo quattro elementi (sangue, bile gialla, flegma e bile nera). Questa visione influenzerà la medicina occidentale fino al Rinascimento.
    Pur rifacendosi agli scritti di Ippocrate, Galeno amplia la dottrina medica dell’epoca introducendo lo studio sistematico dell’anatomia.
  • Scuola medica salernitana (IX-X sec.)
    È la più importante istituzione medica del Medioevo, il cui lavoro non si basa solo sul sistema degli umori, ma anche su nozioni di fitoterapia e farmacologia provenienti dalla traduzione di testi arabi ed ebraici.
    La novità principale è costituita dalla cultura della prevenzione, mutuata dall’esperienza quotidiana nella cura del malato e da una serie di norme igieniche raccolte nel Regimen sanitatis salernitanum.

2. Andrea Vesalio, Edward Jenner e Louis Pasteur

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  • Andrea Vesalio e l’anatomia moderna (1543)
    Il medico fiammingo Andrea Vesalio (in foto) rigetta completamente i principi della medicina galenica, dedicandosi in modo sistematico alla dissezione di cadaveri umani (fino ad allora eseguita solo su animali), dalla cui pratica scaturisce la pubblicazione di un’opera enciclopedica intitolata De humani corporis fabrica, uno dei testi base dell’anatomia moderna.
  • Edward Jenner inocula il primo vaccino (1796)
    Il medico inglese Edward Jenner inocula per la prima volta il vaiolo bovino in un bimbo sano. Dopo due mesi, inietta nello stesso soggetto materiale infetto proveniente da un uomo malato, ma il bambino non contrae il virus.
    Nasce così il primo vaccino, frutto di un’intuizione del medico inglese: aveva compreso che l’inoculazione del vaiolo bovino aveva provocato una malattia attenuata nel bambino, che aveva così sviluppato le difese immunitarie per difendersi dal virus.
  • Louis Pasteur e i batteri (1880)
    Il chimico francese Louis Pasteur, considerato il fondatore della microbiologia, è ricordato per i suoi studi sui microrganismi e sulla trasmissione delle malattie.
    I suoi studi danno ai chirurghi l’impulso per formulare una riforma ospedaliera che impone la pulizia assoluta degli strumenti e delle mani (che già l’ungherese Ignac Semmelweiss, nella prima metà dell’800 aveva capito essere causa di infezioni letali) riducendo così drasticamente i casi di setticemie e decessi post-operatori.

3. Robert Koch e Conrad Röntgen

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  • Robert Koch sconfigge la tubercolosi (1882)
    Il batteriologo e microbiologo tedesco Robert Koch (in foto), eterno rivale di Louis Pasteur, isola il cosiddetto bacillo di Koch, l’agente patogeno responsabile della tubercolosi nell’uomo (Mycobacterium tuberculosis) e ne studia il ciclo vitale.
    Si tratta di una scoperta sensazionale. A cavallo tra Ottocento e Novecento, la “peste bianca” (così si soprannominava la tubercolosi) era infatti la principale causa di morte in Europa e negli Stati Uniti.
  • Conrad Röntgen inventa la radiografia (1897)
    Il fisico tedesco Conrad Röntgen scopre per caso i raggi X mentre sta conducendo un esperimento nel suo laboratorio. Nei giorni seguenti scopre che si tratta di potenti radiazioni che permettevano di visualizzare l’interno del corpo.
    Nel giro di pochi mesi la tecnica si diffonde, consentendo di perfezionare le diagnosi di dentisti e ortopedici.
    Già durante la Prima guerra mondiale gli eserciti si dotarono di un servizio di radiologia al seguito.

4. Felix Hoffmann e Alexander Fleming

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  • Felix Hoffmann e la “riscoperta” dell’aspirina (1897)
    Un rimedio simile era già stato citato da Ippocrate nel V secolo a.C.: un estratto dalla corteccia di salice capace di alleviare febbre e dolori, che provocava, però, un gran mal di stomaco.
    Il chimico tedesco Felix Hoffmann (in foto), per curare la malattia reumatica del padre, ha l’intuizione di modificarne la formula aggiungendo al composto un gruppo chimico chiamato acetile, in modo da ridurre gli effetti collaterali dell’acido salicilico.
  • Alexander Fleming e la penicillina, primo antibiotico (1928)
    Il medico inglese Alexander Fleming, durante un esperimento, nota che una macchia di muffa (Penicillium notatum), depositata su una delle sue piastre, dissolve le colonie batteriche tutt’intorno.
    L’efficacia del fungo viene testata su vari batteri: è in grado di distruggere streptococchi, stafilococchi e i bacilli di difterite e carbonchio.
    Il biologo nel 1945 riceverà il premio Nobel per aver isolato la sostanza antibiotica chiamata penicillina.





5. Gerhard Domagk, Daniel Bovet e Joseph Murray

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  • Gerhard Domagk e la scoperta dei sulfamidici (1932)
    Non sono solo gli antibiotici a distruggere i batteri. A dimostrarlo è il microbiologo tedesco Gerhard Domagk (in foto), che riesce a curare sua figlia con i sulfamidici.
    Si tratta di una classe di farmaci che non uccide i microrganismi, ma ha la proprietà di impedirne la riproduzione, arrestando così in maniera efficace la diffusione e il progredire delle infezioni.
  • Daniel Bovet e il primo antistaminico (1937)
    Il biochimico di origine svizzera Daniel Bovet, studiando il meccanismo di azione antibatterica dei sulfamidici, scopre il primo antistaminico.
    Si tratta di farmaci capaci di contrastare le reazioni allergiche e lo shock anafilattico.
    Grazie a questa scoperta Bovet riceverà il premio Nobel per la medicina, nel 1957.
  • Joseph Murray e il primo trapianto (1954)
    L’équipe medica di Joseph Murray, dell’ospedale di Boston, esegue con successo il primo trapianto di un organo.
    Si tratta del rene sinistro estratto dal fratello gemello di un paziente affetto da una grave insufficienza renale.
    In seguito si svilupperanno molti studi per scoprire i meccanismi che determinano la compatibilità degli organi in modo da diffondere e perfezionare questa tecnica.








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