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Cane da orso della Carelia (Karjalankarhukoira): un cane estremamente fedele, indipendente, coraggioso e tenace

Il Karjalankarhukoira, ossia il Cane da Orso della Carelia (la Carelia è una provincia di frontiera tra la Russia e la Finlandia), è ugualmente conosciuto più semplicemente come Careliano.

È un cane da caccia nordico, parente del Laika, cane da caccia di tipo Spitz frequentemente impiegato in Russia e in particolare in Siberia.

Se si prevede di acquistare un Careliano bisogna agire con conoscenza di causa.

In effetti, questo cane non deve essere confuso con i suoi cugini, i cani da slitta: non possiede per nulla un temperamento adatto alla vita cittadina, contrariamente, per esempio, al Loulou di Pomerania o allo Spitz nano.

Il Cane da Orso della Carelia è prima di tutto un cane da caccia e più particolarmente da caccia alla selvaggina di grossa taglia: orso, evidentemente, ma anche cinghiali, caprioli, alci…  Niente lo ferma, né il freddo, né la pioggia.

Il Cane da Orso della Carelia, che si è affermato come un temibile cacciatore, non è evidentemente fatto per vivere in appartamento.

Alla persona incauta che non ne tenesse conto, l’animale lo ricorderà con vigore: per quanto capace di rimanere per lunghe ore in un salotto in tutta tranquillità, provocherà gravi danni al mobilio, per esempio, se non può uscire quando gli aggrada.

Ha perciò bisogno di un vasto giardino nel quale — in mancanza di cinghiali o di orsi — darà implacabilmente la caccia a ratti e a topi. Bisogna sapere che, come un buon numero di cani da caccia, anche questo cane ama scavare la terra… naturalmente senza curarsi troppo delle coltivazioni.

Il Cane da Orso della Carelia piacerà a tutti coloro che non amano i cani scendiletto. Invece, è vivamente sconsigliato scoprire un’improvvisa passione per questa razza semplicemente per averne visto una cucciolata: certo, assomigliano ad adorabili panda, ma la loro docilità scomparirà molto presto…

Oggi conosceremo tante cose molto interessanti sul cane da orso della Carelia (Karjalankarhukoira): un cane estremamente fedele ed indipendente. Scopriamole insieme.

 

1. Origine e storia

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Il Karjalankarhukoira, ossia il Cane da Orso della Carelia (la Carelia è una provincia di frontiera tra la Russia e la Finlandia), è ugualmente conosciuto più semplicemente come Careliano.

È un cane da caccia nordico, parente del Laika, cane da caccia di tipo Spitz frequentemente impiegato in Russia e in particolare in Siberia.

I Finlandesi hanno scoperto il Cane da Orso della Carelia all’inizio degli anni Venti, quando, in seguito alla Rivoluzione di Ottobre, numerosi russi accompagnati dai loro cani preferiti decisero di fuggire dal loro paese.

Il successo di questo cane fu abbastanza rapido. Dalla notte dei tempi, in effetti, la caccia all’orso è una delle attività più premiate dai finnici; così, sedotti dalle qualità di cane da corsa del Careliano, essi adottarono questa razza e, già negli anni Trenta, ne iniziarono l’allevamento.

Tuttavia questa ambizione fu contrastata dalla seconda guerra mondiale e, alla fine di questa, non erano sopravvissuti che una cinquantina di esemplari, a partire dai quali si potè comunque far progressivamente ripartire l’allevamento.

Apprezzato in Finlandia, soprattutto per la caccia all’orso, il Karjalankarhukoira si è comunque fatto una solida reputazione come cacciatore di alci.

Numerosi allevamenti producono cani essenzialmente destinati a questo scopo, alcuni applicandosi peraltro maggiormente all’aspetto degli esemplari e alla loro conformità allo standard.

Utilizzato in alcuni paesi dell’Est europeo, e più particolarmente in Polonia, ha fatto un’entrata alla grande anche in Germania; in Svizzera, al contrario, i tentativi per introdurlo sono in genere falliti.

In Italia e in Francia la razza è ancora molto poco conosciuta.

2. Comportamento

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Se si prevede di acquistare un Careliano bisogna agire con conoscenza di causa.

In effetti, questo cane non deve essere confuso con i suoi cugini, i cani da slitta: non possiede per nulla un temperamento adatto alla vita cittadina, contrariamente, per esempio, al Loulou di Pomerania o allo Spitz nano.

Il Cane da Orso della Carelia è prima di tutto un cane da caccia e più particolarmente da caccia alla selvaggina di grossa taglia: orso, evidentemente, ma anche cinghiali, caprioli, alci... Niente lo ferma, né il freddo, né la pioggia.

Una cinofila tedesca, Margaret Wunsch, stupita per la resistenza e la determinazione di questo cane, ha chiesto a dei Finlandesi:
«Come fate a educare i vostri cani?». «Sono così per natura», le hanno risposto i cacciatori di alci, «la passione per la caccia è innata in loro. Il fatto che siano attirati dall’alce detta loro naturalmente un determinato comportamento [...].
Come regola generale, lo sentono fino a 800 metri di distanza. Dei cani esperti possono sentire l’alce a chilometri di distanza e seguono senza errori la traccia di un giorno. Abbaiano, puntano l’alce, se è fermo, e seguono senza farsi sentire la traccia della bestia in fuga. Il padrone deve seguirli...
Il cane lo aspetta un po’ ogni tanto e poi riparte: alza solo il naso, riprende la traccia e riparte fino a scovare l’alce. Allora il suo abbaiare è il segnale infallibile del successo».

Il Cane da Orso della Carelia, che si è affermato come un temibile cacciatore, non è evidentemente fatto per vivere in appartamento. Alla persona incauta che non ne tenesse conto, l’animale lo ricorderà con vigore: per quanto capace di rimanere per lunghe ore in un salotto in tutta tranquillità, provocherà gravi danni al mobilio, per esempio, se non può uscire quando gli aggrada.

Ha perciò bisogno di un vasto giardino nel quale — in mancanza di cinghiali o di orsi — darà implacabilmente la caccia a ratti e a topi. Bisogna sapere che, come un buon numero di cani da caccia, anche questo cane ama scavare la terra... naturalmente senza curarsi troppo delle coltivazioni.

Si dice talora del Karjalankarhukoira che è al tempo stesso un angelo e un demonio. Non bisogna affatto fidarsi dell'immagine che ci si può fare di lui osservandolo nell’ambito di un’esposizione: arrotolato a palla in una gabbia, con le orecchie basse e l’occhio triste, sembra molto calmo.

Non è che l’apparenza, e il suo temperamento focoso si rivelerà non appena un suo simile passerà nei suoi pressi: si lancerà con le zanne ben in vista, l’occhio spalancato e crudele, i muscoli tesi.

Questo cane nordico ha bisogno di dominare gli altri cani: occorre, pertanto, sapergli imporre la calma in caso di bisogno. Un’ulteriore conferma che il Cane da Orso della Carelia, animale eccezionale, esige un padrone eccezionale. In realtà non è facile educare questo cane dal temperamento molto indipendente.

«Ci penserei due volte se non tre prima di assumermi l’impegno di iniziare l’addestramento di un Careliano», si leggeva in una rivista britannica qualche anno fa. «Non è mai un cane da compagnia», rincara Margaret Wunsch. Ecco delle parole che dovrebbero scoraggiare gli appassionati poco avveduti...

Il Careliano, pertanto, deve essere educato molto presto, all’età di due o tre mesi, se si desidera che obbedisca un po’. Molto cocciuto, manifesta una netta tendenza ad agire unicamente in funzione della sua buona volontà. Più di un proprietario può perdere la pazienza di fronte a un comportamento simile.

Bisogna, soprattut­to, evitare di batterlo. Molto intelligente, il Careliano è un cane che deve essere educato con fermezza, ma in modo dolce. Solo un’azione condotta con criteri psico­ logici si rivelerà efficace.

Un’educazione rigorosa è particolarmente indispensabile quando il cane non svolge attività di caccia, perché il suo equilibrio dipenderà allora totalmente dai rapporti che manterrà con il padrone.

Se sa mostrarsi incline al gioco, il Karjalankarhukoira è però incapace di giocare con dolcezza e le sue manifestazioni di affetto possono gettare a terra un adulto. Tuttavia, in presenza di bambini e di persone anziane è capace in linea di massima di moderare la sua foga naturale.

Lo si sarà compreso: il compagno ideale del Careliano è una persona adulta in buona salute e amante dello sport, se possibile cacciatore. Correre, saltare, lanciarsi... niente fa più piacere a questo cane con l’argento vivo addosso.

E peraltro prudente tenere ben chiuso il giardino entro il quale si trova, poiché è capace di effettuare salti di 2 metri d’altezza praticamente senza slancio... E, se gli riesce di scappare, non tarderà a conquistare i pollai dei dintorni!

Non bisogna addestrare questo cane all’attacco: la sua forza straordinaria e la sua aggressività latente lo trasformerebbero, infatti, in un’arma pericolosa, difficile da controllare.

In ogni modo, il Cane da Orso della Carelia non ha la vocazione a diventare un cane da guardia (anche se segnala abbaiando, sia pure intempestivamente, l’arrivo di ogni persona estranea).

Se non si mostra mai servile, il Careliano è pur sempre un cane estremamente fedele e, malgrado il suo carattere difficile, ci si può fidare completamente di lui. Il Cane da Orso della Carelia piacerà a tutti coloro che non amano i cani scendiletto.

Invece, è vivamente sconsigliato scoprire un’improvvisa passione per questa razza semplicemente per averne visto una cucciolata: certo, assomigliano ad adorabili panda, ma la loro docilità scomparirà molto presto...

 

3. Lo standard delle razza

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FCI Standard N° 48 / 18.04.2007
CANE DA ORSO DELLA KARELIA - ( Karjalankarhukoira)
ORIGINE : Finlandia
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 12.03.1999
CLASSIFICAZIONE F.C.I. Gruppo 5 Cani di tipo Spitz e di tipo primitivo
Sezione 2 Cani nordici da caccia
Con prova di lavoro solo per i Paesi nordici (Svezia, Norvegia e Finlandia)

UTILIZZAZIONE: Impiegato soprattutto per la caccia all’alce e all’orso, blocca e tiene a bada la preda. È un cacciatore appassionato che è molto indipendente, ma che collabora attivamente alla caccia poiché indica la presenza del selvatico abbaiando. Ha sensi molto sviluppati, specialmente quello dell’odorato, il che permette di utilizzarlo nella caccia alla grossa selvaggina. Ottimo il suo senso di orientamento.

ASPETTO GENERALE:
Di media taglia, forte, di conformazione robusta, solo leggermente più lungo che alto. Il suo pelo è fitto e gli orecchi diritti.

PROPORZIONI IMPORTANTI:
• la lunghezza del corpo è solo leggermente superiore dell’altezza al garrese.
• la profondità del torace è circa la metà dell’altezza al garrese.
• la proporzione fra muso e cranio è circa 2 : 3
• la lunghezza del cranio è all’incirca uguale alla sua ampiezza e profondità

COMPORTAMENTO-CARATTERE
Equilibrato, un po’ riservato, coraggioso e tenace. Molto sicuro di sé, può essere aggressivo verso gli altri cani, ma mai verso gli esseri umani. Ha molto sviluppato l’istinto della lotta.

TESTA: vista dal davanti ha forma triangolare

REGIONE DEL CRANIO
Cranio: largo; visto dal davanti e di lato è leggermente convesso. Più ampio fra gli orecchi. La sutura metopica è appena visibile. Le arcate sopraccigliari sono solo leggermente sviluppate.
Stop: non molto pronunciato, piuttosto lungo, forma un arco progressivo verso il cranio.

REGIONE DEL MUSO
Tartufo: largo, di color nero
Muso: profondo, si assottiglia solo leggermente verso il tartufo. La canna nasale è diritta.
Labbra: piuttosto sottili e ben aderenti
Mascelle/Denti: Le mascelle sono molto forti. I denti sono ben sviluppati e simmetrici; dentatura normale. Stretta chiusura a forbice
Guance: le arcate zigomatiche sono forti
Occhi: piuttosto piccoli, leggermente ovali. Marroni di diversa tonalità, mai gialli. L’espressione è sveglia e fiera
Orecchi: eretti, inseriti piuttosto alti, di media misura, con le punte leggermente arrotondate

COLLO: muscoloso; di media lunghezza, arcuato e ricoperto di pelo spesso. Senza giogaia

CORPO
Garrese: nettamente definito, specialmente nei maschi; meno marcato nelle femmine
Dorso: diritto e muscoloso
Rene: corto e muscoloso
Groppa: ampia, forte, e leggermente obliqua
Torace: spazioso, non molto ampio, piuttosto profondo, che scende approssimativamente fino al gomito. Le costole sono leggermente arcuate. Il petto è nettamente visibile anche se non molto largo
Linea inferiore: leggermente rilevata

CODA: inserita alta, di media lunghezza, ricurva ad arco sopra il dorso, con la punta che tocca il corpo su di un lato o sul dorso. E’ permessa una coda corta naturale

ARTI
ANTERIORI
In generale: forti con ossatura solida. Visti dal davanti sono diritti e paralleli. Il braccio e la scapola sono di uguale lunghezza, l’avambraccio è leggermente più lungo.
Spalla: relativamente obliqua, muscolosa
Braccio: leggermente obliquo e forte
Gomiti: diretti all’indietro, posti sulla linea verticale tirata dal punto più alto della scapola.
Avambraccio: forte e verticale
Metacarpo: di media lunghezza, leggermente obliquo
Piedi anteriori: con dita chiuse, ben arcuate, arrotondati e diretti diritti verso l’avanti. Cuscinetti elastici; i lati coperti di fitto pelo
POSTERIORI :
In generale: Forti e muscolosi, visti da dietro sono diritti e paralleli. La linea anteriore dell’arto posteriore è armoniosamente arcuata
Coscia: ampia e lunga con buona muscolatura
Ginocchio: diretto in avanti, è moderatamente angolato
Gamba: lunga e muscolosa
Garretto: basso; angolazione nettamente marcata
Metatarso: corto, forte e verticale
Piedi posteriori: compatti, leggermente più lunghi e meno arcuati di quelli anteriori. Cuscinetti elastici; i lati coperti di fitto pelo

ANDATURA: leggera e facile, con lunghe falcate. Cambia facilmente dal trotto al galoppo, che è la sua andatura più naturale. Gli arti si muovono parallelamente

PELLE: tesa su tutto il corpo, senza pieghe

MANTELLO
PELO: pelo esterno liscio e ritto. Sul collo, dorso e parte posteriore delle cosce è più lungo che in qualsiasi altra parte. Il sottopelo è soffice e fitto.
COLORE: nero, può essere sbiadito o d’una sfumatura brunastra. La maggior parte dei soggetti hanno macchie nettamente definite sulla testa, collo, petto, ventre e arti

TAGLIA E PESO
Altezza al garrese:
misura ideale per i maschi: 57 cm
misura ideale per femmine: 52 cm
Con una tolleranza di ± 3 cm.
Peso Maschi: 25 – 28 Kg
Femmine: 17 – 20 Kg

DIFETTI: qualsiasi deviazione da quanto sopra dovrebbe essere considerato difetto, e la severità con cui va penalizzato deve essere proporzionata alla sua gravità
• Ossatura leggera
• Cranio stretto
• Fronte molto bombata
• Muso appuntito
• Occhi gialli
• Orecchi molli o da pipistrello
• Presenza di giogaia
• Torace troppo disceso o a botte
• Coda diritta o insufficientemente ricurva
• Spalle diritte
• Garretti diritti, piedi piatti
• Speroni sugli arti posteriori
• Pelo ondulato
• Colore bianco predominante con macchie nere o presenza parziale di pelo detto “di lupo”

DIFETTI ELIMINATORI:
• Soggetto aggressivo o pauroso
• Enognatismo – Prognatismo
• Occhio gazzuolo
• Orecchi pendenti o con punte che ricadono (semi-erette)
• Colori diversi da quelli ammessi dallo standard

Qualsiasi cane che presenti, in modo evidente, delle anomalie d’ordine fisico o comportamentale, sarà squalificato.

N.B. I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto.

4. Uno stupefacente cacciatore di orsi e di cinghiali - Razze affini

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  • Uno stupefacente cacciatore di orsi e di cinghiali
    Può sembrare sorprendente, se non si è cacciatori, che un cane di taglia molto modesta come il Cane da Orso della Carelia sia un rinomato cacciatore di orsi.
    In effetti, di fronte alla selvaggina di grossa taglia, i cani leggeri, vivaci, snelli, molto rapidi e coraggiosi sono più adatti e dunque molto apprezzati.
    Per le sue caratteristiche il Careliano evita i principali difetti che rendono numerosi cani da caccia poco efficaci di fronte al cinghiale.
    Così, la sua costituzione relativamente modesta è un vantaggio, in quanto un grosso cane, quando il cinghiale si getta su di lui, rischia fortemente di essere ferito in modo grave da un colpo di zanna, mentre un cane più leggero verrà proiettato in aria dal colpo ma sarà ferito solo lievemente.
    Inoltre, la velocità moderata del Careliano nella corsa è un vantaggio, in quanto un cane troppo rapido obbligherà il cinghiale spaventato a lasciare la sua pista abituale, dove l'attende il cacciatore.
    Un cane dalle zampe troppo corte resterà imprigionato nel sottobosco alla mercé del cinghiale, non potendo più utilizzare la sua agilità e il suo coraggio.
    Infine, un cane troppo aggressivo avrà la tendenza a gettarsi su un altro cane che insegua la stessa preda.
  • Razze affini
    Se il Cane da orso della Carelia può essere avvicinato a molti cani nordici, bisogna però precisare che non è un cane da slitta. Il cane che più gli è vicino è senza dubbio il Laika Russo, poiché è appunto da esso che deriva il Cane da orso della Carelia.
    Questo è anche parente stretto dello Spitz Finlandese (Suomenpystykorva), il cui aspetto richiama la volpe e che, nel suo paese d'origine, è impiegato per la caccia agli uccelli.
    Il Norsk Elghund (Cane da Alce Norvegese) richiama ugualmente il Cane da Orso della Carelia.





5. Il rituale della caccia all'orso

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«0 Mieillkki, signora della foresta,
Nobile patrona dei boschi,
Accordaci il sacrificio del tuo compagno favorito, l'orso,
Che ha rotto il patto, entrando nel villaggio per uccidere...».

Così inizia da secoli in Finlandia la caccia all'orso, secondo un rituale ben definito, eredità di un'ancestrale mentalità pagana ancora saldamente radicata nelle mentalità collettive.

L’orso, essere magico, sacro, rispettato da tutti, ha, dice il rituale, commesso una grave colpa e perciò deve essere punito con la morte. I cacciatori, in genere una dozzina, hanno atteso l'inverno, una giornata calma, senza vento, una buona neve, per radunarsi con gli sci e pregare Mieilikki.

Sono accompagnati dai loro cani migliori e, dopo aver pregato, si avvicinano alla tana dell'orso, che sta per andare in letargo. I cacciatori formano un largo cerchio, in silenzio, poi spiegano alla vittima designata il motivo per cui sono obbligati ad abbatterla.

Gli antichi Finni ritenevano, infatti, che l'orso, chiamato Otso o Karhu, fosse molto superiore all'uomo e meritasse perciò grandi riguardi; i cacciatori hanno conservato questo antico rispetto.

«Bell'Otso», dicono, «superbo uccello dei boschi,
zampa di miele, palla rotonda,
Non aver paura di venire avanti,
Avvicinati di un buon tratto...».

I cacciatori fanno pure finta di voler rassicurare il plantigrado addormentato.

«Caro otso, non ti turbare,
Permettici di esaminare la tua pelliccia,
Di ammirare il tuo mantello di lana...».

A questo punto, i cani vengono liberati. Si mettono a raspare con furia la terra e ad abbaiare all’ingresso della tana. L'orso, risvegliato, sorpreso e abbagliato dalla luce improvvisa, sconvolto dai cani che non gli danno tregua, tenta di fuggire e sferra furiose zampate in tutte le direzioni.

I cani lo incalzano e gli si aggrappano. I cacciatori lo colpiscono con piccozze o con bastoni da sci. È allora che entra in azione il karhunkaataja, l 'atterraorsi'. Si tratta dell'uomo che è stato giudicato il più idoneo a lottare con l'orso. Deve essere capace di piantargli un coltello diritto nel cuore.

Infatti, uccidendo l'orso, non si abbatte che il suo corpo, perché secondo la tradizione l'animale ha uno spirito che è immortale. Questo spirito è in qualche modo l'anima della foresta.

È per questo motivo che, dopo la caccia, riportano le spoglie dell'orso al villaggio per la cerimonia destinata a placarne lo spirito (karhunpeijaiset). Si gira allora attorno all'orso ricordando la sua colpa e domandandogli perdono per placarne lo spirito, affinché né lui né Mieilikki si vendichino sul villaggio.

Il cacciatore entra in possesso della forza dell'orso durante un festino magico.

«Io stacco il tuo naso, caro Otso», dice,
«Per dare la tua forza al mio naso,
Io tolgo l'orecchio di Otso
Per rendere più sicuro il mio udito,
Io taglio la lingua del bell'Otso,
Per rendere più potente la mia parola...»,

I denti, invece, sono restituiti alla foresta, vengono appesi in cima all'albero più vecchio con alcune campanelle, a mo' di talismano: con effetto apotropaico. Naturalmente questo tipo di credenza attualmente si è attenuato, ma, in Finlandia, questi miti rimangono presenti in fondo alla memoria e cerimonie del genere vengono ancora organizzate.








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